domenica 6 settembre 2020

[Recensione] COME SPOSARE UNA FIGLIA (1958)

Titolo originale
: The reluctant debutante
Paese: USA
Anno: 1958
Regia: Vincent Minnelli
Sceneggiatura
William Douglas-Home, Julius J. Epstein 
Cast: Sandra Dee, John Saxon, 
Rex Harrison, Kay Kendall, Angela Lansbury


Premesse:
Siamo alla fine degli anni '50: l'America borghese vive il suo periodo d'oro, la generazione dei boomer prospera in un clima di benessere generale e consumismo sfrenato e Vincent Minnelli, re della commedia romantica reduce da successi del calibro di Il padre della sposa (1950), Un Americano a Parigi (1951) e Spettacolo di varietà (1953) tira fuori dal cilindro una pellicola ambientata nella vecchia Inghilterra tratta da un'opera di William Douglas-Home e su sceneggiatura di Julius Epstein (Casablanca, Arsenico e vecchi merletti).
Che sia ambientata in Inghilterra già deve farci drizzare le antenne, perché se i film di James Bond ci hanno insegnato che appena un inglese ha la possibilità di ambientare un film in America corre a pisciare in testa ai cugini tamarri d'oltreatlantico, qui vediamo come gli Americani sentitamente ricambino la cortesia: se gli capita di ficcare dei britannici in una pellicola questi devono essere immancabilmente ricchi, snob e con un inquietante feticismo nei confronti della loro regina.
Che nel sud degli States i balli delle debuttanti siano ancora oggi una squallida realtà da riccanza (Una mamma per amica docet) e che negli anni '50 tra le nuove generazioni della Vecchia Albione imperversava già la Pop Art e la musica skiffle non frega. Gli inglesi di questa pellicola sono tutti vecchi e ipocriti parrucconi noiosi, ma nulla potrà incatenare la giovane e paXXerella indole americana.
DUE RIGHE DI TRAMA
Jane Broadbent (Sandra Dee) viene mandata in Inghilterra a vivere con suo padre Jimmy (Rex Harrison) e la sua nuova moglie Sheila (Kay Kendall): Sheila prova un sincero affetto per la figliastra e vuole sinceramente piacerle, la vuole felice e desidera per lei solo il meglio.
"Pensavo fossi un cesso"
"No, io pensavo tu fossi un cesso!"
"La tedesca di prima che avevamo
scambiato per te sì che era un cesso!"
"Che matte risate, insistiamo mezz'ora
sul concetto!"

Ma essendo inglese la sua idea di felicità coincide col trovare un marito ricco e nobile, o che almeno sia più ricco e nobile del tipello che la cugina Mabel Claremond (Angela Lansbury) ha adocchiato per la figlia Clarissa (Diane Clare): tra le due signore inizia una lotta senza esclusione di colpi per la caccia al partito migliore ma sempre mantenendo la facciata ipocrita della squisita cortesia, d
a brave inglesi.
Per competizione quindi ma anche armata di buone intenzioni Sheila spingerà con insistenza la giovane Jane a partecipare alla "stagione", una serie di balli delle debuttanti organizzati dalle famiglie dell'alta società londinese perché le ragazze socializzino e se dio vuole portino a casa un marito.
"Scusami baby ma sono ricco"
"Vabbè ti perdono, ma non farlo più eh?"

A uno di questi balli, per la gioia della matrigna, Jane desterà l'interesse di un giovane, mortalmente noioso e insistente blasonato che nei fatti ovviamente si rivelerà fuffa, David Fenner (Peter Myers, e il fatto che il cognome del personaggio richiami a quello del cattivo di Guerre Stellari già ci dovrebbe insospettire), ma saranno i begli occhioni scuri del giovane batterista David Parkson (John Saxon) a destare l'interesse della nostra indomabile ribellina, che è americana, che ha valori veri, e che lo amerà persino quando in maniera del tutto inaspettata scoprirà che in realtà è ricco e ed è un Duca.
Pensa il sacrificio...
IMPRESSIONI SPARSE
Come sposare una figlia è una classica commedia americana, nel bene e nel male: risulta sopra la media giusto dal punto di vista estetico grazie alle ambientazioni lussuose e agli elegantissimi vestiti da ballo indossati dalle debuttanti, cosa che mi spingerebbe ad aggiungere un sonoro graziarca', ma tutto il resto è di un lineare da manuale.
Controlliamo la lista cliché:
✔ La ragazza protagonista è diversa da tutte le altre, vivace e carina.
   BONUS MORALE: "Non importa che sia ricco ma che mi ami."
✔ Mentre l'interesse amoroso della protagonista è carino, gentile e rispettoso, l'antagonista è una macchietta: meno affascinante del vincitore, meno blasonato, vira verso il villain da b-movie e pensa che le donne vadano domate come i lupi cecoslovacchi.
   BONUS DANARI: "Sono ricco, perdonami!"
                              "Ti amo NONOSTANTE la tua riccanza!" 
✔ L'amore vince sull'invidia e sull'odio
   BONUS FEMMINISMO: L'invidia e l'odio arrivano principalmente dalle donne e l'oggetto di invidia e odio femminili è un uomo.
E così via, abbiamo il panorama...

In soldoni, l'americana è l'unica che persegue valori veri tra tutte quelle altre vecchie perete dalla mentalità ipocrita, classista e superficiale
 e che a differenza di tutte le altre sceglierà un ragazzo che la ama e la rispetta.
Che sia nobile o ricco non importa, e sarebbe pure un messaggio positivo se entro fine film non scoprissimo che David ha ereditato il titolo e l'eredità dello zio, il Duca di Positano (Duca di Porto Real nella versione nostrana), quindi alla fine del film può corteggiare Jane senza che la matrigna abbia un malore.
Si poteva cogliere l'occasione per insegnare a Sheila e alla sua pettegola cugina Mabel a non giudicare le persone dalle apparenze o dall'ammontare del loro conto in banca e invece no: poracci, so' inglesi, che ne sanno?

 Il CAST guizza al ritmo di dialoghi frizzanti e divertenti, e a questo giro (dal momento che il film ruota attorno a balli di gala e matrimoni) sono le donne ad avere in mano praticamente tutta la linea comica: agli uomini spetta la quota romantica e la quota drama.
Sheila è il personaggio attorno cui ruota nel pratico la storia: nella sua furia di accasare la figliastra con l'uomo dei sogni secondo i suoi standard se ne uscirà con pietose bugie, intrighi machiavellici dai risultati disastrosi, si farà sgamare tre volte mentre origlia alle porte e in preda al panico da Stagione arriverà a fare una figura di merda epica mandando i suoi omaggi e chiedendo notizie sulla salute di una donna morta.
Ho adorato in particolare i suoi siparietti con Jimmy: lui sempre calmo e compassato e lei in un perenne e frenetico stato d'ansia formeranno un'irresistibile e scoppiettante duo di opposti in perfetta sintonia, anche se a volte la Kendall esagera con le faccette basite e il frenetico gesticolio delle mani. Come nota amara, in questo film l'attrice è già malata di leucemia: appena un anno dopo ci lascerà all'età di 33 anni.
Wedding, she wrote...
Sempre divertentissima la Lansbury nel ruolo di Mabel, come ogni volta che interpreta la lady inglese pettegolina con un palo ficcato su per lo sfintere invece di correre in giro a decretare la morte di poveri cristi al fine di prendere spunti per i suoi romanzi.
Jane, la ragazza di rara bellezza e solidi principi venuta da fuori che conquisterà l'amore del principe dei sogni danzando tra eleganti soiree e scatenati night club, con il suo visino dolce e sognante, la pelle candida, i bei capelli biondi e la matrigna cacacazzi fa un po' la Cenerentola della situa. Del resto non è casuale che l'abito del suo primo vero appuntamento con David sia dello stesso color blu cielo del classico Disney (uscito nelle sale nel 1950).

 Sempre come Cenerentola però, pur essendo la protagonista non è che Jane brilli per risolutezza o iniziativa personale nonostante ci venga spacciata come coraggiosa e determinata a seguire il suo cuore invece degli ideali vuoti e superficiali di Sheila, Mabel e Clarissa.
E' vero che è il suo arrivo in Inghilterra la causa scatenante degli eventi ma non proverà mai ad attuare una vera resistenza né agli approcci di David-cattivo (che arriverà ad aggredirla per strapparle delle effusioni sotto gli occhi adoranti della matrigna, che ha le fette di prosciutto sugli occhi talmente spesse da scambiare quel gesto violento per un corteggiamento passionale mentre a quello povero non permette nemmeno un bacio di commiato sulle labbra) né in difesa del suo amore per David-buono. Sostanzialmente le va di culo che alla fine si riveli ricco da far schifo e con le prospettive di renderla duchessa, ma se così on fosse stato? Jane avrebbe rinunciato a David per quieto vivere o avrebbe optato per una poco british fuitina?*
*Fuitina: Regionalismo estratto dal siciliano che significa "fuga repentina", identifica l'allontanamento di una coppia di aspiranti coniugi dai rispettivi nuclei familiari allo scopo di rendere esplicita (o far presumere) l'avvenuta consumazione di un atto sessuale, in modo da porre le famiglie di fronte al "fatto compiuto" inducendole a concedere il consenso per le nozze.
Insomma, sul lato femminista siamo molto carenti nonostante ci vogliano propinare su carta il trionfo dell'amore "proletario" che va oltre i titoli o il denaro (ma se ci sono le cose si sistemano prima e meglio, ci suggerisce Minnelli in maniera molto cinica). Come se non bastasse il ruolo del personaggio savio e assennato che sistema il caos creato da Sheila spetta al maschio di casa, il padre di Jane.
E' Jimmy infatti a non badare ai pettegolezzi che girano su David-buono, lui ad ascoltare davvero la figlia, e sempre lui ad adoperarsi per far scoprire a Sheila dei nobili natali di David-buono e convincerla finalmente a benedire l'unione dei due innamorati, secondo il vecchio adagio per cui le donne causano disastri a causa della loro irrazionalità e gli uomini devono porvi rimedio.
Allo stesso modo scivoliamo abbastanza disinvolti sulla rampa  ghiacciata del cringe per quel che riguarda l'attenzione alle minoranze visto che per mezzo film i personaggi parlano delle sensuali e svergognate danze di accoppiamento africane, ma essendo scene figlie del loro tempo inserite nella pellicola in modo innocente secondo la sensibilità del tempo e senza alcun intento denigratorio ci si passa sopra.
Ma che davero?

 Piccola nota di (quasi) merito finale sul fatto che strigni strigni, nonostante la cosa venga parecchio sminuita e buttata in burla, l'aggressione di David-cattivo non venga spacciata come romantica, e non lo sarebbe nemmeno se lo facesse Parkson, che invece corteggia Jane con gentilezza e si dimostra a più riprese sì amante delle donne ma molto sensibile e rispettoso persino nei confronti di una ragazza che anni addietro gli si infilò nel letto in cerca di aiuto dopo aver subito una molestia (dallo stesso David-cattivo, che perde il pelo ma non il vizio).
E' Sheila a non fare una piega vedendo l'aggressione che avviene davanti ai suoi occhi ai danni della sua figliastra, è vero, ma Sheila è palesemente nel torto per tutto il film quindi se lei ritiene che non ci sia nulla di male in quello che sta accadendo in realtà la pellicola ci sta suggerendo che è sbagliatissimo.

*

IN CONCLUSIONE...
Come sposare una figlia è una commedia romantica perfettamente inserita nel suo tempo, ma che al giorno d'oggi finisce col diventare stantia: se i giovani protagonisti sono i classici personaggi perfetti, giovani e avvenenti ma anche assennati e pieni di alti ideali che ti fanno due palle come un cocomero solo a sentirli descrivere, la pletora di adulti isterici, sornioni, ironici, competitivi e tremendamente infantili contribuiscono a rendere quest'oretta e mezza di pellicola piuttosto divertente.
Cioè, se si riesce a passare sopra al fatto che ci si deve sorbire per tutto il tempo ricchi stronzi e annoiati che hanno come scopo sistemarsi per la vita con un tipo stronzo ricco e annoiato quanto loro. 
Quindi, non so, magari si astengano i bolscevichi.
Immancabile in ogni film americano ambientato in Inghilterra, il cambio della guardia.

Giudizio finale:
Pellicola irrinunciabile per i fan delle commedie di JLo.

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