domenica 21 febbraio 2021

[Recensione] DISINCANTO (Parte 2)

Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Titolo originale
Disenchantment
Paese: Stati Uniti
Anno: 2019
Distribuzione: Netflix
Ideatore: Matt Groening, Josh Weinstein
Stagione: 1 (parte 2)
Episodi: 10
Cast: Abbi Jacobson (Rossa Caputo), Nat Faxon (Edoardo Stoppacciaro), Eric Andre (Alessandro Quarta).

Premesse:
Continua il nostro viaggio all'interno di una serie che proprio non riesce a incontrare i favori delle grandi masse di fan all'interno del panorama italico o internazionale ma che la sottoscritta invece continua ad apprezzare molto, forse ancora di più ora che la trama orizzontale si comincia a delineare e il mistero s'infittisce.
Questo perché sono sempre contenta quando mi trovo davanti qualcosa che non sente l'insopprimibile bisogno di fare i seghini a Game of Thrones, a parte un blando riferimento a un trono di spade nel primissimo episodio come contentino del cazzo ai fanboy, anche se ovviamente essendo un fantasy deve scadermi comunque negli odiati cliché del fanciullo del destino e della profezia.
Perché ci vogliono disincantare ma non troppo.
Di nuovo, pur abbondando i riferimenti a Futurama Disincanto resta un prodotto che mantiene una sua dignitosa autonomia (tradotto, continua a non far ridere come gli altri prodotti di Groening perché non vuole farlo, mettetevela via), con un bell'intreccio, un interessante percorso di crescita dell'eroe con attenzione data anche ai personaggi di contorno, con un mondo in continua espansione e pericoli dietro ogni angolo. Alcuni dubbi vengono svelati a fronte di mille altri nuovi che ne sorgono. 
Insomma, normale amministrazione di una qualsiasi saga fantasy.

Per chi avesse voglia di un recap e gli piacesse proprio tanto leggere i miei sproloqui QUI la prima parte.
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Ho riso assai, alla faccia di chi dice che Disincanto non fa ridere, considerando che il inglese il doppiatore John DiMaggio presta anche la voce a Bender

RECENSIONE&TRAMA

I primi tre episodi della serie continuano a portare avanti la storia da dove l'avevamo lasciata ma al tempo stesso decostruiscono il mondo di Disincanto così come lo conoscevamo per ripartire da zero. 
Si potrebbe considerare quasi un retcon, però fatto bene. Assistiamo a un totale sgretolamento dello status quo: se già il messaggio non ci fosse arrivato alla fine della Parte 1 ora risulta chiaro pure ai meno attenti che con la nostra sospensione di incredulità ci si stanno pulendo il culo.
Tutto è destinato a frantumarsi davanti ai nostri occhi.

L'episodio 11 (La disincantatrice) parte con un recap degli episodi precedenti. Il regno di Dreamland è in rovina, re Zøg contempla i propri sudditi tramutati in pietra, Bean e sua madre Dagmar veleggiano verso Maru, il suo paese natale. Luci è stato fatto prigioniero e il cadavere di Elfo marcisce chissà dove.
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Oona
cerca di avvisare Bean del pericolo ma viene scoperta da Dagmar e buttata fuori bordo per lasciare che muoia tra i flutti (buttare a mare una donna-anfibia, cosa potrà mai andare storto avrà pensato Dagmar che è figa e cattiva ma anche sveglia), ma non prima di aver rubato alla madre di Bean l'ampolla dell'immortalità. Bean in tutto questo se la dorme della grossa, ma l'essere una totale rincoglionita (come buona parte delle protagoniste dei fantasy, che se capissero tutto subito farebbero finire la trama in 5 minuti) ormai è diventato un tratto caratteriale: tra le altre cose dovrebbe sapere da mo' che è Maru ad aver tramutato in pietra gli abitanti di Cramora ma dovrà scoprire Luci e una pozione pietrificante nell'armadietto degli zii per capire che non era Oona la colpevole.
Ma ben svegliata.
Al nostro arrivo nell'esotica e mediorientaleggiante Maru la serie comincia a dipanare qualche mistero rimasto insoluto ma ne crea immediatamente di nuovi, perché in una saga fantasy non si può mai stare troppo rilassati: scopriamo finalmente l'identità del due misteriosi figuri che hanno evocato Luci affinché votasse al male l'anima di Bean e hanno osservato quanto accadeva a Dreamland attraverso il loro fuoco magico e del loro servo. Sono Becky, Cloyd e il povero Jerry, i fratelli di Dagmar. 
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Quello strano occhio
demoniaco comparirà
spesso, anche a Dreamland
Subito dopo scopriamo che nella famiglia di Dagmar pare scorrere il seme della follia (sorpresa sorpresa!) ma soprattutto che sembra esserci una profezia che parrebbe riguardare proprio Bean (sorpresa sorpresa 2!): esiste all'interno della reggia di Maru un dipinto che la ritrae con una corona di metallo in testa (vista in altri ritratti di famiglia, quindi forse è semplicemente la corona reale di Maru che avendo al suo interno degli spuntoni di metallo ha fatto impazzire molti dei suoi sovrani proprio come accaduto a Jerry?), una veste cerimoniale e una spada, e mentre cazzeggia da sola nei vicoli malfamati in cerca di sostituti maruviani dei suoi vecchi compagni di sbronze una vecchia folle si rivolgerà proprio a lei, Tiabeanie, come la salvatrice.
Una fanciulla del destino e una profezia.
Non se ne scampa.
A questo punto sembra che persino Bean arrivi a capire che qualcosa non quadra riguardo a sua madre, che si sta mostrando un pelo meno accomodante di come l'avessimo vista in precedenza e bolla quanto accaduto come i deliri paranoici di una pazza, ma soprattutto non quadra riguardo alla storia della profezia in generale. Forse è il fatto che i suoi parenti vogliamo ficcarle nel cranio una corona con degli spuntoni arrugginiti e ancora incrostati di sangue, il fatto che trovi Luci intrappolato nel loro scantinato, o forse il fatto che sua madre sia una pazza che la vuole morta.
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Sia come sia, Bean libera Luci e scampa al suo destino grazie all'intervento di Jerry che muore per mano della stessa Dagmar nel tentativo di salvare la sua nuova amica. Jerry, ti si vuol bene.
Attraverso il fuoco mistico di Becky e Cloyd i due protagonisti riescono a comunicare brevemente con Elfo, che sta facendo la bella vita in Paradiso (ma non era quello a cui la vita comoda, le dolcezze, facevano cagare?), e a dirgli di trovare un modo per arrivare all'Inferno, per potersi incontrare e tornare sulla terra insieme. 
Non è chiaro il funzionamento del fuoco mistico che non riesce a trovare Luci che si trova all'interno del castello di Maru (anche se sigillato in un'ampolla per demoni) ma riesce a comunicare con l'aldilà senza formule magiche e polverine di rito. Suppongo avrà a che fare con la principessa della profezia che sarà anche potentissima.

L'episodio 12 (Scala per l'inferno) continua con quella tiepida (ma arguta e piuttosto divertente per quel che mi riguarda) ironia religiosa che abbiamo visto nel corso della prima stagione. 
Se prima ci eravamo limitati a una Druidessa che tutto sembra fuorché una devota credente mentre getta le basi di una religione inventata sul momento o Bean che osa imporre la logica e la compassione alle suore qui si va oltre spostando la questione su un piano più metafisico con Elfo che cerca in tutti i modi di offendere Dio (mentre Jerry, assunto a gloria, fa notare le ipocrisie e le mancanze di quello che appare come un sadico bastardo) e finisce con la testa al posto delle chiappe. Ironico che nel mondo "reale" di Disincanto aleggi un senso generale di cinismo nei confronti del divino e sostanziale ateismo (specie da parte dei ministri di culto) quando di fatto qui abbiamo la prova "tangibile" dell'esistenza di un'aldilà e di una divinità onnipotente.
Nel frattempo Luci e Bean vagano per l'inferno in cerca di Elfo e di una via di fuga per la Terra.
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Anche qui scopriremo qualcosa in più rispetto alle informazioni che ci sono state fornite nel corso della Parte 1:
1) L'inferno è fighissimo
2) Dio è nero e se bestemmi e metti in dubbio il suo operato non si incazza (buono a sapersi)
3) Luci non è lo spirito temibile per cui è andato spacciandosi per tutta la prima serie ma un demone di infimo ordine.
4) Francamente non pensavo che Elfo riuscisse a starmi più sui coglioni di così, eppure è successo. Catturato dai demoni e costretto a vivere il momento più doloroso della sua vita (che nel caso di Elfo è quello in cui Bean lo lascia morire per riportare in vita Dagmar) arriva non solo a colpevolizzarla per aver scelto sua madre (sei scemo?) ma anche a odiarla per averlo costretto a lasciare il paradiso (sei scemo 2?). 1) È sua madre, imbecille 2) Nessuno ti ha puntato contro una pistola e Luci (il demone!) arriverà a sacrificare molto di più senza stare a rimarcarlo come se si aspettasse in cambio chissà cosa. 3) Ma te non eri quello scappato da Elfwood perché la gioia faceva schifo?
Comincerà da questo punto in poi una decostruzione del rapporto pseudo-romantico cringe tra i due protagonisti (nel pratico un mero fetish verso le donne alte che Elfo sembra aver ereditato dal padre, cosa che rende molto sospetto il fatto che in un episodio successivo la regina degli Orchi sfoggi un naso e una colorazione di epidermide molto simile a quella di Elfo - ma quanto c'è da fidarsi? Tutta la serie è la sagra del trollaggio), cosa che spero verrà portata avanti con coerenza perché 1) il romance fondato sulla friendzone ha rotto i maroni e 2) Elfo è un goodguy di merda. 

Da qui in poi, vedremo, non ci saranno più battute da parte di Luci sulla sua cotta impossibile, vedremo anche un ritorno di fiamma (disastroso, com'è ovvio che sia visto che parliamo di un lurido goodguy che passa di palo in frasca senza particolare convinzione) verso la sua ex Kissandra e in generale un allontanamento progressivo tra i due verso un rapporto di amicizia relativamente più sano anche se comunque fondato sul rancore. 
Tra Elfo e Bean finora, grazie al cielo, sembra essere storia chiusa.
Nell'episodio XIII (Proprio quella cosa) dopo la decostruzione dei personaggi (Dagmar che non è una mamma affettuosa e amorevole, Luci che non è un demone spaventoso, Elfo che non è un elfo) e del rapporto sentimentale forse più significativo per Bean nato nel corso dei primi 10 episodi assistiamo finalmente alla distruzione totale dello status quo di Disincanto

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Oona arriva a un'epifania, quella di non essere mai stata amata o apprezzata né dalla sua famiglia né dal popolo di Dreamland nonostante gli sforzi e i sacrifici fatti per comportarsi da brava donna/moglie/regina del tempo. 
E' triste a una più attenta riflessione che il suo destino sembri non interessare nemmeno alla natia Dankmire dal momento che alla fine della Parte 1 era riuscita a inviare un tacchino di soccorso al suo popolo ma non s'è mossa foglia (di nuovo, potrebbe non essere come sembra dal momento che Odval, che l'ha aiutata a inviare quel messaggio, non sembra così bramoso di fare gli interessi della Corona e in più sembra non aver mai avuto tutta questa simpatia per la donna lucertola e il suo erede).
Così sfancula neanche troppo metaforicamente i suoi cari, il suo popolo, la sua vecchia vita, il figlio e le responsabilità politiche e insegue un vecchio sogno di ragazza diventando il primo ufficiale di una nave pirata che si scoprirà essere in mano all'elfo Leavo/Ito (nominato brevemente nel primo episodio della serie: l'eroe di Elfo, quello che era riuscito ad abbandonare Elfwood). Raggiunta Dreamland per avere dei tesori in cambio dell'ampolla dell'eternità presa a Dagmar scoprono che non è rimasto niente da razziare.
I barbari hanno invaso il regno e rubato tutto.
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Ma c'è un tesoro ancora più grande che li aspetta se Leavo accetterà di aiutare Bean e
Zøg a riportare in vita la gente del regno grazie al sangue di vero elfo e all'ampolla dell'immortalità: le faccine sorridenti degli abitanti di Dreamland un vero tesoro su cui Leavo e gli altri elfi sembrano voler mettere le mani da tempo immemore e che pare celarsi proprio lì, da qualche parte, nei tunnel sotterranei di Dreamland.
E' Leavo, prospettando a Ruleo la possibilità di trovare proprio quella cosa, a convincere tutti gli elfi di Elfwood ad abbandonare in fretta e furia il loro ameno villaggio tra i boschi e a trasferirsi a Dreamland in pianta stabile dopo aver aiutato il regno a liberarsi della maledizione pietrificante. E, incredibile a dirsi, Elfo risulta davvero il più fico tra loro.
Infine Oona e Zog divorziano.

*

Ristabilite così nuove basi per Disincanto la quasi totalità della seconda parte può tornare (fino agli ultimi due episodi) a quell'ameno girare in tondo senza meta che avevamo già visto all'interno della Parte 1, ma a questo giro manca qualsiasi parvenza di spensierata leggerezza.
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Zøg troverà un nuovo amore ma Bean non sarà lì a percularlo o a lagnarsi del fatto che il padre la metta da parte perché dovrà vedersela con incubi ricorrenti e molto vividi (frutto del potere di Dreamland, che sembra dar forza e sostanza ai sogni, alla faccia del paese senza magia di cui parlavano nella Parte 1) che riguardano l'onnipresente Dagmar e un carillon che le venne regalato da bambina e suona una inquietante ninna nanna maruviana: come nella migliore tradizione dei film horror nonostante a un certo punto Bean lo scaraventi fuori dalla finestra se lo vedrà ricomparire, integro ma con gli occhi di Dagmar che invece di essere chiusi e sereni sono aperti e molto incazzati, sul comodino.
Creepy.
Elfo, Bean e un avventuriero di nome Wade Brody Jr. se la dovranno vedere contro un gruppo di orchi poco gentili, e sarebbe tutto molto divertente se il motore narrativo non fosse una pestilenza che sta falcidiando gli elfi (compreso il padre di Elfo) e la ricerca dei frutti magici in grado di guarirli.
Se Bean si arrabbia con Zøg e cerca di fargliela alle spalle alleandosi con un gruppo di malintenzionati guidati dal finto nano Truffo (d'altronde, con 'sto nome pure te che ti ci aggreghi...) non è per il solito puntiglio o per motivi egoistici ma per riparare a un'ingiustizia

Nel frattempo nonostante sia la crescita di Bean, nello specifico il suo viaggio verso la scoperta di sé (che diventa anche il fulcro dell'episodio Con Parole sue in cui la protagonista ha una breve parentesi come autrice teatrale), a rimanere il centro nevralgico della narrazione viene dato spazio e sostanza a personaggi che fino a quel momento erano poco più che sollievi comici o pupazzi bidimensionali sullo sfondo.
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Di
Zøg non vedremo più solo il lato volitivo e crudele, il sovrano che faceva da antagonista alla principessa ribellina che sogna la libertà ma un uomo complesso, triste e solo. Un uomo in cerca d'amore dopo la bellezza di due matrimoni falliti: uno con la donna che amava e che gli ha spezzato il cuore, l'altro con una lucertola che lo rispettava e forse lo amava ma che lui non ha saputo apprezzare finché ne ha avuto la possibilità.
In Il cuore solitario è cacciatore avrà una breve ma intensa liaison con Ursula, una silkie della foresta (un'orsa in grado di togliersi la pelle animale per diventare donna): tra il re e questa sconosciuta scocca subito la scintilla, e nonostante non sia proprio la candidata ideale per diventare la nuova regina di Dreamland tra i due c'è passione, affetto, complicità.
Ma Ursula presto comincia a sentire la nostalgia del bosco.
Zøg, nel timore che lei prenda e lo abbandoni le nasconde a sua insaputa la pelle d'orso (un topos abbastanza comune nelle fiabe sulle silkie) ma anche in questo caso la trama prende in una direzione inaspettata e Zøg vedendo tanto infelice la donna che ama finirà col fare forse il primo gesto davvero disinteressato della sua vita (mostrandoci un personaggio di indole buona in grado di slanci di sensibilità). Restituirà a Ursula la sua pelle d'orso e la guarderà sparire nel bosco.

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In The Dreamland Job sono le sue capacità come sovrano ad essere messe in discussione a inizio episodio:
Zøg, come da copione, tartassa gli elfi (creature a cui nonostante il re debba la vita e il regno già vivono ghettizzate ai margini della società in condizioni a dir poco subumane) depredandoli di tutto il denaro faticosamente guadagnato con la produzione e vendita di dolciumi.
Di fronte a questa palese ingiustizia il copione prevederebbe che Bean, paladina del popolo, vi ponesse rimedio in barba al volitivo e avido genitore, se non fosse per il fatto che è lo stesso Zøg a rivelarsi un re molto più giusto e saggio di quanto appaia.
Si renderà conto da solo di aver esagerato e confiderà a Bean di avere tutta l'intenzione di restituire agli elfi il denaro preso ingiustamente.

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In Il viscido abbraccio dell'amore lo si vede interagire per la prima volta con suoi pari (e non verso semplici sudditi, membri del consiglio, familiari, nemici o regni che considera inferiori) nel corso di una cena in compagnia di un duca di Dreamland che lo disprezza non troppo velatamente per essere sì abbastanza fuoriforma ma decisamente in salute per essere un vero sovrano. 
Zøg si rivelerà un uomo talmente insicuro, solo e desideroso di piacere da farsi venire la gotta, il male dei re, solo per integrarsi.

Infine, in Con parole sue, sarà il rapporto tra Zøg e Bean a fare quel salto di livello, quando i due (approfittando di una parentesi da scrittrice di Bean che cerca di dar voce alle sue angosce in un mondo che non prende in considerazione quello che ha da dire nonostante sia importante in quanto donna) finalmente riusciranno a parlare di Dagmar e dei loro sentimenti feriti.

Un altro personaggio che avrà spazio e un piccolo momento di gloria è il giovane principe Derek, apparso finora come il cocco di mamma, il principe ereditario e l'orgoglio di Dreamland perché per quanto fosse sciocco e tonto era comunque un maschio.
Dopo la partenza di Oona le cose per lui sono molto cambiate.
Lo avevamo lasciato rinchiuso nella torre di Dreamland in attesa che le cose tra il re e sua madre si sistemassero: scopriamo in questa seconda parte che, sfuggito alla maledizione pietrificante e dimenticato là per settimane è sopravvissuto alla lunga prigionia mangiando topi e varie specie di volatili più o meno commestibili, anche se tutto sommato sembra esserne uscito un fiore. Derek in questi episodi non ha ancora molto spazio ma comincia a delinearsi una figura molto più complessa, e nei limiti tragica.
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Ignorato dal padre, disprezzato dalla sorellastra perché è un tonto e perché in quanto maschio ha sempre potuto fare tutto quello che a lei non era permesso (combattere e cavalcare), lasciato anche dalla madre, Derek non ha amici e passa le giornate a giocare coi soldatini di legno o a vagare per il castello in cerca di un po' di attenzione.
La sua fame di interazione lo porterà a fare amicizia col polipetto Slimy, una creatura trovata in una pozza di marea che prende la loro amicizia un po' troppo seriamente: diventato improvvisamente gigantesco (forse a causa di un liquido contenuto in anfore che Derek trova per caso dietro una nicchia che reca il simbolo del tesoro degli elfi, ma non ci è ancora dato modo di saperlo) assalta il castello uccidendo diverse guardie e il succitato duca per portarlo nella sua grotta, col rischio di ucciderlo.
Toccherà naturalmente a Bean salvarlo visto che Zøg è temporaneamente fuori uso: l'episodio permette di approfondire il loro rapporto e creare un legame tra i due che va oltre la rivalità e il disprezzo verso un fratello minore che è anche l'erede al trono.

Peccato che a questo giro Oona non compaia molto dopo essersi reinventata capo pirata, ma il suo personaggio ha avuto comunque sviluppi interessanti che due parole le meritano: Oona parte come tutto quello che avrebbe dovuto essere Bean nelle intenzioni di Zøg, è rimasta al suo posto per 15 anni come moglie e matrigna devota, ha dato al sovrano un erede maschio e ha fatto tutto quello che era in suo potere per farsi amare.
Come risultato si è presa per anni il biasimo della figliastra, è stata gettata via dal marito alla prima occasione e tutti nel regno hanno dato la colpa dei maleficio pietrificante a lei nonostante Bean vada in giro a dire da settimane che la vera responsabile è Dagmar.
Questo l'ha spinta a mandare tutto a cagare.
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La cosa divertente ma non troppo paradossale di questa trasformazione è che questa Oona che segue i suoi sogni di ragazza è quasi la copia in carta carbone di Bean: è una tipa supertosta che si droga, beve, ama le risse e la violenza ma ha anche un cuore buono e agisce per il bene di chi ama.
Nel momento esatto in cui questa narrazione trollina e disincantante va a distruggere il legame che Bean credeva di avere con la sua vera madre, insomma, scopriamo che la persona con cui la nostra principessa ha più sintonia è la sua matrigna, la quale non la considera più una testa calda ma qualcuno che addirittura vorrebbe portare con sé a fare scorribande per il mare.

*

Luci e Elfo hanno forse gli archi narrativi più frustranti e irritanti, ma fa tutto parte del contesto in cui si muove Disincanto, un contesto in cui si fa la propria ragion d'essere del trolling selvaggio e del metterlo continuamente in culo allo spettatore senza nemmeno la gentilezza della vasella.
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In Scala per l'inferno Luci sembra pronto a seguire la strada dei Pokèmon: evolve in demone di secondo livello e poi di quarto crescendo di qualche centimetro e guadagnandosi le agognate ali che gli consentono di caricarsi Bean e la buonanima di Elfo per defilarsi dall'Inferno. Ecco che però non appena tornati sulla Terra il gesto disinteressato e l'affetto per i suoi amici lo porta a perdere non solo gli upgrade ma anche l'immortalità. 
E' una scelta narrativa che non mi vede entusiasta ma non la bollo nemmeno come cacata: da un lato non è così scontato fare un turnover così sfacciato che con ogni probabilità scontenterà molti fan così de botto, dall'altro questi percorsi di redenzione a tempo record che trasformano il malvagio in uno tsunderino sarcastico mi rompono davvero i maroni. Continuo però a sperare in qualche rivelazione sconvolgente sull'identità di Luci, in futuro.
E spero anche di rivedere il Luci volante!
Nel frattempo accontentiamoci di vederlo diventare uno tsunderino barista che allunga i drink, fa battute cattivelle, gonfia i prezzi, salva i soldi degli elfi da Truffo in cambio di una piccola cresta per il lavoro e accudisce amorevolmente elfi malati in cambio dei loro averi. Cosa che si rivela un'altra scelta coraggiosa, a conti fatti, lasciare da parte il personaggio potenzialmente più simpatico della serie lasciando che siano Elfo e Bean a prendere in mano la situa in più occasioni.

Elfo dal canto suo ha un po' rotto il cazzo anche se personalmente apprezzo che finalmente non sia più identificato quasi esclusivamente dalla sua inquietante cotta a senso unico.
Dopo aver colpevolizzato Bean all'inferno per aver scelto sua madre e averlo costretto a lasciare il paradiso, dopo essere andato avanti per interi episodi a suon di atteggiamenti passivo-aggressivi, non pago rompe i coglioni anche a Kissandra, che dopo la sua partenza non l'ha aspettato struggendosi come evidentemente avrebbe dovuto fare mentre lui si faceva venire i bollori per le donne alte e l'ha data via come se non fosse sua come era suo pieno diritto fare.
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Lei e Luci daranno vita a una breve ma intensa romance dal momento che lei (lo avevamo già visto nel corso della Parte 1) ha un debole per i bad boys e lui per le donnine disinibite.
Elfo ronzerà loro intorno in continuazione pretendendo non si sa cosa visto che a quanto pare Kissandra in quanto ex è un po' roba sua, ma come ci ha ormai abituati Disincanto le cose non andranno come ci si aspetta. 
Luci comincerà a provare qualcosa di serio per Kissandra, ma proprio mentre Elfo forse sta per capire l'antifona e farsi da parte come in quelle comedy del piffero in cui tutto si basa sui bro che devono darsi il permesso per frequentare le fighine altrui è lei a sganciare la bomba e a lasciare senza preavviso il demone tsunderino, perché anche lei (proprio come Oona) è arrivata a una realizzazione personale.
Basta storie con i Bad Boys.
Basta tresche in cui lei finisce con l'annullarsi.
Questa nuova Kissandra vuole solo pensare a se stessa e volersi bene. Brava Kissandra.

Elfo oltre che un'irritante incudine appesa alle palle risulta però anche il personaggio più ammantato di mistero alla fine di questa Parte 2: in particolare resta il segreto sull'identità di sua madre.
Lo show ci stuzzica e ce la mette in quel posto, come sempre.
Alla fine della Parte 1 avevamo visto Elfo e suo padre sul ponte di Elfwood intenti a parlare di sua madre: una carica di elfi terrorizzati all'arrivo dell'esercito di Dreamland spinge Elfo che fa cadere nel fiume un fazzoletto su cui dovrebbe esserci un ritratto della genitrice non elfica. La cosa sembrava averlo turbato molto ma in questa stagione non se ne fa più cenno. I due sembrano aver accantonato totalmente l'argomento anche a cose più tranquille, in quel di Elf Alley, quando il padre di Elfo confiderà al figlio solo che la madre sarebbe morta e che l'avrebbe uccisa lui.
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In 
I nostri corpi, i nostri elfi faremo poi la conoscenza di una certa regina degli Orchi che aiuterà Bean e Elfo a fuggire dal suo villaggio e a prendere i frutti necessari a curare l'epidemia che sta uccidendo gli elfi di Dreamland: a guardarla il colore della sua pelle è molto simile a quella di Elfo (si noti che altri elfi di colore verde non sembrano esistere), così come la forma delle narici. Anche il fatto che il nome Elfo la porti a rimuginare tra sé una volta che i due piccoli eroi prendono la via di casa dovrebbe risultare molto sospetto (unito al fetish che il padre di Elfo dice di avere per le donne alte), ma come sempre Disincanto si diverte a fare il trollino e qualcosa non quadra.
O lei è la madre di Elfo (e allora il padre mente perché dice di averla uccisa) o non lo è, e a questo punto potrebbe non essere neanche una troll e la forma del naso e il colore della pelle essere solo una presa in giro per far fare inutili seghini ai fan esagitati.
Cosa che a Groening piace molto.

misteri comunque non mancheranno alla fine di questa Parte 2: in cosa consiste il tesoro degli elfi? Che fine ha fatto Leavo? Cosa rappresenta l'occhio che si vede sia a Maru che a Dreamland e che sembra condurre nei meandri più oscuri del regno? Cosa sono le anfore trovate da Derek? Il carillon avrà una qualche importanza nel grande ordine delle cose? Dagmar è davvero sempre stata il mostro malvagio che vediamo?
E cos'è questa profezia che riguarda Bean e la salvezza del mondo?

*

Disincanto continua a brillare soprattutto sul fronte delle ambientazioni, che a questo giro non solo vanno ad arricchirsi ancora di più (si va da paesi esotici alle profondità infernali per passare ad ambienti sottomarini costellati di meduse luminescenti e catacombe inquietanti), ma diventano proprio parte integrante dell'intreccio: negli ultimi due episodi della Parte 2 è proprio la scoperta di un nuovo paese finora ignoto a mettere in discussione, ancora una volta, forse l'unico punto fermo rimasto in Disincanto.
La magia.

Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
In La principessa elettrica Elf Alley è attaccata da un drago, o per meglio dire da quello che inizialmente sembra un drago e che poi si rivela essere un marchingegno volante a vapore. Bean, messasi all'inseguimento della bestia sputafuoco insieme ai soldati del regno (che fanno in fretta a lasciarla indietro dal momento che è solo una femmina), troverà i resti della strana macchina e un sopravvissuto, un uomo di nome Sky Gunderson (la cui somiglianza con un certo personaggio di Futurama non sfuggirà al pubblico un pelo attendo dal momento che tra l'altro nella sua città natale lavora a Farnsworth Avenue). 
Portato di corsa a Dreamland, Sky verrà incarcerato con l'accusa di essere un uomo-drago nonostante continui ad affermare che la sua sia scienza (o "stienza" come la chiama Bean, presumibilmente una contrazione di steam-science, scienza del vapore). Affascinata da questa misteriosa stienza, Bean accetterà di aiutarlo ad evadere in cambio di un passaggio fino a casa sua, di modo che possa visitare un luogo che così, sulla fiducia, sembra una figata (non sa quanto).

Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Bean seguirà quindi Sky fino al meraviglioso paese di Steamland, uscito dritto dal sogno bagnato di un fanatico dello steampunk.
Steamland non è solo un luogo che spicca per la sua estetica così in contrasto con quanto visto finora da Bean e da noi spettatori (foreste incantate, profondità infernali, castelli medievali e se proprio ci si sentiva estrosi si piazzava a cazzo una piramide) o per il fatto che abbia introdotto l'esistenza della scienza (e quanto potrebbe ingolosire un paese apparentemente senza magia come Dreamland?) ma anche per la sua organizzazione sociale e politica.
Bean scopre infatti che a Steamland vige la parità tra i sessi.
Per tutta la vita la nostra principessa ribellina è stata zittita, sminuita e messa da parte nella gestione del regno in quanto donna: lo stesso è accaduto a Dagmar (in cerca di vendetta e rivalsa), a Oona (che ha preferito la fuga e la vita da pirata), a Bunty (la sorridente dama di compagnia di Bean, stremata dal lavoro e dai troppi figli e piena di rabbia repressa), persino a Kissy (che sta lavorando sodo per mettere se stessa al primo posto e per non essere più così compiacente con tutti). Ora Bean si ritrova davanti un posto in cui c'è addirittura un cavaliere donna in sella a un cavallo metallico.
Potrebbe portare a molte riflessioni interessanti per il futuro e il benessere del suo regno.

Ma non è tutto oro quello che luccica.
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)
Bean scopre che la presenza di Sky a Dreamland faceva parte di un piano che mirava ad assassinare il re 
Zøg con l'ausilio di un'arma stientifica, una pistola. 
La principessa riesce a tornare a casa per avvertire il padre portando con sé la suddetta arma come prova del complotto. Ovviamente essendo una donna nessuno prende seriamente ciò che ha da dire: segue una colluttazione tra lei e sir Pendergast per toglierle di mano l'arma ma parte un colpo che colpisce Zøg al torace.

L'ultimo episodio, Stregoneria (Tiabeanie falls, che in inglese fa il paio con il titolo dell'ultimo episodio della Prima serie, Dreamland falls. Quindi boh, non si capisce il motivo del cambio di nome in italiano) riparte da dove l'abbiamo lasciato.
E manda di nuovo tutto lo status quo a fanculo.
Zøg è ferito e la sua assalitrice viene arrestata. Mentre Sorcerio si occupa di curare il re con la sua magia buona (quella che prevede piazzargli ratti vivi sulla ferita e toccargli la piaga con le mani sporche) il primo ministro Odval, in combutta con l'Arcidruidessa, svela una volta per tutte i suoi propositi malvagi di conquista, adoperandosi per far condannare a morte per stregoneria quel dito nel sedere della principessa e i suoi due amici e passare la corona nelle mani dell'ingenuo e malleabile principe Derek (di cui ha acquisito la tutela al momento del divorzio tra Oona e Zøg) prima ancora che il padre muoia.

Sembra davvero la fine per i nostri protagonisti (compreso Luci), senonché poco prima che le fiamme li raggiungano il terreno sotto ai loro piedi frana e i tre si ritrovano nei cunicoli sotterranei di Dreamland, dove appaiono, nell'ordine, tre colponi di scena:
1) Una pletora di bestioline orribili
2) La musica dell'inquietante carillon
3) L'immortale Dagmar
Recensione | Disincanto (Parte 2 - 2019)

IN CONCLUSIONE. . .

La seconda Parte di Disincanto conferma un paio di cose che non mi erano sfuggite alla fine della precedente recensione: che non si vuole fare il verso né a Game of Thrones (grazie a dio) né a nessuno dei precedenti lavori di Matt Groening e che ci troviamo davanti a una storia solida, magari non perfetta ma intelligente e pensata nel dettaglio.
Disincanto va seguito con una soglia dell'attenzione medio-alta se ci si vuole divertire a cogliere tutti i piccoli indizi e i dettagli microscopici disseminati qui e lì ma anche a volersi lasciare semplicemente trascinare dagli eventi quello che ci si ritrova davanti è un fantasy trollone intelligente e ironico che non si prende mai completamente sul serio ma va ad aumentare in complessità e mistero di episodio in episodio, prendendosi i suoi tempi e senza aver timore di arenarsi per un episodio o due, se serve allo scopo.
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Rispetto alla Parte 1 abbiamo colpi di scena davvero sconvolgenti e intriganti, misteri, l'idea che a questo punto non ci si possa davvero più fidare di nulla (neanche della magia), una sostanziale cupezza di fondo, la possibilità per i personaggi secondari di brillare e si è mandata a quel paese pure la ship Elfo/Bean (che oltre ad essere irritante e banale non sembrava andare da nessuna parte) in un modo assolutamente non forzato.

A livello tematico si avvertono con più forza rispetto agli episodi precedenti le difficoltà incontrate non solo da Bean in quanto principessa ribellina ma da tutti i personaggi femminili di Disincanto in virtù del loro sesso, ma senza quel piglio piagnone o didascalico che piace tanto ai prodotti più per adulti che vogliono far vedere quanto sono impegnati: le donne non se la passano benissimo in questo regno medievale (se sei donna e povera come Bunty è anche peggio del dover sposare chi non ami perché non hai neanche i mezzi per vendicarti o scappare e la tua vita trascorre all'insegna delle gravidanze e le umiliazioni). Nel corso della stagione vedremo Tiabeanie zittita a più riprese perché a corte alle donne non è permesso esprimere la propria opinione, salvata da battaglie che avrebbe potuto benissimo combattere da sola, corteggiata da uomini che disprezza, persino privata del frutto del suo lavoro intellettuale dal momento che le donne non possono scrivere drammi teatrali. Finora Bean (e in questo va a staccarsi dal cliché della ribellina tosta tosta) si è anche ritrovata a più riprese a chinare la testa per quieto vivere o senso del dovere ma il suo breve soggiorno a Steamland potrebbe averle donato una nuova consapevolezza in merito.
Vedremo come evolverà il suo personaggio.
Ma in generale più va avanti più Disincanto mostra il suo incredibile potenziale e mi ritrovo sempre più curiosa di vedere come andranno avanti le cose.
E se Bunty avrà la tanto agognata rivoluzione.
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Giudizio Finale:

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