Tankobon: 3 (completo)
Edizione it.: Planet Manga
Anno 1° edizione it: 2012
Sakuragari, ovvero: perché sarebbe utile controllare gli avvertimenti e almeno una breve sinossi pur se dotati di una ferrea politica anti spoiler PRIMA
di approntarsi a leggere qualcosa proveniente dal Sol Levante, anche se l’autrice
la conosci già e pensavi di trovarti davanti un manga storico o al limite uno
shojo.
La premessa doverosa che
occorre fare è che non sono questa
grandissima amante del genere yaoi, e non perché sia contro l’amore
omosessuale o che: gran parte delle ship per cui mi esalto durante la visione o la
lettura di programmi a cui mi appassiono particolarmente sono di stampo yaoi (e
spesso e volentieri nemmeno legali, *coff coff*), dal momento che sono i personaggi
di sesso maschile a risultare immancabilmente i più interessanti. Ma nel
momento in cui la storia diventa esplicitamente a sfondo omosessuale per qualche strana magia giapponese i personaggi 9
volte su 10 smettono di essere interessanti e diventano cliché eterosessuali
stile America Anni ‘50, la cui caratterizzazione inizia e
finisce con la soap opera in cui sono coinvolti.
Questo manga non fa eccezione
solo perché ci sono gli stupri e i suicidi.
DUE RIGHE DI TRAMA
La storia è ambientata a Tokyo,
negli anni ’20, nono anno del periodo Taisho.
Un giovane e brillante studente di nome Tagami Masataka si
trasferisce in città dalla campagna ed è in cerca di lavoro per potersi
mantenere agli studi durante l’ultimo anno di scuola superiore e iscriversi poi
all’università. Nonostante la profonda crisi economica in cui vessa il paese, riesce
a prestar servizio nella sontuosa villa della nobile famiglia Saiki. Arrivato dai Saiki però nessuno gli spiega dell’esistenza del
campanello, quindi il nostro intelligente e studioso protagonista decide giustamente
di scavalcare il cancello in cerca di qualcuno che lo accolga.
Pensa se era stronzo...
Pensa se era stronzo...
Stranamente viene scambiato
per un ladro.
Masataka, che è intelligente, fugge invece di spiegare la situazione.
Mentre arranca alla cieca
sperando che nessuno gli sguinzagli addosso dei cani o gli spari come sarebbe
logico fare in quella situazione (ma a quel punto la storia finirebbe in 30
pagine), arriva di fronte a un enorme albero di ciliegio in fiore, dove troverà
l’altro protagonista: un misterioso e affascinante giovane omino mezzo inglese dai
lunghi capelli castani e dalle fattezze androgine, ovvero il marchese Souma, erede dei Saiki, che dopo lo
scambio dei soliti convenevoli gli chiede di porre fine alla sua vita. Masataka,
che è intelligente, invece di fuggire da quella che già si prefigura come
gabbia di matti (e ancora non sai quanto), si limita a rifiutare educatamente,
come se Souma gli avesse proposto di cambiare operatore telefonico.
Masataka a questo punto dovrà
fare i conti non solo con i fantasmi del proprio passato di bimbo povero, ma
soprattutto con un’escalation di drammi e disgrazie che vedono come
protagonisti i membri di questa antica e nobile famiglia, di cui ormai
sopravvivono solo Souma, suo padre e la misteriosa sorella minore Sakurako, una normalissima ragazza
giapponese di nobile famiglia dai capelli bianchi e gli occhi scarlatti che vive
da 10 anni in completo isolamento, ha come hobby il vouyerismo e quando
qualcuno soffre o si fa male ride come Light Yagami.
"Ciao giovane studente povero, ti va di porre fine alla mia vita?" "Guarda, come accettato." |
"Lei è una giovinotta a modo, mi ispira fiducia questa magione" |
Per ringraziarlo di tutto ciò lo stupra.
Masataka deve affrontare non solo il trauma e la vergogna di una simile violenza ma anche la gente che tutto intorno a lui ignora ipocritamente quanto accade dietro le mura di casa Saiki quando non cerca direttamente di fargli del male. E dopo diversi attentati alla
sua vita, lutti personali e una scoperta sconvolgente dietro l’altra, Masataka
scoprirà inevitabilmente di provare anch’egli dolce amore verso Souma (che sì, lo
stuprava per amore ovviamente).
IMPRESSIONI SPARSE
L’impressione generale è quella di avere davanti una (fortunatamente breve) telenovela argentina coi kimono e i
fiori di ciliegio, dove il drama abbonda e tutto diventa così sofferto e
pieno di colponi di scena lacrima strappastorie
da fare il giro e diventare comico. Cioè, sarebbe comico se non si
prendesse così maledettamente sul serio.
A una certa è pure un'incudine appesa ai maroni.
Non c’è un personaggio che non
abbia vissuto traumi e tragedie tali da portarlo a stuprare, uccidere, mutilare, infilzare, travestirsi, avvelenare, tradire, mentire,
picchiare, ustionare, impazzire, tentare il suicidio, e
tutto questo è normale a quanto pare visto che alla fine della situa
Masataka comincia a sviluppare un affetto “sano” (in quanto sessuale e fisico invece di quel disgustoso e finto affetto fraterno che provava all'inizio, cosa lo specifichiamo a fare)
nei confronti del suo aguzzino, una volta scoperto del suo passato pieno di
traGGedia.
La G extra sta per Godo perché abbusi di me.
"E la b extra di abbusi?"
"Errore di battitura"
► Sul lato romance
infatti siamo di fronte alla solita storia stronza in cui l’amore nasce
dalla violenza e dalla sopraffazione, e il fatto che Souma sia stato a
propria volta vittima di violenze orribili dovrebbe giustificare ogni porcata
perpetrata ai danni di questo ragazzino, il quale non solo viene picchiato,
violentato, umiliato, ma addirittura isolato, persino quando il rapporto tra i due comincia a farsi più
disteso.
La G extra sta per Godo perché abbusi di me.
"E la b extra di abbusi?"
"Errore di battitura"
50 sfumature di rosa ciliegio lo dovevano chiamare... |
(Per quanto si possa considerare disteso un rapporto in cui la persona
stuprata si fa venire i moti di compassione e poi i tuffi al
cuoricino dal momento in cui viene a sapere che
il suo aguzzino ha avuto il passato tristanzuolo, e il suddetto aguzzino mette
pezze peggiori del buco nel momento in cui si rende conto che forse ha
esagerato).
Vediamo Souma
emarginare Masataka dai suoi compagni di classe andandolo a prendere a scuola (punendolo
se Masataka mostra fastidio e disgusto nel ritrovarselo tra i maroni anche lì), e
dalla sua famiglia nel momento in cui non gli fa arrivare cartoline e lettere
spedite nel corso dei mesi dal fratello minore e non lo avvisa se non dopo
giorni della morte del fratello maggiore. A coronare questa serie di cliché Harmony non potevano mancare i
personaggi di contorno i quali, ossessionati dal bel culetto mezzoinglese di Souma,
si sfogano contro Masataka non riuscendo a vincere il suo algido cuore.
Masataka per tutta risposta si sente in dovere
di proteggere Souma dalle loro mire sessuali, "perché c’hai l’infanzia tristanzuola e io ti amo, pikkolo anciolo mezzosangue".
Si tratta della classica cazzata drama dal finale dolceamaro scritta per ragazzine trasgry
e casalinghe annoiate totalmente a digiuno di educazione sentimentale che
non hanno idea di cosa comporti davvero un rapporto violento di tale portata, lo
romanticizzano, magari lo vagheggiano pure.
Almeno finché non finiscono ad amore criminale.
► E’ il primo manga
yaoi di Yuu Watase, e la cosa, ci si creda o no, si nota visto che
togliendogli di dosso la patina trasgry Sakuragari è la fiera del cliché di genere:
Masataka è l’uke puro che nemmeno si masturba prima di incontrare il
pene magico di Souma, votato al martirio e alla sofferenza al pari di tutte le mogli giapponesi abusate e sottomesse presenti in questa storia.
Masataka è una donna etero col pisello, come da manuale.
Almeno finché non finiscono ad amore criminale.
'ccoddue, non può finire con una storia d'amore una roba cominciata così, mai che l'uke chiami la polizia o ci sia un percorso di redenzione serio che coinvolga uno psichiatra... |
Masataka è una donna etero col pisello, come da manuale.
C’è questo insopprimibile
bisogno di far nascere l’amore vero dallo stupro, e intorno a Souma ci sono
addirittura le bitches gelosille che si rivalgono con crudeltà sul rivale in amore invece di risolverla cominciando a intrallazzarsi tra loro, visto che ogni tanto già lo fanno.
C’è poi questa voglia di melodramma continuo ed eccessivo, che ricorda più gli espedienti acchiappa-pubblico dei reality che una storia adulta dalle tinte fosche, cruda, amara e violenta che lasci dentro un vuoto in chi legge. Ho sperato fino all’ultimo che a questo giro non sarebbe saltato fuori il romance e che Masataka, semplicemente, sarebbe maturato nella sofferenza interrompendo un circolo vizioso di violenza e lasciando Souma al proprio destino da lagnoso androgino mentecatto, ma non me ne va mai bene una.
C’è poi questa voglia di melodramma continuo ed eccessivo, che ricorda più gli espedienti acchiappa-pubblico dei reality che una storia adulta dalle tinte fosche, cruda, amara e violenta che lasci dentro un vuoto in chi legge. Ho sperato fino all’ultimo che a questo giro non sarebbe saltato fuori il romance e che Masataka, semplicemente, sarebbe maturato nella sofferenza interrompendo un circolo vizioso di violenza e lasciando Souma al proprio destino da lagnoso androgino mentecatto, ma non me ne va mai bene una.
► I protagonisti
sono talmente stereotipati da rendere impossibile provare empatia per loro,
per quanto la storia voglia nelle intenzioni dell’autrice ammantarsi di
profondità e concentrarsi proprio sulla loro complessità, sulla loro crescita,
sul reciproco perdono e l’accettazione del passato:
- Masataka è un’enorme occasione sprecata.
E’ il classico uke puro come
un giglio che scalcia un po’, magari si incazza pure a sprazzi ma in fondo in
fondo quello che subisce gli piace.
Ha un background interessante e sarebbe stato bello vedere più spazio dedicato al suo rapporto con la famiglia e coi fratelli (certe parti dedicate in special modo al fratello maggiore invischiato prima nella Yakuza e poi nei gruppi antigovernativi arrivano ad essere incomprensibili, perché c'è poco tempo per narrare la storia e bisogna concentrarsi sulle scene pruriginose), anche per fare un parallelismo con la famiglia di Souma, apparentemente più privilegiata della sua ma altrettanto incasinata.
Ha un background interessante e sarebbe stato bello vedere più spazio dedicato al suo rapporto con la famiglia e coi fratelli (certe parti dedicate in special modo al fratello maggiore invischiato prima nella Yakuza e poi nei gruppi antigovernativi arrivano ad essere incomprensibili, perché c'è poco tempo per narrare la storia e bisogna concentrarsi sulle scene pruriginose), anche per fare un parallelismo con la famiglia di Souma, apparentemente più privilegiata della sua ma altrettanto incasinata.
Ma era meglio la soap opera.
Dovrebbe essere un ragazzo
intelligente e giudizioso, che ha come unica ambizione nella vita quella di lavorare
sodo e diventare una persona rispettabile, che all’amore fisico non ci pensa al
punto da non masturbarsi nemmeno (vedi sopra), e finisce per farsi risucchiare in
drammi che non lo riguardano e da cui dovrebbe scappare a gambe levate visto che lo distraggono dal suo obiettivo. Non
solo, risulta inspiegabile persino la lealtà che mostra nei confronti di Souma
e dei suoi psicodrammi.
Il punto è che Masataka è lì temporaneamente.
Non è un servo della casa, la
sua ambizione non è lavorarci a vita.
Non ha senso quindi essere
tanto leale a una famiglia che lo tratta così da schifo. Però, chiaro, siamo in uno yaoi, dove lo sperma ha poteri
magici, una penetrazione violenta fa male “solo la prima volta” (se non
altro in tutto sto fiorire di sangue e ustioni la Watase ci risparmia il sangue
dall’orifizio dell’uke sverginato)
e il passato tristanzuolo dello stupratore basta a perdonare ogni nefandezza.
- Souma è così egocentrico, schizofrenico e inutilmente cattivo con
Masataka che onestamente del suo passato triste finisce col fottermi sega,
e io adoro i personaggi anche gratuitamente spregevoli che fanno cose orribili
(purchè poi la vittima non finisca per innamorarsi di lui). Si pensi ad esempio
ad Ade di Hercules della Disney che
non ha nulla contro Hercules di per sé, è solo che Megafusto è d’intralcio ai
suoi piani, o a Bill Cipher di Graviy
Falls che vuole semplicemente portare “caos e divertimento” (dal suo punto di
vista) nel mondo e somiglia più a un bambino stronzo che gioca con un formicaio
che a un signore del male, e nonostante quello che pensa il fandom me compresa nessuno
finisce per limonarselo.
Souma fa schifo e basta per
come abusa di Masataka.
Non solo lo ferisce nel
corpo (salvo poi dargli i bacini e le carezzine quando altri fanno la stessa
cosa, per far vedere alle lettrici che lui è diverso, anche se ti tronca un
palo nel sedere a secco, ti tocca in maniera non consensuale, ti nasconde le
cose e ti stalkera ovunque lo fa perché ti ama) ma lo fa sentire un deviato per i
suoi sentimenti platonicamente affettuosi, gli nasconde informazioni sulla
sua famiglia, arriva a presentarsi anche a scuola (rendendogli difficoltoso lo
studio, che sarebbe la sua ragione di vita, e spingendolo quasi al suicidio). E
per quanto Souma sappia di aver fatto cose orribili, per quanto il suo passato sia
davvero triste e non sappia obiettivamente come fare ammenda in modo sani non
è giustificabile che Masataka non solo lo perdoni (cosa plausibile) ma
addirittura sviluppi per lui dei sentimenti d’amore che non vanno in porto solo
perché è Souma ad allontanarlo.
Una cosa positiva da dire su
tutti i personaggi di Sakura-Gama però è che nessuno è un santo, nemmeno Masataka: la Watase fa attenzione che
ognuno dei suoi personaggi, persino quello che dovrebbe essere il tenero dolce
Uke ficcato suo malgrado in una situazione più grande e perversa di lui, abbia
dei lati oscuri, raggiunga discrete vette di meschinità, e pensieri crudeli persino
nei confronti dei propri fratelli. Masataka prova risentimento verso la sua
famiglia, cerca la fuga spesso e volentieri (anche lo studio diventa un modo di
fuggire e di trovare la sua rivalsa), e ha tanto con cui fare i conti.
Mo' perché un altro cane ti ha pisciato sull'albero fai il tenero? |
Di nuovo, sarebbe stato più
interessante vedere meglio sviluppato questo rispetto allo stupro romanticizzato.
► Dal punto di vista
artistico, Yuu Watase è maturata dai tempi di Fushigi Yuugi:
le linee sono molto pulite, le tavole curate, i personaggi espressivi al punto
che spesso accantona i dialoghi per lasciare che siano i volti a parlare, in
tavole mute molto belle, e nessuno come lei poteva portare su carta i tratti
delicati di Souma e rendere onore al suo soprannome, “Bambola occidentale”.
Peccato che tutti i suoi personaggi tendano ad essere morbidi e delicati quindi
non è che la sua stratosferica bellezza straniera spicchi in particolare in
mezzo agli altri giovani uomini del manga. Ha solo i capelli zebrati anziché neri, a sottolinearne la non purezza di sangue.
► Ho particolarmente
apprezzato il lato storico e il background, al punto che avrei preferito
che la storia deragliasse in fretta dal drama amoroso di questi due cretini per
concentrarsi su tutto quello che c’era intorno, spesso lasciato in secondo
piano causa il poco tempo a disposizione o affidato a degli spiegoni ad uso e
consumo del pubblico vecchio (Stanis docet): gli ambienti, i costumi, certe
usanze che lasciano decisamente l’amaro in bocca (la compravendita di
minorenni, la prostituzione, il rapporto ipocrita con l’omosessualità), è tutto
intrigante, anche se tutto narrato in maniera troppo sbrigativa, e fa
capire che l'autrice ha fatto i compiti.
Peccato per tutto il resto,
davvero.
*
Insomma, in conclusione a
chi consigliare questo Sakuragari?
A chi ama Beautiful e gli Harmony,
principalmente, e a chi si vuole sentire trasgressivo e superiore alle ragazzine
che leggono solo shojo scolastici e altre “cose per bambini”.
Voi no, voi siete adulti che leggete di stupry.
A chi ritiene che lo stupro non sia niente di che e possa finire tutto a tarallucci e vino. A chi sente dei pruritini e vuole vedere un po’ di azione sotto le lenzuola ma senza esagerare troppo dal momento che le scene di sesso disegnate dalla Watase sono sì poco romantiche e anche forti rispetto agli standard degli shojo, ma decisamente poco esplicite.
Voi no, voi siete adulti che leggete di stupry.
A chi ritiene che lo stupro non sia niente di che e possa finire tutto a tarallucci e vino. A chi sente dei pruritini e vuole vedere un po’ di azione sotto le lenzuola ma senza esagerare troppo dal momento che le scene di sesso disegnate dalla Watase sono sì poco romantiche e anche forti rispetto agli standard degli shojo, ma decisamente poco esplicite.
Il che non è nemmeno da
biasimare.
Andare oltre col lato sessuale
sarebbe stato semplice vouyerismo malato da fanfiction, mentre probabilmente la
Watase ha voluto glissare signorilmente, dal momento che bastava già tutta la
violenza di contorno a far provare empatia nei confronti di Masataka.
Infine, è decisamente
consigliato a chi ama lo yaoi con tutti i suoi irritanti cliché.
Giudizio finale:
Harmony trasgrino ma coi maschi, da libreria della nonna moderna. |
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