lunedì 20 aprile 2020

[Recensione] L'UOMO DELLE NUVOLE

Autore: Mathias Malzieu
Traduzione: C. Poli
Ed. Italiana: Feltrinelli, copertina flessibile, 144 pagine,
Anno (Italia): 2015
Euro: 8,00

L’uomo delle nuvole, ovvero: Quando Il gabbiano Jonathan Livingstone si crede Opinioni di un clown…
La premessa doverosa da fare è che io non conosco Mathias Malzieu, non ho mai letto uno dei suoi libri prima di questo momento quindi non so e non mi interessa sapere se ho scelto il libro sbagliato, come ipotizzo viste le recensioni altalenanti che mi sono ritrovata a leggere in giro per il web, o se è proprio lo stile dell’autore e il modo in cui vuole trasmettermi i suoi messaggi (o presunti tali) a risultarmi indigesto, nonché una presa per i fondelli.

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Tom “Ematom” Cloudman ha trascorso la sua vita cercando di volare, riuscendo solo a precipitare malamente al suolo per effetto della forza di gravità. Di mestiere è acrobata itinerante e ruzzola in giro per il paese a bordo di una bara da lui stesso trasformata in mezzo di trasporto. 
Poi, d’improvviso, viene ricoverato in ospedale, dove gli viene diagnosticato un tumore in stadio molto avanzato (la Barbabietola, la chiama lui per esorcizzare lo shock e la paura), e la mente di Tom vaga sempre più, cercando di fuggire da quella gabbia bianca, asettica e noiosa chiamata realtà che imprigiona sempre più il suo corpo. Persino nel sogno, o nelle visioni indotte dai forti antidolorifici, il suo obiettivo fino all’ultimo battito sarà costruirsi un paio d’ali e volare, lassù, guidato e amato da una misteriosa donna uccello dalle penne scarlatte.

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I MIEI DUE CENT:
Questo libro è ONIRICO.
Nel senso spregiativo del termine, anche se fino a questo momento ero convinta non esistesse un’accezione negativa di questa parola. Se nelle prime (e ultime, che infatti a mio avviso sono le più belle nonché le più comprensibili del romanzo) pagine restiamo ancora un minimo ancorati alla realtà nonostante la vita di Tom sia tutt’altro che normale e la fantasia e il sogno vi facciano breccia a più riprese, tutto fa in fretta ad andare alla deriva, fino a diventare quello che a mio modesto avviso è un incomprensibile guazzabuglio di finto intellettualismo saltato fuori da un trip di morfina, sì, ma dell’autore.

Più che un viaggio nella mente di un sognatore che cerca di fuggire per l’ultima volta da una realtà che non ha mai avvertito davvero come sua e che adesso si fa più pesante e insopportabile che mai, questo libro sembra un accrocco di belle immagini poetiche ficcate a caso per “suonare bene” e dare l’idea di essere profondo, metaforico e kungfuico.
E mi sembra anche che Malzieu sia molto furbo nel suo inserire tematiche “sicure” per toccare il cuore del lettore dotato di una certa sensibilità come il cancro, l’amore (e il sesso) e la morte, di modo tale che chi si ritrova a non apprezzare il modo in cui questi vengono narrati passi per un bastardo insensibile che non capisce cosa sta cercando di trasmettere Malzieu ed è meglio che si dia a letture più alla sua portata, come gli YA superficiali o i libri di barzellette.
Io penso piuttosto che a una certa nemmeno Malzieu sapesse cosa voleva trasmettere davvero Malzieu.



Non è un caso che stia riempiendo questa recensione di immagini tratte da un cartone animato di nome Over the Garden Wall, per chi non lo conoscesse e avesse voglia di bearsi con qualcosa di bello: Over the garden wall infatti è un piccolo gioiello cupo e fantastico dai molteplici livelli di lettura. Si può guardare come la storia di due bambini che si perdono in un bosco pieno di creature inquietanti e personaggi grotteschi, o come un viaggio metaforico nel subconscio, o un viaggio reale in un mondo sospeso tra la vita e la morte.
E’ tutto un enorme labirinto di metafore e simboli.
Lascia fuori il cancro, ma parla di amore e morte, del sogno e della vita e lo fa con una delicatezza davvero commovente. Ma a differenza di questo libro, OTGW riesce comunque a risultare comprensibile e interessante anche se lo spettatore pigro o disattento vuole fermarsi al primo livello di lettura, perché quello che interessa agli autori di questo cartone, e che dovrebbe interessare a qualunque buon narratore, è raccontare una storia. Tutto quello che va ad aggiungersi alla storia (la bellezza delle immagini, la caratterizzazione dei personaggi, le metafore, la morale…) deve sempre e comunque venire dopo, stare anche solo un passetto indietro come la fidanzata di Valentino Rossi, altrimenti non stai scrivendo un libro per noi che lo leggeremo, stai facendo onanismo intellettuale per far vedere alla gente quanto sei bravo a mettere insieme immagini sognanti e metafore a caso.
E a quel punto puoi anche tenertelo nel cassetto del tuo studiolo.



Giudizio finale:
Bellezza fine a se stessa condita di commoventi banalità

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