venerdì 9 ottobre 2020

[Recensione] IL SIGNORE E LA SIGNORA SMITH (1941)

Titolo originale:
 Mr. & Mrs. Smith
Anno: 1941
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto e sceneggiatura: Norman Krasna
Cast: Carole Lombard, Robert Montgomery, Gene Raymond

Premesse:
No, non avete le traveggole e non si tratta di un caso di omonimia, il regista di questa screwball comedy (in italiano tradotto con commedia sofisticata, genere particolarmente in voga negli States tra gli Anni '30 e gli Anni '40) è nientemeno che il re della suspense Alfred Hitchcock. E sempre no, non aspettatevi che entro la fine di questa pellicola qualcuno ci lasci le penne (anche se il personaggio interpretato da Gene Raymond ci va vicino) o che i coniugi Smith a una certa si sparino addosso come Angelina Jolie e Brad Pitt nell'omonimo film del 2005.

Fu proprio Carole Lombard, al suo ritorno al genere commedia dopo un pugno di film più seriosi che l'avevano tenuta impegnata dal 1939 (Ritorna l'amore e Non puoi impedirmi d'amare di John Cromwell, Angeli della notte di George Stevens e Non desiderare la donna d'altri di Garson Kanin), a volere Hitchcock (di cui era amica ed estimatrice) a dirigere questo film più paXXerello, e la scelta non è poi così peregrina dal momento che, per rubare le parole a Truffaut:
"Voi [Americani] lo chiamate Hitch. In Francia lo chiamiamo monsieur Hitchcock. In America lo rispettate perché gira scene romantiche come se fossero scene di omicidio. Noi lo rispettiamo perché gira scene di omicidio come fossero scene d'amore."
Amore e morte dunque sono tratti distintivi del regista, ma anche quel pizzico di commedia farsesca inserito nei contesti più tragici a stemperare la tensione e a strappare un sorriso amaro.
A produrre il film su desiderio dell'attrice, innamoratasi perdutamente della sceneggiatura di Krasna, è David O. Selznick della RKO, storico produttore che ha permesso la nascita di robetta del calibro di Via col Vento, Notorius e Rebecca (primo film di Hitchcock a Hollywood e vincitore del premio Oscar come miglior film del 1940).
Selznick avrebbe voluto Cary Grant (già recentemente a fianco della Lombard in Non puoi impedirmi d'amare, e che lavorerà subito dopo questo film nella successiva fatica di Hitchcock, Il sospetto) a interpretare il protagonista maschile, ma suoi impegni improrogabili hanno costretto la produzione a ripiegare su quel faccino più alla buona di Robert Montgomery, all'epoca "proprietà" della MGM (curiosità: il buon Robert è anche il papà di Elizabeth Montgomery, Samantha di Vita da Strega).
Sarà il penultimo film per la Lombard prima della sua tragica scomparsa nel 1942.
DUE RIGHE DI TRAMA
La telecamera ci accompagna in una stanza elegante ma in cui regna il caos più sovrano: su un pavimento costellato di panni sporchi e piatti luridi un uomo sbarbato in vestaglia e pigiama (David Smith, interpretato da Robert Montgomery) sta facendo un solitario con la sigaretta tra le labbra mentre una donna sta rigirandosi pigramente tra le lenzuola.
Il mistero è presto svelato: David e la moglie Ann (Carole Lombard) hanno litigato per l'ennesima volta e come da accordi matrimoniali (una serie di regole molto rigide stabilite da Ann per non rendere il loro matrimonio stantio e frustrante come quello degli altri e mantenere una complicità, rispetto e sincerità di fondo) sono impossibilitati ad uscire dalla camera da letto fino alla riconciliazione: ma sono già passati 3 giorni e le cameriere cominciano ad essere a corto di piatti e bicchieri (anche se il loro record è 8 giorni, per cui non c'è ancora nulla di cui preoccuparsi)!
Se riappacificarsi è relativamente semplice, lo è altrettanto tornare a litigare, dandoci la misura della santa pazienza di David ma anche della sua tendenza masochistica a rispondere di pancia a domande come: "Se dovessi farlo di nuovo, mi risposeresti?", pensando che quando lei gli chieda sincerità chieda veramente tutta questa sincerità.
Grave, se di mestiere fai l'avvocato.
"Ti sei offesa?"
"No no, merda, per niente..."

"Onestamente no. Non che vorrei essere sposato con un'altra, ma quando uno si sposa perde un po' di libertà, di indipendenza, e se dovessi rifarlo credo che resterei scapolo."
Lei la prende bene.
"Se vuoi la tua libertà non sarò certo io la moglie che si aggrappa ai pantaloni del marito."
Il karma a questo punto sembra metterci lo zampino perché una volta convinta la moglie che stava solo rispondendo ipoteticamente a una domanda ipotetica e riuscito ad andare a lavoro si presenta in ufficio un certo signor Beaver con una notizia sconvolgente: per un disguido burocratico la loro licenza matrimoniale "è fuorilegge", e il loro matrimonio non è tecnicamente valido quindi sarebbe il caso di risposarsi per evitare problemi legali in futuro.
David, molto divertito, la vede come l'occasione per rinnovare i voti nuziali con la donna che ama e in un impeto di romanticismo invita la non più moglie al Mamma Lucia, un piccolo ristorante italiano che frequentavano nel periodo di fidanzamento: la sua intenzione è quella di farle una nuova proposta a sorpresa. Che dolcino!
Lei, che riceve la visita dello stesso signor Beaver, suo compaesano, una volta venuta a conoscenza della storia intuisce immediatamente le intenzioni onorevoli di David (perché "per quale altro motivo dovrebbe portarla a cena al Mamma Lucia?") e per ricreare ancor più l'atmosfera da fidanzatini decide di indossare il bolerino che portava il giorno delle nozze (facendoci intuire che il loro matrimonio nel 1937 non sia stato ponderato o celebrato in pompa magna).
Ma il tempo è implacabile con "i vestiti che si restringono stando negli armadi".
Al Mamma Lucia però le cose sono parecchio cambiate e il locale ha smesso di essere quel romantico nido d'amore che usavano frequentare: il locale è sporco, il cibo immangiabile, e c'è un gatto che sale sui tavoli ad assaggiare le pietanze dei clienti. Niente va come dovrebbe, e questo distoglie David dal confessare ad Ann il disguido burocratico e a farle una seconda proposta di matrimonio (oppure fin dall'inizio non aveva nessuna intenzione di farle la proposta ma di vivere per qualche giorno la vita del fidanzatino innamorato, vai a sapere, non viene spiegato). Lei la prende bene quasi quanto sua madre, che le telefona al ristorante in lacrime per chiederle se David abbia intenzione di attentare alla sua virtù.
Viene da chiedersi quale virtù sia rimasta da preservare in 3 anni di matrimonio, ma diamola per buona, per amor di trama. 
A casa le cose peggiorano in un modo agli occhi di oggi decisamente irritante e sopra le righe quando David (orrore, visto che è il marito da 3 anni e chissà quante volte sarà successo!) sembra intenzionato a passare una romantica serata d'amore "nel peccato", cosa che sembra ringalluzzirlo molto in effetti, e Ann con la consueta calma e compostezza gli rivela di essere a conoscenza del disguido burocratico che non li rende tecnicamente marito e moglie e di non essere intenzionata a cedere senza un anello al dito.
Poi lo caccia da casa.
Prima matrimonio poi consumonio...
Altrimenti va tutto a putonio
e ti spacco la boccia col vino sul moquettonio.
Dopo la notte trascorsa a raffreddare i pensieri David nonostante quanto affermato la mattina precedente sarebbe più che disposto a riparare all'errore commesso e a chiedere a Ann di sposarlo subito per renderla nuovamente la signora Smith, ma lei per qualche motivo noto solo al suo cervello nel corso della notte ha smesso di volere un matrimonio che la renda di nuovo donna onorata a tempo record e ha deciso che quello che serve a David Smith e a Ann Krausheimer è spazio.
Tutto lavoro e niente Ann rendono
David pazzo furioso.

In un crescendo di finto drama cringe e fraintendimenti, Ann 
non solo cercherà di rendersi indipendente dal signor Smith trovando lavoro come commessa di grandi magazzini (in barba al fatto che per la crisi occupazionale del tempo si prediligesse di dar lavoro alle donne nubili, cosa che la porterà ad essere licenziata a tempo record non appena scoperto l'inghippo), ma inizierà a frequentare un altro uomo. 
E non un uomo qualsiasi ma Jefferson Custer (Gene Raymond), migliore amico e collega di David, il quale inizialmente aveva cercato di fare da paciere tra i due di modo che David tornasse a fare il suo lavoro con costanza ma fa in fretta a diventare l'ennesimo ignobile palo nel culo del povero David. E ok che Ann è un bel fighino e tutto ma perché prendersi tanta pena per una cacacazzi come lei lo sanno solo gli uomini degli anni '40.
David infatti invece di farsi un balletto gioioso per aver schivato un gigantesco proiettile indirizzato verso l'intestino crasso non ha intenzione di darsi per vinto e rinunciare alla donna che ama: nel tentativo di far ingelosire a sua volta Ann fingendo di flirtare con un'altra donna finisce col conoscere le sorellastre di Cenerentola, proprio mentre Ann si trova casualmente nello stesso club con Jeff. 
Pur di non farsi vedere da Ann in compagnia di una bionda volgare che non desterebbe in lei alcuna gelosia, Jeff si colpisce al naso da solo con l'intento di tornare a casa ma il piano gli si ritorce contro quando la bionda (che sarà volgare quanto si vuole ma è più gentile di quel gattino appeso alle palle di sua moglie) gli si butta addosso per fermare l'epistassi.
Ann e Jeff, dopo essere andati via di fronte allo spettacolo vergognoso offerto da David e dalla signorina bionda, hanno una disavventura al luna park: saliti su una giostra restano bloccati per ore a causa di un guasto, è notte, fa freddo e comincia anche a piovere. Andati a casa di lui per permettergli di indossare qualcosa di caldo, Jeff si dimostrerà il più squisito dei gentiluomini. Nonostante sia raffreddato di fronte a una signora indossa un altro smoking asciutto, e anche dopo due bicchieri di brandy (che Ann insiste per fargli bere, di modo che non si ammali) pur essendo visibilmente alticcio la sua più grande preoccupazione è non essere scortese nei suoi confronti (il tutto mentre lei continua a blaterare di David, David, David. David era un maiale, David mi ha rotto un vestito costoso mentre eravamo fidanzati, David non ha autocontrollo né buongusto.
Ma perché non te lo sposi David?
... Ah già.

Comunque, a questo punto è chiaro l'intento del film, ed è una cosa che agli occhi di uno spettatore moderno sensibile all'argomento risulta non solo incredibilmente invecchiato male ma anche fastidioso: dipingere Jeff come l'opposto di David mostrando il suo lato incredibilmente educato e galante, il buongusto con cui ha arredato il suo appartamento da scapolo, il fatto che sia astemio e molto vegetariano, o che anche da sbronzo non metta le mani addosso a una signora e il modo appropriato in cui in generale fa le cose (se, come si intuisce, Ann e David si sono sposati in fretta  furia in un municipio di campagna Jeff presenta la donna con cui si frequenta ai suoi genitori, che rimarranno inorriditi di fronte alla sua situazione sentimentale non chiarissima con David: perché spiegare le cose con poche parole chiare e chiarire la situazione in questi film è male) o si mette da parte nel momento in cui capisce di non essere lui l'uomo con cui vuole stare Ann non mira a mostrare un modello maschile ammodo e moderno ma al contrario, a mettere in buona luce il "vero uomo" David demascolinizzando il rivale.
E anche se Ann si mostra a parole entusiasta di avere a che fare con un vero gentiluomo, il messaggio è molto chiaro: Jeff non tuccerà mai il biscotto perché alle donne belle ed eleganti come la Lombard piacciono i bruti come David.
Come parentesi per gli amanti della moda, aggiungiamo un apprezzamento particolare anche da parte di chi come me a queste cose bada poco per il completo indossato dalla Lombard al suo appuntamento con Jeff, una giacca con gonna pantalone coordinata davvero d'impatto. 
Per i costumi di questo film bisogna ringraziare non una stronza qualsiasi ma la brava Irene (nome d'arte di Irene Lentz in Gibbons), famosa costumista dell'epoca che vestì star del calibro di Ginger Rogers, Joan Bennett e Ingrid Bergman

Ed è proprio lì che la pellicola andrà a parare, con Ann che alla fine di tutto questo irritante bailamme tornerà inevitabilmente con David perché Jeff è così poco maschio da non voler colpire il suo amico David con una lampada. "Toglierti il cappello in ascensore non ti rende uomo, è una cosa che si può insegnare anche a una scimmia!", gli dirà lei prima di capire che nella vita le serve la brutale passione di un David e non la gentilezza fighettina di un Jeff.
... Ma vaffanculo, va'!

IMPRESSIONI SPARSE
Il signore e la Signora Smith è un film invecchiato malino che appartiene a uno specifico sottogenere della commedia sofisticata, la Remarriage comedy: la trama di questa tipologia di pellicole che ruotano attorno alle seconde nozze prevede una coppia divorziata che si fa la sua vita per quell'oretta e mezza di leggerezza salvo poi tornare insieme a fine pellicola. In soldoni la remarriage era un modo di aggirare il codice Hays nel rispetto della morale del tempo: se infatti era vietato mostrare su schermo adulteri e comportamenti sconvenienti per una coppia sposata, per una coppia divorziata questi problemi non si presentavano. 
Un divorziato poteva tranquillamente flirtare con altre persone o "tradire" il partner prima dell'immancabile lieto fine. In questo film nello specifico non mancherebbe un elemento scandaloso aggiuntivo, ovvero il fatto che con una licenza di matrimonio non valida in pratica David e Ann abbiano convissuto e fatto l'amore per anni senza essere legalmente marito e moglie, ma si decide di glissare su tutto rendendolo un problema per Ann solo se David fa delle avances dopo la terribile cena romantica al Mamma Lucia.
Nemmeno alla fine sono ancora sposati ma paccano tranquillamente nella baita, rendendo di fatto il problema che ha dato origine a tutto il casino (il fatto  che Ann e sua madre non potessero sopportare di "vivere nel peccato") una forzatura stronza.

► Sostanzialmente il film è costruito su pretesti forzati e irritanti e problemi che vanno a ingigantirsi a valanga tipici delle commedie degli equivoci. Il problema di fondo che ha portato alla rottura tra Ann e David si fatica a capire quale sia, e onestamente penso si faticasse a capirlo anche negli anni '40 nonostante la mentalità fosse ovviamente diversa da quella odierna: Ann e David risultano comunque sposati, c'è un documento che lo attesta e lo ribadisce lo stesso signor Beaver che il problema è solo una formalità burocratica che potrebbe creare problemi in caso di morte dei coniugi o nascita di un figlio. Gli Smith figli non ne hanno e penso che nessuno dei due conti di morire entro breve. Quindi perché 'sto drama?
E' giusto che Ann se la prenda con David per averle nascosto una cosa tutto sommato importante perché lo ringalluzziva la fantasia di tornare fidanzatini, giusto che magari rimugini anche sul suo ipotetico desiderio di non risposarsi per non perdere la libertà da scapolo, ma dovrebbe finire lì: sono sposati da 3 anni, la sua virtù è bella che andata, lei e la madre dovrebbero essersela messa via a quel punto, senza fare le nobildonne alla Jane Austen. Per non parlare del fatto che dopo 3 anni di convivenza negli Stati Uniti degli anni '40 dovrebbe ancora vigere il matrimonio sui iuris*
Matrimonio sui iuris: conosciuto anche come matrimonio informale o Matrimonio di Diritto comune (Common law wedding), è il riconoscimento di uno status matrimoniale a una coppia anche in assenza di una cerimonia/licenza che ne attesti una registrazione formale.
Abolito in Inghilterra nel 1753 con il Lord Hardwicke's Act, permane nelle colonie americane fino alla fine del XX secolo, quando viene abolito o limitato dai singoli stati con specifici decreti.
Ma se vogliamo ignorare tutta questa logica deprimente e presumere che, semplicemente, Ann ci tenga a fare tutte le cose per bene da brava signorina e/o sia una maniaca del controllo disturbata, perché nel corso del film non vediamo più la madre (che pareva attaccata alle forme come e più di lei) e alla fine del film nemmeno alla protagonista importa più nulla del pretesto che li ha portati a quella'irritante situazione da disagiati?
Mistero...

► 
La pellicola però risulta interessante e pruriginosetta per la presenza di scene piuttosto scabrose per i canoni dell'epoca, come effusioni tra marito e moglie in un letto che sembra addirittura essere a due piazze, riferimenti a giarrettiere sventolate a una festa, rumori di sciacquone (sic!), David che si prepara ammodino in bagno prima di trascorrere una serata intima in compagnia della "sua" signora e che a fine pellicola si comincia a spogliare con chiari intenti romantici dopo aver immobilizzato una Ann che finge di fare la riottosa su una sedia con i suoi sci.

► Anche il contesto storico può risultare molto interessante da analizzare per lo spettatore contemporaneo: si pensi al primo matrimonio di David e Ann, fatto in fretta e furia in un piccolo municipio di campagna e la sposa che non aveva nemmeno un abito da sposa ma un semplice abito con bolero (abito che dopo soli 4 anni le va stretto, segno che la vita benestante le ha fatto guadagnare un paio di taglie in più). Il tono leggero del film impedisce di entrare nei dettagli ma è ovvio che sui primi appuntamenti dei protagonisti gravi lo spettro della Grande Depressione, da cui il paese ancora faticava a riprendersi nella seconda metà degli anni '30. Proprio come abbiamo visto attraverso il dialogo tra Sandro/Stanley (Spencer Tracy) ed Ellis (Joan Bennet) ne Il padre della sposa (1950), il matrimonio dei giovani è povero e poco memorabile quando fatto senza aiuto dei genitori, organizzato in fretta al prezzo di una licenza di 2 dollari (circa 37,50$ al cambio attuale).
Sempre figlia della Grande depressione è la politica di assunzione del Grande Magazzino in cui Ann trova lavoro, decisamente comune all'epoca: molti posti di lavoro infatti preferivano assumere donne nubili perché si dava per scontato che una donna maritata, potendo contare sul reddito del marito, non avesse bisogno di guadagnare altro denaro. Il che da un lato poteva avere una certa logica in periodi di crisi, per garantire a quante più persone possibile la dignità di un impiego, ma dall'altro lato di fatto incatenava la donna maritata alla dipendenza economica dal consorte, con tutte le conseguenze del caso (il problema in effetti nel film non si presenterà più e Ann non sembrerà avere problemi di denaro anche se David pareva intenzionato a non mantenerla più finché non fossero tornati insieme).
Nel corso della II Guerra mondiale, con molti uomini adulti impegnati sul fronte europeo, la richiesta di manodopera nelle fabbriche e negli uffici portò i datori di lavoro a non andare tanto per il sottile: single o maritate, le donne furono tutte benvenute a dare il loro contributo al sostegno economico del paese salvo poi venir rispedite a casa una volta tornati i solerti breadwinner.
Ma a questo giro le gentili pulzelle non se la sarebbero tenuta in saccoccia come in passato: rabbia e insoddisfazione sarebbero montate fino all'inizio degli Anni '60, quando le femministe della Seconda ondata cominciarono a pretendere un'eguaglianza di trattamento reale tra uomini e donne.
*Iriza per la cultura in pillole,
perché fatti non foste a viver di cinepanettoni e live action Disney*

► Come già detto, si tratta del primo e unico tentativo di Hitchcock di dirigere una commedia sentimentale, e il risultato è carino ma figlio del suo  tempo, abbastanza apprezzato dai contemporanei ma per i canoni odierni non brillante né memorabile.
Nella sua famosa intervista con Truffaut Hitchcock ripudia con eleganza questa sua parentesi leggerina, affermando (proprio lui!) di non averci messo molto del suo ma di non aver fatto altro che "seguire le indicazioni della sceneggiatura di Norman Krasna. Dal momento che fatico a comprendere il tipo di persone ritratte in questo film, tutto quello che ho fatto è stato mettere in scena le scene come erano scritte."
In difesa del buon Alfred, nessuno sano di mente riuscirebbe a comprendere le persone ritratte in questo film dal momento che non ce n'è uno coerente: a che serve che David faccia quella sparata sul fatto che non risposerebbe la moglie se per tutto il resto del film non fa altro che lottare per riconquistarla nonostante lei faccia di tutto per essere un'insopportabile palo nel culo? Perché Ann si mostra tanto spaventata e sconvolta dall'idea di vivere nel peccato se fino alla fine rifiuta di rimettere le cose a posto con una cocciutaggine rara? Perché (sempre) Ann sembra tanto convinta di aver creato regole per dar vita a un matrimonio durevole e ideale se stanno sempre a litigare o a scopare? E perché Jeff arriva al punto da rubare la moglie a uno dei suoi più cari amici se a fine film è disposto a rinunciarci tanto facilmente?
Mistero...
 
I tocchi hitchcokiani qui e lì comunque non mancano:
L'umorismo grottesco
Il gatto al Mamma Lucia che non mangia la pessima zuppa spingendo David a preoccuparsi per un eventuale avvelenamento; la discussione tra Jeff e i suoi genitori nel bagno dell'ufficio coperta dal rumore dello sciacquone in barba al codice Hays; lo zoom sulla targhetta col nome di David Smith all'albergo dove si è rifugiato a causa del litigio con Ann a dimostrazione che ormai per il poveretto quel posto è diventato non solo un luogo in cui sostare mentre la moglie sbollenta, ma una casa; la scena del night club in cui l'accompagnatrice di Jeff sbrana una quaglia come un Rottweiler e il protagonista sussurra all'orecchio di una bella sconosciuta finché non se ne accorgono lei e quell'armadio a due ante che l'accompagna.

● Cenni autobiografici e cinematografici
C'è una scena in cui David dice a Ann: "Ti ricordi come sei stata male sulla nave per Albany?", ed è un'allusione all'esperienza personale dello stesso Hitchcock, che chiese alla fidanzata Alma di sposarlo su una nave che li stava riportando in Inghilterra mentre lei era in preda a forti nausee.

Nella scena in cui Jeff e Ann restano bloccati sulla giostra del Luna Park Hitchcock ripropone il tanto amato tema delle vertigini, che anche se per pochi istanti procurano una discreta angoscia alla protagonista: in generale il film è pieno di situazioni che dovrebbero essere comiche o romantiche e che invece nascondono un che di ansiogeno: il succitato gatto che non mangia la zuppa che fa pensare che il povero David finisca avvelenato; il modo in cui David si sente in trappola al Night club al punto in cui chiede di essere accoltellato alla gola per porre fine all'umiliazione; la scena finale in cui Ann e David stanno per fare l'amore e riappacificarsi ma per un momento sembra il preludio a un omicidio, con lei impossibilitata a muoversi che strilla nel disinteresse del suo "aguzzino".
Riportando nuovamente le parole di Truffaut abbiamo di fronte l'Hitchcock che "gira scene romantiche come se fossero scene di omicidio".

● Il cameo del regista
Immancabile nelle opere di Hitchcock, non può mancare nemmeno in questo "lavoretto ripudiato": nella scena in cui David ha scoperto del tradimento di Jeff ai suoi danni e i due escono da casa di Ann prendendo strade diverse Jeff gira a sinistra e a venirgli incontro è un corpulento passante dall'inconfondibile fisionomia, su cui la telecamera indugia per qualche secondo.
Curiosità: la scena è stata girata dalla stessa Carole Lombard.

IN CONCLUSIONE...
Il signore e la signora Smith va senza dubbio ricordato per la sua peculiarità a livello registico e come uno degli ultimi lavori in cui possiamo ammirare Carole Lombard prima del suo tragico incidente aereo (e l'ultimo uscito nelle sale prima della sua morte), ma come pellicola in sé non regge bene alla prova del tempo: la Lombard è brava e divertente ma il suo personaggio è insopportabile, così come risulta davvero troppo stantio e figlio del suo tempo il machismo scimmiesco che vede una persona brutale e gelosa al limite della paranoia come David (che arriva a spiare la moglie e a seguirla in taxi, a farle perdere il lavoro e a farla passare da puttana con i genitori di un potenziale fidanzato) vincere contro il gentiluomo Jeff. 
Che Montgomery sia subentrato a Grant personalmente la trovo una casualità felice, perché il faccino più sciocco e pulito di Robert aiuta a smorzare un po' questi tratti da scimmia alfa mentre
 se è quel marcantonio di Cary Grant a immobilizzarti a una sedia in una baia e a spogliarsi ti parte la sigla di Amore criminale.
Gene Raymond nel ruolo di Jeff non brilla, ma il punto è esattamente quello: che non spicchi, che non rappresenti mai una minaccia per il rapporto "perfetto" di David e Ann ma che sia al limite una macchietta poco virile di cui prendersi gioco perché gli bastano due bicchieri di Brandy per ubriacarsi, è vegetariano, ti presenta a mamma e papà quando la cosa si fa seria e non vuole picchiare la gente o strappare i vestiti alle donne.
Che mostro, accoppatelo...

A livello di trama regna incontrastata l'incoerenza e le forzature di sceneggiatura abbondano, con la regia che fa poco o nulla per ovviare al problema (che questo genere non sia pane per i denti di Alfred Hitchcock e non gli importasse di questo progetto o delle commedie sofisticate in generale era abbastanza evidente), ma resta a dispetto di tutte le pecche un prodotto elegante di un regista talentuoso che strappa a più riprese qualche risata e ci offre la classica e interessante finestra sul tempo che fu.


Giudizio finale:
Un gattino appeso ai maroni e una scimmia si fanno i dispetti per un'ora e mezza finché la scimmia non si accorge di essere cinque volte più grossa del gattino.
Fine.

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