sabato 24 ottobre 2020

[Recensione] A PIEDI NUDI NEL PARCO (1967)

A piedi nudi nel parco Corie Paul Jane Fonda Robert Redford recensione
Titolo originale:
 Barefoot in the park
Anno: 1967
Regia: Gene Saks
Soggetto e Sceneggiatura: Neil Simon
Cast: Robert Redford, Jane Fonda, Charles Boyer, Mildred Natwick


DUE RIGHE DI TRAMA
Corie (Jane Fonda) e Paul (Robert Refdford) sono una coppia di sposini novelli appena trasferitisi nel loro piccolo nido d'amore: la parola nido a questo giro non è usata a caso visto che si trova al quinto piano di un complesso di appartamenti senza l'ascensore, il Greenwich Village. 
Paul è un avvocato fresco di abilitazione che è appena stato incaricato di seguire il suo primo processo importante: spera di far carriera e vivere il suo inquadratissimo sogno borghese insieme all'adorata moglie. Corie è il suo esatto opposto, uno spirito libero dal carattere esuberante che della nuova casa non vede solo i difetti ma il potenziale, che adora provare cose nuove e insolite e sempre pronta a saltare addosso al marito come un'infoiata.
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Greenwich village è piena di personaggi pittoreschi, tra cui i Bosco (adorabile giovane coppia dello stesso sesso, anche se nessuno sa di quale sesso - hohoho i gay sono effeminati e le lesbiche mascoline, tenetemi, casco dalla sedia!); i Patterson, i Craig e il signor Calhun che deve essere l'arbitro (cioè vivono tutti insieme nello stesso appartamento - qui ridiamo tanto perché sono dei promiscui, l'idea che si possa aver bisogno di condividere spese di vitto e alloggio non viene in mente); un tizio che in tre anni nessuno ha mai visto; e ultimo ma non ultimo Victor Velasco (Charles Boyer), un signore di 58 anni che ha avuto 4 mogli vispo, arzillo e sportivo che vive sopra di loro, in soffitta. E' chiamato il Barbablù della decima strada, vai a sapere perché.
Forse le quattro mogli sono morte.
Anche qui, le risate.
Questa mansnada di vicini che sembrano non infastidire nessuno né andare in giro con un cannone ficcato nella cintola pronti a fare una strage per motivi chiari solo nella testa di Paul sembrano incollerirlo molto.
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Invece Corie non solo è entusiasta di tutte quelle stranezze ma ha anche un'idea geniale, far conoscere a sua madre il signor Velasco, un vecchio zozzone che entra nell'appartamento di Corie (per arrivare al suo appartamento dal momento che non paga la pigione da mesi e il padrone di casa lo ha sbattuto fuori) mettendola tremendamente a disagio con delle scherzose avances comunque poco garbate (in effetti ci mancavano le molestie, stavo in pensiero...). Quindi ora si ride perché la protagonista spirito-libero presenta a una donna vedova e sola un vecchio porco senza un soldo.
E' na robba.
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Corie quindi organizza una cenetta a quattro nell'appartamento del signor Velasco all'insaputa della genitrice, Ethel (Mildred Natwick): qua ridi perché il signor Velasco è in kimono e dà da mangiare ai suoi ospiti pezzi di anguilla saltati in padella con cipolle e olive (cosa che riempie Ethel e Paul di sgomento per motivi che forse nel 1967 erano più chiari), poi si rincara la dose comica quando dopo questo gustoso antipasto porta tutti al ristorante etnico a mangiare cibo albanese e a vedere una ballerina che fa la danza del ventre e si limona Paul.
Corie trova tutto questo spassosissimo.
Probabilmente perché ha trovato qualcuno scemo quanto lei.
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"Ti tappo il telescopio con la mano perché sono mattacchiona!"
Tornata a casa più morta che viva, Ethel decide di chiudere lì la seratina orribile ma Victor, da cavaliere qual è, decide di accompagnarla nonostante lei abiti nel New Jersey e rischi di non trovare mezzi per tornare indietro. Non c'è modo di rifiutare l'invito.
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"E quei sei giorni al Plaza?"
"Sei giorni non fanno una settimana..."
"... Che cazzo di proverbio è?"
"Non è un proverbio, Paul, è la vita."

Rimasti soli, complici la stanchezza, il cibo di merda, il fatto che Ethel sia quasi morta tra le braccia di Paul lungo le scale e il limone con la ballerina di mezza età, tra i due sposini comincia a montare una certa tensione: pare ci sia voluta questa serata per mostrare ai due quanto siano diversi caratterialmente. Lui è un palo nel culo che non vuole correre a piedi nudi nel parco, lei vuole libertà, avventura e la locura.
Lui, che ha più di 5 anni, vorrebbe far pace subito dopo visto che le basi su cui si poggia quel litigio è stupido.
Lei strilla, non vuole farsi toccare da lui, lo fa dormire sul divano in un salotto cl lucernario spaccato a febbraio e vuole il divorzio perché sono diversi. Mette il muso, fa i dispetti e tira la corda al punto da spaventare anche un povero operaio del telefono finché a Paul non tocca fare le valigie, lasciare casa sua e andare a sbronzarsi e sbollentarsi nel parco.
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Nel frattempo Corie ha sviluppato un altro psicodramma perché la madre, che si presume sia una donna adulta, libera e consenziente, non è tornata a casa come credeva ma è rimasta a Greewich Place e inoltre indossa il kimono del signor Velasco. 
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Le mamme fanno sesso, nooooo!
Infatti no, scherzeremo, è ovvio che è tutto un equivoco. La sera prima Ethel è scivolata dalle scale ghiacciate e mentre Velasco la stava portando in braccio fino all'appartamento della figlia gli è caduto il cappello sugli occhi e sono ruzzolati dalle scale, per passare la notte a casa degli inquilini del terzo piano (i succitati Patterson, Craig e Calhun).
Un vicino le ha messo la vestaglia di Velasco per farla dormire più comoda e ha portato i suoi vestiti in tintoria.
Tutto è bene ciò che finisce bene, perché a mostrare continuamente il culo e le cosce della Fonda tutto ok ma sia mai che le vecchie facciano cosacce.

Mentre Paul è al parco con la febbre, una sbronza in atto e viene insidiato da un vecchio (un vizio in questo film), a casa di Corie e Ethel si presenta Velasco, che ha un piede rotto e un subbuglio di stomaco: capisce di stare invecchiando e che è ridicolo continuare con il cibo piccante e la vita paXXerella condotta fino a quel momento: si deve sistemare una volta per tutte con una "buona compagna" come Ether, ovvero una martire che ha sopportato una serata orripilante senza rompere i coglioni, e la invita a mangiare un brodino, da bravi vecchi rottami.
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Nel frattempo Ethel, scesa a bere qualcosa in compagnia della figlia per riprendersi dalle emozioni della mattina, ci offre una commovente lezione di femminismo e ci insegna il segreto di un buon matrimonio:
“Non devi fare altro che rinunciare per lui a un po’ di te stessa. Non prendere tutto come un gioco: soltanto di notte, in quella piccola stanza lassù. Abbi cura di lui: fallo sentire importante. Se ci riesci avrete un matrimonio felice e meraviglioso: come il 10% delle coppie.”
In pratica, annulla la tua individualità e asseconda il maschio.
Bello...
Capito a questo punto il suo imperdonabile errore (non essere una bamboccia pazza e isterica che se l'è presa per una cazzata ma essere una persona con una personalità curiosa, allegra e anticonvenzionale che non fa sentire importante il marito) corre in cerca di Paul, che nel frattempo stordito dall'alcool e dalla febbre sembra intenzionato a dimostrarle di saper fare il paXXerello quanto lei togliendosi le scarpe al parco e una volta tornato a casa tentando di uccidersi volando giù dal tetto di casa. In chiusa i due si riappacificano, ma non prima che lei lo abbia rassicurato sulla loro relazione:
"Non è un quacchero: è forte e fidato e ha cura di me. Voglio che sappia quanto lo amo. Riparerò il buco nel lucernaio, e anche la perdita nell’armadio. E lo porterò anche in braccio quassù ogni sera, perché è così che lo amo”
Bello2...
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IMPRESSIONI SPARSE
Lo dico senza mezzi termini, A piedi nudi nel parco è un film invecchiato molto male, e francamente stupisce che la pellicola abbia solo 53 anni sulle spalle. Costruito interamente su un cliché stantio, quello degli opposti che si attraggono (opposti che in maniera abbastanza forzata scoprono di essere tali solo dopo un appuntamento a quattro con la madre e un vicino di casa? Passi che negli anni '60 non si convivesse, ma si sono mai parlati prima di mettersi l'anello al dito?), il film finge (forse per strizzare l'occhio alle femministe dell'epoca? Non ci è dato modo di sapere) di portare su schermo un personaggio femminile moderno e diverso dal solito fighino borghese, una giovane piena di vita, follia ed entusiasmo salvo poi farla ripiombare con tutte le scarpe sui binari prestabiliti della brava moglie.
Sii seria tranne che a letto.
Fai sentire importante tuo marito. Cambia.
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Non posso poi scrollarmi di dosso l'impressione che anche nel momento in cui si voglia concedere al film di portare in scena per buona parte della pellicola un personaggio vivace e pieno di vita in realtà Corie sia un mero scimmiottamento, l'idea superficiale e caricaturale che un uomo degli anni '60 doveva avere di una donna moderna (che tanto alla fine deve capire che sbaglia e diventare come tutte le altre). Anche perché pare che per scrivere il personaggio Neil Simon si sia ispirato alla sua prima moglie: forse è un piccolo sfottò artistico.
Il personaggio interpretato da Jane Fonda è insopportabile: dovrebbe essere divertente ma è fastidiosa e irritante con le sue manie, la sua volubilità superficiale, i suoi bronci a caso, i suoi drammi a culo, ma soprattutto i suoi continui e sistematici atteggiamenti infantili che ne fanno la solita donna-bambina da vezzeggiare ma a cui ogni tanto bisogna dare un tozzone sul popò per rimetterla in riga.
Una cosa nuova, insomma.
A piedi nudi nel parco Corie Paul Jane Fonda Robert Redford recensione
Dovrebbe essere uno spirito libero ma risulta incredibilmente ossessiva nei confronti di Paul da ben prima che la madre le insegni che il segreto di un buon matrimonio è diventare la badante di tuo marito: lo chiama otto volte al giorno al lavoro, lo aspetta abitualmente alla fermata del bus per "fare le scale insieme" (dove gli si aggrapperà alla schiena come un koala), non paga pretende che lui le dedichi attenzioni non appena torna a casa invece di lavorare al suo primo caso importante (cosa che lo porterà pure a vincere la causa ma per un risarcimento di sei centesimi). 
Non è romantico né divertente.
E' cringe e fa schifo.
Robert Redford dal canto suo è un noioso e bitorzoluto palo in culo che da sbronzo e paXXerello risulta rigido e forzato quanto nel resto del film, ma a confronto della co-protagonista è oro, e per avere il suo vero lieto fine avrebbe dovuto prendere la porta, scappare il più lontano possibile e cominciare una nuova vita con la ballerina albanese del ristorante.
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Nonostante il film abbondi di rimandi sessuali pruriginosetti almeno per l'epoca (durante la luna di miele al Plaza un facchino farà riferimento al fatto che non hanno mai lasciato la stanza, lei gli fa un balletto in reggiseno in una casa di New York a febbraio col termo spento e il lucernario spaccato, all'anima del bollore, e in più si toccano e baciano in continuazione; per non parlare di chiappe e cosce dell'attrice in bella mostra in più occasioni) tra i due non scatta mai la scintilla, non sono sexy né complici nemmeno nei periodi buoni tanto che viene da chiedersi perché diamine si siano sposati per cominciare, e perché dovrebbero tornare insieme per finire.
Persino tra Ethel e Vincent c'è più sintonia.
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Non manca nemmeno il momento Vanzina.
Questo film ha proprio tutto...

Segue un breve elenco di esempi dell'irresistibile umorismo senza tempo del film:

Alla sua prima entrata in scena Ethel rompe il cazzo alla figlia e al genero perché la loro prima casa è piccola, al quinto piano di un appartamento senza ascensore e non è ancora pulita e arredata nonostante Corie sia lì da massimo mezz'ora.
Roba che o sei Supergirl o è normale trovare caos.
Corie prova a giustificarsi con la genitrice: i mobili devono ancora arrivare, è il tocco della sposa a rendere accogliente qualsiasi appartamento... Sull'onda dell'entusiasmo le descrive anche qualche idea che le è venuta in mente per sistemare l'ambiente ma naturalmente per la madre sta già sbagliando.

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C'è una "gag" ricorrente in cui visto che a Greenwich Place manca l'ascensore e i protagonisti vivono all'ultimo piano vediamo una schiera di personaggi entrano in scena sull'orlo del collasso polmonare (in una scena addirittura Ethel deve essere portata in braccio dal genero tipo Cristo tolto dalla croce), compresa la donna con le natiche d'acciaio Jane Fonda e un giovane e baldanzoso Redford. 
Avranno 20 anni e sono 5 rampe di scale, qual è il problema della gente a New York? 

Molestie sessuali

 Coppie gay dal sesso indefinito

Ristorante etnico demmerda sporco e promiscuo

Ad aggiungere eleganza, una vecchia che ruzzola giù per le scale
A piedi nudi nel parco Corie Paul Jane Fonda Robert Redford recensione
Manca giusto Tafazzi che si flagella le parti intime e la magia è al completo.

*

IN CONCLUSIONE...
A piedi nudi nel parco è una commedia leggera che dura 1:40 e mi son sembrate 30 tra una trama forzata e poco avvincente, personaggi insopportabili, gag invecchiate male e moraline borghesi del cazzo invecchiate peggio. 
Si salva però il reparto visivo: il film è infatti un tripudio di colori e stile tipicamente Anni '60, quindi chi è appassionato di moda di quel periodo o di storia contemporanea si può divertire a fare un viaggio indietro nel tempo tra motivi geometrici e cappottini alla Jacqueline Kennedy. 
A piedi nudi nel parco Corie Paul Jane Fonda Robert Redford recensione
Qui le cose si stanno facendo pepate,
la collera sta montando
e tra i due appare un canovaccio
di colore rosso scarlatto.
Si noti anche che è sempre Corie a
spiccare con la sua vestaglia celeste.
Al di là del fattore storico il film è esteticamente una gioia per gli occhi, con un'attenzione continua e studiata al millimetro verso i colori di ogni singola scena.
Tutto è organizzato per contrasti o in palettes coordinate: Corie spicca sempre sullo sfondo a simboleggiarne la vivacità (tranne che alla fine della pellicola, quando ha messo la testa a posto, sta perdendo la sua unicità e quasi sembra mimetizzarsi con la moquette), veste sempre in modo che l'occhio cada sempre su di lei ed è in contrasto perenne con il marito. 
Colorata lei, spento e imbolsito lui.
Anche Ethel al suo primo appuntamento con Victor sfoggia un bel vestito viola: meno appariscente del bell'abito rosa della figlia ma posizionato sullo stesso spettro di colore: forse vogliono darci a intendere che anche la madre da giovane fosse paXXerella come la figlia e che poi abbia messo la testa a posto seguendo il suo stesso consiglio? Possibile.
Tutto bello insomma, ma se volessi vedere un bel quadretto sfoglierei un libro di Ajwazowskij.
A piedi nudi nel parco Corie Paul Jane Fonda Robert Redford recensione

Giudizio finale:

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