Questa locandina fa sembrare la serie molto più adulta di quanto non sia |
Paese: Francia, Giappone, Corea del Sud
Anno: 2015
Distribuzione: Netflix
Sceneggiatura: Thomas Astruc, Sébastien Thibaudeau
Soggetto: Zagtoon/Toei
Regia: Thomas Astruc, Christelle Abgrall, Jeremy Paoletti, Benoît Boucher, Wilifried Pain, Jun Violet
Episodi: 26
Cast: Anouck Hautbois (Letizia Scifoni), Benjamin Bollen (Flavio Aquilone), Marie Nonnenmacher (Joy Saltarelli), Thierry Kazazian (Riccardo Scarafoni), Antoine Tomé (Stefano Alessandroni)
Premesse:
Sono una grande amante dei prodotti destinati ai giovani perché ritengo che se fatti bene siano tra i più difficili da realizzare nel panorama dell'intrattenimento: se per i prodotti per adolescenti o per adulti basta ficcarci un po' di drama, la droKa e due o tre accoppiate papabili in cui la tensione erotica regna sovrana senza che si arrivi mai al dunque, nei prodotti per bambini oltre a non poterci mettere quei temi trasgry che costruiscono l'impalcaltura di un 9/10 degli attuali prodotti di successo un po' di ciccia colorata e divertente a livello di background la devi mettere o il bambino ti smolla in due secondi.
Il buon prodotto per bambini poi non solo rispetta l'intelligenza dei giovani spettatori con una trama non dico complessa ma un minimo coerente, pensa anche al genitore che si deve accodare. Quindi possono comparire a tradimento persino battute o reference più mature, incomprensibili per i bambini ma assolutamente irresistibili per i grandi.
Quelli sono i prodotti migliori perché sono davvero per tutti.
Tutto questo pippone introduttivo però vale per Miraculous? Snì.
Ladybug, checché ne dicano alcuni fan che sono convinti per motivi astrusi di avere di fronte una specie di Batman di Miller ambientato a Parigi, è una serie infantile che diverte, emoziona, regala cose carine e intriganti qui e lì (che rimangono puntualmente sullo sfondo a fronte dei patemi quotidiani della protagonista), ma infantile resta.
Dal canto mio anche se ho superato da un pezzo il target di riferimento lo seguo con godimento, sono sinceramente affezionata a certi personaggi (anche se le costruzioni caratteriali in linea generale non sono questo dono di dio in Terra all'intrattenimento seriale), ma Miraculous lo amo con riserve, più per le sue irresistibili punte trash che per la trama in sé che, ammettiamolo, fa abbastanza in fretta ad arenarsi.
🎵 Come on, vogue Let your body move to the music 🎵 |
TRAMA
Marinette Dupain-Cheng (Anouck Hautbois) è una ragazza francese come tante Ⓒ, sensibile e un po' goffa con un grande talento artistico (il suo sogno nel cassetto infatti è diventare una stilista, e tanto per cambiare vi si dedica con anima e corpo: cuce vestiti per se stessa e le amiche, riempie block notes interi di schizzi, studia le riviste di moda, non è il classico talento che ha il sogno Ⓒ arrivato dal nulla), che si barcamena tra i compiti, aiutare i genitori nella pasticceria di famiglia, le amiche, gli hobbies, la timidezza, gli amori impossibili, la gente ricca che è stronza perché sì.
La sua vita però cambia radicalmente quando un giorno di ritorno da scuola si ritrova nello zaino un paio di strani orecchini da cui salta fuori una creaturina che la terrorizza a morte. E come darle torto?
La creatura, di nome Tikki (Marie Nonnenmacher), afferma di essere un Kwami, uno spirito millenario incaricato di combattere ed esorcizzare il male che affligge il mondo. Nello specifico Tikki è il Kwami della coccinella, legato al potere della creazione e della buonasorte, ed è giunta lì perché Marinette è stata scelta per incarnare la combattente Ladybug. Le basterà solo recitare una formula magica per trasformarsi.
Saltata fuori dritta dritta dal Necronomicon |
Dopo le prime immancabili reticenze (dovute principalmente al fatto che Marinette è non solo una ragazzina a cui viene messa in mano un'enorme responsabilità ma pure un'insicura cronica goffa a merda e logicamente non si sente all'altezza della situazione) Marinette accetta di diventare una supereroina e di lottare contro il male con coraggio, determinazione, discrete botte di culo (che fanno parte dei suoi poteri quindi gliele diamo per buone) e il suo magico yo-yo, che a onor del merito è un'arma molto più figa di quanto non si pensi.
Ovviamente Marinette non sarà sola nella sua avventura: la affiancherà infatti Chat-Noir, un supereroe nato dal legame tra un altro minorenne con grossi problemi di autostima e il Kwami del gatto nero Plagg (Thierry Kazazian) che risulta essere il vero protagonista della serie per quel che mi riguarda: una creatura pigra, sarcastica, con un feticismo inquietante per il formaggio (e più è stagionato e pregiato meglio è, mica fesso) e nel tempo libero è pure maestro di vita.
Insegnaci a vivere, Plagg... |
Adrien è la cosa più diabetica mai creata, l'equivalente umano del cucciolo di Golden Retriever che campeggia sulle confezioni di carta igienica. Per questo lo adoro anche se su carta è un diamine di Gary Stu. Non è strano che piaccia a Marinette, ma che non se lo litighino tutte le ragazze di Parigi lasciando campo libero a un paio di ardimentose.
Adrien è bello intelligente affascinante simpatico Ⓒ, ma anche ricco da far schifo anche se non lo fa mai pesare, fotogenico (fa il modello per le collezioni del padre ma va sempre in giro con gli stessi vestiti, al pari di Marinette che vorrebbe fare la stilista e sa cucire qualsiasi cosa ma non cambia mai la giacchetta - sarà un vezzo della moda parigina), atletico, sensibile, generoso, timido e goffo laddove non addirittura un fesso specie quando si tratta di capire i sentimenti altrui, un amico sincero (il che lo rende popolare per i suoi meriti caratteriali e non per i suoi soldi), responsabile, obbediente e caritatevole. Quando la luce lo colpisce nel modo giusto le colline cantano. Ama Ladybug ma non sa che Marinette ama lui, e ovviamente i due ignorano le rispettive identità segrete dando il via a un quadrangolo cliché.
Parentesi:Mi sento di giustificare in parte questi aspetti del carattere di Adrien, cosa che me lo rendono molto meno odioso di quanto dovrebbe su carta, tenere vibrazioni cucciolose o meno. Adrien ha sempre vissuto nel più totale isolamento fin da prima che sua madre morisse e il suo primo atto ribellino è stato iscriversi a scuola (come ha fatto, tra parentesi? Chi ha compilato i documenti necessari? Ha falsificato la firma del padre? Adrien è un criminale? Mistero lalalalà lalalà): se era molto legato alla madre, non lo è altrettanto col padre, che limita al minimo qualsiasi interazione con lui.Il personale di servizio è poco loquace e ridotto al minimo.Qualsiasi presenza nella vita di Adrien viene sistematicamente allontanata.Adrien è quindi un povero ragazzo ricco che non ha mai avuto chiara la percezione della propria avvenenza (nonostante sia un modello?) o del proprio status sociale, che non ha mai avuto un rapporto di amicizia che non fosse con sua madre o, quando erano molto piccoli, con la figlia del sindaco, Chloè Bourgeois (Marie Chevalot), dal momento che le loro madri erano molto amiche. Adrien ha fatto tesoro del suo dolore e fa il possibile per non causarne mai al prossimo.Non stupisce quindi che sia incredibilmente impacciato, che sfoggi a più riprese un candore raro e soprattutto che non capisca mai un cazzo e sia pure un po' a disagio quando si parla di questioni sentimentali. Persino il suo corteggiamento verso Ladybug è abbastanza misero e tocca punte discretamente cringe, ma di nuovo è coerente col personaggio.
Opposti in sintonia come lo Yin e lo Yang, Ladybug e Chat Noir combattono in nome del bene per le strade di Parigi contro il supervillain della situa (che non può mancare), il perfido Papillon (Antoine Tomé), dal potenziale sprecatissimo e concepito con il culo.
Non sto scherzando, Papillon è un cattivo imbarazzante anche per la media dei prodotti destinati ai bambini.
● Non perché il suo background non sia intrigante: Papillon infatti si rivelerà essere nientemeno che il padre di Adrien, lo stilista Gabriel Agreste (che è un non spoiler dal momento che la voce è la stessa ed è sgamabilissimo, non capisco perché nella serie la facciano tanto lunga come se fosse questo insondabile mistero), che desidera mettere le mani sui Miraculous della coccinella e del gatto (gli orecchini e l'anello) per esprimere un desiderio (cosa impraticabile perché per quanto un desiderio sia puro e ben intenzionato ha sempre un costo). Non è la cosa più originale mai concepita ma è semplice, dà un pizzico di drama al tutto contribuendo al sentimento di tenerezza che proviamo nei confronti di San Adrien e a livello narrativo funziona, specie all'interno di un prodotto per bambini.
● Non perché sia esteticamente mal concepito o ridicolo: Papillon in francese vuol dire farfalla ma tutto viene da fare davanti a 'sto marcantonio dalla voce bassa e roca fuorché mettersi a ridere per 'sto nome da stronzo.
Resta sempre sullo sfondo come un boss lasciando che si sporchino le mani gli altri, ha un'aria intimidatoria da dandy oscuro, è elegante, maturo, con quella vena di sadismo che mostra a più riprese sia nei confronti dei sottoposti che del figlio. La sua arma più efficace e temibile sono le parole con cui convince le persone a unirsi a lui, ma tira anche certe sleppe col bastone da passeggio che Milord può accompagnare solo.
● Soprattutto non perché abbia dei poteri del piffero, tutt'altro.
Non dico che Papillon sia il Thanos di Parigi ma ci si avvicina parecchio. Il suo Kwami Nooroo infatti gli dona poteri empatici e telepatici, permettendogli di avvertire in tutto il territorio parigino le emozioni negative provate da un povero stronzo a caso, povero stronzo che nel 90% dei casi si concentrerà attorno ad amici e conoscenti di Marinette (che avrà anche il potere della fortuna ma porta più sfiga di Jessica Fletcher).
Queste emozioni negative possono essere cose serie (bullismo, umiliazioni, un licenziamento) o percepite come tali da un adolescente (un dispetto, una delusione romantica), ma nella maggior parte dei casi sono stronzate. In un episodio c'è addirittura una bambina che si incazza perché Marinette, che le fa da baby sitter, non le regala una bambolina.
Una volta identificata la vittima tristanzuola Papillon prende una farfalla bianca che gli svolazza leggiadra intorno e infondendole potere oscuro crea un'Akuma.
Akuma in cinese significa demone, inteso sia in senso cristiano-giudaico che buddista (gli spiriti malvagi che bloccano la via verso l'illuminazione). Non a caso Marinette alla fine di ogni battaglia esorcizza il male; ancor meno a caso in Italia Marinette si limita a sconfiggere il male, se no il Vaticano piange.
L'akuma vola dal malcapitato prendendo possesso di un oggetto a lui legato: Papillon lo corrompe ed esaspera quei sentimenti fino al punto di rottura e a quel punto conferisce al povero stronzo qualsiasi potere gli venga per la testa, purché sia vagamente in linea con la cosa che ha causato il crollo emozionale. Qualsiasi potere. *Qualsiasi*. Potere. E non riesce a fregare un anello e un paio di orecchini a due ragazzini delle medie alle prime armi?
Non può trovare qualcosa di mirato e inattaccabile per sconfiggere i suoi nemici, tipo pescare il primo tizio che ha perso il bus e dirgli "Ciao tizio che ha perso il bus, io sono Papillon. Visto che sei arrivato alla fermata mentre il bus stava andando via e l'autista ti aveva pure visto ma non si è fermato e ti ha pure riso dietro, ti dono il potere di teletrasportare istantaneamente davanti a te qualsiasi oggetto tu voglia. Così puoi far tornare indietro tutti gli autobus che vuoi, ma in cambio mi devi teletrasportare pure i Miraculous di Ladybug e Chat Noir."?
No, per qualche motivo astruso Papillon nella sua inarrivabile arguzia pensa sia molto meglio akumizzare gente a caso e fargli fare un po' di casino in giro sperando che Ladybug e Chat Noir si faranno vivi, ma soprattutto sperando che il potere delle bolle di sapone (sic!), dei mimi (sic!!) o dei piccioni (sic!!!) serva a qualcosa di pratico.
E l'uomo-piccione non è neanche il peggiore.
Per capire il livello di inutilità di questo delirio in un episodio una compagna di Marinette, Juleka, è triste perché si sono dimenticati di nuovo di lei nella foto di classe (le grandi motivazioni serie, ma diamola per buona, sono ragazzine) e viene trasformata in Reflekta, una specie di ibrido mutante tra una Barbie e un Pierrot di ceramica.
Papillon le conferirà il potere di trasformare tutti in sue copie perfette, di modo che tutti possano essere come lei (??? ... Così può far finta che in altre foto di classe una Reflekta-copia sia lei? Perché se saranno tutte come lei nessuno la ignorerà più perché la scambieranno per qualcun altro? Non ho capito...). La cosa epica è che quando a un certo punto dell'episodio Juleka arriverà a colpire Chat Noir e questo si trasformerà in una Reflekta-copia scompare anche il suo anello, rendendo di fatto impossibile per Papillon recuperare il Miraculous del gatto nero e della coccinella anche in caso di eventuale vittoria.
Che minchia di senso ha questo potere?!
La trama della prima stagione è sostanzialmente tutta qui: Marinette e Adrien vivono la loro vita da adolescenti normali, imparano a conoscersi come amici e al tempo stesso cominciano a prendere atto delle loro responsabilità da eroi imparando a collaborare insieme, mentre Papillon akumizza stronzi a caso in una serie di 26 episodi pressoché autoconclusivi. Il bene trionfa perché il cattivo è troppo concepito col culo per ordire un piano veramente serio e anche perché Ladybug è in possesso di un potere chiamato Lucky charm: strigni strigni è l'evocazione della botta di culo suprema con cui sconfiggere il cattivo. A seguito della vittoria poi grazie al Miraculous tutto torna esattamente come prima dell'akumizzazione di turno.
Praticamente questo show ha giustificato abbastanza coerentemente sia il deus ex machina sfacciato che il ritorno allo status quo.
*
IMPRESSIONI SPARSE
Miraculous è una serie che ha delle basi abbastanza interessanti e delle trovate non dico geniali ma niente male (vedi sopra), ma ne manda in vacca una buona parte a causa del suo volersi concentrare cocciutamente sulla sua protagonista femminile: e quanto è carina e dolce Marinette (ma anche un po' capricciosa, sognatrice, piena di talento, proprio come noi!), quante lezioni deve imparare Marinette per crescere grazie alla sua nuova amica-sempai Tikki, quanti momenti imbarazzanti deve vivere prima di riuscire a spiccicare due parole in croce col suo amato Adrien e trovare il coraggio di dichiararsi; e poi quanto è forte e figa Ladybug che ti sconfigge da sola 8 cattivi e rimette tutto in ordine mentre inforna un soufflé e trova la cura per il raffreddore comune, senza di lei ci attaccheremmo davvero tutti al tram.
Ora, la serie è destinata apertamente alle ragazzine.
Chat Noir entro la fine della serie diventa un po' così |
Il messaggio di fondo sarebbe anche buono se non andasse poi a fare a pugni con la lore di fondo della serie, ovvero il fatto che tecnicamente il Miraculous della coccinella e del gatto nero sono sì complementari e legati a due principi opposti di creazione e distruzione, ma legati indissolubilmente l'uno all'altra e, almeno su carta, ugualmente potenti.
Non a caso a Papillon servono entrambi per realizzare il suo sogno (hanno tutti un sogno qui, pare Amici di Maria).
Questo ce lo sbattono in faccia sin dal titolo, dove campeggia a lettere cubitali un Storie di Ladybug E CHAT NOIR, non Storie di Marinette e del pirla in nero che le si accolla, ci mostrano la scatola dei gioielli magici con i due Miraculous all'interno di un taijitu e in più occasioni in corso di serie ci dicono (in barba a qualsiasi principio di show don't tell, maledetti loro) che è solo insieme che i due formano una squadra imbattibile. Di questo assunto però tocca fidarsi dal momento che più si va avanti con la serie più Chat Noir diventa a dir bene la spalla laddove non addirittura la linea comica mentre è la sola Marinette a salvare puntualmente la situa (nell'episodio La Marionettiste affronterà da sola quattro cattivi + Chat Noir saltellando qua e là come una leggiadra ballerina). Anche perché salterà fuori (lo dirà esplicitamente Plagg quando ad Adrien verrà il dubbio di non essere poi tanto fondamentale) che è solo Ladybug a poter catturare ed esorcizzare le akuma, cosa che provoca un profondo squilibrio di forze.
La cosa porta a due conseguenze di fondo:
1) Chat Noir di fatto non è più coprotagonista come vorrebbero farci credere ma a dir bene una spalla a cui ogni tanto si dà la pacca sulla spalla e un contentino se no mette il broncio.
E in Ladybug non ti puoi permettere di indisporre nessuno, perché è un niente che Papillon fiuti la preda perché 'na mattina gira il cazzo.
2) Narrativamente parlando è una segata di gambe micidiale perché dal momento che Ladybug è l'unica ad essere fondamentale per la risoluzione della storia ed è l'unica che può fisicamente riportare tutto alla normalità ci si preclude qualsiasi scelta a livello di sceneggiatura che metta seriamente nei guai o in crisi la nostra coccinella. Rimane quindi solo Chat Noir a venir puntualmente pestato, catturato, umiliato, sconfitto, quasi akumizzato, ipnotizzato e trasformato in Barbie Pierrot, cosa che porta a 26 episodi sostanzialmente ripetitivi.
Ok che Chat Noir ha il potere della sfiga ma qua si travalica.
Da questo ladybugcentrismo non si salva nemmeno il suo corrispettivo, Adrien. Gran parte del singolo episodio infatti è incentrato non sulle battaglie eroiche di Ladybug ma sulla giovane Marinette, i suoi piccoli drammi quotidiani, i pomeriggi con le amiche, i patemi amorosi, le occasionali discussioni coi genitori o l'arrivo di un parente che non parla la tua lingua e dà adito a epiche figure di merda linguistiche.
Marinette infatti pur essendo per metà cinese da parte di madre è francese nello spirito al 100% e non parla una parola di cinese; paradossalmente è il francesissimo e arianissimo Adrien a studiare quella lingua (su insistenza di suo padre, inutile specificarlo visto che Adrien sembra non avere hobby che siano davvero suoi, ed è casuale che l'origine dei Miraculous sembri essere cinese? Ovviamente no) e a farle occasionalmente da interprete. Una cosa che ho trovato divertente perché esula un po' dal cliché della persona asiatica ancorata con unghie e denti alla propria cultura d'origine. E' bello mantenere le proprie radici culturali se lo si vuole ma non è un obbligo di legge.
Tornando al discorso principale, di Marinette conosciamo ogni microscopico moto d'animo, i sogni, le paure, le insicurezze, i colpi di testa (tutte cose che però non le precludono di essere amata sempre da tutti, non importa quanto ogni tanto tenda ad essere meschina, specie con chi non le sta simpatica, e puntualmente no le sta simpatico qualcuno che si frappone tra lei e Adrien, con la quale assume a più riprese inquietanti atteggiamenti da stalker). Sappiamo quello che fa a scuola e nel suo tempo libero, della sua passione per i videogiochi (nei quali ruleggia come una pro di nuovo non per talento naturale ma perché gioca abitualmente coi suoi che sono gamers altrettanto accaniti), del suo rapporto con i genitori, con i compagni di scuola, con la migliore amica Aliya, con Tikki, con le rivali Chloè e Lila.
Di Adrien, il coprotagonista, non si sa praticamente nulla.
Più che altro si intuisce: si intuisce la sua profonda solitudine e il bisogno di evadere da una vita così opprimente accanto a un padre anaffettivo con cui desidera disperatamente avere un legame che il suo più grande atto di ribellione è scappare di casa per andare a scuola; il suo bisogno di essere accettato e avere amici è tanto forte da sfociare in una bontà che a tratti pare artefatta, specie in virtù del cambio di personalità a cui assistiamo quando il giovane Agreste mette i panni di Chat Noir o anche solo interagisce con Plagg.
Se il legame tra Tikki e Marinette infatti è quello tra mentore incoraggiante e allieva pieno di talento ed è tutto un fiorire di rassicurazioni su quanto lei sia bella intelligente affascinante simpatica e brava in tutto, con occasionali pippotti moraleggianti, tra Plagg e Adrien vediamo una maggiore spontaneità, sarcasmo, occhi al cielo (tutte cose che Adrien non fa con nessun altro, neppure davanti al suo migliore amico Nino).
E' quasi come se fossero fratelli più che colleghi di lavoro.
Questo accade principalmente perché sia Adrien che Plagg, a differenza di quanto accada con Ladybug, prendono poco seriamente la lotta contro il male: Plagg è semplicemente un pigro che passerebbe la vita davanti alla tv a scofanarsi di formaggi costosi (in questo, finire a casa di un principino come Adrien è stato un terno al lotto) e per Adrien mettere i panni di Chat Noir è più una liberazione che una responsabilità.
Indossare una maschera libera Adrien di tutte le inibizioni e le pressioni sociali dettate dal fatto di essere sempre sotto i riflettori e di dover perennemente adempiere alle altissime aspettative altrui. E quindi laddove Adrien è timido, specie con le ragazze, Chat Noir è esuberante; Adrien è responsabile e soppesa ogni parola prima di agire, Chat Noir è sconsiderato e si butta a capofitto nella mischia senza riflettere; Adrien è molto passivo, Chat Noir volitivo. Viene da chiedersi quanto dell'Adrian Gary Stu sia vero...
Ma tanto si è tutti così impegnati a parlare di come Marinette sia goffa e ritardataria o di quanto ami la musica rock vera (ovviamente amare la unz unz unz è per le malvage viziate come Chloè) che chi se ne frega.
Ma questo è un problema generale della serie, dove tutti i personaggi di contorno che non siano Marinette restano sullo sfondo come figure di cartapesta e forse ci viene concesso di sapere un paio di cose in più sulla loro vita al di fuori dell'orbita marinettiana solo nel momento in cui vengono akumizzati. Come a dire che se non servono a mandare avanti la trama col piffero che ce ne frega qualcosa di loro, o anche solo ci importa che siano coerenti.
E allora ci si ritrova con personaggi che cambiano personalità a convenienza: questo si nota soprattutto nel caso di Chloè, che è un pelo più approfondita del resto dei compagni di classe di Marinette dal momento che fa spesso da motore narrativo contribuendo attivamente a un buon 90% delle akumizzazioni di Papillon (che infatti la adora, è un po' la sua mascotte onoraria).
Chloè è un personaggio che a volte ha sprazzi di umanità che non riguardino il solo Adrien (l'unico che ritiene degno della sua amicizia in quanto praticamente santo oltre che ricchissimo) e rientra nel cliché della povera ragazza ricca dal passato solitario e tristanzuolo, poi il secondo dopo torna la solita bulla criminale stronza bidimensionale di sempre.
Sarebbe il prototipo del personaggio egoista e superficiale però poi a caso negli ultimi episodi diventa la fan numero uno di Ladybug (perché in questo mondo fatato tutti devono amare per legge Ladybug. Esiste gente che nei fumetti manda a fanculo pure Superman, ma Mary-Sue Ladybug non la deve toccare manco la bulla della classe).
Tra parentesi, adoro Chloè.
Principalmente perché lo show fa di tutto per farla odiare in modo a tratti anche forzato e didascalico. Chloé infatti sembra incarnare tutti i mali del mondo di Miraculous: è stronza, viziata, una vera carogna (in questo però risulta comunque molto più realistica dei protagonisti santi), parla sempre a vanvera di cose che non conosce, non capisce mai un piffero di quello che le accade attorno, ha l'empatia di un paracarro, sfrutta sistematicamente il potere di suo padre per ottenere tutto quello che vuole.
Fa talmente schifo che riesce a strappare un'espressione infastidita e/o disgustata persino a San Adrien (e in più occasioni) e anche la sua sidekick Sabrina la odia neanche tanto segretamente, al punto che in un episodio la smollerà per diventare la migliore amica della prima persona che la tratta con un minimo di umanità: alla fine dell'episodio lo status quo sarà ristabilito non perché le due scoprono di volersi sinceramente bene, in fondo, ma perché Sabrina non vuole restare sola e Chloé le regala cose carine e le presta abiti firmati.
Insomma, andando a scavare un pelo più a fondo quella di Chloè (a differenza di Lila) è una cattiveria innocua che lede principalmente a lei stessa: il suo atteggiamento di supponenza le porta solo isolamento, solitudine e amicizie false, quindi non è quel tipo di spregevolezza che fa girare le scatole.
Chloè è anche un personaggio molto arrogante sicuro di sé, tratto caratteriale che adoro anche se usato a scopi malvagi, laddove invece odio (per non dire che disprezzo, anche nella vita vera) i personaggi perennemente indecisi e bisognosi di rassicurazioni come Marinette: tra le altre cose Chloè sa di volere Adrien e fa di tutto per farsi notare da lui e non farsi surclassare da una semplice pasticcera, anche se l'effetto non è quello sperato perché, esattamente come Adrien (che infatti è l'unico che nonostante si incazzi spesso con lei non la ripudia mai come amica, anche perché conosce la sua vita familiare e sa che non se la passa benissimo, proprio come lui), pecca sulle social skills. Marinette invece tedia chiunque con i suoi patemi sentimentali inconcludenti, non fa che dire quanto la sua vita faccia cagare quando tutto le va sempre bene, e tutti le vanno dietro gioiosamente.
Ma vaffanculo, va'...
In tutto questo non mi sono ancora soffermata su eventuali sviluppi di trama orizzontale all'interno di questa prima stagione: forse perché di sviluppi ce ne sono pochini e sono praticamente tutti concentrati nell'ultimo episodio, Volpina (che termina con un cliffanger criminale). In 20 minuti si mette tanta di quella carne al fuoco sull'origine dei Miraculous, nuovi antagonisti e su quello che potenzialmente lega i Kwami agli Agreste (nello specifico alla defunta signora Agreste che pareva uscita dritta da un classico Disney fino a due secondi prima) da uscirne a dir poco rincoglioniti.
A questo punto le possibili reazioni sono due:
● "UA' che GENIO 'sto Astruc!Che colpo di coda finale, che bomba atomica, che rivelazioni sconvolgenti, non vedo l'ora di sapere cosa accadrà in seguito. Dannato volpone barbuto, mi hai fatto uscire di testa con questo prodotto che credevo per bambini e invece sul finale mi tiri fuori una roba che UAONE!"
● "Ma nel tempo trascorso a guardare i 25 episodi precedenti dove le informazioni importanti le si è centellinate a dir bene in altri 5 episodi mentre ci si è concentrati su cose apparentemente imprescindibili a detta degli autori come Marinette che crea la copertina di un album musicale, Alya e Nino che si mettono insieme a caso, l'uomo piccione che viene akumizzato perché un poliziotto gli ha proibito di sfamare quei maledetti topi con le ali, il dramma della idol che non coronerà mai il suo sogno di fare la metereologa e le faide musicali tra il rocker e il DJ unz-unz non potevo drogarmi come tutte le persone sane?"
Io sto un po' nel mezzo tra queste due posizioni, perché la mia droga è il trash e in Miraculous da questo punto di vista non si resta mai delusi (con lo special di Natale canterino in cui a venir akumizzato è il rubicondo San Nicola che finisce di diritto nell'Olimpo delle cose più demenziali mai concepite).
*
Miraculous - Le storie di Ladybug e lo stronzo nerovestito che le si accolla non è una storia supereroistica con una forte componente romance, ma sostanzialmente una banale commedia romantica per ragazzini con un po' di fuffa supereroistica appiccicata intorno.
E' un prodotto concepito in fretta e si vede.
Si è talmente impegnati a far ruotare per quasi tutto il tempo le cose attorno ai patemi sentimentali della timida e goffa Marinette della porta accanto e del belloccio perfetto e sensibile Adrien (patemi che girano in tondo su se stessi, non evolvono, non arrivano mai da nessuna parte perché lo sanno benissimo anche gli autori che se le cose tra i due si fossero sistemate la stagione non avrebbe avuto più niente da dire) che si lascia per strada la trama praticamente fino all'ultimo episodio e si manda sistematicamente a meretrici la lore interna con Ladybug che diventa di punto in bianco molto più forte di Chat Noir o Papillon che instupidisce a fasi alterne.
Dipende dalle esigenze di trama.
Anche la questione delle identità segrete è meramente funzionale al romance: Ladybug infatti è convinta che proteggere le rispettive identità segrete (sua e di Chat Noir) sia la cosa migliore, perché in caso contrario diventerebbero bersagli facili dal momento che Papillon potrebbe rivalersi su amici e familiari. Ora, quello dell'identità segreta da preservare a tutti i costi è un tropo molto comune nel genere supereroistico.
Il discorso in sé è perfettamente legittimo.
Civil War ci ha costruito pure una saga attorno al tema (saga in cui il fatto che Spiderman riveli al mondo la propria identità ha portato a delle conseguenze tragiche a livello personale, quindi non è uno scherzo).
Marinette e Adrien poi sono due ragazzini ed è giusto che non vogliano rivelare a tutta Parigi chi siano. Un po' per Papillon e un po' perché non sarebbero in grado di gestire la pressione aggiuntiva.
Ma perché non rivelarsi le reciproche identità?
Ritornando a Spiderman, che è il supereroe che fino a Civil War ha tenuto maggiormente a mantenere la propria identità segreta (per ovvi motivi visto che è diffamato dalla stampa di mezza New York), il personaggio da molto prima di Civil War ha confidato a poche persone fidate il fatto di essere Spiderman perché (e lo vediamo a più riprese all'interno dello stesso Miraculous) vivere una doppia vita è uno stress. Devi mentire, prenderti cazziatoni perché non sei in grado di giustificare assenze o manchevolezze, subire umiliazioni, fallire perché si è stanchi.
Ci si sente persi, incomprensi.
Anche solo avere una persona che capisca i tuoi sforzi fa tanto.
Se poi questa persona non è un Kwami che delle questioni umane capisce il giusto ma un essere umano a te vicino, può arrivare a coprirti qualche volta e può anche togliere dalle spalle un po' di quello stress ingestibile. Cioè, persino quel paranoico di merda di Batman a qualcuno la propria identità segreta l'ha rivelata. Ladybug invece per qualche ragione non può farlo nemmeno con il suo fidato compagno di avventure (quello con cui salva il mondo, i bro invincibili, lo yin e lo yang...), e si para il sedere dietro al bisogno di proteggere le persone care.
Poi lo spettatore si ritrova davanti Alya.
Parliamo di Alya (Carrie Keranen).
Alya è la migliore amica di Marinette.
Alya è una grande appassionata di supereroi. Fino all'arrivo di Ladybug la sua supereroina preferita è Majestica, specie di ibrido tra Supergirl e Powergirl, ma all'arrivo di Ladybug diventa la sua devota Lois Lane: apre un blog dedicato alle sue avventure, praticamente un monitoraggio 7/24 dove si analizzano i suoi poteri e fa un lavoro di ricerca certosino sulle origini di Ladybug (praticamente fa lei tutto il lavoro che dovrebbe fare Papillon), ma soprattutto FA DELLE INTERVISTE ESCLUSIVE a Ladybug, mostrando di essere se non una sua amica comunque una persona molto vicina a lei.
Ma non era pericoloso?
Ma Papillon non poteva rivalersi sulle persone vicine?
Ma non converrebbe piuttosto rivelare tutto ad Alya e chiederle di lasciar perdere il blog per non mettere in pericolo la sua migliore amica (cosa che sono convinta farebbe, per amicizia), optando piuttosto per farsi aiutare a gestire la sua doppia vita e offrirle un supporto?
E' senz'altro Ivan! |
Perché nel momento in cui Chat Noir e Ladybug venissero a conoscenza delle rispettive identità andrebbe a crollare il vero punto focale della serie, ovvero il quadrangolo scemo tra Marinette/Adrien/Ladybug/Chat Noir, e a quel punto toccherebbe concentrarsi sulla trama vera.
Di nuovo, è una scelta dettata dalla convenienza.
E dalla sceneggiatura pigra.
*
IN CONCLUSIONE. . .
So di essere stata molto dura in questa recensione nonostante sia perfettamente consapevole che Miraculous non sia un prodotto destinato agli adulti, ma il fatto di essere un prodotto per ragazzini non giustifica errori gravi e il sistematico insulto all'intelligenza dello spettatore, questo è un punto che mi ritrovo a ripetere molto spesso ma non mi stancherò mai di ribadirlo.
Per bambini non significa fatto male.
Altrimenti ci si poteva risparmiare la fatica di creare show per ragazzini ma fatti bene come Gravity Falls, Mao Mao, i nuovi Ducktales, Amphibia e mille altri che non sto a elencare perché se no facciamo notte. Guardo il fandom di Ladybug, vedo che tutto ruota praticamente intorno al succitato quadrangolo scemo, ma non riesco a incolpare chi guardando questo show finisce per concentrarsi solo sulle ship preferite, perché che altro rimane in questo cartone? Giusto quello e il trash prepotente.
Poi, il potenziale in fondo in fondo c'è.
Se non lo relegassero agli ultimi 5 minuti di stagione sarebbe meglio, ma la storia dei Kwami in sé è affascinante, il mistero legato alla famiglia Agreste con quel pizzico di drama familiare pure (se si degnassero di farcelo conoscere un pelo meglio 'sto ragazzo visto che di Marinette ormai so anche quante volte al giorno va al bagno sarebbe favoloso). Carino che la storia dei Kwami si perda in un passato antico, che esista un guardiano (anziano cinese, poco poco stereotipo mi hanno detto) che custodisce molti altri gioielli magici e un libro che rivela i segreti ancestrali dei Miraculous.
Ma sarebbe ancora più carino dosare meglio i filler e la trama orizzontale.
Così come sarebbe carino capire perché se Papillon vuole i Miraculous di Ladybug e Chat Noir per esprimere un desiderio/esaudire un sogno/dominare il mondo la soluzione geniale del maestro Fu sia scatenargli contro.... Ladybug e Chat noir. E non Ladybug e il Kwami della puzzola. Ladybug e il Kwami del Bouledouge. Ladybug e il Kwami del inserire qualsiasi animale non sia quello che sta cercando il supercattivo per completare la collezione Panini visto che tanto è solo Ladybug quella che risolve la situa.
Ma vabbè, ancora che ci stiamo a fare domande...
La speranza è che la prima stagione sia meramente introduttiva e le cose comincino a ingranare da questo punto in poi: qualche perplessità si potrebbe risolvere in corso di narrazione, qualche ship potrebbe scoppiare per non tornare mai più (una donna può sognare) e Papillon potrebbe addirittura diventare intelligente.
Nel frattempo, io mi godo il trash.
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