venerdì 3 luglio 2020

[Recensione] RADIATION HOUSE

Testi: Tomohiro Yokomaku
Disegni: Taishi Mori
Tankobon: 9 (in corso)
Volumi italiani: 5 (in corso)
Edizione it.: JPop
Anno: 2015

Quando Gray’s Anatomy non basta…
La nostrana JPop importa dal Giappone un manga che per una volta vuole deragliare dalla classica commedia adolescenziale o dal fantasy con un prescelto che, creduto da tutti un perfetto stronzo, sarà destinato a salvare il mondo.
A questo giro infatti la commedia adolescenziale e il prescelto con i poteri praticamente fantasy si muoveranno sui binari del drama medicale. Un drama medicale che però a questo giro darà spazio non a medici chirurghi ma a una categoria importante ma molto spesso ignorata o sottovalutata: si parla infatti di radiologi, senza i quali però molti medici specialisti avrebbero da analizzare 'sto piffero.

DUE RIGHE DI TRAMA
La storia si apre facendoci fare la conoscenza del nostro protagonista Iori Igarashi, un geniale tecnico radiologo super sayan di quinto livello che tanto è bravo nel suo lavoro quanto pecca sul lato delle relazioni umane, mentre è in procinto di farsi licenziare dall’ennesimo ospedale per aver dato del microcefalo al capo del reparto.
Sic!
"Ciao sono il cliché del tizio con la faccia da fesso ma geniale."
In cerca di un nuovo impiego, Iori si accorge che finalmente c’è un posto libero nel reparto di Radiologia nell’ospedale in cui lavora come medico An Amakasu, sua amica d’infanzia e cotta di lunga data nonostante i due non abbiano rapporti  di alcun tipo da tipo vent'anni. 

"Ciao, sono il cliché della tsunderina col taglio alla moda che nel mondo reale passerebbe più tempo dal parrucchiere che in reparto!"
Nonostante le pessime referenze l’amministratrice Nagisa Oomori (che per una straordinaria coincidenza anni addietro partecipò con Iori a un ciclo di lezioni negli States) non solo ne conosce lo straordinario talento, ma in lui vede anche una risorsa fondamentale, la persona che riuscirà a salvare questo piccolo ospedale dal tracollo, in un’economia che travolta dal peso del Welfare non può curare tutti come dovrebbe ed è costretta a mettere in secondo piano la salute e il benessere dei pazienti in nome del risparmio. 
Ma le mire del perfido e avido vicedirettore che vuole prendere il posto dell’amministratrice, liberarsi di Iori e portare alla grandezza l’ospedale con tagli al budget ed efficienza sono in agguato... E se a questo punto non vi fischiano le orecchie vi boccio all’esame di mangalogia, parola di Great Teacher


La dimenticabile storia personale di Iori, troppo timido e innamorato per farsi riconoscere (figuriamoci dichiararsi) dalla sua bella immancabile tsunderina col camice, si intreccia non solo alle vicende degli altri membri dello staff (medici, tecnici, infermieri), ma anche dei pazienti che arriveranno lì in cerca di aiuto e sostegno.

*

IMPRESSIONI SPARSE SU RADIATION HOUSE

Radiation House è un manga pieno di morti, drama trash (si pensi al cliché di camion-kun che pialla un bambino, l’amore d’infanzia tsunderina amareggiata dalla vita, l'infortunio sportivo il giorno prima di una finale, incontri casuali, sbronze rivelatrici...), e qualche occasionale seno nudo (d’altronde in un ospedale si eseguono mammografie), destinato a un pubblico adulto o perlomeno maturo mentalmente, ma non a uno particolarmente addentro alla materia medica
Non mancano infatti tavole anatomiche, spiegazioni particolareggiate, spiegoni (in questo ci aiuta Hirono, una giovane radiologa fresca di studi che fa le domande stronze che faremmo noi ignoranti) e didascalie per aiutare noi figli di Dottor House a destreggiarci in una materia ostica, ma anche solo a riflettere su certi argomenti che non sono esattamente all'ordine del giorno per il lettore qualunque.


Proprio grazie a questo manga sono venuta a conoscenza, tra le altre cose, del fenomeno della densità mammaria, ovvero una condizione naturale per la quale certe donne (per fattori legati alla genetica ma anche all’età, specialmente dopo i 40 anni) si trovano ad avere una maggior quantità di tessuto ghiandolare all’interno del seno, cosa che porta ad avere radiografie molto meno chiare dal momento che il tessuto ghiandolare appare bianco e opaco come calcificazioni e tumori. Cosa che porta a molte letture errate e a molti tumori riconosciuti tardivamente.
Per parlare del fenomeno del seno denso con tanto di parentesi su Nancy Cappello, una famosa attivista naturalizzata americana che ha lottato a lungo perché ci fosse informazione e sensibilità sull’argomento (tutto vero, googlate!), Radiation House sceglie di far vedere tutto attraverso gli occhi di una madre in carriera, la signora Chiba, che in passato ha subito una mastectomia dovuta a un tumore con una successiva ricostruzione.
Questa donna deve affrontare non solo la paura di un recidivo (che diventa certezza nel momento in cui, come scoprirà, non solo ha una predisposizione genetica ai tumori, ma la densità del suo seno ha impedito ai precedenti oncologi di notare masse anormali), ma anche il dolore e la sofferenza legati al suo sentirsi meno donna, sentimenti che vediamo minimizzati e non comprensi appieno da chi ha intorno, sia brutalmente (un medico che afferma che per risolvere il problema basta togliere il seno e poi ricostruirlo, senza curarsi del benessere psicologico della paziente) che gentilmente (l’eccessiva sensibilità paternalistica mostrata dall’ex marito che le vuole stare accanto, le vuole sinceramente bene, ma non comprende a fondo quello che sta provando questa donna). Ed è solo uno dei casi trattati in questo manga con slanci di sensibilità rara.
Se si è amanti del realismo a oltranza però si dovranno ingoiare parecchi rospi, e si dovrà passare oltre al fatto che ogni patologia che si ritrova in Radiation House non sarà mai il Lupus, ma sarà sempre unica e specialissima per rendere la storia più piccantella. Oltre al fatto che questo ragazzo quando guarda una radiografia pare che sta a pilotare un Gundam.


I medici di Radiation House non sono gli eroi figli di una retorica del cazzo che dispensa applausi e fan art con Ironman invece di diritti, personale e fondi, e nemmeno sono mostri disumani o stronzi che pensano solo al proprio tornaconto a dispetto della salute della povera gente: sono esseri umani che compiono errori, con dubbi e incertezze (laddove non proprio crolli nervosi), pronti a grandi sacrifici e slanci di generosità, ma anche egoisti, incapaci e gretti alla bisogna
Se inizialmente si ha l’idea che ogni personaggio sia una macchietta, un clichè (la dolce niubba Hirono, la lesbicona sexy, il capo-tecnico radiologo che segue le sue regole, la tsunderina, il protagonista scemo ma geniale, il rivale in amore che tanto non ha speranze uscito da una boy band anni ‘90…) man mano che la storia avanza tocca ricredersi.

Persino An è difficile da odiare nonostante il clichè della tsunderina non sia proprio tra i miei preferiti e nonostante spesso e volentieri le sue interazioni con Iori si limitino a delle gag degli equivoci alla Boldi e De Sica (“Oh no, un tecnico radiologo vuole eseguire una palpazione al seno su una paziente, deve essere un maniaco!” oppure “Oh, no, il suddetto tecnico radiologo e un altro uomo piangono su una panchina stringendosi le mani, devono essere gay!”) o a dei clichè (“Shono troppo ubriaca per camminare, portami in braccio, tanto domani dimenticherò tutto tuttino tuttone!”). 






𝅘𝅥𝅯𝆕 I'm the Scatman
Skibi dibby dib yo da dub dub
Yo da dub dub
Skibi dibby dib yo da dub dub
Yo da dub dub 𝅘𝅥𝅯𝆕
Ma ha sofferto molto e si sforza ogni giorno di essere all’altezza del camice che indossa, e anche solo questo è da apprezzare. Persino il protagonista non è un genio naturale, ma si fa un mazzo così e passa ogni momento libero a studiare sul suo tablet.
Certo, sarebbe stato più bello che Iori dopo un'iniziale delusione “riscoprisse” An di pagina in pagina, ricominciasse ad amarla un po’ per volta una volta superata la scorza tsunderina, invece di correrle dietro fin da subito come un cazzo di labrador visto che 20 anni fa era una bambina dolcina che curava i canniolini pikkoli ancioli e voleva fare il dottore col suo aiuto, ma poi avremmo dovuto privarci di una storia mai vista, gli amici d’infanzia legati dal destino (avete sfracellato le palline, davvero).
Altra cosa su cui avrei lesinato perché non siamo in La clinica dell’amore, le continue pacche al culo e l’assalto alle tette da parte dei colleghi ai danni della povera Hirono. Sei su un posto di lavoro e nel 2015 mi aspetto meno espedienti da porno di bassa lega e un ambiente lavorativo in cui si scherza quanto si vuole ma fondamentalmente sereno, non la resa comica di una molestia.


Un primo giorno lavorativo qualunque in Giappone.
Ti accorgi di essere negli anni 2000 perché anche le donne ti palpano le tette in maniera non richiesta.
La parità che piace...
Lo stile di disegno non mi fa impazzire.
Da un lato mi piacciono le forme spigolose e l’espressività di quei visi turbati, che si deformano in maniera quasi comica nel momento in cui ci si abbandona a un pianto liberatorio e concorrono al provare empatia, dall’altro non potrebbe essere più chiaro di così che siamo di fronte al manga disegnato da un uomo (classe 1976): le forme femminili sono sempre molto rotonde ma sode, con chiappe che sembrano frutto di ore intere passate a fare squat, certe inquadrature sembrano quelle fatte ad Harley Quinn e a Wonder Woman negli ultimi film DC, e nonostante l’amministratrice dell’ospedale abbia la bellezza di 53 anni sembra una trentenne, a fronte di colleghi uomini coetanei su cui le rughe abbondano. O ti hanno piallata nel reparto chirurgia estetica o il buon Taishi Mori deve capire che le donne invecchiano, ed è una cosa naturale come il seno denso.



Cioè, lui pare il padre...

IN CONCLUSIONE
Anche se sembra che non si possa fare a meno della solita romance stronza con gli amici d’infanzia del destino, grattando oltre la superficie e andando oltre le forzature, le molestie e le cagate romantiche, ignorare questo manga sarebbe un errore.
Di pagina in pagina Radiation House si rivela una piacevole brezza nel panorama dei manga: interessante, educativo, commovente, pieno di situazioni toccanti, spunti di riflessione e personaggi adorabili.
Un grazie sincero a JPop per aver portato questo manga in Italia.



Giudizio finale:
Premio con la quarta stellina, meritata, il messaggio e le riflessioni di fondo, non le cazzate...

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