domenica 19 luglio 2020

[Recensione] WATAMOTE - IT'S NOT MY FAULT THAT I'M NOT POPULAR

Watamote di Nico Tanigawa #1
Titolo completo: Watashi ga Motenai no wa Dou Kangaete mo Omaera ga Warui!
Titolo inglese: No Matter How I Look at It, It's You Guys' Fault I'm Not Popular!
Edizione jap: Square Enix
Testi e disegni: Nico Tanigawa
Anno: 2011

Tankobon: 18 (in corso)


Premesse doverose:
Watamote è un titolo ad oggi ancora inedito in Italia
Esiste anche un anime di 12 episodi (al momento, ancora una volta, non tradotto nella nostra lingua) per chi preferisse dare a quest'opera un'occhiata più condensata, ma che conservi comunque la stessa amara filosofia di fondo, di cui andremo a parlare tra poco. 
Tra l'altro nell'anime, che ha animazioni veramente fluide e un character design più morbido e gradevole rispetto al manga, fioccano riferimenti veramente spassosi e molto più espliciti di quanto non accada nel manga ad altri anime di successo, ed è divertentissimo cogliere questi continui riferimenti geek.
Si ritorna un po' ai tempi di Keroro Gunso e Lucky Star.

Watamote Death note Tomoko Light Yagami
Un esempio proprio a caso, ho fatto...

DUE RIGHE DI TRAMA
Il manga ruota attorno alle vicende di Tomoko Kuroki, una ragazza in procinto di iniziare le superiori piena di speranze e aspettative: il liceo, la stagione della giovinezza, gli anni dell'amicizia e dell'amore, i più preziosi e significativi della vita di una giovane donna pronta a sbocciare e ad aprirsi alla vita per trovare la sua strada...
Ecco, dimenticatevi tutto ciò.
Abbandonati gli spottoni da shojo scolastico, le speranze di Tomoko di diventare una ragazza popolare e di vivere appieno la sua vita da liceale stile anime vanno ad infrangersi crudelmente contro la dura realtà. 

Essendo sempre stata chiusa nel suo piccolo mondo fatto di serie animate e videogiochi (mondo in cui nel corso degli anni si è costruita una personalità affascinante, forte e di successo) è priva di qualsiasi capacità di confrontarsi e dialogare in modo normale con persone vere, arrivando a faticare persino ad augurare il buongiorno a un insegnante o a intavolare due frasi di circostanza con un paio di ragazzi carini che come lei hanno cercato riparo dalla pioggia sotto la fermata di un bus.

Non è che non ci provi a fare amicizia con le altre persone, arriverà persino a creare un sistema a punti per obbligarsi a scambiare ogni giorno due parole con qualcuno, ma nulla sembra mai andare per il verso giusto. 
Col passare delle settimane e poi dei mesi Tomoko si ritroverà ad essere sempre più sola, triste, angosciata e rancorosa, sempre più chiusa nel suo piccolo mondo e sempre più desiderosa di veder arrivare nella sua vita qualcuno in grado di salvarla da questa infelicità: invece si ritroverà a vivere tutta una serie di situazioni fantozziane, attorno a cui ruotano la maggior parte dei brevi capitoli auto-conclusivi che vanno a costruire questo manga. 
E non uso il termine fantozziano alla leggera.
Watamote Tomoko funny cringe review
Alla bersagliera!

RECENSIONE
Watamote è uno slice of life demenziale.
Ma più si avanza nella lettura più la risata si fa amara.
E si fa amara perché di capitolo in capitolo ci si rende conto che si sta sorridendo non con Tomoko, ma a sue spese. E non solo si ride a sue spese, ma addirittura si gode delle sue disgrazie perché non si può fare a meno di trovare questa protagonista abbastanza detestabile, dal momento che nonostante fin dal titolo cerchi di convincerci del contrario sono riconducibili a lei buona parte dei suoi problemi.
Ma Tomoko non fa MAI autocritica.
Watamote Tomoko funny cringe review
Strano se non alzi il culo e ti presenti...
E' colpa degli altri se non è popolare; è colpa degli altri se nessuno le tende una mano e nessuno le rivolge la parola nei mesi in cui sta seduta al banco da sola a leggere o a spippolare col cellulare; è colpa degli altri se quando le rivolgono la parola sono stupidi e poco interessanti (e quindi la annoiano) o di contro troppo aggressivi (mettendola a disagio e facendola fuggire a gambe levate); è colpa degli altri che non la notano nonostante lei nella pausa pranzo legga manga interessantissimi che dovrebbero invitare chiunque a cominciare una conversazione con lei. Fa anche tutto quello che ha visto fare negli anime e nei videogiochi Otome (simulatori di appuntamento a volte abbastanza espliciti indirizzati alle donne) di cui è drogata, dal mangiare da sola in caffetteria con aria cool al cambiare l'acqua dal vaso dei fiori della classe tutti i giorni. Ogni tentativo di vivere una normale esperienza liceale per lei finisce in drama.
Intorno a lei invece la vita scorre serena.

Non ci sono fazioni né queen bitches, nessuno la bullizza o la tormenta con puntine nelle scarpe o sgambetti, e nei rari casi in cui qualcuno cerca di rivolgerle la parola è sempre con un sorriso e una parola gentile (cose che portano immancabilmente Tomoko a impanicarsi e a richiudersi nel suo mondo in cui è convinta che fare così la renda misteriosa e cool). La stessa Tomoko non fa proprio la vita della reclusa, obiettivamente parlando, ma esce spesso con due ragazze: Yuu Naruse (la sua migliore amica delle medie che ora frequenta un'altra scuola) e Kotomi Komiyama (ex compagna delle medie che ora frequenta il suo stesso istituto, si occupa della biblioteca della scuola e ha una cotta abbastanza cringe, ma è normale nelle ragazzine, per il fratello minore di Tomoko, Tomoki), anche se il rapporto, tanto per cambiare, è lungi dall'essere sano e disteso.
Kotomi è una rivale per il ruolo di migliore amica di Yuu, e neanche il fatto che voglia rubarle il fratellino le va tanto bene.
Yuu d'altro canto ha un ragazzo, nuove amiche, una vita piena, mutande leziose e vestiti carini, quindi a volte a detta di Tomoko è una ragazza facile (invece vivere di massaggiatore Magic Wand e videogiochi sexy è morigerato) con cui si trova a disagio. Anche se è la stessa persona dolce e gentile di prima, che ama gli anime e con cui andare alla sala giochi o alle convention di fumetti.

Watamote Tomoko Yu funny cringe review

Tomoko, si è visto, non ha la capacità di sintonizzarsi e relazionarsi con gli altri in modo sano, talmente persa nel suo mondo di fantasia da non essere nemmeno del tutto consapevole di cosa sia lecito o meno dire ad alta voce, cosa che le causa problemi su problemi. 
Ad esempio insiste a più riprese per vedere il pipolo di suo fratello (perché le ragazze grandi guardano i pipoli e lei ne ha uno a disposizione proprio nella stanza accanto), o fa continui ed espliciti riferimenti nei confronti di un'altra sua compagna di classe, Masaki Yoshida, dandole senza mezzi termini della teppista solo perché ha l'aria e i modi da tsundere tosta tosta dei cartoni mentre in realtà (ma lo scopriremo un po' più avanti) è una puffola timida amante del kawaii.
Ogni tanto le tocca anche per sbaglio il seno o le ficca una mano tra le gambe, e Masaki la prende bene ma non benissimo.    

Così si consolida l'amicizia tra fanciulle.
A differenza di quanto accada solitamente in questo tipo di opere drama, con la dolce protagonista piena di talento vessata dalla vita e da coetanei invidiosi, in Wakamote non si punta il dito contro la società postmoderna alientante, stronza, competitiva, egoista e indifferente che non capisce quanto Tomoko in realtà sia specialissima.
Anche perché Tomoko non lo è.
E' timida, sciatta, egocentrica, scolasticamente nella media, priva di talenti che non siano legati ai videogiochi, rancorosa e un gran pervertita. L'unico luogo in cui è speciale è la sua testa, un mondo fatato a parte.

Watamote Tomoko funny cringe review
"Ma gli altri mi ignorano perché sono cattivi..."
Tutti, è umano, vorremmo che fossero gli altri a fare il primo passo nella nostra direzione quando ci sentiamo soli, una Anna che sfida la tormenta per venirci a cercare nel momento in cui ci sentiamo più vulnerabili e ricordarci che la risposta è l'amore, ma la verità è che la maggior parte delle volte dobbiamo alzare il culo e sforzarci di tendere noi la mano agli altri, prenderla nel culo a più riprese, rialzarci, riprovare ancora e cogliere ogni occasione che la vita ci offre di conoscere qualcuno.
Anche questo significa crescere.
Non rintanarsi nei boschi del nord a fare l'elfa sciantosa.

Let it go, piccola Elsa giapponese...
Piccola parentesi: viene il dubbio, in corso di lettura, che Tomoko possa essere lesbica, o perlomeno bi, vista la piega ecchi (talvolta davvero esagerata e irritante) che prende Watamote: si pensi all'ossessione malsana che ha per le mutande delle ragazze, o alla voglia che ha di toccare sempre il seno della sua amica Yuu, ma a mio modesto avviso dell'orientamento sessuale di Tomoko nulla frega all'autore.
Watamote Tomoko funny cringe review
Anche a Tomoko piace passare da
"donna di mondo", ma al tempo stesso
dà della zoccola a qualunque ragazza
più "mondana" di lei
Non è quello il punto delle scene cringe di cui è costellato il manga, che sfociano nell'incesto e nello yuri passando per il BDSM (anche se sta tutto nella testa di Tomoko, come al solito).
A mio avviso il nostro Tanigawa-sensei vuole solo puntare il dito in modo brutalmente realistico sulle ragazzine come Tomoko, adolescenti che scoprono il loro corpo e non potendo discutere di certi argomenti con i genitori o con le amiche per non passare da verginelle traggono le loro informazioni da mezzi che proprio non sono fatti per educare i giovani alle relazioni sentimentali e al sesso.
Parliamo di opere Young adult zeppe di relazioni abusive e molestie, CD musicali di ragazzi yandere (il contrario dello tsundere: dolci fuori,m psicopatici dentro) e altre cose di cui Tomoko si nutre con voracità (tenendo addirittura dei kleenex accanto al pc) portandola ad avere fantasie fuori dalla norma e decisamente poco realistiche.
Tomoko è semplicemente curiosa ma ignorante.
Una ragazza che non informandosi in modo intelligente e sano risulta ridicola.
La sua inquietante fascinazione per le mutande femminili (almeno finché, nel momento in cui indosserà una donna molto corta e capirà quanto è fastidioso e angosciante l'idea che qualcuno ti spii la biancheria, non si riprometterà di smettere) è curiosità verso le ragazze "normies", curate e ben vestite. E ancora una volta questo manga ci mette davanti a un classico topos dell'adolescenza (la giovane che sogna di oscuri vampiri pronti a rapirla e brutali accoppiamenti con scimmie alpha) rivelandone le ridicolaggini con crudele e impietoso realismo.

Watamote Tomoko tomoki brother funny cringe review
Tomoko la tocca pianissimo...
Watamote è una doccia fredda di realtà per tutte quelle persone convinte di essere uguale al personaggio di un anime o un videogioco, che sognano l'amore del signor Darcy o si convincono di volere una storia come quella di Joker e Harley Quinn.
E che visti da fuori sembrano deficienti (statece).
Come Tomoko, che prova a vestirsi da sexy loli e sembra un pagliaccio, che parla in modo carino e sembra solo stupida e irritante, che si fa nella testa un viaggione allucinante sul fatto che il fratello o una compagna di classe incontrata casualmente nel bagno possano avere mire sessuali nei suoi confronti.
Watamote Tomoko Tomoki brother funny cringe review

E fa male ritrovarsi in Tomoko almeno un po' e scontrarsi con la dura realtà, che è molto diversa da quello che abbiamo nella testa e da come ci percepiamo nella fantasia. Forse anche per questo Tomoko risulta parecchio antipatica, alla fine dei giochi. 
Watamote Tomoko funny cringe reviewPerché soffre, perché è sfortunata, perché (anche se è lei a non renderlo facile) non viene capita nemmeno dalla sua famiglia, perché ogni tanto (e sono scene che fanno una gran tenerezza) ci prova sinceramente ad avvicinarsi al prossimo ma a quel punto ci si mette la timidezza o la sfiga, perché le sue giornate scorrono all'insegna della mediocrità e dell'inerzia, prive di ambizioni (se non quella di farsi mantenere dal fratello quando non ci saranno più i genitori a prendersi cura di lei), ma la maggior parte del tempo la colpa della condizione di outcast in cui si trova è un po' sua e non della società indifferente al suo grido di aiuto.
Come forse in fondo era anche colpa nostra se al liceo eravamo troppo fighi per mescolarci alla stolta massa di frequentatori di discoteche e telespettatori di reality e passavamo i sabato sera a casa davanti al pc a guardare anime e mangiare schifezze.


Tanigawa è impietoso con Tomoko e attraverso lei è impietoso verso tutta quella generazione di reclusi figli del benessere (nello specifico gli Hikikomori, ragazzi che si isolano da un mondo da cui non si sentono compresi e che li disgusta) contro cui già ai tempi si scagliava Hideaki Anno alla fine del suo Neon Genesis Evangelion, cosa che ai tempi gli causò una shitstorm epica da parte dei fan più intransigenti.
Perché volevano i robottoni che si prendevano a schiaffi nel muso e parlare di supercazzole religiose, non riflettere su loro stessi e sul mondo che li circondava. Perché a gente che aveva passato le ore chiusa in stanza ad ossessionarsi dietro un anime così diverso e filosofico (o a farsi le seghe sulla waifu prediletta) può aver dato parecchio fastidio sentirsi dire dallo stesso autore dell'opera tanto amata: "esci e apriti al mondo, dai fiducia e amore a chi ti circonda, basta pensare alle cagate emo che non ti rendono figo e diverso ma solo. E nessuno può vivere da solo: si deve vivere, anche a costo di farsi ferire dagli altri".

Comportarsi come Shinji o come Tomoko però potrebbe sembrare più facile, ci suggerisce Watamote. La stessa protagonista del manga nella sua condizione di emarginata un po' si crogiola.
Anche se è una condizione che la fa soffrire molto, da cui spera di essere salvata (proprio come succede nei manga), ma da cui nessuno la salverà se da quel pantano di autocommiserazione non si tira prima fuori da sola. Infatti fin dai primi capitoli del manga qualcuno proverà anche a tenderle una mano e a rivolgerle qualche parola amichevole, ma sarà la stessa Tomoko a fuggire a gambe levate. 
Perché è più facile restare dove si è.
Compatirsi, arrabbiarsi, piangere ma dal proprio luogo sicuro.


In uno dei primi capitoli del manga Megumi Imae (la Presidentessa del consiglio degli studenti, che è dolcissima e le voglio un po' bene) vedendola sola si avvicina e ringrazia Tomoko per il lavoro svolto nel corso dei preparativi per il festival della cultura. Tomoko infatti, che non riusciva a inserirsi in un gruppo di compagni di classe nemmeno per aiutarli, era andata a spostare delle sedie nell'auditorium insieme ad altri ragazzi che non avevano nulla da fare.
Watamote Tomoko Megumi president funny cringe review
Tomoko per tutta risposta balbetta qualche parola sconnessa e scappa a gambe levate.
Durante il festival della cultura poi, vedendola di nuovo da sola, Megumi arriverà a travestirsi da Orso per non farsi riconoscere e poterla abbracciare e regalarle un palloncino, nel disperato tentativo di rompere quel muro. 
In seguito, quando la signora Ogino, insegnante di ginnastica e sua responsabile di classe del secondo anno, in maniera fin troppo solerte cerca di spingerla a farsi degli amici urlando in mezzo al cortile se finalmente ce l'abbia fatta a trovare qualcuno con cui parlare, è Megumi a farsi avanti di sua spontanea volontà e a dire "Io sono sua amica" per toglierla dall'imbarazzo.
Di nuovo, Tomoko non spiccica mezza parola e si defila appena può, anche se in fondo vorrebbe far colpo su di lei ed essere sua amica.
C'è una profonda vena tragica in tutto questo.
In una ragazza con una bella famiglia che le vuole bene (anche se non è particolarmente affettuosa o protettiva nei suoi confronti, perché in fondo è convinta di interagire con una ragazza alle soglie dell'età adulta che deve cominciare ad aiutare con le faccende domestiche e a pensare seriamente al suo futuro) e con un'intelligenza nella media che non riesce comunque a trovare il suo posto nel mondo, e nemmeno sembra volerlo trovare alla fine dei giochi, perché il mondo della fantasia è migliore e dà più soddisfazioni.


IN CONCLUSIONE
Watamoto è un inaspettato pugno allo stomaco.
Perché fa ridere ma subito dopo ti fa sentire un infame per questo.
E perché ti fa pure incazzare se poco poco ti rendi conto che sei proprio tu, caro lettore, quello che l'autore sta prendendo per il sedere attraverso Tomoko, e senza andarci nemmeno tanto per il sottile. Di nuovo, non ho mica usato a inizio recensione il termine fantozziano così, aggratis.

Watamote Tomoko funny cringe review

A dispetto dei disegni pucciosi, della costruzione a miniepisodi autoconclusivi tipici dei manga comici che potrebbero trarre in inganno di primo acchito, a conti fatti non c'è proprio un piffero da ridere, perché Watamote è un manga che scopa la polvere del mondo geek da sotto al tappeto dei tipici prodotti patinati per ragazzi e porta a riflettere soprattutto su se stessi, sul nostro rapporto con gli altri e col mondo.
E a fare autocritica, nel caso, una volta tanto.

Giudizio finale:
In certi punti un calcio nel culo ha fatto meno male.

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