giovedì 18 febbraio 2021

[Recensione] OVER THE MOON - IL FANTASTICO MONDO DI LUNARIA (2020)

Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
"L'importante è crederci":
è quello che devono essersi
detti anche a Netflix
Titolo originale:
Over the Moon
Paese: Stati Uniti/Cina
Anno: 2020
Regia: Glen Keane
Sceneggiatura: Audrey Wells
Produzione: Pearl Studio, Sony Pictures Imageworks, Netflix
Distribuzione: Netflix
Cast: Cathy Ang (Lucrezia Roma), Phillipa Soo (Valentina Favazza-Erica De Matteis), Robert G. Chiu (Valeriano Corini), Sandra Oh (Stella Musy)

Premesse:
Qualche anno fa ho assistito a una conferenza a tema dantesco tenuta da un tizio laureato in economia alla Bocconi. Al di là del valore della sua laurea (o del fatto che a una conferenza di neurochirurgia nessuno si vanterebbe di essere laureato in scienze della comunicazione, ma pare che per tenere banco nelle materie umanistiche basti saper leggere), una persona che si vanta di essere laureata in qualcosa che non c'entra nulla col tema della conferenza è di suo a dir poco straniante. Rincarando la dose, il suddetto esperto ha cominciato a vantarsi di essere arrivato a conclusioni a cui Dantisti veri in decenni di professione non erano mai arrivati, e ci era riuscito pure "nel tempo libero", tra il lavoro e la famiglia.
Appena ha cominciato a parlare persino io, da profana ma con un buon bagaglio umanistico alle spalle, ho capito che la gente che studiava Dante da una vita non era mai arrivata alle sue conclusioni non perché avesse avuto chissà che illuminazione sul water il giorno che gli si era scaricata la batteria dello smartphone ma perché erano in larga parte cazzate, ed erano cazzate non perché questo uomo fosse un idiota e non fosse in grado di leggere e capire la Divina Commedia (nutro più dubbi sulle capacità mentali su chi ce l'aveva messo lì a parlare) ma perché non aveva proprio le conoscenze accademiche per fare ricerche umanistiche serie e studiare a modo le fonti (incomplete a dir bene) che aveva sotto agli occhi.

Dove voglio arrivare con questo discorso?
Al fatto che io adoro il lavoro di Glen Keane, un animatore storico di casa Disney: sono letteralmente cresciuta coi suoi film (da Bianca e Bernie a Rapunzel ne ha macinati di classici e ha dato vita a personaggi come Ariel, Aladdin, Pocahontas; è stato uno degli uomini chiave del Rinascimento Disneyano, un vero gigante della casa del topo), ha contribuito a dar forma alla loro magia, magari nella vita privata salva cuccioli abbandonati ed è un padre e nonno affettuoso. Tutto il mio affetto e rispetto a Keane. Ma non ha praticamente mai fatto il regista in vita sua e lo sbattono a tener banco in un lungometraggio? Così?
Come gli è venuto in mente?!
Che non avrebbe dato vita a una performance registica memorabile era scontato, che non riuscisse a tener botta per tutta l'ora e mezza di pellicola plausibile, ma che lui e tutta una pletora di professionisti partorissero un tale trip acido misto alla peggior melassa canterina disneyana figlia di Frozen, 'sto Coco cinese fatto con il culo, non me lo sarei aspettato nemmeno impegnandomi.

*

DUE RIGHE DI TRAMA

La trama ruota attorno al mito cinese di Chang'e (Philippa Soo), dea della luna, al centro di una festività che si tiene a metà dell'autunno, chiamata per l'appunto Festa della Luna.
Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Parte molto bella disegnata in stile
tradizionale dallo stesso Glen Kean,
ma la regia a una certa lo fa sembrare
il volo delle tate brutte e cattive
di Mary Poppins. Dovevo commuovermi
e invece ho riso
Chang'e era la moglie di Hou Yi (Conrad Ricamora), l'arciere divino che uccise 9 dei 10 soli che illuminavano la Terra e a cui la Regina Madre dell'Occidente (o l'imperatore, a seconda delle versioni) per riconoscenza regalò una pillola (o un frutto) in grado di donare l'immortalità. Ma Hou Yi per qualche motivo non prese subito la pillola, decidendo di nasconderla all'interno della sua casa all'insaputa della moglie. Chang'e la scoprì e la mangiò (per curiosità o per impedire che venisse usata da persone indegne, sempre a seconda del mito di riferimento), acquisendo l'immortalità e volando sulla luna dove ancora oggi rimpiange l'amato sposo. In certe versioni della leggenda in seguito Hou Yi riuscì a raggiungere il sole (incarnando il principio maschile dello yang insieme alla luna-yin) e si narra che una volta l'anno durante la festa di metà autunno, quando la luna è più brillante e luminosa, i due amanti riescano a riunirsi.
In questo film per amor di drama lei vola via condannata a un'eterna solitudine e a rimpiangere per sempre il perduto amore mentre lui resta sulla Terra a mettersela via e a farsi una famiglia.

Chang'e è anche l'eroina della giovane protagonista della nostra storia, Fei Fei (Cathy Ang), che nonostante sappia la sua leggenda a memoria adora che sia l'amorevole madre (Ruthie Ann Miles) a raccontarle e farle rivivere ogni volta la tragica e romantica storia della dea immortale della luna.
Senonché la madre di Fei Fei muore. 
Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Qui, una postilla semiseria: la sceneggiatrice 
Audrey Wells, a cui è dedicata la pellicola, al tempo della stesura del film stava morendo di cancro (ci lascerà nel 2018, nel pieno dei lavori di preparazione). A differenza di tutto il resto della pellicola dove la morale lacrima strappa-storie viene buttata in faccia allo spettatore con la delicatezza del finale di un bukkake, qualcuno in questa scena si è impegnato a non buttarla di fuori e le scene in cui vediamo la madre ammalarsi e spegnersi lentamente senza perdere la gioia di vivere e il sorriso, sono molto delicate e rispettose. 
Se non fosse per il fatto che con la stessa delicatezza vista in Frozen le canzoni sono ficcate a cazzo nei momenti meno opportuni e come se non bastasse a livello di messa in scena la mia sospensione di incredulità si sgretola di fronte a questa donna che spara degli acuti che manco la Callas nel periodo d'oro mentre dovrebbe essere praticamente nella tomba.

Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Dopo 4 anni (4 ANNI, non mesi nè tantomeno settimane), la tragedia suprema: il padre di Fei Fei (John Cho) decide di portare a casa una donna con la quale è in rapporti più che amicali, la signora Zhong (Sandra Oh), con la chiara intenzione di presentarla ufficialmente alla figlia ora che le cose si sono fatte serie. 
E io a questo punto vorrei davvero sentirmi partecipe del dramma personale di una ragazzina di 14 anni (incapace quindi di elaborare la cosa con la maturità di un adulto, fin qui lo capisco allo stesso modo in cui in Sailor Moon capivo entro certi limiti come una bamboccia di 14 anni potesse farsi venire per la testa che il suo fidanzato volesse farsi una bambina delle elementari): capisco che sia sconvolta dalla cosa sul momento, che sia triste, arrabbiata, che veda come un tradimento nei confronti dell'adorata madre il fatto che il padre decida di andare avanti.
Peccato che sia tutto così stronzo che non ci si crede. 
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E' tutto così didascalico nella resa nonché infantile e condito dalle faccette di cazzo del suo orribile 
coniglio mutante figlio di un My Little Pony Bungee, che in questo psicodramma non mi riesce di vedere altro che una bamboccia viziata ed egoista. Nel suo punto di vista non ci entro manco con tutte le buone intenzioni del mondo, e la situazione in sé la capisco anche benino.
La signora Zhong è così adorabile che a confronto Biancaneve diventa Crudelia De Mon: è gentile, dolce e sinceramente desiderosa di piacere a Fei Fei al punto da innervosirsi e far cadere per terra una ciotola di giuggiole che ha portato dal suo giardino per cucinare insieme a loro dei dolcetti tipici della sua zona d'origine (questo sembra scatenare uno psicodramma aggiuntivo perché le ricette di mamma non si cambiano, malefica pazza!). 
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La signora Zhong come se non bastasse è anche la prima a giustificare l'irritazione di Fei Fei di fronte alla stranezza iperattiva di suo figlio Chin (
Robert G. Chiu), che poi alla fine è un semplice bambino un po' strano e desideroso di piacere a quella che sta per diventare una nuova sorella, confermando che sì, ha un carattere un po' particolare e bisogna abituarcisi.
Anche meno, film, dai.
Insomma, a questo punto durante una cena di famiglia Fei Fei sbrocca, butta tutto il cibo addosso ai commensali e usa la leggenda di Chang'e, che se ne sta sulla luna ad aspettare in eterno il suo amore Hou Yi, come metafora delicatissima per insinuare che anche suo padre dovrebbe avvolgersi il pisello nel cellophane e vivere per sempre triste e solo con lei (che evidentemente non ha intenzione di sposarsi o andare all'università nonostante a scuola brilli, e che minchia me la rendi a fare la più intelligente in materie scientifiche se tanto le piace fare solo i biscottini? Sarà la cuoca di biscottini più scientifica della Cina?).
Qualcuno le fa notare che quella di Chang'e è una leggenda.
Lei sbrocca ancora di più perché no, è tutto vero perché lo raccontava la sua mamma, e per dimostrare che lei se ne sta davvero sulla luna ad aspettare il suo unico vero grande amore per l'eternità essendo la più brava della classe decide di costruire un razzo spaziale per arrivare sulla luna e farsi un selfie con Chang'e, così papà non si sposerà più, puppa, Biancaneve cinese. Come tutto questo nei fatti dovrebbe convincere il padre a non sposare una donna che ama per vivere nel ricordo della madre morta da QUATTRO ANNI non s'è capito e non si capirà nemmeno dopo, tranquilli. Ma guarda, il coniglietto scappa fino al fiume, un airone vola nel cielo e lei si fa un'altra cantata unendo due ninfee per amor di metafora.
Ma allora tutto ha un senso, scusa!

Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Scena alla Lizzie McGuire, a caso, perché
a Keane piace farsi le seghe col
disegno tradizionale, ogni tanto
Quindi questa ragazzina intelligente che a seconda della convenienza a livello di trama è talmente ingenua da credere in una leggenda a 14 anni o ama la scienza al punto da riuscire a costruire un razzo spaziale comprando da Amazon ciò che le occorre con lo stipendio del padre tra l'altro, che ha un negozio di dolcetti mica è 
Zhang Jindong, prende e si spara sulla Luna in cerca della sua eroina a bordo di un plug anale con orecchie da coniglio che spara fuochi d'artificio che fanno tanto Cina dal culo (sic!!). 
Peccato che Chin abbia deciso di aggregarsi di nascosto, andando ad aggiungere peso extra. Sembra la fine per il viaggio lunare della nostra geniale minorenne se non fosse che il razzetto viene preso al lazo prima da un radiofaro Masini e poi da due leoni giallorossi che infondono ai due ragazzi della fiatella magica che consente loro di respirare nello spazio e poi li conducono da Chang'e, ma non prima di averci annoiato due ore con loro che volano in uno spazio ridotto al minimo sindacale, con del gran nero e due formine luminose appiccicate con lo sputo.
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Questo sarebbe il palazzo lunare di Chang'e.
Penso a Spiderman - Un nuovo universo e piango amare lacrime.

A questo punto scatta a caso il momento Yuna soubrette quando delle caramelle luminose portano Fei Fei e Chin al cospetto di Chang'e, che da brava dea immortale della luna sta tenendo un concerto mandopop g-g-giovane per i suoi fan gommosi.
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Da questo punto in poi il delirio regna sovrano. Chang'e fa il suo spettacolino di un'ora, anche se un minuto dopo dirà di avere una fretta del diavolo, perché tra un po' la luna sparirà dal cielo e non potrà più fare qualcosa che le permetterà di rivedere il suo amato. E se era così importante non potevi rimandare lo spettacolino?
Siamo pazzi, rimandare il momento canoro, ce ne sono stati così pochi in questo film e poi guarda quanto è figo l'abito tradizionale che Chang'e indossa alla fine del numero, l'ha disegnato il grande artista salcazzo.
La scena che serve a giustificare l'ora successiva di film è la seguente:
Chang'e: Ciao bambina pettinata di merda, puoi darmi il tuo dono.
Fei Fei: Ma io non ho portato nessun dono.
Chang'e: E allora perché sei qui?
Fei Fei: Perché mi ci hai portato.
Chang'e: Ma io ti ci ho portato perché tu hai il dono.
Fei Fei: Ma io non ho nessun dono, sono qui perché voglio farmi un selfie.
Chang'e: Ah beh, perché non l'hai detto subito? 
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Con quello sfondo pacchiano-minimal
chi potrebbe mai dubitare che quella
è la vera dea della luna e non una
tizia in costume?
Scena selfie che smorza la tensione anche se la signora avrebbe un po' di premura, ci dicono dalla regia. Poi la tensione torna a caso perché Chang'e fa sparire la foto.
Chang'e: Non ti do la foto se non mi dai il dono, pappappero.
Fei Fei: Se non mi dici cosa vuoi in dono io come faccio a dartelo?
Chang'e: E mobbasta veramente però, il dono è IL DONO! E tu me lo devi portare! Anzi, ora indico una gara tra tutte le caramelle e gli angry birds del regno e chi me lo trova per primo verrà premiato.
Fei Fei: Guarda, io sono venuta solo qui e nel posto dove è atterrato il mio razzo, se mi presti di nuovo i tuoi leoni volanti 5 minuti, prendo tutto quello che avevo nello zainetto, te lo porto e cerchiamo insieme il tuo dono.
Chang'e: No, ormai è deciso che mi piace di più la gara.
Fei Fei: ... Ma te non avevi fretta?
Chang'e: Tieni la tua logica deprimente fuori da questa storia!
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Altri sfondi minimali, ed è subito
K/DA - POP/STARS
(League of Legends).
Niente, ormai il film s'è deciso per la gara e per tutta un'altra serie di inutili riempitivi per fare minutaggio:
Chin che sfida la dea a ping pong in cambio del selfie (per darle occasione di sfoggiare un altro cambio d'abito e cantare ancora, visto che riesce a perdere nonostante praticamente si inventi le regole e decide comunque di non tener fede alla parola.
 Scena-piagnina con Chang'e, perché anche se ha bullizzato per tutto il tempo due bambini lo spettatore deve capire che è solo una donna che soffre per amore (e per cosa può mai soffrire una donna del resto?). Puoi soffrire quanto vuoi ma per quel che mi riguarda resti una bulletta del cazzo.
Canta meno e aiutali a trovare il Dono se ci tieni a Hou Yi.
 Giro in moto in un campo minato spaziale (per aggiungere azione e pericolo a caso - il mio pensiero corre ancora una volta ai leoni: cinque minuti e ci arrivava senza tutta questa pugnetta) con degli Angry birds con le facce cattive che ghignano tutto il tempo e si scambiano occhiate torve, quindi sono personcine ammodo di cui Fei Fei può certamente fidarsi e non è assolutamente scontato che la tradiranno alla prima occasione per portare il Dono a Chang'e.
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Due angry birds, la mascotte della
Kellog's e un coso fosforescente
si incontrano sulla luna...
Sfondo sempre al risparmio.
 Incontro con la QUARTA mascotte animale del film dopo il coniglietto di Fei Fei, la ranocchia di Chin e il coniglio di Giada della dea della Luna: uno stronzo fosforescente col pannolino, Gobi (Ken Jeong) che in italiano ha la voce di Cybertasso di Mao Mao (Gabriele Lopez) e questa cosa ha concorso a rendermi triste insieme all'aria di plagio che sto respirando da buona metà del film, visto che questo scemo è il figlio illegittimo di Olaf di Frozen e Bing Bong di Inside Out.
La tendenza Disney a moltiplicare gli aiutanti animali/pupazzi pucciosi e i cambi d'abito nei suoi ultimi film per vendere più pupazzetti finalmente ha fatto scuola, stavo in pensiero.
 Love story furry a caso tra la coniglia di Fei Fei e il coniglio di Chang'e, Jade, che proprio col potere dell'ammore riesce a dar vita alla pozione dell'immortalità che dovrebbe riportare Hou Yi dalla sua padrona e sempre naturalmente la coniglietta preferirà un coniglio che conosce da tre secondi alla sua padroncina (grazie film che ci rimarchi con la solita delicatezza come l'amicizia debba sempre prendersela in culo).
 Altra scena action a caso con delle rane giganti gommose fosforescenti che fanno roba: Fei Fei e Gobi le cavalcano e mentre tornano al palazzo Gobi racconta il suo background tristanzuolo.
Riassunto del momento profondo: Chang'e mi ha cacciato dal palazzo lunare perché ho cantato una canzone su quanto è bella la vita subito dopo che sulla Terra era morto l'amore della sua vita (che strano, eh?). Naturalmente ce la deve far sentire, su insistenza di Fei Fei.
Fei Fei, già mi stavi sul cazzo prima, ora di più...
 Altri momenti canzone, momenti action e momenti tristanzuoli, a rotazione.

Finalmente Fei Fei riesce a recuperare il dono, che sarebbe l'altra metà del ciondolo che Chang'e porta al collo e che era rimasta a Hou Yi, nascosta non si sa come nel dolcetto con le giuggiole che la signora Zhong, la cui famiglia discenderebbe proprio dall'arciere divino, le aveva regalato a inizio film. Chi non tiene un cimelio antichissimo di famiglia a portata di qualcuno che può ficcarlo a caso in una pastarella, del resto?
Chang'e riporta in vita Hou Yi, i due cantano felici, tutto bello.
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Poi Hou Yi diventa un fantasma e mentre sparisce dice che Chang'e se la deve mettere via (sulla luna, da sola con la sola compagnia di bestioline compiacenti nate dal suo dolore mentre lui la sua vita se l'è fatta e ha avuto la possibilità di trovare un nuovo amore e andare avanti) perché il loro amore durerà in eterno visto che loro sono amanti del destino ma non durerà in eterno visto che lei deve andare avanti, e a questo punto io ho alzato le mani in segno di resa.
Dove vuole andare a parare il film a questo punto? Mica è chiaro.
Fei Fei è andata a cercare la dea della Luna per ottenere la prova della sua esistenza, e con essa dell'esistenza del vero amore nel momento in cui il padre stava per sposare un'altra donna, perché evidentemente stava attuando una sorta di transfert ed era convinta che anche se la Dea della Luna era volata lontano (proprio come sua madre) i due si sarebbero amati e aspettati in eterno perché il vero amore, il vero amore, 'gnor re. E quindi la signora Zhong sostanzialmente doveva attaccarsi a 'sto involtino primavera.
Poi la protagonista, e con lei lo spettatore, scopre che mentre lei stava da sola a struggersi sulla Luna (anche per la solitudine presumo, perché non mi si venga a dire che una pletora di caramelline compiacenti, quello stronzo fosforescente e gli angry birds motociclisti sono amicizie alla pari con cui si può voltare pagina e rifarsi una vita) lui è andato oltre, si è fatto una vita, si è risposato e ha avuto dei figli. In questo contesto il discorso sul vero amore tra Hou Yi e Chang'e diventa anche piuttosto inquietante dal momento che a questo punto, se il loro è vero amore eterno, come dovrei considerare l'antenata della signora Zhong che ha sposato Hou Yi dopo la dipartita della Dea della Luna, un buco con l'utero (lusso che lei non ha manco avuto)?
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Sono finita nel finale di How I met your mother e non me n'ero accorta.
Ma poi, il fatto che Chang'e debba comunque mettersela via e stare da sola sulla luna per l'eternità (non come la protagonista, che deve vivere e andare avanti, e la morale non è per nulla didascalica, irritante e l'ennesimo spreco di minutaggio canterino) in che modo dovrebbe essere consolante per Fei Fei, il cui timore all'inizio era esattamente immaginare la madre nell'aldilà da sola, triste, ad aspettare il padre per l'eternità mentre lui voltava pagina e si risposava? Praticamente ha solo rinforzato la sua convinzione iniziale.

Invece no, lei capisce che bisogna andare avanti, che avere un fratello è bello, che la signora Zhong è una brava guagliona, saluta Chang'e con un bell'abbraccione (il pensiero corre inevitabilmente al merdaio scoppiato con Mulan, dove aveva dato fastidio che la protagonista abbracciasse un imperatore mentre 'sta ragazzetta abbraccia direttamente una dea nel disinteresse generale) e gli ultimi minuti di film ci riportano in un'allegra tavolata cinese dove ora regna l'amore e l'armonia (insieme a un cucciolo di Akita, e fanno CINQUE mascotte animali pucciose) mentre la madre morta e Chang'e continuano a prendersela in culo da sole in un altro mondo, ma con uno spirito molto più zen. 

*

IMPRESSIONI SPARSE

Over The Moon porta a casa per conto di Netflix il suo compitino ben confezionato, riuscendo ad essere addirittura più disneyano della Disney. Abbiamo una trama piena di buchi, personaggi che non hanno senso di esistere, spalle comiche a cui daresti fuoco, buoni sentimenti sbattuti in faccia a randellate, mascotte animali con i grandi occhioni e cantatine a sproposito.
L'impressione generale è che i creatori di questo film abbiano visto quanto ha sbancato Coco e si siano detti, mhm perché non fare la stessa cosa ma in Cina? Tanto che ci vuole?

Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
E, onore al merito, proprio come accade in Coco a livello di rappresentazione culturale si vola (grazie al cazzo aggiungerei, il film è cino-americano e qualche pacchianata occidentale se la risparmia).
Dietro alla leggenda di Chang'e c'è stato uno studio approfondito (al punto che c'è un'intera scena dedicata alle varie interpretazioni del mito), e a livello di paesaggio ed elementi architettonici, linguistici e culturali la vita quotidiana di Fei Fei è talmente ben narrata che chi è pratico di quei luoghi è stato persino in grado di riconoscere a colpo d'occhio che si tratta di una storia ambientata nella zona di Jiang Nan, appena a sud del fiume Yangtze.
Ma per quel che mi riguarda i pregi di questo film finiscono qui.

Della trama ne ho già abbondantemente parlato, si passa dall'iper-realismo iniziale alla psichedelia più totale, non ho intenzione di ripetermi più di tanto, ma anche i personaggi sono costruiti male e sembrano muoversi a più riprese come galline senza testa, al solo scopo di far arrivare meglio il messaggio del film.
Al di là di Fei Fei che è sia ingenua che scienziata a seconda di come giri il vento, di sua madre che sta morendo ma pare pronta per il Grande Teatro Nazionale di Pechino, di suo padre che ha lo spessore di un foglio di carta di riso e vive in funzione della donna con cui si accompagna, e della signora Zhong che è Biancaneve, neanche a un personaggio che assume una relativa importanza come Chin viene dato un minimo di spessore psicologico o un senso alla sua presenza a Lunaria. Sostanzialmente sa giocare a Ping Pong e gli piace la cavallina, ha una ranocchietta come lei ha la coniglietta e si scrania quotidianamente contro i muri perché è convinto che prima o poi ci passerà attraverso.
Quindi lo spettatore capisce che è cretino.
Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Tutto bello, ma non si capisce perché fin da subito abbia tutta 'sta voglia di avere una musona rompicoglioni come sorella maggiore, arrivando a sfidare a più riprese una dea immortale e a rischiare la sua stessa vita per una che conosce da poco e ha fatto uno sport dell'ignorarlo e odiarlo aggratis. Non si sa nulla della sua storia o di quella della signora Zhong (a meno che non sia funzionale a Chang'e o ai dolcetti della mamma morta), tutto ciò che lo caratterizza (compreso il passare attraverso i muri, cosa che farà solo la protagonista per raggiungere una Chang'e prostrata dal dolore e immersa nel Nulla di Fantasia) come personaggio è funzionale solo alla storia di Fei Fei.
Di suo Chin non ha nulla.
Ce l'ha una storia, ce li ha dei sogni?
Boh, chi se ne frega, guarda come fa pim pum pim a ping pong!
Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
🎵 Spesso sai, chi lo cerca
non sa che c'è/
Grande amore intorno a sé
e non lo vede ahimè!🎵
Chang'e
, che è la cosa che più si avvicina a una cattiva in questo film (perché quegli immondi Angry Birds motociclisti manco li considero e per ovvi motivi pur essendo di fatto il motore che dà il via all'azione il problema non è la signora Zhong se non nella testa della protagonista), è Elsa di Frozen ma con più scene Let it Go. Chang'e ha questi continui momenti Foxxy Cleopatra ("and I'm a whole lotta woman!") a caso, che nel contesto risultano incomprensibili. Cioè, che senso ha fare i concertini k-pop sulla Luna e cantare tutti i giorni testi come 
"I've heard they say that the Milky way can't help but envy me" quando l'essenza stessa del personaggio (e me lo fai vedere esattamente due minuti dopo) ruota attorno alla sua tragica storia d'amore con Hou Yi?
Avresti anche una certa fretta tra l'altro.
Ma ogni tanto devono tenere pur svegli i bambini con l'unz unz...
Ritorniamo su Fei Fei per un momento, visto che è lei il vero centro focale del racconto. Tutto ruota letteralmente intorno a lei: è un personaggio molto espressivo, su cui si è concentrata tutta la potenza della CGI (quella che latita quasi totalmente sul fronte delle ambientazioni, specie quando si arriva sulla Luna e si confonde l'ambientazione spaziale fantastica e il vuoto che sente nel cuore questa brutta copia dell'Imperatrice Bambina di Fantasia col facciamo galleggiare i personaggi in un vuoto psichedelico che si risparmia tempo e denaro) e di cui possiamo vedere ogni moto d'animo.
Il viaggio di Fei Fei è un viaggio di crescita e realizzazione.
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In pratica deve (e sottolineo, deve, non è che abbia molta scelta: non puoi restare arrabbiata con Biancaneve e un fratellastro che a momenti per te si fa incenerire da una dea immortale) apprezzare quello che ha sulla Terra, lasciar andare il ricordo di sua madre e permettere anche a quella cosa inutile di suo padre di andare avanti con la sua vita e sposare una brava donna che vuole bene a entrambi. 
Tutto bello, ha anche una certa poetica tra le righe dal momento che è chiaramente un messaggio che Audrey Wells ha lasciato alla sua famiglia: il problema è che ci teneva così tanto a far arrivare il messaggio che per strada si è persa la trama e la caratterizzazione dei personaggi. 
E' tutto così finalizzato a riportare la lezioncina tristanzuola che tutto il resto a un certo punto scompare, e lo fa pure in modo piuttosto ambiguo visto che, come già ribadito sopra, se io fossi in Fei Fei sarei tutto meno che rincuorata pensando a mia madre morta visti gli sviluppi tra Chang'e e Hou Yi.

*

IN CONCLUSIONE. . .

Over the moon è senza dubbio un film che almeno nei primi trenta minuti, prima di diventare un delirio lunare acido con gli sfondi ridotti al minimo e gli stacchetti musicali pop, porta un tocco di autentica Cina nel mercato internazionale e questa cosa l'ho adorata. 
Una volta arrivati sulla luna però tutto si spezza.
E non parlo solo del razzo costruito dalla quattordicenne più brava della sua classe con la roba trovata su Amazon. I personaggi sono costruiti male, il paesaggio non risulta funzionale alla trama né riflettono come dovrebbero gli umori di Chang'e: sono solo stacchetti figli del Mago di Oz che dovrebbero puntare a lasciare a bocca aperta lo spettatore ma finiscono solo col risultare ripetitivi e noiosi (anche per la regia che tutto è fuorché memorabile. D'altronde se ci metti uno che il regista non l'ha praticamente mai fatto in vita sua non puoi pretendere che in Disney abbia assimilato le tecniche di un altro mestiere per osmosi). Gli abitanti di Lunaria sono esseri gommosi messi su sfondi minimali perché di soldi se ne son spesi fin troppi con gli alberi e i granchi bolliti che si mangiano per cena nel paesello di Fei Fei.
Recensione | Over the moon - Il fantastico mondo di Lunaria (2020)
Ho capito che siamo sulla Luna ma
stai per farmi vedere il concerto k-pop
di una dea, ce la puoi pure mettere
qualche lucetta in più, non mi offendo
Tutto in generale sa di già visto, da Chang'e che è la versione più Beyoncé di Emeraude di Rayearth alle spalle comiche animali con i grandi occhioni languidi che qui diventano ben 5 e ce ne fosse una che non mi sembri tirata fuori da almeno 5 film Disney diversi. Già in Klaus Netflix aveva attinto a piene mani dall'animazione Disneyana, tipo Il pianeta del tesoro, ma almeno la trama e l'umorismo sopperivano e davano vita a una storia che teneva botta bene.
Qui ci si prende anche maledettamente sul serio e poi si compensa con l'umorismo fecale (letteralmente, dovrebbe far ridere il cane alieno col pannolone).
La trama non regge (tra l'altro è deprimente che si tiri in ballo con tanta cura la mitologia e la quotidianità cinese giusto per dare il contentino agli asiatici e poi si scodelli la stessa formuletta del prodotto per ragazzi occidentale del cazzo rivista 800 volte) e la morale, didascalica e forzata, sovrasta talmente tutto il resto che quasi da subito smette di commuovere pur conoscendo la tragica storia della sceneggiatrice e rompe solo i coglioni.

Per quel che mi riguarda, vista la china banale laddove non addirittura offensiva per l'umana intelligenza che sta prendendo la Disney, è davvero il caso di continuare a correrle dietro in questa mancanza criminale di idee valide, trame solide e personaggi memorabili (però uau, è tutto così plausibilmente esotico!) senza avere nemmeno i mezzi economici per dar vita almeno a qualcosa di spettacolare dal punto di vista visivo?
Chang'e, di fronte a Yuna soubrette puoi giusto mettertela via.
Giudizio finale:

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