mercoledì 24 febbraio 2021

[Recensione] DISINCANTO (Parte 3)

Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
Titolo originale
Disenchantment
Paese: Stati Uniti
Anno: 2021
Distribuzione: Netflix
Ideatore: Matt Groening, Josh Weinstein
Stagione: 2 (Parte 3)
Episodi: 10
Cast: Abbi Jacobson (Rossa Caputo), Nat Faxon (Edoardo Stoppacciaro), Eric Andre (Alessandro Quarta), John DiMaggio (Stefano Thermes),  Sharon Horgan (Roberta Pellini).

Premesse:
Sembra che nonostante Disincanto non sia ritenuto la cosa più golosa mai creata dopo il latte al cioccolato sia riuscito a conquistarsi abbastanza affetto da parte del pubblico da convincere Netflix a commissionare a Matt Groening almeno altri 20 episodi.
Gioia e gaudio.
Sembra anche che tanto per cambiare io mi ritrovi ad essere abbastanza in disaccordo con la larga parte di chi ha visto questa terza parte di Disincanto, che ha avvertito la forte tentazione di prendere il televisore e buttarlo dalla finestra in preda allo sconforto. So che ormai sembra la mia classica presa di posizione da bastian contraria, ma nonostante continui a non essere un prodotto perfetto, a livello di trama, world building, costruzione caratteriale ma soprattutto dei piccoli indizi disseminati ovunque (a questo giro stiamo raggiungendo i livelli di Gravity Falls, con tanto di messaggi in codice da decifrare - espediente che già trovavamo in Futurama dove però era più un divertissement che una fonte aggiuntiva di indizi) continua ad essere sempre più coinvolgente.

*

ANALISI&TRAMA
(spoiler, spoiler e ancora spoiler)

Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
Come già accaduto nella Parte 2, le cose cominciano nel punto in cui le avevamo lasciate, con una Dagmar sempre più oscura e sensuale sorta (di nuovo) dalla morte che sembra essere la leader di quelle creature pallide e inquietanti che scopriremo essere i 
Trøg (con la O sbarrata, ci tengono a specificare. Ci torneremo.). 
Bean, tutt'altro che lieta di rivedere la donna che credeva di aver ucciso e che ha invaso i suoi incubi per mesi, è impossibilitata a lasciare questo intrico labirintico di caverne, un po' perché da sola non troverebbe mai l'uscita e un po' perché è ancora accusata di stregoneria e appena messo il naso fuori da lì rischierebbe la vita. 
Nonostante Dagmar a questo giro sembri animata da buone intenzioni e sinceramente desiderosa di sistemare le cose Bean si è fatta furba e non abbassa la guardia: fa buon viso a cattivo gioco e medita sul da farsi mentre a noi spettatori viene concesso di fare un tour all'interno della società dei Trøg per renderci conto ancora una volta di quanto sia ricco e complesso il mondo di Disincanto.
Cose interessanti fin qui:
 Dal punto di vista visivo il mondo dei Trøg è davvero favoloso (ordinaria amministrazione sul fronte del worldbuilding disincantiano): 3D e 2D si mescolano quasi sempre in maniera molto elegante e senza diventare un gigantesco palo nel didietro e in poche inquadrature, senza diventare didascalici e banali, ci viene raccontato molto della loro società (anche se il mistero continua a regnare sovrano): i Trøg sono scavatori il cui scopo è svuotare il mondo, possiedono foreste di enormi funghi luminosi che usano sia come materiale da costruzione che come sostanza da sballo, e il loro luogo sacro (nonché una delle zone da pomicio) è un lago circondato da cristalli luminescenti in cui Dagmar rivela di aver portato spesso Bean da bambina.
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
 Sono molto simili agli elfi (se si esclude un naso che rimanda a quello di Elfo, che può essere l'ennesima trollata o un indizio molto importante sulle sue origini) sia dal punto di vista fisico che dell'organizzazione sociale: sono tutti sostanzialmente alla pari anche se hanno un re/leader, ma al momento sembra essere Dagmar a dettar legge col pugno di ferro, essendosi spacciata per la salvatrice della profezia. Loro però finora hanno nomi molto umani come Craig, Yugo e Trixie.
Anche qui, tocca tornarci su dopo.
 Adorano la luna, da cui traggono non meglio precisati poteri in una cerimonia mistica in cui le mostrano le chiappe (sic!), ma anche se Dagmar sembra ossessionata dall'idea di nasconderla alla loro vista quando verso la fine della serie prendono parte alla cerimonia nulla sembra accadere (anche se elfi e umani che assistono alla scena fuggono in preda al terrore). Sono anche distillatori di un non meglio precisato succo sacro, contenuto in quelle che sembrano le anfore trovate da Derek in Il viscido abbraccio dell'amore.
 Vivono un piano sopra l'inferno e detestano i demoni che sono rozzi, rumorosi e cucinano roba puzzolente che sa di cavolo (che Luci rivela essere bambini), e condividono lo spazio con una popolazione di uomini-talpa con cui occasionalmente copulano.
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
 L'arrapatissima Trøg Trixy offre a Elfo acciughe, aceto e mostarda per cena al loro primo incontro. Non sembra essere un loro cibo tipico dal momento che lei stessa gli rivela che il loro unico nutrimento pare essere qualcosa chiamato Succo di Caverna, ma la specificità del piatto ci fa comunque suonare un campanello.
Nel primo episodio Una principessa, un elfo e un demone entrano in un bar infatti mentre Elfo sta per lasciare Elfwood rivela ai suoi simili di essere stufo dei dolci e di voler assaggiare tutta una serie di sapori aspri e amari nel mondo reale, tra cui la mostarda. Per tutta risposta un furioso Re Ruleo ribatte che mostarda, aceto e acciughe sono deliri di un folle.

Nel frattempo in superficie Odval e l'Arcidruidessa cercano di accrescere la propria influenza sul giovane e ingenuo principe (ora re) Derek (che invece sembra stranamente ossessionato dall'idea di un'utopia socialista) per acquisire potere e trasformare Dreamland in una teocrazia dove sia proibita qualsiasi forma di degenerazione e gozzoviglia, mentre Zøg si riprende lentamente dalla ferita da arma da fuoco grazie all'intervento di Bean, che ha estratto il proiettile e disinfettato la ferita con i metodi stientifici visti a Steamland, e medita un piano per fingersi morto, farsi mettere in una bara e arrivare a un luogo sicuro per pensare a una contromossa con l'aiuto di un uomo che si rivela essere in maniera inaspettata del tutto fedele e devoto alla corona e a un "vero guerriero" come Zøg, Sir Pendergast.
Ma le cose ovviamente non andranno come previsto.
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
Una nostra vecchia conoscenza...
Sir Pendergast sparisce (
Zøg vedrà la sua testa appesa a un palo all'ingresso della città, un'immagine che lo tormenterà per tutto il resto della serie) e l'Arcidruidessa lo seppellisce vivo. Zøg passa ore, se non addirittura giorni, solo al buio con l'ossigeno che va esaurendosi e i pensieri sempre più offuscati... Senonché quando ormai tutto sembra perduto per lui piccole mani grigie penetrano nella bara, lo afferrano e lo trascinano giù.
Sono i Trøg, che a quanto pare tra gli hobby hanno oltre che il furto (in mezzo all'altra paccottiglia trafugata al castello di Dreamland Luci trova la fiala dell'immortalità, ma possiamo notare anche vecchi dipinti tra cui uno di Dagmar e Zøg appena sposati e quello dipinto in occasione delle nozze di Bean) anche la profanazione di cadaveri. Non è ancora chiaro cosa ci facciano con i cadaveri, ma i casi sono due: o ci fanno il Succo di caverna, o il liquido sacro contenuto nelle anfore che hanno fatto crescere a dismisura Slimy (a meno che il succo di caverna non sia proprio quello).

Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
A questo punto ci tocca drizzare un altro po' le antenne nel momento in cui Derek, che va a nascondersi sotto al letto visto che nessuno lo considera e vuole giocare con lui, trova il "Registro dei re di Dreamland - Da Agøg a Zøg" lasciato lì da suo padre perché potesse dargli conforto e consapevolezza sulla storia del suo regno.
Più consapevolezza che conforto dal momento che sono elencati tutta una serie di re morti male.
Consapevolezza che serve anche allo spettatore dal momento che alla fine di questa scena sembra che:
● La follia corre sia da parte di madre che da parte di padre nella famiglia di Bean (che dire? Molto incoraggiante), e ci viene rivelato proprio nel momento in cui il povero Zøg ce lo stiamo perdendo (che era anche il momento in cui stava crescendo come personaggio e stava finalmente acquisendo umanità, consapevolezza su cosa gli accadesse intorno e piglio da vero re). 
● Tanto per non farci mancare nulla ci sarebbe una maledizione che a un certo punto sembra aver colpito i sovrani di Dreamland, nello specifico a partire da un certo sovrano TR... (le ultime pagine sono strappate, ovviamente, mica vogliamo rivelare tutto subito?). Casuale che tutti i nomi dei re di Dreamland terminino per -øg (a parte Derek. Coincidenza? Vedremo poi) e che quindi questo presunto re maledetto potrebbe chiamarsi Trøg (col trattino sulla O), come le creature che abitano i meandri oscuri del regno e che sempre casualmente hanno nomi umani? 

Ci siamo fin qui?
Bravi, che vi voglio attenti.
Torniamo da Bean, che arriva a fare una scoperta davvero inaspettata: Dagmar stava solo fingendo di voler essere finalmente una brava madre, e in più ha fatto pure un upgrade di malvagità visto che la ritroveremo intenta a mangiare cervello di Trøg direttamente dal produttore. I tre vengono gettati nelle segrete insieme a Leavo/Ito, che avevamo visto sparire nei meandri dei cunicoli di Dreamland nel corso della stagione precedente mentre era alla ricerca del tesoro perduto degli elfi. Ito prova a spiegare il motivo per cui si trova lì ma nessuno se lo caca.
I tre riescono a evadere, a riunirsi fortuitamente con uno Zøg che non è più molto in sé e a sfuggire alla collera di Dagmar facendole perdere l'ascendente sui Trøg, che per motivi non chiari (ma legati al simbolo del tesoro degli Elfi che abbiamo visto a più riprese nel corso della storia) ora identificano nei nostri tre protagonisti i salvatori della profezia.
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Dagmar ancora una volta fugge facendo ricorso a un qualche tipo di magia oscura di tipo elettrico, che ridendo e scherzando sembra trarre origine proprio da Bean (a questo punto non è casuale che l'episodio 19, quello in cui Bean visita Steamland per la prima volta, si chiamasse La principessa Elettrica).
Ci stupisce? Non proprio.
Bean alla fine della Parte 1 aveva effettivamente "preso la scossa" mentre cercava di toccare la sfera magica (da cui Dagmar ha cercato immediatamente di allontanarla, come se volesse proteggerla... O nascondere quel potere) e anche Becky usa una qualche sorta di magia elettrica su Luci durante l'esorcismo a Bean in La principessa delle tenebre, quindi probabilmente è di famiglia. Da questo punto in poi qualcosa sembra essersi sbloccato in lei. In un'altra occasione infatti arriverà a causare un blackout nell'intera capitale di Steamland. Si noti però che in questa stagione Bean comincia a perdere a più riprese e per motivi più o meno plausibili uno o entrambi gli stivali, quelli con le suole di gomma (noto isolante elettrico). Quindi boh, più che una gag ricorrente le due cose potrebbero essere collegate.

Bean, Luci, Elfo e Zøg escono dai cunicoli sotterranei grazie all'aiuto dei Trøg e tornano incolumi a Dreamland per essere accolti a braccia aperte da Derek e a braccia un po' meno aperte dai due traditori (gli dice culo giusto che il re a causa dello shock subito non ricordi nulla), ma ancora una volta le cose sono destinate a non tornare come prima, i personaggi sono destinati a non tornare indietro e con lo status quo ci possiamo pulire tranquillamente il sedere.
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● Zøg si riprenderà la corona ma le sue condizioni mentali di episodio in episodio andranno a farsi sempre più instabili, senza che nessuno riesca a capire come porvi rimedio.
Il colpo di grazia glielo darà forse il ritrovamento del cadavere di sir Pendergast, che fino a quel momento sembrava solo l'ennesimo morto che in realtà non è morto (ma diamo tempo al tempo) dal momento che dalla sua sparizione misteriosa non si era ancora vista la testa del povero cavaliere se non nei deliri di Zøg e quando si era visto un corpo decapitato nel suo armadietto è fatto notare che "senza testa il suo corpo sembra diverso".
Insomma, alla fine dei giochi anche se il piano di Odval e dell'Arciduchessa per liberarsi di lui non è riuscito a uccidere fisicamente del re ha comunque lasciato Dreamland priva di un monarca.
● Derek dopo una breve parentesi ribelle e socialista tornerà ad essere il solito principe sciocco e inutile, disprezzato e ignorato da tutti, ma avrà comunque il suo bravo percorso di maturazione, al punto che gli spunteranno persino dei baffetti da vero uomo.
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Il giovane principe al ritorno di Zøg verrà dimenticato come al solito e a questo giro pure chiuso fuori dal castello, e vagando in cerca di amici per le strade di Dreamland e nel bosco incantato verrà bullizzato, ingannato, rapinato e smutandato da tutta una serie di creature più o meno magiche e animaletti della foresta.
Incontrerà anche la fatina attempata che abbiamo già visto aiutare i nostri protagonisti nei precedenti episodi, che qui scopriamo chiamarsi Sagatha (Tress McNeal), che gli eviterà di diventare la portata principale dell'orgia dei gufi (sic!) e insieme alle sue altre amiche fate lo aiuterà a diventare un vero uomo insegnandogli la saggezza della strada nei vicoli malfamati di Fairyworld (un altro ampliamento del worldbuilding assolutamente geniale e visivamente meraviglioso, una sorta di quartiere a luci rosse della foresta pieno di cartelli spassosi). Non è che diventi proprio il più tosto e sveglio macho di Dreamland, ma un paio di cosette le ha imparate:
1) A non farsi fregare dai prepotenti e a controllare sempre le maniche
2) Che potrebbe essere arrapato dalle fatine
3) Che non ha più intenzione di farsi lasciare indietro
Alla fine della Parte 3 infatti lo vedremo fare un colpo di testa davvero inaspettato e lasciare il castello per seguire sua madre in mare: questo serve anche a evitare che a livello narrativo si ripeta una situazione già vista, ovvero Derek che si prende la responsabilità della corona in assenza di un regnante, perché come al solito in Disincanto spazio per fare marcia indietro non ce n'é. E viene da chiedersi quale trasformazione fisica attuerà in lui la vita da pirata se solo qualche consiglio da università della vita gli ha fatto crescere un po' di peluria e lo ha fatto entrare nella pubertà.
Mi aspetto roba.
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 Oona, com'era ovvio, torna a far parlare di sé e, anche se ormai dirlo sta diventando inutile, amo sempre più questa pazza donna lucertola, a questo punto pretendo uno spin off delle sue avventure piratesche! 💙 
Comunque... Oona rimarrà a Dreamland per qualche tempo per prendersi cura di Zøg mentre Bean è impegnata a drogarsi farsi uccidere combinare casini non capire un cazzo sventare una congiura di palazzo che potrebbe coinvolgere non solo i consiglieri più fidati di Dreamland ma addirittura una o più potenze straniere, e per un certo periodo diventerà una vera e propria alleata e confidente per la nostra protagonista dal momento che il suo percorso sta prendendo una strada autonoma rispetto a quella di Luci e Elfo e in più, finalmente, bisogna lasciarselo alle spalle il luogo comune della matrigna cattiva.
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La serie ovviamente già che c'è ci mette il carico da 90 e dà anche a lei quel pizzico di background tragico inaspettato che mi manda irrimediabilmente in sollucchero Si scoprirà infatti che Oona in gioventù era innamorata di Yøg, fratello maggiore di Zøg e legittimo erede al trono di Dreamland, che come già sapevamo fu avvelenato in circostanze misteriose: visto che Zøg non è mai sembrato particolarmente dispiaciuto avevo ipotizzato che potesse essere opera sua se non di Dagmar, desiderosa di diventare la regina del re più stupido, ma qui si scopre che fu opera dei Seekers, una società segreta di cui il capo sembra essere lo stesso Odval (con l'Arcidruidessa come seconda in comando) che tra un'orgia rituale e l'altra persegue lo scopo di anteporre il bene dello stato al bene del monarca. Scelse quindi Zøg un po' come ripiego alla morte di Dagmar, dal momento che possedeva tutti i difetti di Yøg e nessuno dei pregi.
Si spiegano a questo punto un paio di dubbi che mi portavo dietro da un po':
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
1) Cosa ci facesse Oona a Dreamland già prima della pietrificazione di Dagmar in un flashback.
2) Come mai Zøg sia stato così lesto a sposarsi con Oona dopo la morte di Dagmar (facendosi due rapidi conti, Bean ha 19 anni e la madre è morta quando ne aveva 4. Se Derek ha 14 anni e consideriamo matrimonio, consumonio e incubazione hanno fatto tutto a velocità sperimentate solo alla NASA.
 Spendendo due paroline anche su Odval, i suoi chiari di luna all'interno di Disincanto (prima consigliere fedele, poi traditore che vuole istituire una teocrazia, poi unico alleato della strana regina lucertola, prima nemico e poi sostenitore di Bean, e così via...) possono sembrare i voltafaccia di un personaggio costruito con il culo ma in realtà alla luce di quello che scopriamo sui Seeker acquisisce, ancora una volta, logica all'interno del contesto. Il suo è semplicemente il comportamento di una persona che vede (o crede di vedere) più in là di una corona o una dinastia e agisce a convenienza.
E' al massimo ipocrita, ma coerente.
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"E ora raggiungeremo il nostro
obiettivo finale, rendere Dreamland
una teocrazia con una ricca e piena
vita spirituale!"
"Mhm, sì, soprattutto ricca. Allelujah,
Amen e ka-ching!"
 
Odval strigni strigni è una persona che si crede protagonista della situa quando in realtà al massimo è un gregario, che vorrebbe essere l'eminenza grigia che ha in mano il destino di Dreamland ma risulta essere solo uno di quegli ingenui che accecati dai propri ideali vengono manipolati facilmente dalle menti più pragmatiche.
In questo caso proprio da quella che finora era stata la sua alleata più fedele, l'Arcidruidessa di Dreamland, che già non aveva mai fatto un segreto del suo ateismo negli episodi precedenti ma ora si rivelerà nientemeno che legata a doppio filo a un paese che conosciamo bene: Steamland.
Vistasi scoperta (e da Derek, nientemeno!), alla donna non resta che darsi a una rocambolesca fuga in moto e a Bean non resta che mettersi sulle sue tracce, cosa che porterà a un trittico di episodi (quelli centrali) tutti dedicati alla capitale della stienza: Steamland Confidential, Freak out! e L'ultimo tuffo.
Dal punto di vista del worldbuilding la seconda visita di Bean (e la prima di Elfo) a Steamland è un capolavoro oltre che la riconferma che Disincanto ormai non vuole più restare ancorato al fantasy medievale ma non vuole nemmeno fare il verso retrò a Futurama (anche se le strizzate d'occhi ancora una volta non mancano). Ha una strada sua ben definita da percorrere ormai.
La caccia all'Arcidruidessa condurrà Bean alla Gunderson Steamwork, che ruba molto dell'estetica a una roba da niente come Metropolis di Fritz Lang (1927), dove farà la conoscenza con un operaio di nome Gordy (Richard Ayoade, un nome che i fan di The IT Crowd conoscono molto bene, doppiato in italiano da Davide Lepore), che introdurrà la nostra protagonista alle meraviglie del lavoro meccanizzato e del servizio mensa.
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Gordy si rivelerà essere nientemeno che Alva Gunderson, il fondatore della Gunderson Steamwork, e la trama comincia ad infittirsi ulteriormente, come se fino a questo momento fosse stata una passeggiata di salute.
Un riassuntino veloce:
Alva è di fatto capo, mandante e a questo punto ex amante dell'Arcidruidessa.
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La sua ossessione verso Dreamland sembra avere una lunga storia (poi vedremo quanto lunga) e nonostante Bean abbia ucciso anche se per legittima difesa suo fratello Skybert (l'uomo-drago che le ha insegnato i primi rudimenti stientifici!) sembra aver preso molto in simpatia la principessa, al punto da proporle un'alleanza per unire (dal punto di vista politico e, per quel che li riguarda, romantico) non solo i due paesi ma scienza e magia
Ed è tutto molto bello ed arcobalenoso (come si vede dal simpatico diorama qui a fianco) anche se boh, saranno gli avvertimenti che l'Arciduchessa sussurra all'orecchio della principessa prima di essere portata via o i baffetti malvagi finti ma l'impressione che dà questo squallido voltagabbana è più quello di voler piegare la magia di Dreamland (o forse nello specifico il suo potere di dare consistenza ai sogni, visto che almeno superficialmente Dreamland non ha magia) ai suoi voleri, proprio come dietro la facciata del paese perfetto, supertecnologico e con le donne che lavorano proprio come i maschi che avevamo visto in precedenza si nasconde una vita meccanizzata fatta di alienazione, stress e ritmi scanditi dal suono delle sirene, dove gli operai si fanno un culo tanto e un gruppo di stronzi ricchi e annoiati passa il tempo nei club dei gentleman esploratori a scambiarsi storie d'avventura sui paesi esotici visitati e le specie rare/magiche che hanno massacrato.
Proprio a causa di questi ultimi Elfo finirà a fare da attrazione in un Freak show, dove faremo la conoscenza, tra le altre creature, di Mora la sirena (Meredith Hagner), che è per l'appunto... Una sirena. 
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Dopo la TV c'è il cinema, dopo il
cinema il doppiaggio di cartoni e poi
la morte...
Mora, scopriremo poi, è una principessa delle sirene ribellina e guardata a vista da una madre volitiva fuggita a Steamland in cerca di una carriera nel mondo dello spettacolo, ed è finita a fare da attrazione in un luna park insieme a una serie di freak dopo una breve parentesi di doppiatrice di cartoni animati.
Insomma, praticamente è la copia in carta carbone di Bean, quindi perché non far nascere una storia d'amore nata e (almeno per il momento) abortita a caso mentre Elfo a furia di prendersi sbandate per le donne sbagliate o per delle disturbate mentali è impazzito e si è preso una cotta per un battello a vapore? Sul serio, le sottotrame romantiche la stanno buttando davvero troppo di fuori, ci diamo una calmata?
"Mora la sirena" era anche la protagonista di Night Tide, film del 1961 di Curtis Harrington: una sorta di horror fantastico in cui un'artista che interpretava una sirena in uno show in un parco di divertimenti (e che era convinta di essere davvero una sirena) sembra essere coinvolta in una serie di misteriosi omicidi.
Al ritorno di Bean a Dreamland ci sarà poco tempo per struggersi d'amore per Mona, grazie al cielo: bisogna sventare complotti, prepararsi per una guerra incombente contro Steamland cercando (con risultati prevedibili) risorse, armi e alleati, dire addio a Oona e Derek ma soprattutto venire a patti con fatto che Zøg sia ormai irrecuperabilmente pazzo.
La puntata che segue, La pazzia di Re Zøg, è di una bellezza rara.
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Fino a questo momento la lenta ma inesorabile discesa del re nella follia che sembra funestare la sua famiglia è stata una sequela di parentesi comiche, versi strampalati, gag ridicole e a tratti, ammettiamolo, ripetitive e irritanti. 
A questo punto non c'è più niente da ridere: il re ha sbalzi violenti d'umore, aggredisce consiglieri e sudditi (tutti tranne la figlia) e rifiuta persino di mangiare, deve quindi essere rinchiuso nelle segrete del castello di modo che non rappresenti un pericolo per se stesso e per gli altri. Una notte in cui è Dagmar ad apparirgli in sogno con la promessa di liberarlo se lui libererà lei, però, Bean va a trovarlo e trova le catene che lo tenevano fermo aperte e la cella vuota. 
Zøg sta vagando muto, pensoso e senza meta per Dreamland, finché non si ferma in un negozio di pupazzi da ventriloquo dove trova la parola attraverso Freckles, un orrendo, inquietante e sarcastico burattino di legno attraverso il quale riuscirà a dar sfogo alla sua angoscia.
Io ci ho pianto a un certo punto, e non scherzo.

Un paio di riflessioni in merito:
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 Nell'episodio precedente su un muro del castello di Dreamland compare una scritta in lingua antica (antica quanto? incisa da chi? Quanti misteri!), che tradotta significa: "Freckles was here". Ed è anche piuttosto in basso, come se l'avesse scritta una persona molto piccola.
Considerando che davanti al negozio c'è tutta una sfilza di cartelli che avvisa l'acquirente di maledizioni e orrori di ogni sorta, che la proprietaria del negozio parla di Freckles come se fosse una persona vera e soprattutto che in una scena, nonostante Bean porti via Freckles e se lo nasconda sotto al letto mentre Zøg è profondamente addormentato, quest'ultimo neanche mezz'ora dopo le entra in camera e riesce a trovarlo a colpo sicuro, il dubbio che questo Freckles possa essere come minimo senziente viene.
Forse potrebbe essere addirittura un uomo maledetto? Abbiamo già visto persone maledette, persone che perdono il senno, come la strega di Hansel e Gretel.
 La signora del negozio di burattini è quasi sicuramente Dagmar (che poche scene prima aveva promesso a Zøg di liberarlo se lui avesse liberato lei); ha la sua voce, in originale ha un accento maruviano, le somiglia e sotto al bancone mentre Zøg e Bean stanno andando via Con Freckles si vede pure un Trøg. Possibile che Bean non la riconosca?

Rimasta di nuovo senza un re, questa volta tocca a Bean essere incoronata regina e vedersela con le responsabilità di palazzo, un misterioso filo di fumo verde in lento ma inesorabile avvicinamento nonché con un assalto di orchi incazzati in cerca di Elfo.
Il legame tra Elfo e gli orchi si fa sempre più plausibile.
Anche adesso, comunque, scopriamo qualche cosina interessante:

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Potremmo essere venuti a conoscenza del momento esatto in cui Steamland avrebbe cominciato ad avere mire espansionistiche su Dreamland, ma la cosa più che rispondere a dei dubbi genera nuove domande.
All'incoronazione di Bean scopriamo che l'antennina rossa sulla corona contiene un dispositivo di trasmissione di immagini a distanza, frutto della stienza di Alva/Gordy (anche se non lo vedessimo sghignazzare con fare malvagio, sappiamo che Steamland è l'unica a possedere questo tipo di tecnologia). In una serie di busti che si vedono per circa mezzo secondo notiamo come la famosa antennina cominci ad apparire sulla corona dei sovrani solo a partire dal regno di Zøg e Dagmar, dopo l'uccisione di Yøg da parte dei Seekers.
Quindi, è un piano che va avanti da almeno 15 anni e che potrebbe coinvolgere, come al solito, più forze in gioco. Dal momento che l'Arcidruidessa era una spia al soldo di Alva e un membro dei Seekers potrebbe essere stata addirittura lei a suggerire l'assassinio del re.
In fondo ha preso con leggerezza anche le decapitazioni, la prospettiva dell'avvelenamento sarà stato un party in piscina.

Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
 La cosa che Ito ha cercato per conto del re degli elfi altro non era che un antico insediamento elfico nascosto nei meandri di Dreamland, cosa che connetterebbe umani di Dreamland, elfi e i Trøg. Veniamo anche a sapere da un'annotazione riportata in antica lingua nel libro dei re che Derek aveva trovato sotto al suo letto che a un certo punto in passato ci fu una guerra tra quelli che sarebbero diventati re umani di Dreamland e i suoi legittimi abitanti, che avranno perso la guerra ma hanno anche gettato la famosa maledizione che ha portato orrori e follia nella casata dei Grunkwitz.
Con i soliti necessari rewatch è possibile vedere che il simbolo della spirale che vediamo alle spalle del trono (che ha al centro un foro che sembra fatto giusto giusto per la famosa sfera che registra passato e futuro che fino a questo momento pareva un semplice deus ex machina) compare a più riprese negli episodi precedenti, in molti arazzi ancora presenti nel castello di Dreamland ma soprattutto nella Chiesa, il che potrebbe spiegare il perché la spia di Steamland abbia scelto come copertura la via clericale.

Il finale come al solito ci riserva una caterva di cliffhanger.
I cammini dei tre protagonisti a questo giro si separano più che mai (nonostante ce lo ripetano in ogni modo possibile e immaginabile che solo insieme potranno essere i salvatori della profezia), con Elfo che viene rapito dagli orchi (forse su ordine della loro regina, che ha finalmente fatto chiarezza su chi sia Elfo?), Dagmar che trascina Bean all'inferno perché sposi un non meglio precisato cicisbeo satanico (d'altronde è dalla Parte 2 che ci viene detto che Maru ha un debito con l'inferno, si presume dalla guerra contro Cremora, e questa stronza continua a risorgere. Non è che ci si stupisca più di tanto) mentre Luci, nel tentativo di seguirla, viene tranciato a metà e finisce, oltre al danno la beffa, in paradiso. 
Nel frattempo Miri, la ragazza mocio che come tanti altri personaggi non ce la conta giusta neanche un po' e sembra avere in sé della magia, sbatte la corona di Dreamland (quella che Bean le aveva lanciato addosso perché troppo larga) insieme a Freckles in un armadietto con altra paccottiglia.
Sospettino...
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IN CONCLUSIONE. . .

Disincanto è una serie che continua a regalare emozioni e tante, tantissime pippe mentali dal punto di vista dell'intreccio (che pur indulgendo in qualche episodio filler, non perde mai il filo della storia neanche per un secondo) e della crescita dei personaggi, arrivando a ironizzare anche su incoerenze interne della serie, come morti che tornano in vita e storie d'amore a catena di montaggio.
A questo giro Elfo arriverà ad arraparsi per una testa parlante e una barca, non dimentichiamolo.

Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
A proposito di romance, il percorso di crescita di Bean a questo giro sarà principalmente sentimentale dal momento che più che coi suoi nuovi poteri elettrici la principessa ribellina che all'inizio della storia voleva solo evitare un matrimonio combinato con un cretino e bere birra fino a sfondarsi dovrà fare i conti con se stessa, le sue fragilità; con il fatto di non aver mai amato (emblematico che proprio in uno dei primi episodi, fingendosi Dagmar per ingannare i 
Trøg la questione venga fuori con Bean che dice a sua madre "Io non ti ho mai amata") e di non aver mai sofferto per amore, cosa che forse la porta a non capire appieno Elfo e il perché occasionalmente sembri portarle tanto rancore (fortunatamente per lei Mora riuscirà a spezzarle il cuore a tempo record, facendola entrare nella maturità romantica giusto un pelo prima di dover diventare la sposa di Satana. Quindi non so, probabilmente non è casuale).
E' un percorso di crescita che a questo giro fortunatamente lascia da parte le fuffate romantiche e culmina con le cose serie, ovvero l'accettazione delle proprie responsabilità politiche.
Ci sarà tempo per esplorare le cose queer.
Tanto in Disincanto la gente copula letteralmente con la qualunque, non sarà di certo un rapporto lesbico tra una principessa e una sirena a destare scandalo.

Interessante anche lo sviluppo di Luci, che comincia ad acquisire un senso nel grande ordine delle cose.
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
Mi intriga vedere come se la caverà al cospetto di Dio un demone alle prime armi che fino a questo momento il demone l'ha fatto proprio male, e che tra l'altro tra tutti i nomi che gli potevano dare hanno scelto proprio LUCI. E' anche un modo molto delicato che ha la storia di rimarcare il fatto che, ancora una volta, non è quello che siamo a determinarci ma le nostre azioni
Quindi Elfo che sarebbe un elfo, al punto da ribadirlo anche nel nome, ma non vuole perseguire una vita di felicità e dolcezza (ma va a impegolarsi in tutta una serie di amori impossibili o a trombarsi tipe che non gli piacciono, a questo punto penso lo faccia apposta), Bean che è una principessa in un regno medievale ma si rifiuta di subire passivamente quello che altri decidono per lei, e infine un demone che il demone proprio non è riuscito a farlo neanche per sbaglio ed è arrivato a guadagnarsi il paradiso.
Postilla: il corpo di Luci si spezza in due durante la discesa di Bean all'inferno. La testa rimane alla ragazza mentre il corpo finisce in una miniera di Trøg, che come abbiamo visto all'inizio di questo pugno di episodi possiedono anche l'ampollina dell'immortalità tra i tesori trafugati e FORSE il loro sangue qualche proprietà rigenerativa ce l'ha dal momento che ci sono forti possibilità che siano legati indissolubilmente agli elfi.
Come al solito, quei trollini degli autori ci lasciano con più domande che risposte ma noi, come Elfo, siamo dei maledetti masochisti e amiamo Disincanto anche per questo.
Recensione & Analisi | Disincanto (parte 3)
Giudizio Finale:

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