domenica 18 ottobre 2020

[Recensione] JANE GOT A GUN (2015)

Titolo originale:
 Jane got a Gun
Anno: 2015
Regia: Gavin O'Connor
Soggetto: Brian Duffield
Sceneggiatura: Brian Duffield, Anthony Tambakis, Joel Edgerton
Cast: Natalie Portman, Joel Edgerton, Noah Emmerich, Ewan McGregor

Premesse:
Film dalla genesi incredibilmente travagliata.
Nel 2011 la sceneggiatura di Brian Duffield è comparsa nella Lista nera delle sceneggiature non prodotte e nel 2012 Natalie Portman ha annunciato che avrebbe preso parte al progetto in veste di attrice principale, nel ruolo di Jane Hammond, e produttrice.
La regia sarebbe andata a Lynne Ramsay (E ora parliamo di Kevin, A beautiful day - You were never really here) e Michael Fassbender avrebbe interpretato Dan Frost, l'ex amante di Jane.
Nel 2013 Fassbender è costretto a lasciare il film perché impegnato sul set di X-Men - Giorni di un futuro passato: Joel Edgerton, che avrebbe dovuto interpretare il villain John Bishop passa al ruolo di Dan, mentre Jude Law viene scelto per interpretare Bishop.
Poche settimane dopo è la Ramsay a mollare il progetto.
Jude Law la segue a ruota perché aveva firmato il contratto per lavorare con lei.
Passa il tempo e Tambakis e Edgerton vengono incaricati di riscrivere la sceneggiatura originale di Duffield, che pare fosse più tarantiniana, Bradley Cooper arriva e se ne va come il vento e finalmente è Ewan McGregor ad interpretare il ruolo di Bishop. Habemus villain.
Nel 2014 il film è pronto per uscire nelle sale, ma la casa di distribuzione Relativity Media posticipa a più riprese la data a causa di gravi problemi economici, fino a che non perde i diritti del progetto. E' la Weinstein Production a prendere in mano le redini del progetto, che finalmente nel 2016 ottiene una distribuzione abbastanza in sordina, per non dire miserella. Film non particolarmente cagato nemmeno nei confini nostrani, forse perché il western all'estrogeno notoriamente non è fico.
Missione in Manciuria (1966)
La texana e i fratelli penitenza (1971)
Bad Girls (1994)
... Eh sì, che schifo.
Non avendo seguito tutto il parto anale che ha portato all'arrivo in Italia di questo film ho tentato di giudicare solo quello che ho visto, senza lasciarmi fuorviare da quello che questa storia avrebbe potuto ipoteticamente essere.
Non sempre ci sono riuscita.
Vabbé.

*

DUE RIGHE DI TRAMA
New Mexico, 1871.
Jane Hammond
(Natalie Portman) e sua figlia Katie attendono dalla loro baracca in mezzo al niente che il capofamiglia, Bill "Ham" "Hammond (Noah Emmerich), torni a casa. Ma al suo arrivo l'uomo cade da cavallo, privo di forze: è stato colpito da almeno una mezza dozzina di proiettili.
Mentre Jane estrae i proiettili e si prende cura di lui Ham con un filo di voce la avverte che dei fantomatici "ragazzi Bishop" stanno tornando alla carica. Non si sa chi sia questa gente ma dalla reazione di Jane è chiaro che non sono amici e nemmeno semplici esattori del fisco.
Lo scopriremo poi con una serie di flashback.
Jane si rende conto che da sola non può difendere la sua casa e la sua famiglia da un gruppo di malintenzionati, e dopo aver portato la figlia da un'amica fidata perché sia al sicuro si reca a casa di tal Dan Frost (
Joel Edgerton) a chiedere aiuto. 
Per motivi che scopriremo sempre a seguito della solita serie di flashback lui non sembra così in buoni rapporti con lei né tanto desideroso di dare una mano. In passato sembra esserci stato un qualche intercorso sessuale che ha lasciato dei segni, ma per il momento non sapremo altro.

Flashback
Missouri, 7 anni prima.
Jane e una bambina bionda di cui al tempo presente non c'è traccia cercano passaggio e protezione da un tale John Bishop (Ewan McGregor con appiccicati in faccia un paio di ridicoli baffoni da omino Pringles): sono rimaste sole, il suo compagno è morto in guerra e sembra che quest'uomo possa aiutarle. 
E' Hammond, che lavora per l'uomo, a indirizzarle da lui

Tornata in città con un due di picche, Jane va a fare scorta di armi e munizioni nella speranza che ci sia qualcun altro disposto ad aiutarli (il motivo per cui non può recarsi dallo sceriffo verrà spiegato nella solita serie di flashback, ma si può intuire: nemmeno loro sono tanto amici della legge). Non appena uscita dal negozio viene afferrata a tradimento e trascinata da un vicolo da un uomo che si rivela essere un membro della banda Bishop. 
Vuole sapere dove si trova un certo "commerciante figlio di puttana" Bill Hammond ed è convinto che Jane lo sappia.
Anche sotto la minaccia di un'arma Jane non cede e afferma di non vederlo da anni, ma lo sgherro non è fesso come sembra e pretende di essere portato a casa sua e di verificare di persona. Poi, una volta appurata l'assenza di Hammond, potrebbe non ucciderla é dar fuoco alla sua casa.
Aaaaw, che brav'uomo...
Ci mancherà molto quando, circa due secondi dopo, Dan gli apparirà alle spalle puntandogli addosso un fucile e intimandogli di lasciar andare la ragazza, distraendo l'uomo e permettendo a Jane di prendere quel cannone che nascondeva tra le sottane e che teoricamente avrebbe dovuto lussargli entrambe le spalle visto come lo teneva di merda e fargli saltare le cervella. 
Addio, pikkolo ancelo galantuomo.
Dan ora sembra intenzionato ad aiutarla e la riaccompagna a casa: qui resta pudicamente fuori a pensare ai bei tempi andati, mentre Jane può scambiare qualche tenerezza con Ham, ancora vivo ma molto debole: non potrà esserle di alcun aiuto. 

Flashback
Cliché del momento intimo tra le fottute spighe di grano/canne dorate che non ripropongono assolutamente in ogni fottuta soap opera che vuole darsi arie di profondità dai tempi de Il gladiatore. 
Dan e Jane sembrano molto intimi: lui è intenzionato a partire per la guerra (civile americana), ma Jane non è d'accordo. Lui le garantisce che starà via solo un paio di mesi, poi realizzeranno il loro sogno di andare nell'estremo Ovest, lungo il mare.
Molto interessante...

Dan e Jane (che visto che finora ha praticamente solo strillato e curato ferite come Candy Candy deve avere il suo momento sassy dimostrando di saper sparare col fucile come una pro) si preparano a resistere all'attacco della banda di John Bishop, che ha trovato lo sgherro nel vicolo e disseminato di uomini la valle in cerca di Hammond, il quale, vediamo a sapere, ha già ucciso altri 4 uomini della banda più un vago riferimento a sue azioni passate in un bordello. 
Non preoccupiamoci, arriverà il flashback apposito. 
Ma non ora. 

Flashback
Missouri, 1866.
Dan arriva ad un saloon gestito da John Bishop in cerca della sua fidanzata Jane, che non vede da anni. 
Lo accoglie lo stesso Bishop, il quale fa uno spiegone poco forzato perché lo spettatore venga a conoscenza del fatto che Dan è nientemeno che un eroe della guerra Civile. 
Finiti i convenevoli e la sequela di cliché del cattivo accompagnato dallo sgherro che gioca col coltellino che minacciano a caso l'eroe ignaro tra le righe però Bishop non è in grado di dirgli che fine abbia fatto Jane, dato che non la vede da almeno un anno: pare che Hammond, un uomo che era al suo servizio, si sia invaghito di lei e sia fuggito dalla carovana portandosela dietro nel cuore della notte.
C'è una taglia sulla testa di Hammond, ma risultano introvabili.
Dan decide di continuare le ricerche di Jane, nella speranza che sia ancora viva.

Siamo ancora a casa di Jane e ancora intenti a preparare trincee gravide di chiodi ed esplosivi, a caricare l'armamentario, a studiare la casa (facendo nel frattempo un po' a gara a chi piscia più lontano con un moribondo infreddolito, il quale scopre solo adesso che Dan non è morto come gli aveva detto Jane), a rinforzar le difese e a pianificare eventuali vie di fuga. 
Un corvo spacca una finestra.
Gente va a cavallo.

Flashback
Altro bucolic-time tra Dan e Jane.
Stavolta almeno l'ambientazione è un bosco verde e rigoglios... Ah no, c'è il solito cazzo di campo di grano, e a questo giro anche un volo romantico in mongolfiera perché boh, avranno scambiato il film per un romanzo di Jules Verne.
Segue momento cliché: "Non sarebbe bello restare qui per sempre?"

Il rapporto tra Dan e Jane nel presente è invece molto più gravido di rancori mai sopiti e reciproche recriminazioni di abbandono: lei lo ha aspettato tre anni prima di andar via da casa credendolo morto, lui l'ha cercata per mezzo paese una volta tornato dalla guerra e l'ha trovata con un altro. Non gli è mai interessato indagare su cosa abbia subito lei.
Hammond si sbronza per lenire il dolore.
Gente va a cavallo, si continua a scavare trincee e mescere esplosivo.
Per spezzare tutta questa sequela di scene al cardiopalma, bontà loro, accade qualcosa: uno degli sgherri di Bishop arriva fino a casa degli Hammond, dove è Dan ad accoglierlo: afferma di vivere solo con la moglie e di non aver visto passare nessun uomo ferito, poi lo invita a cercare in qualche altra casa. 
Ma proprio mentre sta per andar via, per creare tensione a caso, Jane si affaccia all'uscio e l'uomo la riconosce: Dan lo uccide prima che possa far loro del male e correre ad avvertire i compagni. Finalmente Dan confessa a Jane di essere scomparso per anni senza scriverle non per sport ma perché rinchiuso in un campo di prigionia sudista, di averla cercata per anni in tutto il paese per poi ritrovarla solo mentre stringeva tra le braccia la figlia di un altro.
Segue altra gara a chi piscia più lontano con un uomo moribondo, per sentirsi più maschio: e visto che Hammond in passato gli ha rubato la donna ora lui gli ruba il Whisky

Flashback
1864.
Nel corso del viaggio a bordo della carovana di Bishop Hammond parla con il capo delle sue intenzioni riguardo alla nuova arrivata: se ne è innamorato e al loro arrivo in Missouri è intenzionato a sposarla e a cominciare insieme a lei una vita rispettabile. 
Bishop non è tanto d'accordo visto che un fighino del genere può fruttargli, immaginiamo il perché, molta pecunia.

Finalmente, dopo un'ora e 3 minuti di sguardi bassi e broncetti di fronte alle recriminazioni da maschi alfa leso nell'onore di lui, Jane rivela a Dan cosa ha dovuto subire in uno spiegon-flashback (ormai sono diventati un tutt'uno): la guerra, la morte, la crisi l'hanno spinta ad andar via da casa, verso Raphael in New Mexico che le sembrava un buon posto per ricominciare. Si è affidata a un uomo che ha offerto protezione a lei e altre donne, ma una volta arrivate a destinazione era intenzionato a fare di loro le oneste e solerti lavoratrici del suo bordello ricavandoci bei soldi.
Hammond non è un criminale e non merita il suo disprezzo: è l'uomo che ha cercato di salvare da quell'inferno lei e sua figlia Mary, nata due mesi dopo la partenza di Dan e di cui lui non sapeva nulla.
Il suo biasimo e il suo orgoglio di maschio ferito quindi se lo può ficcare nel culo: che è una cosa che comunque poteva tranquillamente dirgli dall'inizio.

Finalmente, a 20 minuti dalla fine del film, la gang di Bishop arriva a portare un po' d'azione. Segue un bang bang parecchio scuro e parecchio confuso alla fine del quale il nemico è sconfitto ma il povero Hammond trova la morte e i due protagonisti, malconci ma vivi, possono ricostruirsi una vita insieme in California con Katie e Mary, che non è morta come credeva Hammond ma è rimasta al bordello.
Lieti fine a caso.
Col cadavere del povero Hammond che non s'è ancora freddato ma sul quale hanno almeno il buongusto di non riscuotere la taglia.
Addio Hammond, insegna agli angeli
a non farsi i cazzi propri e a morire male.

IMPRESSIONI SPARSE
Non è cosa da tutti i giorni trovare una pellicola che sia incentrata sulla vita delle donne del selvaggio West: e non delle classiche pistolere pawah o di donne con le palle quadrate che riescono a tener testa ai signori uomini in una terra selvaggia e senza legge (ma svengono comunque miagolando di fronte ai begli occhi di ghiaccio del protagonista), bensì di una donna normale rimasta sola senza la protezione del suo uomo e che per sopravvivere ha dovuto riporre la sua fiducia negli uomini.
Prima, malriposta, in Bishop.
Poi in Bill "Ham" Hammond, che l'ha salvata.
E infine in Dan Frost, il suo ex fidanzato e maschio alfa ferito nell'onore, la "pistola" del titolo che Jane riesce a recuperare. 
Jane è una donna della frontiera col volto scavato dalle sofferenze e da una vita dura, devota e amorevole verso gli amici e implacabile verso i nemici, che sa badare a sé ed è dotata di grande forza ma ha comprensibili e umanissimi momenti di scoramento ad abbatterla.
Il film non ha scelto la via facile del proporre la donna superficialmente pawah che fa sempre battere le mani come le foche a chi in queste tematiche ci sguazza (me compresa, non voglio essere fraintesa, ma esigo quel minimo di qualità in più e in generale non ritengo che sia il mostrare i cojones a fare di un personaggio femminile un personaggio femminista) e provoca il malcelato sdegno dei nemici della dittatura del politicamente corretto, e in questo senso andrebbe apprezzato lo sforzo. Così come va senza dubbio ringraziato e apprezzato l'impegno di cast, sceneggiatori,  regista e tutti coloro che hanno permesso a un progetto dalla genesi tanto disastrosa di vedere comunque la luce.

 Dispiace molto però che la resa vada a perdersi in una resa parecchio confusa e in una palude di flashback invadenti e mal gestiti. Ora, io non sono contraria di per sé all'uso anche massiccio dei flashback: entrare in medias res aiuta a mantenere alta la tensione e a concentrarsi sul succo della vicenda, in questo caso il tentativo disperato di Jane e Hammond di sopravvivere grazie all'aiuto di Dan a una banda di malviventi che vuole la loro testa (siamo nel Far West in fondo, non servono grandi motivazioni per spararsi addosso), mentre i flashback permettono di farci conoscere meglio il carattere e le motivazioni che muovono personaggi che già conosciamo.
Qui però è davvero troppo.
Praticamente tutta la trama si costruisce sui flashback.
Un personaggio guarda nel vuoto con aria intensa e TRAC arriva il flashback puntuale come un treno quando c'era lVi a rovinare nella maggior parte dei casi la tensione e l'atmosfera con passeggiate nel grano e brainstorming per decretare il possesso della femmina prima che diventi una prostituta; e se non c'è un flashback arriva uno spiegone che sarebbe stato meglio fosse arrivato prima per evitare fraintendimenti e rancori inutili; e se nemmeno lo spiegone basta più arriva un flashback che si è accoppiato con uno spiegone. L'impressione generale, anche se non si fosse a conoscenza della sua travagliata genesi, è che il film sia stato preso, tagliato e reincollato a caso; costruito sui flashback perché altrimenti si coglierebbe una generale mancanza di coerenza di fondo (tra scena della mongolfiera e ritorno a caso di Mary dal regno dei morti per permettere a Dan di non crescere la figlia di un altro, come una vera scimmia alfa, non so cosa sia peggio).
Nello specifico il personaggio del cattivo manca di coerenza.
"Ma io cosa ci faccio qui?
... Ah, già. Mi pagano."

Bishop è un uomo d'affari corrotto che agisce piegando al suo volere la legge (nonostante abbia sulla sua testa una taglia di 5000$ qualunque stronzo come Dan sa dove si trova e gestisce l'economia di un'intera cittadina), o un pazzo sociopatico circondato da sgherri uno più sterotipato dell'altro (abbiamo quello che ghigna coi denti marci, quello col tatuaggio tribale, quello che si pulisce le unghie col coltellino... 𝅘𝅥𝅮 Non manca più nessuno, solo non si  vedono nè Jane né Hammond 
𝅘𝅥𝅮)? Il povero McGregor non lo sa, e come il bombo continua a volare, si impegna, si mette i suoi orribili baffoni, dà ordini a giro e fa qualche faccetta seria seria mentre cerca di mettere le mani su una qualunque puttana di 800 che ne avrà avute tra le mani e un ex socio di altrettanti che lo avranno tradito e mollato.
Vabbé.

 A livello di trama e relazioni tra i personaggi potrei racchiudere questo film in tre parole: dramma degli equivoci
Come accade nelle più comuni (e da me disprezzate, ma dove almeno si ride) commedie degli equivoci dai vanziniani natali infatti per tutta la pellicola regna il fraintendimento più totale, fraintendimento che potrebbe essere risolto in una maniera molto difficile e avveniristica, me ne rendo conto, cioè parlandosi.
Invece no, parlarsi è difficile.
Per tutto il tempo scavano buche, svuotano pitali e caricano pistole, ma mica c'è il tempo di indulgere in queste assurde occupazioni da donnicciole: questi figli delle soap opera preferiscono farci vedere per un'ora e dieci (prima del pum-pum finale, cioè) Dan accanirsi contro un povero cristo che sta soffrendo come un cane ed era sinceramente convinto che l'ex di Jane fosse morto in guerra; sempre Dan disprezzare una donna che ha sofferto tanto; la stessa Jane che invece di mandarlo a cagare dal primo minuto e dirgli subito "guarda che in questi anni non hai sofferto solo tu fottuta primadonna e non permetterti di fare lo stronzo con quel povero scemo a cui devo la vita" affida tutto il suo dolore ai soliti flashback, sperando forse che per qualche strano potere psionico latente Dan possa vederli insieme a noi, boh?
Facce tradite e basite a caso in una scena in cui
bastava parlarsi due minuti.
Anche la neonata si adegua.
 Forse se la regia fosse rimasta in mano a Lynne Ramsay, regista che da sempre predilige le immagini evocative ai dialoghi e che non è nuova a pellicole di drammi personali, le cose sarebbero andate meglio e si sarebbe sopperito ad alcune di queste mancanze a livello di sceneggiatura, con una love story a rimpiattello abbastanza cringe e l'happy-ending stronzo esasperando all'eccesso quel senso di solitudine, impotenza e pericolo imminente che ruota intorno a Jane (in questo modo, forse, rendendola davvero protagonista incontrastata della pellicola).
O'Connor però, ammettiamolo, tiene botta bene. 
Ci regala una buona versione di West selvaggio in cui gli uomini e le donne che lo abitano sono completamente soli a difendere se stessi e possono solo sperare che la pistola in cui ripongono fiducia non li tradisca; un paesaggio sporco e polveroso in cui il regista è impietoso nel mostrarci a più riprese pallottole che si fanno strada nel corpo, il brutto spettacolo offerto da un moribondo impotente, lo schifo sui vestiti e i segni del tempo, ma di contro pudicamente glissa sulla violenza subita da Jane; con piglio da trollino poi nasconde le scene più cruente e d'impatto, il climax di tensione dell'intera pellicola, dietro una cappa notturna in cui non si riesce a vedere una sega. Nel western io preferisco che il buio sia davvero buio.

 Come curiosità finale, Natalie Portman, Ewan McGregor e quel simpatico trottolino di Joel Edgerton si reincontrano in questa pellicola dopo l'esperienza in Star Wars - Episodio III (nei ruoli rispettivamente di Padme Amidala, Obi-Wan Kenobi e Owen Lars, lo zio di Luke).
Ma non so se vogliano la cosa sbandierata in giro...
In generale tutto il CAST ci regala buone prove attoriali anche se la Portman resta discretamente sullo sfondo rispetto a quello scimmione del suo compagno d'armi, e non è cosa da poco visto che ha una storia personale che decisamente lascia il segno e il film porta il suo nome. 
Ho particolamente apprezzato, come ormai si sarà capito, Bill Hammond: nelle poche battute che gli vengono concesse Emmerich è riuscito a conferire al personaggio grande dignità e una fragilità commovente.
Sinceramente innamorato di Jane e desideroso di proteggere sia lei che la sua bambina, riceve in cambio una profonda devozione che però il ritorno di Dan va a incrinare, trasformandolo in mero senso del dovere figlio della gratitudine.
Ti si vuol bene, Ham...
Personalmente penso che una storia d'amore a tre non fosse necessaria e l'idea è che sia stata ficcata dentro a martellate perché in un film con una protagonista femminile la love story stronza tira sempre, col povero Hammond che dopo aver sofferto come un cane per un'ora e mezza convenientemente si toglie di mezzo a fine pellicola dopo aver salvato pure la pellaccia a quello stronzo di Dan, risparmiando alla Portman l'imbarazzo di scegliere tra un uomo a cui era pronfondamente affezionata e il filarino del cuore redivivo, per cui era vero ammore.

IN CONCLUSIONE...
Jane got a gun è un sopravvissuto.
Ha retto a diversi cambi di regia, cast e sceneggiatura, a un pubblico prevenuto nei confronti di un western all'estrogeno e case di produzione e distribuzione che non sono riuscite o non hanno voluto promuoverlo come forse avrebbe meritato: è qui addirittura doppiato perché anche noi troppo pigri per rivolgerci alle versioni coi sottotitoli lo si possa godere.
Anche la sua protagonista è una sopravvissuta.
Ha retto all'abbandono, alla miseria, al tradimento, alla violenza e al lutto restando umana e continuando a fidarsi; ha chiesto aiuto alla bisogna e non ha mai smesso di lottare per il suo lieto fine nonostante le probabilità di successo fossero tutte contro di lei, perché la pace va conquistata con le unghie e con i denti, non pretesa. E' un personaggio femminile che con le sue fragilità di donna sopravvive in un mondo come quello del West che è tradizionalmente la sagra della salsiccia, e forse a dispetto di tutte le pecche che si porta dietro la sua storia un'occhiatina la merita comunque...
... Anche se finché campo non capirò mai il senso di quel completo nero da sassy giustiziera del west della Portman a inizio film.

Giudizio finale:

Nessun commento:

Posta un commento

La tua opinione è importante anche se non sei d'accordo con quello che ho scritto e mi fa sempre piacere scambiare due parole con chi si prende la briga di leggere quello che scrivo.