domenica 21 giugno 2020

[Recensione] TORADORA

Casa di Produzione: J.C. Staff
Anno (jap): 2008-2009
Anno (ita): 2011
Distribuzione: Dynit/Rai4
Adattamento dialoghi: Luca Privitera, Lisbeth Damas
Direzione doppiaggio: Maurizio Reti
Episodi: 25


Capita ogni tanto che decida di andar contro la mia naturale antipatia verso gli anime, con tutti quei cliché conditi di filler e vocette stronze e forzatissime, e di recuperare qualche titolo di cui sento parlare spesso dagli amichetti appassionati o in giro per il web. Spesso mi trovo ad accantonare i pregiudizi e a ritrovarmi di fronte a delle opere di incredibile delicatezza e complessità.
Non è il caso di Toradora.

Toradora è una creazione dello studio J.C Staff, a cui devo opere a cui sono molto affezionata come Orphen lo stregone e soprattutto il delirante Excel Saga e segue le vicissitudini di Ryuji Takasu, uno studente in procinto di iniziare il secondo anno delle superiori.
Ryuji vive da solo con la giovane e procace madre che lavora in un Host bar, ha un’indole gentile e una propensione alla vita domestica (è quasi un fanatico della pulizia al punto di sclerare per un paio di calzini spaiati e ama molto cucinare) ma il suo sguardo spietato, ereditato da un padre che non ha mai conosciuto, lo porta a intimorire le persone.

Toradora Ryuji angry arrabbiato
Affezionatevi ora a questo "sguardo spietato" perché non lo rivedrete mai più dopo i primi 5 minuti, rendendo completamente inutile questo tratto caratteriale
Per questo ha pochi amici e pur essendo da tempo perdutamente innamorato della bella, sportiva e decisamente sopra le righe compagna di classe Minori Kushieda, non si è mai dichiarato e a malapena riesce a parlarle. Ma la sua vita cambierà totalmente nel momento in cui, camminando per i corridoi, si scontra per distrazione con la coetanea Taiga Aisaka, famosa nella scuola per essere una bambolina in formato tascabile dall’indole psicopatica.
Cosa che le è valso il nomignolo di Tigre Palmare

Tigre
Palmare

Ve lo faccio assaporare per benino, di nuovo…

Tigre...
... palmare
“Palmare perché sta in un palmo”, capito?
Ho rimpianto lo "Stato di Furia".


Comunque, Taiga è esattamente l’opposto di Ryuji, carina e dolciotta nell’aspetto ma letale al punto da venir mostrata nella sigla di inizio con una katana che, come lo sguardo omicida di Ryuji, non servirà assolutamente a nulla se non a farci capire quanto sia pericolosa.
In realtà potremmo definirla semplicemente la Lolita tsunderina definitiva.

Taiga katana Toradora
Ha un'aura loli potentissima, le si intravede il profilo della patonza anche con una gonna alla marinaretta e tiene pure in mano una lunga mazza!!
Taiga (che significa Tigre, laddove Ryu di Ryuji significa Drago) compensa il pessimo carattere con la spocchia e l’essere zozza ai livelli di Rei Ayanami: è di famiglia molto ricca e si è da poco trasferita in un mega appartamento proprio accanto alla catapecchia fatiscente di Ryuji (ma pare non possa permettersi una donna delle pulizie visto che vive nella merda).
Caso vuole che sia la migliore amica di Minori, e sempre caso vuole che sia innamorata del migliore amico di Ryuji e presidente del consiglio studentesco, Yusaku Kitamura.
Da qui i due formano un’alleanza per nulla stronza e forzata per conquistare i rispettivi filarini del cuoricino.

Il rapporto tra i due, vedremo, comincia e termina come il più classico dei clichè stronzi degli anime scolastici giapponesi, ma dovrei trovarlo originale perché a questo giro al maschio piace fare le faccende domestiche (diciamo piuttosto che con la madre che si ritrova non è che potesse fare altrimenti ma la cosa non salta mai fuori, sembra solo un suo vezzo divertente e utile per il suo rapporto con Taiga): lei lo tratta con spocchia e sufficienza, facendo riferimento a lui più volte come al suo cane.

Toradora Taiga Ryuji kick calcio fight lotta

Toradora Taiga Ryuji kick calcio fight lotta
La gentilezza di Taiga verso i pikkoli ancioli pelosi...
Lui praticamente la adotta.
Le pulisce casa, spesso la invita a casa sua per godersi una cena in compagnia, e in generale sopporta ogni abuso senza un lamento, perché è il classico pirla indeciso delle school comedy giapponesi buono come il pane e la vede come una sorellina o una figlia (come insinuerà Ami in maniera abbastanza cringe, ma non sarà l'unico momento all'insegna del disagio in questo anime), bisognoso com’è di avere una famiglia.
In tutto questo io dovrei trovare adorabile che a un certo punto lei si riveli per la tsunderina sensibile che è, che mette i broncetti e mena non appena le cose non vanno come dice lei perché ha avuto una “vita difficile” e deve “cavarsela da sola”.
“Mi sono emancipata”, dirà pure a più riprese per dimostrare a noi e agli altri personaggi che al di là delle scenate da bimbaminkia in realtà è una persona matura, e in effetti più si avanza con la storia e più la senti questa vita difficile che deve affrontare.

Toradora Taiga casa apartment
 
Toradora Taiga casa apartment letto bed sleeping dorme
L'ignobile bugigattolo in cui vive la ragazza emancipata...
Toradora Taiga casa apartment cellulare cellphone padre dad
... coi soldi del Papi infame, alle cui chiamate non risponde perché ha un'integrità...
Toradora Minori lavoro working cameriera waitress ramen
… mentre ha accanto nel più totale disinteresse (perchè è tristanzuola solo lei) una ragazza che vive di club sportivi e 80 lavori part-time, ma anche questo sembra solo un simpatico vezzo da povery...
… e una donna che fa l’accompagnatrice per mantenere il figlio, che l’ha adottata come se fosse sua e da cui questa parassita mangia tutte le sere avendo anche la faccia di culo di dire che contribuisce alle spese per il cibo anche se sta sempre a chiedere carne (particolarmente costosa in Giappone).

Ma okaaay, girl, non hai bisogno del papà al punto da poterti permettere di rifilargli un calcione nei maroni né di studiare, sei grande e matura, una donna arrivata.

Comunque, visto che nemmeno chi ha creato questa cosa poteva sperare di far andare avanti la storia solo parlando di Ryuji e la ragazza emancipata, tra i due vengono a inserirsi non soltanto i due rispettivi filarini del cuore e drammi familiari che arrivano e spariscono senza nemmeno darti il tempo di assimilarli, come i pasticcini a casa di mia zia, ma anche Ami Kawashima, un’amica d’infanzia di Yusaku alta due metri e con due pere gigantesche che fa la modella e che si è temporaneamente trasferita nella loro scuola, la quale ben presto comincerà a provare inspiegabilmente qualcosa per Ryuji.
Sul serio, quasi non interagiscono e Ryuji (altrettanto inspiegabilmente) non se la caca, a che punto si può considerare una rivale lo sanno solo gli autori di questo anime/manga.
Ami, come possiamo vedere, è la figlia illegittima di Yukino Miyazaki di Karekano (per il carattere poco accomodante che nasconde dietro una maschera di gentilezza e perfezione, una maschera che come accadrà sempre con le sottotrame secondarie di questo anime cadrà ogni tanto a caso e ogni tanto no, a seconda di cosa necessiti la trama in quel momento) e Kaname Chidori di Full Metal Panic! per l’aspetto fisico.


Ma alla fine l’amore troverà la via e, sorpresa sorpresa, Ryuji e la ragazza emancipata scopriranno di amarsi perdutamente, scatenando un dramma da telenovela argentina come non se ne vedevano dai tempi del "probabilmente sono tuo fratello ma ti amo lo stesso" di Marmalade Boy.

*

IMPRESSIONI SPARSE

Se questo fosse stato un anime ironico come Excel Saga, Toradora sarebbe stato una genialata
Invece si prende così sul serio, caricandosi di talmente tanto drama che non sanno dove infilare tra una gag e l’altra, da sfociare nel CRINGE.
Toradora nasce quasi (e dico QUASI, attenzione) come un ribaltamento del cliché della commedia scolastica classica, con il protagonista che è “la ragazza” della coppia (sensibile, amante dell’ordine e della cucina), gli amici che in qualche modo non sono quello che sembrano, e la ragazza pericolosa, ma tempo 10 minuti e ci casca dentro con tutte le scarpe. Ryuji è il classico giovane giapponese sentimentalmente stupido pressato dalla figa nella totale e beata inconsapevolezza, Taiga lo stereotipo della lolita tsunderina che fa battere il cuoricino ai nerd: la donna-bambina barely legal che ti mena e mette il broncio ma arrossisce appena ti avvicini troppo, potenzialmente letale ma in fondo tanto sensibile e col passato tristanzuolo che aspetta solo di aprirsi all’amore e di guardarti dal basso verso l’alto con gli occhi lucidi e l’aria da porcona timida, mentre ti chiede se per via delle tue labbra screpolate un bacio “le farà male”.

... Ma seri?
Il livello di cringe supera i livelli di guardia nell’immancabile puntata natalizia, durante la quale a casa di una ragazzina che non sembra avere nemmeno 10 anni che vive da sola spunta dalla finestra 'sto gigantesco Pedobear che chiede di entrare, a cui lei risponde serafica “Sei babbo Natale?”
Ok che è chiaramente Ryuji travestito, ma…


... Ma seri 2?

Taiga è un dito nel culo
Personalmente maltollero a pelle lo stereotipo dell’ingrata col bel faccino.
Taiga è una bambolina e forse per questo la si perdona e la si trova simpatica in linea generale, e non voglio negare che al di là del fatto di essere una parassita coi soldi di un padre che (giustamente) disprezza, la vita non è stata carina e si capisca perché non riesca a fidarsi della gente, sia profondamente insicura e tenda a reagire con una fottuta rabbia da mettere sotto contratto, ma queste stronze che di fronte a un gesto disinteressato e gentile come un pranzo fatto in casa o un moto di sincera preoccupazione non sanno rispondere grazie mi hanno rotto. 
Non solo: Taiga è maleducata, violenta, lagnosa, viziata, egocentrica, arrogante e che venga immancabilmente scelta lei, che dà in continuazione a Ryuji del cane pretendendo totale obbedienza pena violenza fisica, a Ami della “chiwawa scema” (??? Ma se è alta il doppio di lei), e che non sa letteralmente interagire con qualcuno senza minacciarlo non appena qualcosa non va come vuole, quando a due passi c’è una persona forte, indipendente e folle come Minori è la classica stronzata da anime giapponese.
Ora, io ci ho provato a non farmi vincere dai pregiudizi a questo giro.
A capire il punto di vista di Taiga, il suo dolore, e sarebbe stato anche interessante. Peccato che tutte le parti che vogliono distanziarsi dalla trama romantica per far credere che Toradora non sia il classico prodotto per ragazzine amanti dell’amore e nerd amanti delle loli siano gestite in maniera sbrigativa, e restino sempre sullo sfondo di modo tale che manca una vera e propria empatia a riguardo dei genitori assenti, a riguardo della sua solitudine autoinflitta, del suo passato tristanzuolo che l’ha portata a soffrire di sindrome da abbandono. Ma anche fosse stato reso alla perfezione resta il problema che riscontro anche con personaggi come Piton di Harry Potter: il fatto di avere un passato lacrima strappastorie non giustifica a comportarsi da pezzo di merda con chi non c’entra niente e ti mostra gentilezza. Poi però mi si deve stringere il cuoricino perché prendi a calci un lampione gridando che a scuola a parte i tuoi amichetti nessuno ti capisce?
Ma mi pare anche il minimo visto come ti comporti, sei scema?


Se si fosse lasciata sullo sfondo la parte romantica concentrandosi solo su quella psicologica sarebbe venuto fuori qualcosa di molto fine, che avrei apprezzato molto di più di questa sequela di cringiate romance con la loli: Taiga ha un padre che non le fa mancare nulla dal punto di vista economico ma che pretende in cambio affetto e devozione alle sue condizioni. Chiama quando pare a lui, si ripresenta per ricucire un rapporto logoro affermando di essere cambiato (ma prima le toglie i soldi per costringerla a rispondere al telefono, cosa che dovrebbe far suonare un campanello d'allarme in qualsiasi persona intelligente, infatti Ryuji non ci arriva) per poi sparire di nuovo non appena la figlia ricomincia a provare un poco di fiducia nei suoi confronti.
Il tutto risolto nel giro di 3 episodi.
La madre invece è maniaca del controllo e preoccupata delle apparenze.
Dopo il divorzio ha una nuova vita, un nuovo compagno (di cui non sappiamo nulla) e aspetta un nuovo bambino (come sopra). Per Taiga non c’è spazio, ma la gente mormora, quindi bisogna che questa ragazza la smetta di fare i cavoli suoi in un appartamento lontano, torni a casa e segua un percorso stabilito per le ragazze di famiglia bene. Taiga dal canto suo odia i suoi genitori e vorrebbe emanciparsi, ma si guarda bene dal cercare un lavoro e rendersi davvero indipendente anche nel momento di maggior bisogno.
Giusto un po' in pasticceria, per diletto.

Ryuji apparentemente se la passa meglio, ma solo a una visione superficiale: non credo che un qualunque ragazzo di 16 anni (maschio o femmina che sia) diventi un maniaco dell’ordine e della cucina perché la sua vita va a gonfie vele e sua madre non gli fa mancare niente. Credo piuttosto che Ryuji abbia un disperato bisogno di ordine nella sua vita.
Da qui, la pessima idea di legarsi a qualcuno incasinato quanto lui.
La madre di Ryuji non gli fa mancare nulla dal punto di vista economico ed è chiaro che gli vuole bene, ma non è una madre: è infantile e irresponsabile, totalmente dipendente da suo figlio (arriva al punto da voler cenare insieme tutte le sere nonostante il suo lavoro), sul quale al tempo stesso desidera esercitare un controllo totale, al punto da non volere che si trovi un lavoro part time per concentrarsi solo sullo studio, andare all’università e avere la vita piena e felice che lei non ha avuto (a causa sua, è l’accusa che rimane in sospeso). Ma di nuovo, nulla di tutto questo viene analizzato: Ryuji alla fine si reca dai suoi nonni materni e nonostante siano passati 20 anni e la figlia affermi di averli pure rapinati quando, di fronte all’imposizione dell’aborto, preferisce fuggire di casa e crescere suo figlio, finisce tutto a tarallucci e vino, come se non fosse passato un giorno. Io boh…



Idem per i personaggi secondari: tutti indossano una maschera e hanno qualcosa da nascondere, si sentono soli o hanno dei momenti in cui semplicemente hanno bisogno di sfogarsi, o staccare la spina. Vediamo a più riprese Ami che si accuccia dietro ai distributori automatici di merendine, di cui è ghiotta (pur vivendo con la zia, segno che nemmeno a casa sue le cose siano così idilliache); Yusaku che viene picchiato dal padre per aver avuto una crisi (un pelo drammatica, ma diamogliela buona essendo un adolescente) nel momento in cui la ragazza che ama decide di lasciare il paese per inseguire il suo sogno, essersi tinto i capelli di biondo e aver deciso di lasciare la carica di presidente del corpo studentesco (cose che giustificano la violenza su un figlo, d’altronde se la protagonista vince l’amore a suon di schiaffi e calcioni…); e sarebbe stato interessante vedere cosa abbia significato davvero per Minori dare a Ryuji e Taiga il suo libretto di risparmio, i soldi che le servivano a realizzare il suo sogno dati al ragazzo a cui vuole bene, per permettere a lui e alla sua squinzia mignon di fuggire insieme.

Ma è molto più importante menarci la fava con “Ryuji sceglierà Taiga, Ami o Minori?”, chiaramente, e mostrarci ogni cosa dal punto di vista del personaggio più noioso, salvo poi glissare quando anche la sua storia personale si fa interessante.

Il doppiaggio ma soprattutto l’adattamento dei dialoghi, sono qualcosa di incredibilmente imbarazzante, visto che parliamo apparentemente di un’opera a cui Cannarsi non ha lavorato (poi non si può mai dire, quell’uomo è ovunque e questa fantomatica Lisbeth Damas non so chi sia). Pur avendo Dynit i diritti di Toradora, ed essendo generalmente Dynit abbastanza seria, pare che sia stata Rai4 di fatto ad occuparsi di adattare e doppiare i dialoghi di Toradora e il risultato è, di nuovo, incredibilmente cringe.
Tra adattamenti bestiali zeppi di cannarsate degne di Evangelion e alcuni doppiatori apparentemente pescati alla stazione centrale che recitano in maniera forzata con quel falsetto stronzo destinato ai programmi a target prescolare, fin dai primi secondi dell’anime i brividi cominciano a correre lungo la schiena:

“Esiste in questo mondo qualcosa che nessuno ha mai visto. Si tratta di qualcosa di gentile, ed estremamente dolce. Presumo che se fosse possibile vederlo, tutti finirebbero per desiderarlo. Ed è per TALE motivo che il mondo l’ha nascosto, per assicurarsi che non potesse essere ottenuto con facilità.
Ma prima o poi qualcuno lo troverà: l’unica persona destinata a ottenere quel qualcosa, l’otterrà SENZA MENO. E’ così che ha stabilito il destino.”

Al di là della supercazzola, tutti i 25 episodi di Toradora sono pieni di queste perle:

“PIUTTOSTO fatti gli affari tuoi.”
- “Devo RECARMI all’ufficio postale.”
  (Gergo tipico di una normale 16enne degli anni 2000 che manco brilla negli studi)
“Se Minori ti ha scaricato non è carino SGRAVARE la tensione su di me"
  (La tensione di scarica, non si sgrava. E in questo caso forse si parla più di frustrazioni che di tensioni)
"Devi scusarti PER BENE”
- “A continuare così non se ne viene fuori…”
  (E INFATTI dell'ordine invertito delle proposizioni nei prodotti giapponesi non ci si stufa mai...)

E potrei continuare ancora per molto, ma voglio giusto rendere l’idea di come si siano resi forzati, farraginosi e pure scorretti dialoghi di normalissimi sedicenni del nostro tempo, perché qualche stronzo ha detto che i giapponesi parlano così e gli altri gli vanno dietro.

Che problemi ha questo cazzo di uccello e perché nessuno gli spara mettendo fine alle sue sofferenze?


Parlando di scene cringe, impossibile non ricordare quella in cui questo coso (Inko-chan, da me ribattezzato Rinco-chan) ciuccia golosamente il dito a Yusaku con tanto di lingua in fuori.
Eeeeeeh, va bene.

*

In conclusione, Toradora è la solita cacca romantica ambientata nelle scuole giapponesi come ne esistono altre mille, che però vorrebbe darsi arie da prodotto profondo, visto che non ti puoi permettere troppa superficialità se dai vita a una Loli tsunderina così sfacciata.
Bisogna aspettare la fine della serie, 25 episodi che sembrano 250, perché qualcosa si smuova dalla melma torbida del romance adolescenziale trasgryno, ma ancora una volta pur essendoci del buon potenziale non si approfondisce nulla delle tematiche più interessanti che sedimentano sul fondo come il rapporto con i genitori o le ansie per il futuro che hanno questi ragazzi (anche il fatto che l'università non sembri essere l'opzione obbligata per tutti poteva essere molto interessante in una società ultracompetitiva come quella giapponese, ma figurarsi...).

Personalmente nonostante qualcosa nel background sia riuscito a tenermi sveglia, Toradora è talmente stupido, cringe e pieno di sottotesti sessuali come il pappagallo erotomane e il pedobear su cui Taiga si struscia a Natale che non so se il target volesse essere effettivamente rivolto ai ragazzini, ma data la trama per sé non mi sentirei di consigliarlo a qualcuno che abbia più di 15 anni.

Giudizio Finale:
C'è della trama in questo cringe...

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