martedì 6 ottobre 2020

[Recensione] ENOLA HOLMES (2020)

Enola Holmes (2020)
Titolo originale:
Enola Holmes
Anno: 2020
Regia: Harry Bradbeer
Sceneggiatura: Jack Thorne
Soggetto: Nancy Springer
Cast: Millie Bobby Brown, Sam Claflin, Henry Cavill, Louis Partridge, Helena Bonham Carter

Premesse:
Da grande appassionata delle avventure di Sherlock Holmes nel corso degli anni "ne ho vedute tante da raccontar", come cantavano i corvi di Dumbo: ho visto serial che grazie al facciotto di Basil Rathbone hanno dato alla luce uno Sherlock più sofisticato e ci hanno donato l'iconografia del cappello da caccia e della mantellina da vecchia infreddolita, versioni con una sfacciatissima bromance gay (per la regia di Guy Ritchie), versioni animate (Basil l'investigatopo, Il fiuto di Sherlock Holmes) film ironici e parodistici che ne decostruiscono il mito (Senza Indizio, Il fratello più furbo di Sherlock Holmes), versioni contemporanee con Watson donna orientale e uno Sherlock americano che a una certa si crede Austin Powers e si scopa due svedesi (Elementary), e quella con la bromance gay tra Sherlock e Moriarty in cui una sorella c'è, ma molto meno carina e di nome fa Eurus (Sherlock); persino un medical drama in cui il nostro infallibile detective dipana misteri in corsia e ha una dipendenza dal Vicodin invece che dalla cocaina (House MD). A questo punto mancava solo il film con la sorella minore e più bella intelligente affascinante simpaticaⓒ di Sherlock Holmes, in effetti.

Enola Holmes copertina libro
Enola Holmes è tratto dalla saga The Enola Holmes Mysteries, una saga di romanzi gialli per ragazzi scritti dall'autrice americana Nancy Springer tra il 2006 e il 2010 che hanno come protagonista per l'appunto la giovane Enola, sorella minore dei più famosi Sherlock e Mycroft Holmes, qui relegati al ruolo di misogini coglioni. 
La serie ruota intorno alle disavventure e alle indagini della sedicenne Enola, il cui destino dopo la scomparsa della madre sembra essere quello di essere spedita dai fratelli in una scuola di buone maniere perché impari a comportarsi da signorina ammodo. Ma Enola è troppo furba e pawah per farsi dire cosa fare da una qualsiasi coppia di penemuniti e fuggita a Londra intraprende la carriera di investigatrice privata clandestina mentre sfugge ai tentativi dei fratelli di riacciuffarla. Le basi su cui regge il film sono più o meno le stesse.
Compresi i misogini coglioni.

Ora, so che il film è dichiaratamente per ragazzi e certe ingenuità di caratterizzazione (la protagonista pawah che riesce ad essere una super investigatrice perché ha studiato la storia storia e le esplosioni con mamma, o lo Sherlock affettuoso a caso nonostante non la veda da una vita e, beh, sia Sherlock...) io le posso tranquillamente far passare e addirittura gradirle, dal momento che non sono una di quelle persone fissate con le caratterizzazioni originali a tutti i costi, ma il fatto che l'opera sia per adolescenti non giustifica le cazzate.
Detto questo...

DUE RIGHE DI TRAMA
Enola Holmes (Millie Bobby Brown) ha perso il padre in tenera età.
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
I fratelli maggiori Mycroft (
Sam Claflin) e Sherlock (Henry Cavill) hanno ben presto abbandonato la casa di famiglia, lasciando la giovane Enola sola con la madre Eudoria (Elena Bonham Carter), che l'ha educata in maniera decisamente poco in linea per l'epoca iniziandola alla lettura di trattati femministi e scientifici, alla lotta e ai giochi di strategia per fare di lei una donna forte e intelligente, decisamente fuori contesto in epoca vittoriana.
La sua vita a Femdell Hall scorre serena fino al luglio del 1884, quando il giorno del suo sedicesimo compleanno la madre scompare misteriosamente, lasciandole solo uno strano biglietto, un manuale sul linguaggio dei fiori e un cifrario. A inizio film la vediamo pedalare a rotta di collo in direzione della stazione, per accogliere i due fratelli da cui spera di ricevere aiuto per ritrovare la desaparecida. 
Le cose però non vanno esattamente come sperava.
Recensione film Enola Holmes Sherlock
Mycroft, suo tutore legale, si rivela ben presto una persona estremamente chiusa e misogina, con idee molto chiare sul posto riservato alle donne della società e poco propenso a sporcare il buon nome della famiglia Holmes a causa della sua sorella ribellina: la sua intenzione è spedirla in una scuola di buone maniere gestito da una sua vecchia amica, Miss Harrison (Fiona Shaw), il prototipo della zitella vittoriana repressa con un pilone ficcato su per il culo. Sherlock, che dopo anni di assenza totale sembra già inspiegabilmente affezionato alla sorellina (forse perchè Mycroft sopperisce alla quota-testa-di-cazzo per entrambi), non sembra altrettanto entusiasta dell'idea ma può fare ben poco a riguardo.
Quella stessa notte Enola riesce a decifrare gli indizi lasciati da sua madre e trova del denaro nascosto dietro un dipinto: è quello che le serve per travestirsi da ragazzo usando i vecchi abiti di Sherlock, lasciare Femdell Hall e cercare di ritrovare lei stessa la madre, evitando in questo modo il collegio.
Recensione film Enola Holmes Sherlock
Sul treno Enola incontra un ragazzo, il visconte Tewkesbury (
Louis Partridge), giovane marchese di Basilweather in fuga per la libertà da una famiglia soffocante che lo vorrebbe a intraprendere la carriera militare invece che a prendere il suo posto alla Camera dei Lord come il suo defunto padre, e in fuga per la vita da un cliché di un cattivo con la bombetta e la faccia da stronzo di nome Linthorn (Burn Gornam). I due fuggono insieme e si recano a Londra, dove le loro strade si dividono dal momento che Enola, in soldoni, non ha intenzione di farsi coinvolgere più di tanto dagli psicodrammi di un ragazzo ricco.
Almeno finché Linthorn non cerca di ucciderla.
A quel punto lei decide di lasciar perdere le ricerche della madre (che ha scoperto essere coinvolta in un giro di inutili suffragette bombarole) e di ritrovare Tewkesbury perché capisce che il ragazzo è davvero in pericolo e ha bisogno del suo aiuto. Perché aver visto Linthorn che al loro primo incontro aveva cercato di buttarlo da un treno in corsa evidentemente non è bastato alla Holmes più intelligente della famiglia. Quello di Enola non è solo un'indagine ricca di colpi di scena anche carini, a misura di giallo per ragazzi, che la porterà a guadagnarsi la stima del fratello Sherlock e a salvare la democrazia inglese (poi ci arriviamo), ma soprattutto un viaggio attraverso l'autoconsapevolezza, un cammino che aiuterà la ragazza a comprendere chi sia e quale cammino sia destinata a intraprendere, in autonomia.
Perché Enola al contrario si legge Alone, e da sola dovrà decidere della sua vita...
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
Come sono ribellina che mi vesto una volta da uomo e una da vedova.
Qua si abbattono barriere a colazione e a pranzo si rovescia lo status quo, proprio...
IMPRESSIONI SPARSE
In quanto opera tratta da una serie Young Adult e dichiaratamente rivolta a un pubblico di giovani, sarebbe eccessivo pretendere da questa pellicola grandi finezze, colpi di scena incredibili o sottigliezze legate al mondo letterario di Sir Arthur Conan Doyle.
Infatti non ne troveremo, tranquilli.
Enola Holmes è un'avventura semplice e abbastanza godibile anche se si è fuori target, con una protagonista decisamente non originale nella resa, che abusa decisamente troppo della rottura della quarta parete per i miei gusti ma in cui molte giovani spettatrici possono rivedersi: una giovane donna il cui scopo è tener fede al proprio nome e bastare a se stessa (messaggio non da poco in un'offerta YA in cui sembra che non si possa rimanere soli a fine pellicola/romanzo ed essere felici e soddisfatte della propria compagnia), trovare il proprio posto in un mondo che vorrebbe le donne curiose e intelligenti come lei alla mercé degli adulti come Mycroft e Miss Harrison. Non dobbiamo nemmeno scomodare l'Inghilterra vittoriana per avere di fronte un quadro così squallido di sessismo e indottrinamento sociale, basta andare in un negozio di giocattoli e comprare una Barbie a un maschietto.
Certo, al di là del bel messaggio di fondo non mi sarebbe dispiaciuto per una volta riuscire a non ritrovarmi davanti il cliché figlio di una sceneggiatura pigra della giovane donna pawah che per sembrare più intelligente viene circondata da deficienti. E a questo giro la cosa risulta più disturbante del solito dal momento che i deficienti in questione sarebbero Sherlock e Mycroft Holmes, le due menti più geniali d'Inghilterra (se non del mondo).
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
La zoccola morta spettinata sotto al naso di Mycroft mi riporta ai bei vecchi tempi di Thewlis in Wonder Woman...
Fin dal loro arrivo in stazione qualcosa non quadra: lei è lì ad accoglierli e loro le passano letteralmente di fianco senza riconoscerla finché non è lei a chiamarli per nome. Per quanto non vedano la sorella da diverso tempo, 14 anni o giù di lì, parliamo comunque del più grande detective del mondo (con tanto di articoli di giornale a dimostrarlo, anche se in assenza del suo biografo Watson viene da chiedersi come minchia sia comparso sui giornali) e dell'uomo che nei romanzi tiene letteralmente per i coglioni il paese: due menti così dovrebbero riconoscere senza nemmeno bisogno di scendere dal treno la figlia della loro desaparecida madre.
Le somiglierà in qualcosa.
Avrà qualche comportamento in comune con lei.
E il fatto che gli stia davanti come una rincoglionita e li fissi da mezz'ora dovrebbe comunque fargli suonare un campanello anche se magari non la aspettavano in stazione. Invece no, che divertente, Sherlock è stupido (nel caso di Mycroft voglio darla comunque per buona dal momento che il film lo ribadisce a più riprese che è molto meno sveglio di Sherlock. Mycroft meno sveglio di Sherlock. Ci tengo a ribadirlo, voglio che sedimenti dentro di me come il calcare nel doccino).

Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
"Cos'è questa?"
"Ci colpisco le bestie come quella
roba morta che ti spunta dal naso..."
"Come?"
"... Una racchetta, zi'."
Passano i minuti e la situazione non migliora: dopo aver chiesto a più riprese e 
con la compostezza di una Cenerentola a mezzanotte una carrozza che Enola avrebbe dovuto procurargli (e in effetti a difesa di Mycroft non sarebbe stata un'idea cretina affittare una carrozza o perlomeno chiamarne una lì nel caso Enola non avesse avuto denaro con sé: pensava di farli salire tutti e due sulla bici tipo acrobati cinesi?), Mycroft arriva a Femdell Hall dove si rivela non solo stupido e fighina, ma anche misogino.
Infatti scopre che la sorella legge, by jove!, femminismo, e una racchetta da tennis poggiata su uno scrittoio impolverato sembra turbarlo particolarmente. Non ti manca proprio niente, Mycroft.

Qui occorre spezzare una (mezza) lancia a favore di Mycroft il mycragnoso, che sbrocca perché i soldi che ha dato alla madre per quattordici (14) anni per il mantenimento e l'educazione della sorella sono stati buttati nel cesso, rendendo necessaria una scuola di correzione per fare di Enola una lady degna degli Holmes.
Non ha manco tutti i torti, per quanto Enola dica di essere stata cresciuta benissimo le idee di Mycroft in merito erano chiare e i soldi ce li ha messi lui, la madre lo ha preso ben bene per i fondelli.
Di contro, anche se la collera è comprensibile, se investi del denaro e non controlli come procede il tuo investimento solo perché tua madre ti ha chiesto 14 anni di privacy (e questo non ti ha insospettito nemmeno un po'?), per dirla fine un po' ti devi attaccare al cazzo.

Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
🎵 Dona indizi al tuo Sherlock
O stanza abbondante, o stanza abbondante
Wo-oh ooooooh 🎵
A questo punto Sherlock deve ricordare allo spettatore che è Sherlock e non uno stronzo qualunque che s'è accodato, quindi una volta entrato nello studio di Eudoria col fratello spara a caso qualche deduzione sul fatto che la madre non sia stata rapita ma abbia deciso deliberatamente di far sparire le sue tracce: tutto bello, peccato che mentre ci fa vedere quanto sia figo perché ha capito che la madre aveva intenzione di andarsene perché non si è premurata di sostituire il materiale artistico una volta terminato passi letteralmente a un paio di metri da quello che si rivelerà essere il nascondiglio dei soldi di Enola e non si accorga di nulla.
Sherlock che non coglie qualcosa di fuori posto.
Però ci arriva dopo la sedicenne.

Potrei continuare all'infinito ma a questo punto credo che il discorso sia chiaro. Ora, io capisco che se avessero dovuto mantenere le caratterizzazioni originali per battere in astuzia Sherlock e Mycroft Enola avrebbe dovuto essere minimo L di Death Note, ma a questa gente gliel'ha ordinato il dottore di creare una protagonista che dovesse battere due menti geniali proprio nel campo di deduzioni, schiaffi in muso (più o meno) e della risoluzione di misteri al punto da dover rendere i fratelli due fessi
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
Fare buon uso degli ANNI trascorsi
ad allenarsi nelle arti marziali:
aggrapparsi al killer come una scimmia
a un banano e strillare forte.
Enola non poteva, per dire, sfuggire al fratello grazie a conoscenze in cui Sherlock non eccelle come la storia, l'astronomia o la botanica (qui citata a più riprese ma a cazzo di cane)? Non poteva, a differenza di certe caratterizzazioni del personaggio di Sherlock, essere piena zeppa di senso comune o di contro pensare talmente fuori dagli schemi da diventare imprendibile per menti logiche come i due fratelli Holmes? Non potevano farle percorrere una strada che fosse davvero sua invece di farle fare a gara a chi piscia più lontano con degli uomini Holmes a cui, metaforicamente parlando, hanno legato le mani dietro la schiena per non fargli prendere la mira?
Insomma, è davvero necessario tutte le volte scadere in cliché tanto pigri e stronzi a scapito dei personaggi secondari per portare su schermo un personaggio che vorrebbe essere nelle intenzioni forte e pieno di risorse ma alla fine dei giochi si rivela una macchietta?

Parentesi sul fronte CASTING: se ho odiato da morire le continue faccette della Bobby Brown rivolte direttamente alla camera (anche meno, regia, anche meno) e le ancor più parodistiche faccette contignose di Mycroft nel ruolo di linea comica malvagia, e in parte anche la Bonham Carter che ripropone lo stesso identico personaggio da 10 anni, non posso nascondere di aver trovato adorabile lo Sherlock di Cavill: che il nostro pompatissimo nerdacchione di quartiere sia stato chiamato a interpretare Sherlock dal punto di vista fisico non mi ha turbata, anzi: al di là del fatto che gli abiti vittoriani nascondono abbastanza bene il suo fisico, nei libri di Conan Doyle (ed è una cosa che viene qui ribadita) Sherlock è molto bravo nella boxe, nella lotta col bastone e come spadaccino, quindi che non sia rachitico non è un'idea così astrusa. E il fatto che qui per ovvi motivi non si faccia cenno all'uso di cocaina, direi che un corpo sano e ben allenato lo trovo in linea con l'idea del personaggio in questo film.
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
Sul fronte caratteriale
, tenendo in conto non il materiale originale che lo vedrebbe come un tipo emozionalmente stitico specie sul fronte familiare (con Mycroft a malapena si parlano a differenza di quanto non accada qui) ma solo quanto visto nel film, non trovo implausibile il suo rapporto impacciato ma affettuoso e incoraggiante con Enola dopo 14 anni di totale disinteresse. Voglio pensare che in questo universo in cui non esiste un Watson Sherlock sia in cerca di un amico, o per meglio dire una persona verso cui avvertire una sorta di sintonia intellettuale, e visto che in questo universo Mycroft è stupido come il culo di una gallina è verso Enola, intelligente quanto e più di lui e come lui lanciata sulla via dell'investigazione, che la sente da quando entra in casa sua e vede che tipo di donna sia diventata. 
Del resto Sherlock pur misogino quanto questo Mycroft non è mai stato indifferente al fascino delle donne straordinarie, Irene Adler insegna.

Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
C'è tanta di quell'ambiguità sessuale
in questi due che hanno chiamato
Achille e Patroclo
chiedendo di farla più etero.
Adoro.
Tra Sherlock e Enola a una certa arriva ad esserci una chimica che manca persino nei confronti dell'interesse "amoroso"
della protagonista, quello che tutte erano convinte sarebbe diventato il suo filarino entro la fine della pellicola (e per quel che mi riguarda, sono piacevolmente sorpresa che non lo sia stato), vale a dire il Lord androgino amante dei fiori Lord 
Tewkesbury. E che fosse voluto, un caso all'interno di una sceneggiatura fatta con il culo (una in cui il piano geniale per evadere da una scuola di buone maniere è farsi chiudere nell'ufficio della direttrice dentro un baule per poi fuggire chissà come, o in cui un tipello rachitico sfugge alla morte riuscendo a ficcarsi sotto la camicia il torace di un'armatura senza far rumore e senza che da sopra i vestiti si vedesse nulla) o una semplice conseguenza dell'inesperienza degli attori, ritengo che l'impaccio tra loro (e la separazione finale) rientri alla perfezione nel messaggio di fondo della pellicola. 
Se il punto era che Enola trovasse se stessa e una strada che non fosse tracciata né dai fratelli né da sua madre, affiancarle un interesse amoroso sarebbe stato becero fanservice del cazzo.
Invece i due si separano, com'è giusto che sia.
E tanto per cambiare, a questo giro è lui a piangere vedendola andar via.
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
La parte più debole dell'impalcatura è invece proprio sul fronte del messaggio femminista che non è né particolarmente originale né brilla per coerenza di fondo.
Per dirla semplice: è la solita pecionata fatta a culo.
Ora, intendiamoci, il leit-motiv della protagonista "come noi" diversa e modernissima oppressa da un mondo di uomini (anche a lei vicini) che vorrebbero decidere della sua vita "per il suo bene" possono ripropormelo anche mille volte in un prodotto destinato ai ragazzi, apprezzerò SEMPRE che si cerchi di far aprire gli occhi ai giovani su un sistema di condizionamento sociale che spinge le ragazze a conformarsi a certi modelli di subalternità.

*Ma...*
 E' sempre troppo comodo relegare questa oppressione maschilista a un passato che ora non c'è più e in cui questa subalternità femminile si tagliava con l'accetta come l'Inghilterra vittoriana, per farla sembrare più lontana di quanto in realtà non sia.
Perché l'odio per i corsetti lo capiamo tutti, ma perché le ragazze non vogliano essere obbligate a indossare una divisa con la gonna è più difficile. 

Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
 E' altresì comodo rendere Mycroft, l'oppressore di Enola, quello che potrebbe tranquillamente rovinarle la vita relegandola a un destino infame di matrimonio e maternità incurante dei suoi desideri (e a questo proposito sarebbe stato interessante sapere di più del matrimonio di Eudoria con Holmes Senior, viste le idee abbastanza rigide della signora sull'altro sesso) la linea comica, ridicolizzando il problema: se chi ti incatena a un destino "da donna" è un deficiente che fa le faccette da stronzo con una zoccola morta sotto al naso la cosa fa più ridere che riflettere sugli sforzi affrontati da Enola per sfuggire al suo destino.

Tutto il film sembra poi mirato a ridicolizzare e sminuire le stesse battaglie femministe di cui apparentemente sembrerebbe farsi sostenitore con la sua protagonista pawah che in chiusa sulla sua biciclettina invita tuttE a riprenderci il futuro (e quasi stira una comparsa):

Recensione film Enola Holmes Edith
 Nello stesso film in cui mi inserisci suffragiste giunte a un tale stato di frustrazione nel sentirsi considerate cittadine di serie B da ponderare l'uso di metodi violenti per farsi ascoltare non ci puoi ficcare la cazzo di nera maestra di arti marziali in una palestra clandestina riservata alle donne (Edith, interpretata da Susan Wokoma).
Personaggio che, quando te sbagli, a una certa armata di teiera mortale farà la predica femminista nientemeno che a Sherlock: e io dovrei prendere seriamente una donna di colore di età vittoriana che mette a tacere con la forza dei suoi proclami un uomo bianco etero e di ceto sociale benestante, per quanto eventualmente simpatizzante possa essere nei confronti della tua causa.

 Sempre nello stesso film in cui fai vedere donne così disperate da allenarsi in segreto nelle arti marziali (che serviranno solo a creare dei simpatici siparietti in cui Enola le busca a caso, comunque) e nascondere esplosivi nei docks, e persone che per mantenere lo status quo arrivano a far del male a membri della loro stessa famiglia non fai finire la storia a tarallucci e vino, con Enola che trova il Lord buono il cui voto è determinante per l'aumento del suffragio, quindi alla fine nei film con le protagoniste femminili pawah basta comunque parlarsi e comprendersi a vicenda come in un qualsiasi film Disney per ottenere quello che si vuole, non serve usare la violenza.
Ma andate a fanculo, andate...

 E in conclusione, se fai ruotare tutto il tuo film intorno al femminismo e non al classismo non ambienti la tua storia nel 1884 facendo passare come un happy ending per la causa il Third Reform Act, che estese sì il suffragio, ma ai proprietari rurali. In pratica grazie al voto del nostro androgino amico degli umili in Inghilterra restarono fuori comunque il 40% dei maschi adulti e tutte le donne. Le basi, cazzo.
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
Camera dei Lord in stallo per il voto: in pratica la trama di Il santo soglio con Nino Manfredi nel ruolo del cardinale scureggione.
IN CONCLUSIONE...
Enola Holmes è un film a misura del suo target che funziona finché non vuole spacciarsi per una bandiera di femminismo e sensibilità razziale: pur presentando una protagonista che nel canon conandoyliano non esiste e caratterizzazioni decisamente paXXerelle e tagliate con l'accetta non tutto è da buttare, tra tutti lo Sherlock di Henry Cavill, sempre adorabile.
Recensione film Enola Holmes Sherlock Mycroft
Come film a sé si presenta abbastanza confusionario e stronzo anche se ho trovato molto divertenti le parti animate digitalmente che mi hanno riportata un po' ai tempi di Unfortunate events e la carrozza senza cavalli di Miss Harrison, che dava quell'aria un po' steampunk al tutto.
Gli espedienti forzati per far avanzare la trama e lungaggini evitabili nonostante i 123 minuti di durata abbondano (specie sul finale), e il fatto di essere un prodotto per ragazzi non li giustifica. 
Eccessiva dose di chiuse sul finale: l'addio a Tewkesbury, alla madre e ai fratelli tutto di fila sono stati una discreta martellata nei coglioni, e qualcuno mi spieghi perché a fine storia Eudoria è ancora in fuga se le suffragiste karateke non hanno sparato nemmeno un tric-e-trac. 

Al film però non perdonerò mai di non aver messo Watson ma di aver inserito un coglionazzo indiano a interpretare Lestrade (Adeel Akhtar) nel ruolo di galoppino deficiente di Mycroft, che è a sua volta un deficiente.
Una defiception, insomma.

Giudizio finale:
"Dal grottesco all’orrore non c’è che un passo."
E di passi Mycroft ne ha fatti tanti da coprire i chilometri di una maratona.

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