Autore: Liz Braswell
Traduzione: L. Lupano
Edizione: Giunti
Pagine: 384
Anno: 2015
Traduzione: L. Lupano
Edizione: Giunti
Pagine: 384
Anno: 2015
Premesse
Nonostante sia consapevole dei problemi del film animato, legati un po' alla trama, un po' ai buoni uno più scemo dell'altro che ti portavano a tifare per forza per Jafar (ma non più, dopo aver letto questo libro) o al fatto che sia un film figlio di un tempo in cui non c'era tutta questa attenzione e rispetto nei confronti di culture diversa da quella americana, sono una totale bimba di Aladdin. Quando mi toccano questo film mi irrito. Quando lo toccano dimostrando di non averlo manco capito, come nel live action, divento Black Mamba.
Quando ci cagano sopra come in questo libro, libri che una volta si chiamavano fanfiction ed erano gratis e più pieni di soddisfacenti scene porche, spero direttamente in una ribellione dei miceti stile The last of Us che spazzi via l'umanità.
DUE RIGHE DI TRAMA
Possiamo tranquillamente saltare un 25% abbondante di libro in quanto si tratta di un copia incolla abbastanza dimenticabile del cartone animato Disney, con qualche tentativo di fare dell'approfondimento che sfocia nell'infodumping: per esempio ci viene detto che il quartiere degli Straccioni è quanto resta delle ambizioni di un non meglio specificato antico Sultano che aveva voluto dare prosperità al quartiere con una serie di grandi opere, Sultano convenientemente assassinato da non si sa chi, forse perché troppo comunista.
Utilità di questa informazione?
Zero.
Ci si premura anche di presentare Aladdin da bimbo, l'unico in tutto il quartiere di disperati ad avere una madre buona che nonostante sia stata abbandonata da un marito in cerca di fortuna e sia rimasta sola a crescere un figliolo in un quartiere di tagliagole poveri in culo riesce a restare retta, orgogliosa, a tenere la casa accogliente e a trasmettere al figlio valori positivi. E già fin qui potevano direttamente ammantarla di un'aureola e rendere Aladdin il Messia in terra, ma a parte essere lezioso e bidimensionale al vomito è anche un personaggio che solleva tutta una serie di interrogativi.
A un certo punto infatti Aladdin dirà che la madre è venuta a mancare presto a causa del troppo lavoro. Tutto molto bello (si fa per dire), peccato che:
1) M'hai detto 3 paragrafi prima che ad Agrabah i poveri non trovano lavoro perché nessuno gli dà fiducia, dove si ammazza di lavoro questa? Non c'è dato modo di sapere, è una madre, è buona ed è morta, tanto basta: l'autrice non ci fa sapere se questa lava i panni, coltiva l'orto o fa la prostituta.
Dramatization: Aladdin e sua madre |
3) L'autrice, sempre per fare volume nella prima parte di libro, si è premurata di presentarci un mercante di datteri che ha colto sul fatto Aladdin e i suoi amichetti e invece di andare dalle guardie lo spedisce a casa a farsi punire. La madre per punizione lo manda a lavorare al suo carretto.
Quindi Aladdin di fatto lavorerebbe in cambio di beni, cosa che ci è stata detta non essere possibile perché, ripetiamolo tutti insieme, nessuno dà fiducia agli straccioni (eppure hanno abbastanza fiducia da essere mandati in castigo dalle mamme). Ma a questo punto che ci metteva sto ragazzetto invece di rubare ad andare ad aiutarlo tutti giorni per avere in cambio un po' di frutta secca per mangiare?
Madò e siamo solo all'inizio.
A un certo punto, dopo aver fatto un bel copia e incolla dei dialoghi (nel caso in cui una persona che ha deciso di comprare un fottuto what if di Aladdin non ricordi il fottuto cartone originale - ma al tempo stesso l'autrice è così incapace di dare approfondimento psicologico che se il lettore non ha già presente chi siano i personaggi si attacca al pappagallo), la storia bontà sua deraglia e una volta giunto alla caverna delle meraviglie e messo mano sulla lampada Jafar riesce ad agguantarla senza che Abu abbia l'intuizione di sgraffignargliela di nascosto. Quindi Jafar ha tra le mani da subito un genio onnipotente per ottenere la sua vendetta sul Sultano e ottenere il tanto agognato potere mentre Jasmine riesce a fuggire dal palazzo e a organizzare una rivolta per la libertà insieme ad Aladdin e agli Straccioni.
Da qui in poi a regnare sovrano è il delirio.
IMPRESSIONI SPARSE
L'autrice, che non sa scrivere, fa volume per tutto il tempo con dettagli inutili e a tratti pure gratuitamente schifosi come Iago che, cito: "non faceva che mangiare biscotti tutto il giorno, appollaiato sulla sua spalla. E a volte faceva i suoi bisogni direttamente sul mantello del Gran Visir, lasciando lunghe e disgustose scie bianchicce."
Non vivevo senza questa informazione, grazie Liz.
Tra l'altro a proposito di Iago, che manco a farlo apposta è uno dei personaggi che trovo più riusciti all'interno della Disney proprio per il suo non essere buono-buono o cattivo-cattivo ma più un egoista voltagabbana a convenienza con un certo limitato quantitativo di morale, dal momento che l'autrice è troppo impegnata a scrivere, letteralmente, cagate viene buttato ai maiali un potenziale niente male che lo riguarda.
Nel romanzo infatti l'idea che salta fuori a spizzichi e bocconi è che lo Iago umanizzato così come lo conosciamo altro non sia che una fantasia delirante di Jafar, uno Jafar che in questo romanzo lo ha sacrificato stile Thanos (in quanto unico essere a cui voleva bene) a inizio storia per ottenere la lampada ma che nondimeno viene visto a più riprese intento a parlare con lui come se fosse ancora vivo. Veniamo a sapere addirittura che lo scopo di Jafar è riportare in vita i morti, e che in teoria a fine romanzo ci riesce (tenta Aladdin promettendogli di riportare in vita la madre), ma di Iago nessuna traccia, quando avrebbe dovuto farlo tornare in vita come prima cosa.
Insomma, altri dettagli inutili e fini a loro stessi.
Cazzate che servono a fare volume e a dare l'illusione di un background solido ma che di fatto non contribuiscono ad arricchire la personalità dei personaggi o a dargli un senso logico nel momento in cui deragliano dalla storia originale (che poi è lo stesso identico problema del live action disney, vedi Jasmine che studia una vita per fare la sultana e comunque non sa che la roba al mercato devi pagarla). Basti pensare che tutti i personaggi che non derivano dal cartone sono macchiette senza spessore.
Figurine bidimensionali che non si distinguono l'uno dall'altro, al punto che a più riprese mi domandavo.
Jasmine è un'altra.
Non fa in tempo ad "accettare il fatto che suo padre "fosse un essere umano come tutti gli altri, con le sue debolezze e i suoi limiti" e a rendersi conto che "doveva sforzarsi di accettarlo per quello che era e amarlo senza giudicarlo" (e quando sarebbe arrivata a queste conclusioni 'sta Confucio del Middle East, quando lo trovava a giocare coi pupazzi e gli aquiloni, quando le fanno notare che mentre lui gioca coi pupazzi e gli aquiloni la gente muore di fame o quando le presentava vecchi laidi perché doveva sposarsi col primo che passava entro i 16 anni?) che se lo ritrova lanciato dal balcone come primo gesto di insediamento del nuovo Sultano.
Invece di fare la ola, dico io...
Non fa in tempo a ragionare sul fatto di dover per l'appunto fare la ola per la morte di questo deficiente che le si presenta Jafar con la proposta golosa di sposarlo. Proposta che inspiegabilmente non la vede entusiasta come credeva l'ex Gran Visir.
"No Miriam, io esco" |
Mi spiego meglio.
Innanzitutto nel cartone Jafar da principio non ha tutte queste mire sessuali/matrimoniali su Jasmine, la trova anzi un insopportabile dito in culo, una bisbetica spaccamaroni che invece di starsene buona a fargli fare quello che gli pare come quel rincoglionito del padre pretende di mettere bocca nelle consuetudini millenarie ("Voglio sposarmi con chi dico io, fanculo la legge o la stabilità politica del regno!") o nelle scelte di gestione della giustizia ("perché hai messo a morte un ladro recidivo senza capezzoli con cui stavo per fare mlmlml? Kttv!!"). E' Iago a dargli l'idea di sposarla come mera manovra difensiva.
Se questa si sposa noi siamo fregati.
Se il marito rincoglionito diventi te non ci può mettere a morte.
Non fa una piega. Non fa talmente una piega come ragionamento che Jafar ci pondera su e solo DOPO aver coccolato questa idea e aver ottenuto il potere si arrapa al pensiero di darsi alla pazza gioia con una figliola giovane e soda, ma lui di fatto non deve consolidare un bel nulla. Vuole Jasmine perché è bona. E non ha senso che sia altrimenti.
Jafar è stato reso Sultano dal desiderio di un Genio.
Significa che lui è di fatto, legalmente, legittimamente, il Sultano di Agrabah ora, e Jasmine non è un piffero di niente a meno che il desiderio non venga annullato (cosa che nel cartone accade coerentemente: nel momento in cui Jafar diventa un genio, quindi uno schiavo, non può regnare su un cavolo di niente, e IL PADRE di Jasmine torna ad essere il capo politico, cosa che Jasmine NON POTEVA essere secondo la legge del suo paese). Non è come se avesse fatto un colpo di stato, cioè quello che paradossalmente farà Jasmine all'interno di questo libro, che di fatto andrebbe consolidato per evitare lotte intestine e continue, sanguinose guerre civili (a meno che non si sia ad Agrabah dove a quanto pare non ci sono pretendenti al trono o figure minimamente autorevoli a parte una quindicenne e tutti i capi della rivolta accettano di buon occhio di servire sotto di lei in un consiglio di stato).
Resta altrettanto inspiegabile il motivo per cui Jasmine a fine romanzo sia acclamata a furor di popolo quando lei è la figlia del cretino che affamava il popolo mentre giocava coi pupazzini e Jafar il Sultano magico che faceva piovere ricchezze e distribuiva pane.
L'autrice prova a giustificare l'odio crescente del popolo nei confronti di Jafar, peccato che come al solito lo faccia col buco del culo:
1) Jafar è cattivo perché in cambio del pane fa ripetere a pappagallo al bisognoso di turno un giuramento di fedeltà. Una cosa intollerabile, spacciata per una specie di voto infrangibile quando di fatto no, io posso pure dire che a Jafar darei il culo e il pane me lo danno lo stesso senza che lui esca fuori dalla tendina e pretenda veramente il mio culo.
Li immagino proprio dei morti di fame che trovano intollerabile fare un giuramento col mignolino in cambio della pancia piena, che brutta persona è Jafar, la libertà è più importante! A una certa forse pure l'autrice si rende conto che sta a scrivere una cazzata perché poi si dirà a caso che Jafar è uscito di testa e marchia la gente come le vacche. Perché? Ah, boh?
Aladdin a una certa ci prova a far presente la cosa a Jasmine, anche se con tono critico perché lui è diverso e lui alla pancia piena non ci pensa (e come lui ci saranno altre persone stufe di questa situazione, dice prima di andare in cerca di simpatizzanti. Ma ce la fai?), lei per tutta risposta si lancia in uno spottone elettorale: "Quando salirò al trono avranno sia la pancia piena che la libertà. E non solo. I bambini andranno a scuola. Tutti, indipendentemente dalla classe sociale e dalla religione. Maschi e femmine. Avranno l'opportunità di scegliere che cosa diventare da adulti. Non saranno costretti a rubare o a fare l'elemosina. Lo giuro."
Il suo sguardo era lontano, proiettato in un futuro che Jasmine aveva già immaginato in ogni dettaglio.
Ma è solo dopo che si raggiunge il culmine del delirio, quando Aladdin le dice che grazie a lei lui e i suoi amici Straccioni hanno capito che i veri problemi sono la gente affamata. Ma perché non lo sapevate prima di incontrare la tipa che ha scoperto la povertà 5 minuti prima? Morgiana dice addirittura che la sua rete di ladri serve a sfamare e impiegare anziani e bambini che da soli non riuscirebbero a procacciarsi da mangiare.
Anche meno, Liz, dai, che Jasmine era quella che prima voleva solo sposarsi con uno che amava esattamente come del cartone, da dove salta fuori sta figlia di Sun Tzu e Jane Addams?
2) Jafar è cattivo perché si avvale di inquietanti squadre della pace per mantenere l'ordine, praticamente degli squadroni di Stormtrooper che si assicurano che la gente non delinqua e non trami contro di lui (ma poi non si accorge di Aladdin che li segue per tutta la notte)... Cioè, la stessa identica cosa che facevano al mercato le guardie del Sultano che ti tagliavano la mano se prendevi una cazzo di mela da una bancarella? A quanto pare no, perché visto che lo fa Jafar si cacano tutti sotto come se fosse arrivato il demonio o come se Jafar fosse pronto a pretendere fisicamente il loro pertugio anale.
3) Jafar è cattivo perché a furia di far piovere ricchezze dal cielo ha creato inflazione, la gente non può comprarsi da mangiare e ai ricchi tocca attaccarsi al piffero.
Ora, che la povera gente non possa comprarsi da mangiare è un bel problema a cui però si potrebbe ovviare tornando al baratto contornato dai panini al giuramento di Jafar. Tra l'altro si ignora, perché l'autrice non sa scrivere, il fatto che l'inflazione riguarda la sola Agrabah e che si possa molto semplicemente commerciare in cibo con carovane provenienti da altre città e poi autoregolamentarsi internamente.
Che abbia chiuso i centri di cultura, religiosi e proibito la magia perché non vuole concorrenza, o che abbia creato problemi ai ricchi a causa dell'inflazione (problemi di cui veniamo a conoscenza grazie ad un membro della gilda dei gioiellieri, Amur, che trova il loro covo segreto perché davanti all'ingresso ci hanno piazzato un simbolo grosso come un cartellone pubblicitario in stazione 'sti sveglioni) già è più sensato come motivo di malcontento, ma a questo punto sarebbe stato molto più logico che Jasmine avesse chiesto e ottenuto il sostegno dei benestanti e dei maghi, quelli che effettivamente hanno avuto da perderci dall'insediamento di Jafar, non dei morti di fame. Ma poi come avrebbe fatto la Braswell a portare avanti la moraletta del cazzo dei poveri che sono pure bravi e buoni, dando un senso a Jasmine paladina delle pari opportunità?
Ora, il problema di fondo di questo schifo di libro non è tanto che Jafar sia cattivo cattivo in modo assurdo o chi sia la fascia popolare che lo trova a ragione più cattivo tra i ladri, i gioiellieri o i rabbini (sì, ci buttano in mezzo pure i rabbini), ma che sia un cattivo del cazzo nonostante le premesse date dal cartone fossero ottime per riuscire a farne addirittura un antieroe non dico da appoggiare ma perlomeno da comprendere, volendosi impegnare.
Di base Jafar è l'unico personaggio di questo film che sembra avere autorevolezza, intelligenza, cultura ed esperienza politica, in pratica risulta su carta davvero il più qualificato per regnare su Agrabah, almeno finché non sbrocca accecato dalla propria sete di potere (la stessa brama che prova per Jasmine lo distrae e consente ad Aladdin di arrivare a un passo dalla lampada - perché sì Liz, l'obiettivo intelligente sarebbe mirare alla lampada, non darsi a spadate e giocare al tira e molla col bastone di uno stregone). Sarebbe stato intrigante addirittura che il libro fosse stato scritto proprio dal suo punto di vista, per avere una finestra nuova sulla storia che già conoscevamo e che, ricordo, occupa un quarto di questo libro.
Le foreste muoiono, Liz!
In questo libro Jafar non è ambizioso né astuto: è cattivo perché è pazzo ed è pazzo perché nessuno lo ama (a parte il pappagallo che lui stesso ha deciso di uccidere a inizio libro, scelta che non ha senso se a smuoverlo era il desiderio di essere amato) e nessuno lo ha mai amato (ci dice Jasmine, ma lei che ne sa?), poi da qualche parte ti dicono che era povero di famiglia quindi in teoria dietro ci dovrebbe essere anche un desiderio di rivalsa che lo contrappone ad Aladdin che invece è bravo e umile, ma è tutto fatto così ad mentula che a una certa ci si smarrisce.
Non basta farli giurare sui panini, ora li marchio come le vacche!
Non bastano i soldati fantasma, ora resuscito direttamente i morti della città.
Ma del resto è il degno contraltare di un eroe che più vomitevolmente buono di così non potrebbe essere: dite addio al ragazzo di strada che offre il suo pane agli orfani ma decide di aiutare una ragazza al mercato perché è bona, e per ottenere quello che gli fa comodo mente a piè sospinto.
Questo Aladdin non pensa alla pellaccia nemmeno a pagarlo ma solo agli altri e al bene del paese: è altruista, generoso, per nulla avido, vive per il ricordo di mamma' e dei suoi ideali e non ha alcuna personalità al di fuori del suo desiderio di salvare tutti. Fa sembrare quello del cartone originale il protagonista di un film di David Lynch e porta l'infantilismo a un livello completamente inesplorato.
I personaggi e la trama si muovono come burattini a mera convenienza, manca a più riprese la coerenza interna oltre a quella con il cartone originale che sarebbe anche in parte giustificata dal momento che a una certa la trama deraglia dai binari.
Un breve e veloce elenco perché qua stiamo facendo notte:
1) Ci viene detto che Jafar non è astuto (e in effetti quando la palla passa alla fantasia della Braswell si comporta come un totale deficiente) quando finchè la trama ha seguito i binari del cartone ha letteralmente fatto fessi tutti, compreso un ragazzo di strada dalle mille risorse;
2) Viene fatta una sparata antifemminista sull'inutilità delle donne in battaglia da un personaggio di contorno che sta prendendo parte a una ribellione per mettere sul trono una femmina che si è alleata con un capo dei ladri femmina, e tutti obbediscono alle suddette femmine senza problemi;
3) Ci viene detto che per via di un incantesimo di Jafar i morti tornano in vita e diventano parte del suo esercito obbediente, al punto che Jasmine deve decapitare un suo alleato per farlo restare morto. Qualche capitolo dopo Aladdin uccide due tizi in un corridoio e restano morti senza che debba decapitare nessuno dei due;
4) Il sultano, proprio come i morti, è il sultano di Schroedinger: è sia il deficiente che giocava coi pupazzi quando il popolo moriva di fame quindi il primo responsabile della delinquenza e della povertà ad Agrabah (quella che ha ucciso la madre di Aladdin, vorrei ricordare) sia quello bravo che va paragonato al malvagio Jafar, dipende se ad Aladdin serva fare o meno un pippone motivazionale pro Jasmine;
5) Jafar dice ad Aladdin di aver trovato il modo di riportare in vita i morti per benino e lo tenta per far tornare in vita sua madre. Due pagine dopo gli dice "Peccato che tu non abbia nessun parente o una persona che ti ami, altrimenti li farei materializzare qui, davanti a te, e ordinerei loro di ucciderli".
Tra parentesi in quest'ultimo caso stiamo parlando di copie fatte di fiamme: che ci metti a dargli la forma di Jasmine, uno, e cosa se ne frega Aladdin o chiunque altro in quella stanza di prendere a spadate una copia fatta di fuoco? Per non parlare della rivoluzione che sembra l'organizzazione di un picnic aziendale con qualche bomba incendiaria in più, che fa colore.
D'altronde sono mediorientali, far saltare in aria le cose è il loro mestiere.
Un delirio che si somma all'assoluta noncuranza con cui la Braswell inserisce nel romanzo elementi di culture diverse dalla sua: parla per tutto il tempo di Golem per descrivere quelli che sono letteralmente degli zombie, tira in ballo i rabbini a caso, sono mediorientali quindi devono mangiare solo Baklava e ogni tanto, bontà loro, dei datteri.
Esisteva Google nel 2015, una ricerchina poteva farla.
IN CONCLUSIONE. . .
Un mondo nuovo è un romanzo infantile e stupido come poteva partorirlo giusto un'americana con la testa ficcata nell'orticello a stelle e strisce di casa sua, con personaggi dimenticabili, trama incoerente, un lieto fine attaccato con lo sputo (Jafar muore portandosi dietro la magia usando l'ultimo desiderio del Genio - perché desiderare di tornare sano era troppo mainstream - di modo tale che ci vorranno anni a dir bene per ricostruire la città e portare avanti il grande piano di Jasmine, e invece di decapitare la femmina bugiarda la portano in trionfo acclamandola come eroe e liberatrice mentre il genio piange perché essere umano fa schifo. Ti capisco bro), con qualche idea buona qui e lì che però l'autrice non riconosce perché non è in grado di dar vita a un buon romanzo e quindi non sfrutta come dovrebbe.
Meno di 400 pagine che sembrano 4000.
Una roba talmente offensiva per l'intelligenza umana che ho rivalutato il live action.
"Sarebbe stato intrigante addirittura che il libro fosse stato scritto proprio dal suo punto di vista, per avere una finestra nuova sulla storia che già conoscevamo e che, ricordo, occupa un quarto di questo libro."
RispondiEliminaEhm ehm... penso che allora ti piacerà tantissimo questo capolavoro di musical su Jafar: https://www.youtube.com/watch?v=-77cUxba-aA&ab_channel=TeamStarKid
(Ma tu dimmi se dovevano farmi piangere come un vitello per l'uomo dal pizzetto arzigogolato.)
Uh, che cavolo mi hai fatto scoprire, ma io ti amo! <3
EliminaChe già piango come un vitello per l'uomo dal pizzetto arzigogolato nel cartone dove è uno psicopatico!