Anno: 2020
Regia: Kenneth Branagh
Regia: Kenneth Branagh
Soggetto: Eoin Colfer
Sceneggiatura: Conor McPherson, Hamish McColl
Cast: Ferdia Shaw, Lara McDonnell, Josh Gad, Nonso Anozie, Colin Farrell, Judi Dench
Molto liberamente tratto dall'omonima saga per ragazzi di Eoin Colfer.
Un po’ di storia:
Artemis Fowl è un film dalla genesi sfortunata, forse per
problemi legati ai costi degli effetti speciali, forse dovuti ai rischi del trasporre una saga per ragazzi con un protagonista tutt'altro che positivo, o forse perché avendo Holly
molte più decadi sulle spalle di Artemis non avrebbero potuto farne un Dawson’s Creek con i maghetti modello film di Harry Potter.
Dal 2001, quando fu la
Miramax a saltar fuori come candidato papabile per una trasposizione
cinematografica e Lawrence Guterman alla regia, è rimasto in una sorta di limbo
di produzione fino al 2013, quando la Disney ha annunciato che si sarebbe presa
in carico il progetto insieme alla Weinstein Production, in una pellicola che
avrebbe coperto l’arco narrativo dei primi due libri e con Kenneth Branagh alla
regia.
Nel 2017 scoppia lo scandalo Weinstein e la Disney lo
silura a velocità mai sperimentate neanche da James Gunn. Cominciano a saltar fuori i primi nomi del cast e desta particolare scandalo tra i fan la scelta di Judi Dench nel ruolo del Comandante Root (Tubero), che nei romanzi è un uomo, e quel marcantonio d'ebano di Nonso Anozie nel ruolo della guardia del corpo tuttofare di Artemis Domovoi Butler (Leale), che nei romanzi è un armadio a due ante di etnia vagamente eurasiatica.
Io, indomita, mantengo la fiducia il Branagh.
Viene dal teatro Shakespeariano e la sua Cenerentola era carina.
Nel marzo 2018
cominciano le riprese del film, che avrebbe dovuto vedere la luce nelle sale prima il
9 agosto 2019, data poi posticipata al 29 maggio 2020: a quel punto persino io che fino ad ora ero stata piena di speranze (anche perché non sono mai stata una fanatica del "tutto deve essere identico al libro", ma perlomeno mantenerne lo spirito) comincio a sudare freddo, perché a differenza che da noi, in America il mese d'oro per il cinema è proprio agosto e le case di produzione mirano a portare nelle sale i loro lavori di punta e di sicuro successo proprio in quel mese. Già qui devono essersi accorti di avere tra le mani una merda, anche se continuano a puntare sulla devozione dei fan della saga letteraria, che alla vista del trailer fanno detonare il web.
Il lockdown dovuto al Covid allontana per sempre Artemis Fowl dalle sale: gli si preferisce il servizio di streaming a pagamento Disney+ il 12 giugno 2020.
Habemus pelliculam! |
TRAMA E CONSIDERAZIONI DI UNA FAN TRADITA
Siamo in Irlanda, terra delle fatine.
Con un espediente assolutamente non banale, stupido e stra-abusato entriamo in medias res con una pletora di giornalisti televisivi che ci racconta delle terribili gesta criminali di Artemis Fowl I (Colin Farrell):
"Si dice che nasconda reperti archeologici del valore di milioni di dollari"
"Questi musei sono stati ripetutamente derubati di tesori indicibili"
"Per alcuni la collezione conterrebbe le prove dell'esistenza di antichi mondi"
"Le autorità sono riuscite a risalire a un solo uomo: Artemis Fowl"
Quattro frasi di numero e già abbiam fatto il pieno di cazzate:
Nei libri infatti Artemis Fowl Senior è un vero criminale che riesce comunque a mantenere una sottilissima facciata di rispettabilità (anche grazie a qualche piccolo ingranaggio unto qui e lì per far chiudere un occhio a chi di dovere) mentre qui ruba reperti archeologici del valore di milioni di dollari che contengono le prove dell'esistenza di antichi mondi.
Quindi nel libro ruba comprensibilmente per far soldi e mantenere un certo stile di vita per sé e la sua famiglia (megavilla, guardie del corpo che li proteggono da generazioni, figlio in una scuola privata, una parte dei guadagni re-investiti nei supergadget che gli occorrono per portare avanti i suoi loschi affari, come vendere Coca Cola ai russi...), qui passa al massimo per un coglione complottaro che crede agli antichi mondi e fa tutta una fatica per rubare reperti archeologici (quasi invendibili se non ci si muove su certi mercati molto specifici), non sembra avere un lavoro serio a parte fare l'Indiana Jones dei bad boys e raccontare favole sulle fatine al figlio, tuttavia i soldi sembrano uscirgli da ogni orifizio.
Sarà anche questa opera di magia.
Ci spostiamo in una serie di silos in mezzo al mare che ci dicono essere il Forte degli interrogatori dell'MI6, dove un tal Mulch Diggums (Bombarda Sterro, interpretato da Josh Gad) fa da cornice-spiegone al film, commentando anche l'ovvio perché secondo Disney e Branagh chi guarda questo film deve essere stupido.
"Vogliamo sapere tutto dell'uomo per cui lavora..."
"L'uomo? Oh, no... Qui non si parla del padre, si parla del figlio... Attenti a non sottovalutare il ragazzo. Consentitemi di mostrarvi le infinite possibilità della magia. Lasciate che vi racconti la storia di Artemis Fowl..."
Bello il fare cospiratorio, bello il bianco e nero, bella quell'aria alla Hagrid che fa sempre fantasy, ma a fine visione col senno di poi viene da chiedersi solo perché bisognasse stare tanto attenti ad Artemis Fowl II (Ferdia Shaw), che da genio criminale al pari di suo padre è diventato il classico ragazzino trasgry delle storie per ragazzi: un po' arrogante ma dalle buone intenzioni con la mamma morta, il papà che ruba a fin di bene e gli racconta le favoline, che non ama molto la scuola e fa surf.
Perché, signori, Artemis Fowl II fa surf...
"... E vaffanculo." |
Ora, intendiamoci, io ribadisco che non è importante che un film sia al 100% identico al libro da cui è tratto, e non c'è niente di male in sé a rendere Artemis una persona un po' più attiva e immersa nella sua verde terra selvaggia (tutto il film in realtà sembra un po' uno spottone della Pro-loco della suddetta verde terra selvaggia e piena di magia), a patto che sia una scelta ponderata e non un modo di far vedere nei titoli di testa un bel mare limpido del nord Europa in cui passare le vacanze.
Perché oltre a non servire a niente in corso di film il fatto che Artemis sappia andare sul surf o sullo skateboard, suona contraddittorio che subito dopo questo slancio olimpionico Mulch ci parli fuori campo delle sue inarrivabili doti intellettuali (ma qualcuno spieghi a Branagh che non basta dirci quanto un personaggio sia intelligente, devi anche farcelo vedere in corso di film): “Ama la sua terra (??? perché fa surf?) ma non altrettanto la scuola, perché non ne
ha bisogno: a 7 anni ha battuto il campione europeo di scacchi in 5 mosse, a 9
ha vinto il concorso per la progettazione del teatro dell’opera di Dublino, a 10
ha clonato una capra e l’ha chiamata Bruce... Strana scelta, ma lui è fuori dal
comune. E quando sei fuori dal comune ti fai notare..."
Ti fai notare dallo psicologo della scuola, cioè... |
Questa è una scena che compare quasi identica nel libro: Artemis (anche se qui non viene spiegato ma noi lettori della saga lo sappiamo) viene invitato a seguire un ciclo di sedute presso lo psicologo della scuola a causa dei suoi problemi caratteriali: la sua incredibile intelligenza infatti lo porta a trattare con sufficienza e arroganza non solo i compagni di classe ma addirittura gli insegnanti.
"Bene, Artemis, c'è un problema"
"Il problema è che qualunque cosa mi chieda io posso risponderle da manuale."
"Il problema è che lei non stima nessuno tanto da trattarlo come suo pari."
"Non è vero. In realtà ci sono diverse persone che stimo."
"Ah sì? Chi per esempio?"
"Albert Einstein. Le sue teorie sono giuste in genere"
"Mi nomini qualcuno che conosce davvero."
"Visto che sa tutto di me, dottore, lo dica lei a me."
"Visto che sa tutto di me, dottore, lo dica lei a me."
Questo espediente, come nel libro, serve a introdurci nella situazione familiare di Artemis dal momento che il dottore prenderà il suo fascicolo e ci farà capire quanto questa non sia esattamente come tutte le altre: a questo punto Disney ci mette lo zampino e non potendo turbare i suoi giovani e sensibili spettatori paganti la madre, come accade nel film Netflix di Death Note a Light, non è più impazzita a causa della scomparsa del padre, ma è morta, mentre il padre viaggia spesso per "lavoro" lasciandolo solo in casa con una guardia del corpo tuttofare e sua sorella.
Persone che gli sono comunque asservite.
E a questo punto (7:00 dall'inizio del film) il mio allarme cazzata si è letteralmente fuso e più nulla mi aspetto da questa pellicola sul piano di rispetto per lo spettatore. Innanzitutto tutto questo discorso su Artemis viene contraddetto dal fatto che due secondi dopo vediamo fisicamente il padre fare una tappa a villa Fowl tra un viaggio e l'altro, e ha addirittura il tempo di raccontare delle favole al figlio (storie a cui lui non crede), quindi Artemis di fatto interagisce spesso con una persona che ama e rispetta, cosa che avrebbe potuto rispondere allo psicologo. In secondo luogo questa scena nel libro si inserisce all'interno di un preciso percorso di crescita di Artemis, che nell'epilogo parlerà nuovamente con lo psicologo elencandogli una serie di persone che conosce davvero e che ammira e rispetta, persone che comprendono tra gli altri Juliet, Butler e Holly, che ora riesce a considerare amici, alla pari.
Nel film non rivedremo mai più lo psicologo della scuola e la sua poltrona d'antiquariato falsa, rendendo la scena di fatto inutile e la crescita di Artemis sul fronte dei rapporti umani inesistente.
Addio psicologo dai baffi a ricciolo, insegna agli angeli a seguire il manuale... |
Dopo aver attraversato una foresta irlandese a bordo di uno Skateboard monoruota a motore (... vabbè, io ci rinuncio), Artemis arriva a casa, dove lo aspetta suo padre.
Tra i due non si avverte nulla di strano o diverso rispetto a un normale rapporto tra un padre amorevole ma troppo impegnato e un figlio che è contento di vederlo ma al tempo stesso sbuffa come un normalissimo adolescente quando alla veneranda età di 12 anni deve ancora sentir parlare di goblin, fatine e gnometti come se fossero cose vere.
"Io voglio soltanto credere in te...", replica Artemis amareggiato, come se la cosa dovesse acquisire un senso solo perché fa la faccia triste. In effetti Farrell si turba abbastanza, quindi almeno nella sua testa la cosa ha senso. Viene da pensare, è l'unica spiegazione logica se non vogliamo pensare ad Artemis come una piagnina a cui manca papà, che al protagonista non piaccia avere per padre un presunto criminale (anche se due scene dopo si mostra convinto della sua innocenza), ma da dove salti fuori questa morale non ci è dato modo di sapere...
Tra i due non si avverte nulla di strano o diverso rispetto a un normale rapporto tra un padre amorevole ma troppo impegnato e un figlio che è contento di vederlo ma al tempo stesso sbuffa come un normalissimo adolescente quando alla veneranda età di 12 anni deve ancora sentir parlare di goblin, fatine e gnometti come se fossero cose vere.
"Io voglio soltanto credere in te...", replica Artemis amareggiato, come se la cosa dovesse acquisire un senso solo perché fa la faccia triste. In effetti Farrell si turba abbastanza, quindi almeno nella sua testa la cosa ha senso. Viene da pensare, è l'unica spiegazione logica se non vogliamo pensare ad Artemis come una piagnina a cui manca papà, che al protagonista non piaccia avere per padre un presunto criminale (anche se due scene dopo si mostra convinto della sua innocenza), ma da dove salti fuori questa morale non ci è dato modo di sapere...
Ma noi siamo irlandesi, figlio, praticamente campiamo di questo! Abbi fede negli gnometti! |
Ma ben altre missioni lo attendono, in faccende più importanti si affaccenda Artemis Senior, ed eccolo partire nuovamente con lo sguardo triste e per non ben precisate ragioni lasciando il figlio tristanzuolo quanto lui nelle sapienti mani di Butler (Leale), che nei libri sarebbe una persona che pur avendo il physique du rôle di un armadio Platsa dell'Ikea dovrebbe avere tratti somatici talmente indefiniti da poter passare tranquillamente per un asiatico, un russo o un europeo alla bisogna.
E la bisogna di agire nell'ombra c'è, facendo da guardia del corpo ai Fowl.
Al di là del cambio di etnia, che è davvero l'ultimo dei problemi (anche se fa sempre ridere quando alla Disney ficcano a caso gente di colore per passare da moderni e inclusivi e casualmente rendono nero il personaggio che ha servito una famiglia bianca irlandese per secoli), come cazzo faccia a passare inosservato in qualsiasi parte del globo terracqueo sto tizio che pare il Gongoro di Carl Barks lo sa dio.
D'improvviso, un colpone di scena: il padre di Artemis è scomparso mentre si trovava nella zona del Mar cinese meridionale, e i servizi segreti sono sul piede di guerra, convinti che si tratti di un modo per far perdere le sue tracce. In tutto questo non un membro dell'MI6 che interroghi il figlio o tenga sotto controllo la villa, ovviamente.
Nemmeno ci fanno intendere che Artemis Jr. o il fido Butler tengano sotto controllo la situa eliminanto cimici e gestendo eventuali interrogatori da parte dell'MI6.
Artemis figlio, il genio, freddo come il ghiaccio, che a 10 anni clona la capra Bruce, mostra tutta la sua superiorità rispetto a noi stolta marmaglia spaccando una bottiglia di latte per lo shock e gridando verso il televisore l'innocenza di suo padre come una nonnina che guarda Beautiful mentre Butler lo trascina a fatica fuori dalla cucina.
Nel libro non viene soltanto detto che Artemis Fowl è intelligente e freddo come il ghiaccio, ma ci viene mostrato: nel prologo in Cina (che compariva nel trailer ma nel film mi è sfuggito o l'han tagliato) è lui a gestire le trattative con la fatina alcolizzata per entrare in possesso del Libro appartenente al Piccolo Popolo, e lo fa con la freddezza di un adulto; la scena dello psicologo inserita in questo contesto ci fa capire quanto sia isolato e poco empatico verso il prossimo; a casa il padre è scomparso da anni ed è lui a gestire gli "affari di famiglia" per non finire tutti con il culo per terra in attesa del suo ritorno ma soprattutto a prendersi cura della madre, impazzita dopo la scomparsa del padre. Nel frattempo trova nell'oro delle fate (ed è lui a scoprire che non si tratta solo di leggende folkloristiche, non gli martella i coglioni per una vita il padre) una soluzione per arricchirsi tanto da poter cercare suo padre (che pensa sia ancora vivo) senza intoppi.
Ma dimentichiamoci l'oro delle fate.
A questo giro lo scopo di Artemis è recuperare l'ACULOS.
Ce lo ha introdotto Mulch nel prologo mentre raccontava a un membro dell'MI6 delle fate, di Artemis Fowl e di un antico manufatto magico che sarebbe completamente inutile in mani umane (se non forse come giochino per adulti, essendo nel pratico un grosso dildo anale che brilla), lo nomina di nuovo una misteriosa figura che contatta telefonicamente Artemis, come riscatto in cambio della restituzione di suo padre.
Ed è subito Criminal Minds con le fatine.
Questo cattivo stereotipato con la voce artefatta e vestito da membro dell'Organizzazione XIII di Kingdom Hearts altri non è che la perfida Opal Koboi, personaggio che noi fan della saga letteraria conosciamo bene: erede dell'impero tecnologico Koboi, genio dell'ingegneria nonostante il padre desiderasse per lei un destino da fatina perbene (matrimonio, figli e puttanate varie...), fin troppo consapevole del proprio genio al punto da odiare il centauro Foal (Polledro) per averla battuta a un concorso scientifico (arriverà ad accusarlo di aver vinto solo in quanto uomo), assetata di rivalsa, denaro e potere, nel corso dei romanzi Opal arriverà ad allearsi persino con i fangosi (gli umani) pur di ottenere vendetta contro il Piccolo Popolo che l'ha umiliata e ha tenuto a freno il suo genio. La degna nemesi di Artemis Fowl, insomma, come sarebbe potuto diventare lui se non avesse cominciato ad aprirsi al mondo e a vedere negli altri degli amici e dei validi alleati.
Ecco, dimentichiamocela che facciamo prima.
Qui è incazzata perché umani e fatine non possono essere amichetti, perché abbiamo scacciato il Piccolo Popolo dal mondo di superficie e li abbiamo relegati a favolette per bambini mentre distruggiamo il pianeta col nostro egoismo, inserire cliché del cattivo impegnato nel sociale. Però ce l'ha anche con le fatine che sono cattive perché vogliono nascondersi invece di far detonare il mondo. Allora vuole prendere l'Aculos, che sa essere nelle mani di Artemis Fowl senior, per usare il suo straordinario potere per avere la sua vendetta.
Artemis viene a scoprire a questo punto da Butler che questo Aculos non è lo scherzo telefonico di un buontempone ma un vero artefatto magico, e che il padre non è un semplice antiquario ma neppure un ladro: come tutti i Fowl da generazioni è un custode del mondo magico, che preleva e nasconde antichi artefatti (non solo agli uomini ma allo stesso popolo magico) che nelle mani sbagliate potrebbero essere pericolosi.
L'Aculos deve quindi essere da qualche parte, ma dove?
Ci sarà qualche indizio nel suo diario segreto, e dov'è il diario di papi?
Ah, boh. Essendo un libro che contiene gli studi di una vita e indizi sul luogo in cui è racchiuso un oggetto di una potenza straordinaria sarà di sicuro nascosto in un luogo sicuro, e ritrovarlo prevederà astuzia, forza e un discreto lavorio neurale da parte del nostro geniale Artemis... Invece no, era nello studiolo segreto, dentro a un libro. Tempo di indagine: 30 secondi. A questo punto capisci che neanche in Inghilterra ci si salva dagli sceneggiatori cani.
Sherlock non vi ha insegnato un cazzo.
Siamo al minuto 19:00 e se dio vuole Branagh si ricorda che questo è un film tratto da una saga con le fate e ci mostra la città di Haven City (Cantuccio) insieme a qualche elemento magico, bontà loro.
Come ci dice il solito spiegone vivente Mulch: "Come Artemis era in procinto di scoprire le creature fatate esistono. Vivono proprio sotto di voi da migliaia di anni. E le loro città al centro della terra non hanno niente a che vedere coi libri di favole..."
E qui, onore al merito, la resa non è male.
Anche se spacciano Haven City come la "patria del popolo fatato", come se oltre a questa non ci fosse più niente, mentre è solo la città più grande e cosmopolita del sottosuolo.
Qui, in una maniera per nulla stereotipata e stra-abusata anche in casa Disney-Pixar (si veda l'arrivo della futura poliziotta Judy a Zootropolis), facciamo la conoscenza con una giovane ed entusiasta agente della LEPRecon, la polizia fatata, mentre scende da un treno in arrivo a Cantuccio centrale, diretta con tutta calma a un briefing di lavoro.
Meet Holly Short, in Italia Spinella Tappo.
La scena serve a farci vedere un po' di creature magiche e a metterci al corrente di qualche informazione aggiuntiva: anche il Popolo fatato sta cercando l'Aculos, scomparso da due settimane.
Si sospetta del furto il defunto Belfaggio Tappo, padre di Holly.
Proprio come Artemis, anche Holly dovrà ripulire il buon nome del padre in qualche modo, cosa che li legherà come il fatto di avere entrambi la madre che si chiama Martha ha risolto la situa in quell'altro capolavoro del fantastico che è Batman v. Superman.
Vediamo anche apparire il nostro Mulch Diggum, a cui qui hanno dato una profondità tutta nuova rispetto al ladro infame, egoista e fetente del libro. E' un ladro infame, egoista e fetente che bada solo al proprio tornaconto, ma visto che in questo film nessuno è mai veramente cattivo perché sì a parte Opal, è anche un nano alto. Non essendo questa la trilogia de Lo Hobbit dove l'essere nani alti ti permette al più di trombarti elfe di rosso pelo, Mulch vive questa condizione con disagio e imbarazzo, anche perché viene a più riprese bullizzato per la sua diversità, specie dai Goblin.
Pikkolo Grosso anciolo...
Holly si reca al suddetto briefing dove il comandante Root, a questo giro una Judy Dench imbolsita, con la parrucca da cosplayer, le orecchie flosce e la raucedine (cosa che nel libro era giustificata dal fatto che il personaggio urlasse spesso in preda alla collera e fumasse sigari come un dannato ma qui non si sa da cosa visto che da mamma Disney il tabacco è vietato e i buoni a quanto pare non si arrabbiano) fa il punto della situazione.
Si dovranno fare doppi, tripli, quadrupli turni fino al ritrovamento dell'Aculus, da cui dipende la stessa sopravvivenza del Piccolo popolo.
Nel mentre che la Dench arringa le folle non posso fare a meno di notare un discreto numero di seni e bei visini tra le file degli agenti LEPRecon, quindi il ragionamento a cui sono arrivati la Disney, Branagh o chi per loro è stato: mettiamo una donna a capo della polizia per far vedere quanto siamo moderni e femministi ma diamo un bacio d'addio a tutta la tematica veramente femminista che ruotava attorno al fatto che Holly Short fosse la prima agente donna di Cantuccio.
Addio al fatto che Root fosse particolarmente duro con lei perché ne riconosceva il potenziale e voleva che fosse il miglior agente LEPRecon in circolazione, anche per fare da apripista ad altre donne come lei.
Addio al parallelismo tra Holly e Opal nel combattere un sistema oppressivo e patriarcale superando certi pregiudizi e votandosi a carriere "maschili".
Intendiamoci, se tutta la tematica è andata a peripatetiche non è certo colpa del fatto che Root a questo giro sia una donna (cosa che io avevo accolto con entusiasmo, anche perché la Dench aveva interpretato M nei nuovi film di James Bond e mi aspettavo degli intelligenti parallelismi, speranze anche qui disattese in toto): mi rifiuto di abbassarmi al livello degli incel del web e dare la colpa alle nazifemministe che cambiano sesso ai nostri personaggi preferiti. Preferisco prendermela con i veri colpevoli, vale a dire una produzione molto bianca, molto maschia e molto etero che continua a voler dare contentini superficiali facendo dei disastri.
Perché un Root donna non avrebbe rovinato nulla all'interno di una buona storia, semmai avrebbe arricchito il rapporto tra Root e Holly (e altre eventuali agenti operative): se fosse stata Root la prima donna a indossare la divisa dei LEPRecon, se avesse passato la vita a scalare la vetta combattendo pregiudizi fino a incattivirsi col mondo sarebbe stato logico vederla comportarsi in modo più duro con le giovani agenti, perché mantenessero alte le aspettative, perché come lei mostrassero che le agenti donne non avessero nulla di meno rispetto ai colleghi uomini ma anzi fossero migliori.
Avrebbe potuto anche avere un arco di redenzione.
Uno in cui Holly le mostra che non è necessario lottare il doppio per essere considerate la metà, basta fare del proprio meglio con impegno, e sarebbe stato un insegnamento bellissimo contro tutto questo spottone della donna che deve essere la più brava, saper fare mille cose e riuscire anche ad essere bellissima.
Ma cosa pretendo a fare roba femminista da quei mentecatti della Disney...
Segue un altro siparietto inutile dal punto di vista della trama ma che a livello di minutaggio serve sempre in cui si fanno vedere le capacità in azione dell'agente Short mentre difende gli invitati di un matrimonio stereotipato in zona Napule (sarebbero più o meno in Umbria da quanto si legge sulla mappa che vediamo a Cantuccio ma la tarantella e gli UE UE UE pazzerelli sono praticamente inequivocabili, ma tanto per gli inglesi tutti noi mangiapizza siamo uguali e fermi in una stasi temporale risalente agli anni '40) dall'attacco di un Troll, durante il quale vediamo che questo grande agente della LEPRecon per star dietro a difendere una bambina pucciosa e carezzarle il paffuto visino restituendole il gelato caduto in terra fa menomare almeno 8 poveri cristi che vengono sparati ovunque dal suddetto mostro.
Holly approfitterà del fatto di essere stata sparata in superficie su un suppostone alimentato a magma (e dopo aver visto fucili laser e congegni fermatempo fa un po' specie) per recarsi alla Collina di Tara e cercare indizi sulla morte del padre contravvenendo agli ordini diretti del comandante Root e rischiando la restituzione di pistola e distintivo: qui la aspetta Butler armato di dardi soporiferi per conto di Artemis.
Holly viene catturata, rinchiusa in una gabbia, e l'intera LEPRecon si presenta alla Fowl Manor tempo due minuti per liberarla. Le cose sembrano farsi marroni e puzzolenti per i nostri amici, ma in realtà da questo punto in poi del film qualsiasi cosa accada fa parte di un piano astuto e per nulla stronzo e inutilmente complicato ideato dal nostro geniale protagonista.
Artemis infatti non solo sa che questi settordici agenti addestrati nulla potranno contro un dodicenne che fa surf nel tempo libero e un armadio Ikea (con tutta questa puzza di femministo e girl power Juliet non pervenuta, nonostante anche nel film te la spaccino come una degna sostituta del fratello esperta di arti marziali e tecniche di autodifesa), ma che per liberare Holly faranno ricorso all'aiuto di un nano ladro.
Sa anche che i nani non sanno resistere ai tesori e sono abili scassinatori.
Quindi entrerà in casa sua, troverà la cassaforte nascosta che contiene l'Aculus, la scassinerà permettendo di recuperare il prezioso artefatto a lui e a Holly, che a quel punto saranno diventati amichetti del cuore perché i loro padri si sono incontrati due settimane prima per mettere al sicuro l'Aculus, insieme.
"Quell'elfo si chiamava Belfaggio.", dirà Artemis.
"Belfaggio Tappo. Era mio padre."
*Lacrimoni e sipario*
Il bene trionfa.
Opal sconfitta, pace nel regno tra Fangosi e Fatati, Branagh conta i soldi grazie ai quali ha dato golosamente il culo alla Disney per distruggere una saga amatissima e la sua mega villa con piscina a getti d'acqua massaggianti avrà il mutuo pagato per un altro paio di anni.
IMPRESSIONI SPARSE
► Penso che a livello di bruttezza questo povero Artemis Fowl in cui riponevo tante speranze e che ho cercato di guardare piena di buoni propositi riesca a superare perle del calibro del live action di Avatar - The last Airbender (dove i dominatori della terra spostavano a dir bene in giro del ghiaino) e Percy Jackson (dove non distinguevi Annabeth da Clarisse e Persefone rimaneva molto poco mitologicamente nell'Ade in estate solo per farle interpretare una scena da porcona con Grover).
E che il responsabile di questo schifo sia Branagh (di cui ho adorato anche lavori come Assassinio sull'Orient Express, Cenerentola e Thor, che non hanno incontrato un gran favore da parte del pubblico) mi addolora.
Ci voleva del talento a trasformare un protagonista deliziosamente atipico e moralmente deplorevole (che nel primo libro è addirittura il villain della situa) nel solito protagonista di saga per ragazzi dal passato tristanzuolo e madre morta, amico della sua terra e delle fatine, che è intelligente ma spara anche come un cecchino (ribadisco che se Artemis Fowl ha bisogno della presenza costante di Butler c'è un motivo e renderlo un Deadshot col cervello di Reed Richards non lo rende più fico, solo un Gary Stu), e Branagh nonostante la sua lunga esperienza di talentuoso regista shakespeariano ce l'ha fatta, dandoci anche una motivazione dietro a questa scelta scellerata che nella sua testa, ne sono convinta, deve risultare sensata.
Traduco dall'inglese:
"E' stata una decisione basata su una sorta di capovolgimento rispetto a quanto accade nei libri, nei quali Eoin faceva acquisire ad Artemis un senso di moralità nel corso della storia. [L'autore] ha detto di averlo immaginato inizialmente come un villain bondiano di 11 anni: ho pensato che per il pubblico che non avesse familiarità con i libri questo sarebbe sembrata una cosa davvero difficile da accettare."
Già, nessuno pensa mai ai bambini che si traumatizzano per cose perverse come un ragazzino egoista e avido che comincia un percorso di redenzione, si apre all'amicizia e usa i suoi talenti criminali a fini benefici... Per non parlare di quanto i bambini aborriscano le storie un po' cruente con protagonisti un po' antipatici e ambigui.
Grazie per averli salvati da un incubo, Kenneth.
In aggiunta a questa supercazzola di rara maestia (perchè dire "Disney pensa che il suo pubblico sia stupido e non vuole che le mammine pancine rompano i maroni sul web, in più io devo pagarmi il mutuo della villa" pareva brutto), quando gli è stato chiesto se questo repentino cambio di rotta avrebbe potuto scontentare i fan della saga la replica è stata la seguente, e io ho volato:
"E' sbagliato credere di poter entrare nella testa di ogni singolo amante dei romanzi e dargli esattamente quello che ha immaginato: una "versione definitiva" del libro, è follia pura. Perché ognuno vedrà le cose in modo diverso, anche se stanno leggendo la stessa identica frase sullo stesso identico personaggio"
A questo punto abbiamo capito solo che il pusher di Opal è il regista, visto che devastare completamente trama e caratterizzazione dei personaggi lasciando giusto un paio di nomi qui e lì tanto per non destabilizzare troppo quei poveri ardimentosi arrivati a fine film non significa portare avanti una visione personale che necessariamente non può collimare al 100% con quella di ogni singolo fan della saga cartacea, vuol dire pulirsi il culo col materiale originale.
E visto che Branagh non è stupido né incapace, penso che la sua sia la semplice malafede di un venduto.
► Verrebbe da pensare che se una grossa multinazionale leader nel settore di intrattenimento per giovani impiega tempo, denaro e mezzi per acquisire i diritti di un'opera e trasporla su schermo un pochino alla suddetta opera ci tenga. Invece sembra che abbia avuto solo 125 milioni di dollari da gettare nel cesso visto che al di là della trama e della caratterizzazione dei personaggi anche gli effetti speciali sembrano fatti in larga parte dal cugino speciale del produttore che sa usare GIMP.
Ogni porta elettronica, veicolo volante o fascio di energia sembra tirato fuori da un episodio dei Power Ranger.
Persino il curatissimo Troll grida greenscreen lontano un chilometro.
► Dal punto di vista del cast, paradossalmente, non è che ci siano grosse bestialità nonostante gli alti lai prodotti dai fan dei romanzi ai tempi del casting di female!Root e black!Butler... Josh Gad risulta anzi un Mulch piuttosto divertente e non sopra le righe come mero sollievo comico (grazie al cielo), anche se la battuta di David Bovie o la storia del nano alto sono un po' cringe, ma non è colpa sua.
Avrebbero potuto dare un senso al personaggio interpretato da Judi Dench (magari con qualche bel riferimento bondiano) visto che si sono dati tanta pena di cambiare sesso al comandante Root, e avrebbero potuto togliere le lenti a contatto da Villaggio dei dannati a Butler rendendolo semplicemente un nero molto massiccio, così come avrebbero potuto scegliere un attore un po' meno rigido e cane per interpretare il protagonista (e anche il doppiaggio nostrano a questo giro non aiuta), ma di fatto poco o nulla sarebbe cambiato se ci fosse stata una buona storia alle spalle.
Anzi.
Il grosso problema di fondo, specie da parte di una casa di produzione che si spaccia come molto attenta alle tematiche femminili (pfff, please...), è stato far diventare Artemis protagonista positivo da villain che era, relegando Holly al ruolo di aiutante.
Il bello dei primi capitoli della saga di Artemis Fowl era che nonostante la trama si incentrasse attorno a questo giovane e geniale maestro del crimine di fatto lui fosse il cattivo: è un ragazzetto arrogante che ha mentito, ricattato, rubato, sequestrato gente innocente (che all'inizio lui considera al pari di bestioline sacrificabili) per il proprio tornaconto. Il protagonista positivo, l'eroe, risulta a conti fatti proprio Holly.
In modo astuto e sottile Colfer è riuscito a dar vita a una storia d'azione, una saga per tutti e non "da femmine", nascondendo in bella mostra il fatto che la protagonista (poi coprotagonista negli episodi successivi) fosse una ragazza, una ragazza che si batteva per essere considerata in un mondo maschilista come quello dei LEPRecog.
Disney non ha colto la sottigliezza.
O forse l'ha colpa e se n'è sbattuta le balle come sempre, perché il punto è proprio quello: una ragazza che inventa lavatrici o vuole fare la sultana anche se continua a non sapere che al mercato la roba si paga va bene ma solo se se ne sta al suo posto, nelle retrovie, mentre l'eroe vive e combatte per lei. L'azione, l'avventura, l'intrigo, il fantastico è meglio lasciarli ai maschi.
IN CONCLUSIONE...
E la bisogna di agire nell'ombra c'è, facendo da guardia del corpo ai Fowl.
Al di là del cambio di etnia, che è davvero l'ultimo dei problemi (anche se fa sempre ridere quando alla Disney ficcano a caso gente di colore per passare da moderni e inclusivi e casualmente rendono nero il personaggio che ha servito una famiglia bianca irlandese per secoli), come cazzo faccia a passare inosservato in qualsiasi parte del globo terracqueo sto tizio che pare il Gongoro di Carl Barks lo sa dio.
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Se I crimini di Grindenwald ha insegnato qualcosa al cinema fantastico è che le lenti a contatto azzurre fanno cacare. |
Nemmeno ci fanno intendere che Artemis Jr. o il fido Butler tengano sotto controllo la situa eliminanto cimici e gestendo eventuali interrogatori da parte dell'MI6.
Artemis figlio, il genio, freddo come il ghiaccio, che a 10 anni clona la capra Bruce, mostra tutta la sua superiorità rispetto a noi stolta marmaglia spaccando una bottiglia di latte per lo shock e gridando verso il televisore l'innocenza di suo padre come una nonnina che guarda Beautiful mentre Butler lo trascina a fatica fuori dalla cucina.
Nel libro non viene soltanto detto che Artemis Fowl è intelligente e freddo come il ghiaccio, ma ci viene mostrato: nel prologo in Cina (che compariva nel trailer ma nel film mi è sfuggito o l'han tagliato) è lui a gestire le trattative con la fatina alcolizzata per entrare in possesso del Libro appartenente al Piccolo Popolo, e lo fa con la freddezza di un adulto; la scena dello psicologo inserita in questo contesto ci fa capire quanto sia isolato e poco empatico verso il prossimo; a casa il padre è scomparso da anni ed è lui a gestire gli "affari di famiglia" per non finire tutti con il culo per terra in attesa del suo ritorno ma soprattutto a prendersi cura della madre, impazzita dopo la scomparsa del padre. Nel frattempo trova nell'oro delle fate (ed è lui a scoprire che non si tratta solo di leggende folkloristiche, non gli martella i coglioni per una vita il padre) una soluzione per arricchirsi tanto da poter cercare suo padre (che pensa sia ancora vivo) senza intoppi.
Ma dimentichiamoci l'oro delle fate.
A questo giro lo scopo di Artemis è recuperare l'ACULOS.
Ce lo ha introdotto Mulch nel prologo mentre raccontava a un membro dell'MI6 delle fate, di Artemis Fowl e di un antico manufatto magico che sarebbe completamente inutile in mani umane (se non forse come giochino per adulti, essendo nel pratico un grosso dildo anale che brilla), lo nomina di nuovo una misteriosa figura che contatta telefonicamente Artemis, come riscatto in cambio della restituzione di suo padre.
Ed è subito Criminal Minds con le fatine.
Questo cattivo stereotipato con la voce artefatta e vestito da membro dell'Organizzazione XIII di Kingdom Hearts altri non è che la perfida Opal Koboi, personaggio che noi fan della saga letteraria conosciamo bene: erede dell'impero tecnologico Koboi, genio dell'ingegneria nonostante il padre desiderasse per lei un destino da fatina perbene (matrimonio, figli e puttanate varie...), fin troppo consapevole del proprio genio al punto da odiare il centauro Foal (Polledro) per averla battuta a un concorso scientifico (arriverà ad accusarlo di aver vinto solo in quanto uomo), assetata di rivalsa, denaro e potere, nel corso dei romanzi Opal arriverà ad allearsi persino con i fangosi (gli umani) pur di ottenere vendetta contro il Piccolo Popolo che l'ha umiliata e ha tenuto a freno il suo genio. La degna nemesi di Artemis Fowl, insomma, come sarebbe potuto diventare lui se non avesse cominciato ad aprirsi al mondo e a vedere negli altri degli amici e dei validi alleati.
Ecco, dimentichiamocela che facciamo prima.
Qui è incazzata perché umani e fatine non possono essere amichetti, perché abbiamo scacciato il Piccolo Popolo dal mondo di superficie e li abbiamo relegati a favolette per bambini mentre distruggiamo il pianeta col nostro egoismo, inserire cliché del cattivo impegnato nel sociale. Però ce l'ha anche con le fatine che sono cattive perché vogliono nascondersi invece di far detonare il mondo. Allora vuole prendere l'Aculos, che sa essere nelle mani di Artemis Fowl senior, per usare il suo straordinario potere per avere la sua vendetta.
Scusi signorina, non per essere scortese, ma potrebbe dirmi di che droghe fa uso? Sembrano buone. |
L'Aculos deve quindi essere da qualche parte, ma dove?
Ci sarà qualche indizio nel suo diario segreto, e dov'è il diario di papi?
Ah, boh. Essendo un libro che contiene gli studi di una vita e indizi sul luogo in cui è racchiuso un oggetto di una potenza straordinaria sarà di sicuro nascosto in un luogo sicuro, e ritrovarlo prevederà astuzia, forza e un discreto lavorio neurale da parte del nostro geniale Artemis... Invece no, era nello studiolo segreto, dentro a un libro. Tempo di indagine: 30 secondi. A questo punto capisci che neanche in Inghilterra ci si salva dagli sceneggiatori cani.
Sherlock non vi ha insegnato un cazzo.
Siamo al minuto 19:00 e se dio vuole Branagh si ricorda che questo è un film tratto da una saga con le fate e ci mostra la città di Haven City (Cantuccio) insieme a qualche elemento magico, bontà loro.
Come ci dice il solito spiegone vivente Mulch: "Come Artemis era in procinto di scoprire le creature fatate esistono. Vivono proprio sotto di voi da migliaia di anni. E le loro città al centro della terra non hanno niente a che vedere coi libri di favole..."
E qui, onore al merito, la resa non è male.
Anche se spacciano Haven City come la "patria del popolo fatato", come se oltre a questa non ci fosse più niente, mentre è solo la città più grande e cosmopolita del sottosuolo.
Qui, in una maniera per nulla stereotipata e stra-abusata anche in casa Disney-Pixar (si veda l'arrivo della futura poliziotta Judy a Zootropolis), facciamo la conoscenza con una giovane ed entusiasta agente della LEPRecon, la polizia fatata, mentre scende da un treno in arrivo a Cantuccio centrale, diretta con tutta calma a un briefing di lavoro.
Meet Holly Short, in Italia Spinella Tappo.
Scoglionata come un pendolare del regionale per Bologna il lunedì mattina. Holly una di noi! |
Si sospetta del furto il defunto Belfaggio Tappo, padre di Holly.
Proprio come Artemis, anche Holly dovrà ripulire il buon nome del padre in qualche modo, cosa che li legherà come il fatto di avere entrambi la madre che si chiama Martha ha risolto la situa in quell'altro capolavoro del fantastico che è Batman v. Superman.
Vediamo anche apparire il nostro Mulch Diggum, a cui qui hanno dato una profondità tutta nuova rispetto al ladro infame, egoista e fetente del libro. E' un ladro infame, egoista e fetente che bada solo al proprio tornaconto, ma visto che in questo film nessuno è mai veramente cattivo perché sì a parte Opal, è anche un nano alto. Non essendo questa la trilogia de Lo Hobbit dove l'essere nani alti ti permette al più di trombarti elfe di rosso pelo, Mulch vive questa condizione con disagio e imbarazzo, anche perché viene a più riprese bullizzato per la sua diversità, specie dai Goblin.
Anche se la nana con la faccia disgustata dietro Mulch pare intrigata se non altro per questioni di proporzioni, potrebbe esserci un po' d'amore nell'aria in un eventuale fuori onda. |
Si dovranno fare doppi, tripli, quadrupli turni fino al ritrovamento dell'Aculus, da cui dipende la stessa sopravvivenza del Piccolo popolo.
“Chi parla male di me alle mie spalle viene contemplato dal mio culo.” (W. Churchill) |
Nel mentre che la Dench arringa le folle non posso fare a meno di notare un discreto numero di seni e bei visini tra le file degli agenti LEPRecon, quindi il ragionamento a cui sono arrivati la Disney, Branagh o chi per loro è stato: mettiamo una donna a capo della polizia per far vedere quanto siamo moderni e femministi ma diamo un bacio d'addio a tutta la tematica veramente femminista che ruotava attorno al fatto che Holly Short fosse la prima agente donna di Cantuccio.
Addio al fatto che Root fosse particolarmente duro con lei perché ne riconosceva il potenziale e voleva che fosse il miglior agente LEPRecon in circolazione, anche per fare da apripista ad altre donne come lei.
Addio al parallelismo tra Holly e Opal nel combattere un sistema oppressivo e patriarcale superando certi pregiudizi e votandosi a carriere "maschili".
Intendiamoci, se tutta la tematica è andata a peripatetiche non è certo colpa del fatto che Root a questo giro sia una donna (cosa che io avevo accolto con entusiasmo, anche perché la Dench aveva interpretato M nei nuovi film di James Bond e mi aspettavo degli intelligenti parallelismi, speranze anche qui disattese in toto): mi rifiuto di abbassarmi al livello degli incel del web e dare la colpa alle nazifemministe che cambiano sesso ai nostri personaggi preferiti. Preferisco prendermela con i veri colpevoli, vale a dire una produzione molto bianca, molto maschia e molto etero che continua a voler dare contentini superficiali facendo dei disastri.
Perché un Root donna non avrebbe rovinato nulla all'interno di una buona storia, semmai avrebbe arricchito il rapporto tra Root e Holly (e altre eventuali agenti operative): se fosse stata Root la prima donna a indossare la divisa dei LEPRecon, se avesse passato la vita a scalare la vetta combattendo pregiudizi fino a incattivirsi col mondo sarebbe stato logico vederla comportarsi in modo più duro con le giovani agenti, perché mantenessero alte le aspettative, perché come lei mostrassero che le agenti donne non avessero nulla di meno rispetto ai colleghi uomini ma anzi fossero migliori.
Avrebbe potuto anche avere un arco di redenzione.
Uno in cui Holly le mostra che non è necessario lottare il doppio per essere considerate la metà, basta fare del proprio meglio con impegno, e sarebbe stato un insegnamento bellissimo contro tutto questo spottone della donna che deve essere la più brava, saper fare mille cose e riuscire anche ad essere bellissima.
Se no non sei una vera femminista, darlin' ma solo una fallita sforna bebé... |
Segue un altro siparietto inutile dal punto di vista della trama ma che a livello di minutaggio serve sempre in cui si fanno vedere le capacità in azione dell'agente Short mentre difende gli invitati di un matrimonio stereotipato in zona Napule (sarebbero più o meno in Umbria da quanto si legge sulla mappa che vediamo a Cantuccio ma la tarantella e gli UE UE UE pazzerelli sono praticamente inequivocabili, ma tanto per gli inglesi tutti noi mangiapizza siamo uguali e fermi in una stasi temporale risalente agli anni '40) dall'attacco di un Troll, durante il quale vediamo che questo grande agente della LEPRecon per star dietro a difendere una bambina pucciosa e carezzarle il paffuto visino restituendole il gelato caduto in terra fa menomare almeno 8 poveri cristi che vengono sparati ovunque dal suddetto mostro.
Holly approfitterà del fatto di essere stata sparata in superficie su un suppostone alimentato a magma (e dopo aver visto fucili laser e congegni fermatempo fa un po' specie) per recarsi alla Collina di Tara e cercare indizi sulla morte del padre contravvenendo agli ordini diretti del comandante Root e rischiando la restituzione di pistola e distintivo: qui la aspetta Butler armato di dardi soporiferi per conto di Artemis.
Holly viene catturata, rinchiusa in una gabbia, e l'intera LEPRecon si presenta alla Fowl Manor tempo due minuti per liberarla. Le cose sembrano farsi marroni e puzzolenti per i nostri amici, ma in realtà da questo punto in poi del film qualsiasi cosa accada fa parte di un piano astuto e per nulla stronzo e inutilmente complicato ideato dal nostro geniale protagonista.
I pensieri corrono immediatamente a Lui anche se in questo film Artemis è diventato una puffola timida e idealista. Statece. |
Sa anche che i nani non sanno resistere ai tesori e sono abili scassinatori.
Quindi entrerà in casa sua, troverà la cassaforte nascosta che contiene l'Aculus, la scassinerà permettendo di recuperare il prezioso artefatto a lui e a Holly, che a quel punto saranno diventati amichetti del cuore perché i loro padri si sono incontrati due settimane prima per mettere al sicuro l'Aculus, insieme.
"Quell'elfo si chiamava Belfaggio.", dirà Artemis.
"Belfaggio Tappo. Era mio padre."
*Lacrimoni e sipario*
Il bene trionfa.
Opal sconfitta, pace nel regno tra Fangosi e Fatati, Branagh conta i soldi grazie ai quali ha dato golosamente il culo alla Disney per distruggere una saga amatissima e la sua mega villa con piscina a getti d'acqua massaggianti avrà il mutuo pagato per un altro paio di anni.
"Suckiest bunch of sucks that ever sucked", per dirla con un altro fine oratore... |
► Penso che a livello di bruttezza questo povero Artemis Fowl in cui riponevo tante speranze e che ho cercato di guardare piena di buoni propositi riesca a superare perle del calibro del live action di Avatar - The last Airbender (dove i dominatori della terra spostavano a dir bene in giro del ghiaino) e Percy Jackson (dove non distinguevi Annabeth da Clarisse e Persefone rimaneva molto poco mitologicamente nell'Ade in estate solo per farle interpretare una scena da porcona con Grover).
E che il responsabile di questo schifo sia Branagh (di cui ho adorato anche lavori come Assassinio sull'Orient Express, Cenerentola e Thor, che non hanno incontrato un gran favore da parte del pubblico) mi addolora.
Ci voleva del talento a trasformare un protagonista deliziosamente atipico e moralmente deplorevole (che nel primo libro è addirittura il villain della situa) nel solito protagonista di saga per ragazzi dal passato tristanzuolo e madre morta, amico della sua terra e delle fatine, che è intelligente ma spara anche come un cecchino (ribadisco che se Artemis Fowl ha bisogno della presenza costante di Butler c'è un motivo e renderlo un Deadshot col cervello di Reed Richards non lo rende più fico, solo un Gary Stu), e Branagh nonostante la sua lunga esperienza di talentuoso regista shakespeariano ce l'ha fatta, dandoci anche una motivazione dietro a questa scelta scellerata che nella sua testa, ne sono convinta, deve risultare sensata.
Traduco dall'inglese:
"E' stata una decisione basata su una sorta di capovolgimento rispetto a quanto accade nei libri, nei quali Eoin faceva acquisire ad Artemis un senso di moralità nel corso della storia. [L'autore] ha detto di averlo immaginato inizialmente come un villain bondiano di 11 anni: ho pensato che per il pubblico che non avesse familiarità con i libri questo sarebbe sembrata una cosa davvero difficile da accettare."
Già, nessuno pensa mai ai bambini che si traumatizzano per cose perverse come un ragazzino egoista e avido che comincia un percorso di redenzione, si apre all'amicizia e usa i suoi talenti criminali a fini benefici... Per non parlare di quanto i bambini aborriscano le storie un po' cruente con protagonisti un po' antipatici e ambigui.
Grazie per averli salvati da un incubo, Kenneth.
In aggiunta a questa supercazzola di rara maestia (perchè dire "Disney pensa che il suo pubblico sia stupido e non vuole che le mammine pancine rompano i maroni sul web, in più io devo pagarmi il mutuo della villa" pareva brutto), quando gli è stato chiesto se questo repentino cambio di rotta avrebbe potuto scontentare i fan della saga la replica è stata la seguente, e io ho volato:
"E' sbagliato credere di poter entrare nella testa di ogni singolo amante dei romanzi e dargli esattamente quello che ha immaginato: una "versione definitiva" del libro, è follia pura. Perché ognuno vedrà le cose in modo diverso, anche se stanno leggendo la stessa identica frase sullo stesso identico personaggio"
A questo punto abbiamo capito solo che il pusher di Opal è il regista, visto che devastare completamente trama e caratterizzazione dei personaggi lasciando giusto un paio di nomi qui e lì tanto per non destabilizzare troppo quei poveri ardimentosi arrivati a fine film non significa portare avanti una visione personale che necessariamente non può collimare al 100% con quella di ogni singolo fan della saga cartacea, vuol dire pulirsi il culo col materiale originale.
E visto che Branagh non è stupido né incapace, penso che la sua sia la semplice malafede di un venduto.
► Verrebbe da pensare che se una grossa multinazionale leader nel settore di intrattenimento per giovani impiega tempo, denaro e mezzi per acquisire i diritti di un'opera e trasporla su schermo un pochino alla suddetta opera ci tenga. Invece sembra che abbia avuto solo 125 milioni di dollari da gettare nel cesso visto che al di là della trama e della caratterizzazione dei personaggi anche gli effetti speciali sembrano fatti in larga parte dal cugino speciale del produttore che sa usare GIMP.
Ogni porta elettronica, veicolo volante o fascio di energia sembra tirato fuori da un episodio dei Power Ranger.
Persino il curatissimo Troll grida greenscreen lontano un chilometro.
► Dal punto di vista del cast, paradossalmente, non è che ci siano grosse bestialità nonostante gli alti lai prodotti dai fan dei romanzi ai tempi del casting di female!Root e black!Butler... Josh Gad risulta anzi un Mulch piuttosto divertente e non sopra le righe come mero sollievo comico (grazie al cielo), anche se la battuta di David Bovie o la storia del nano alto sono un po' cringe, ma non è colpa sua.
Avrebbero potuto dare un senso al personaggio interpretato da Judi Dench (magari con qualche bel riferimento bondiano) visto che si sono dati tanta pena di cambiare sesso al comandante Root, e avrebbero potuto togliere le lenti a contatto da Villaggio dei dannati a Butler rendendolo semplicemente un nero molto massiccio, così come avrebbero potuto scegliere un attore un po' meno rigido e cane per interpretare il protagonista (e anche il doppiaggio nostrano a questo giro non aiuta), ma di fatto poco o nulla sarebbe cambiato se ci fosse stata una buona storia alle spalle.
Anzi.
Il grosso problema di fondo, specie da parte di una casa di produzione che si spaccia come molto attenta alle tematiche femminili (pfff, please...), è stato far diventare Artemis protagonista positivo da villain che era, relegando Holly al ruolo di aiutante.
Il bello dei primi capitoli della saga di Artemis Fowl era che nonostante la trama si incentrasse attorno a questo giovane e geniale maestro del crimine di fatto lui fosse il cattivo: è un ragazzetto arrogante che ha mentito, ricattato, rubato, sequestrato gente innocente (che all'inizio lui considera al pari di bestioline sacrificabili) per il proprio tornaconto. Il protagonista positivo, l'eroe, risulta a conti fatti proprio Holly.
In modo astuto e sottile Colfer è riuscito a dar vita a una storia d'azione, una saga per tutti e non "da femmine", nascondendo in bella mostra il fatto che la protagonista (poi coprotagonista negli episodi successivi) fosse una ragazza, una ragazza che si batteva per essere considerata in un mondo maschilista come quello dei LEPRecog.
Disney non ha colto la sottigliezza.
O forse l'ha colpa e se n'è sbattuta le balle come sempre, perché il punto è proprio quello: una ragazza che inventa lavatrici o vuole fare la sultana anche se continua a non sapere che al mercato la roba si paga va bene ma solo se se ne sta al suo posto, nelle retrovie, mentre l'eroe vive e combatte per lei. L'azione, l'avventura, l'intrigo, il fantastico è meglio lasciarli ai maschi.
IN CONCLUSIONE...
Artemis Fowl è un vuoto esercizio estetico (che però ci regala meraviglie come la Fowl manor a picco su una scogliera solcata da onde rabbiose o Haven City) prodotto e partorito da gente che non credeva nel progetto e non ha capito che sotto la superficie delle fatine tecnologiche e del genio criminale di 11 anni c'era qualcosa di più, qualcosa che valeva la pena di essere condiviso con le giovani generazioni.
Con una trama talmente stronza e sbrigativa da aver bisogno per tutto il tempo degli spiegoni di Josh Gad.
Con un protagonista che, ci viene detto, non va sottovalutato ma a fine visione non si capisce il perché: dovrebbe fungere da motore della vicenda ma a conti fatti agisce sempre in modo passivo, spinto da forze più grandi di lui: dall'eredità di famiglia, dagli appunti di suo padre, dal ricatto di Opal, dagli assalti della LEPRecog.
Artemis è una puffola smarrita.
La nostra mera finestra su un mondo magico incredibilmente poco magico, alla fine dei giochi: lo stronzo che scopre le cose insieme allo spettatore invece di guidarci in esso grazie al suo genio superiore. Il risultato è un personaggio poco affascinante e poco incisivo, anche se non ai livelli di Juliet (Tamara Smart), che da brava donna di colore (senza lenti a contatto da imbecille, bontà loro) serve il pranzo all'elfa bianca con gli occhioni a calamita e scappa da un Troll rabbioso, nonostante su carta dovrebbe essere una macchina di morte super-addestrata al pari del suo pompatissimo fratello maggiore Domovoi.
Giudizio Finale:
Vent'anni per partorire 'sta cacata. Potevano spenderli in coca e mignotte i 125 milioni. |
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