lunedì 19 dicembre 2022

[Recensione] MERCOLEDI' (2022)

Titolo originale: Wednesday
Paese: Stati Uniti
Anno: 2022
Distribuzione: Netflix
Ideatori: Alfred Gough e Miles Millar
Soggetto: Charles Addams
Episodi: 8
Cast: Jenna Ortega, Emma Myers, Catherine Zena Jones, Luiz Guzmàn, Christina Ricci, Gwendoline Christie

Premesse:
Esistono due modi di approcciarsi a questa serie, spin off degli Addams che vede come protagonista la sola Mercoledì, o prenderlo come prodotto a se stante o inforcare le lenti della nostalgia canaglia e far diventare la recensione un'interminabile sequela di paragoni con gli Addams precedenti, nella fattispecie i film degli Anni '90 dal momento che se volessimo andare più indietro, al telefilm del 1964, troveremmo già una Mercoledì molto diversa, ai limiti dello zuccheroso, per arrivare alle vignette originali di Charles Addams in cui questa bambina era un po' una figurina inconsistente sullo sfondo, parte della trasposizione Addams del modello borghese di famiglia con due figli. Tralasciando quella della Illumination che a un certo punto vuole vestirsi di rosa e indossare fermagli con gli unicorni.
Io opterò naturalmente per la prima opzione.
Ritengo sarebbe insensato fare dei paragoni con le precedenti famiglie Addams e con le precedenti Mercoledì dal momento che questo telefilm in primis non vuole farne (a parte il solito strizzare gli occhi ai nostalgici con dei cameo e delle citazioni, dalla presenza di una vecchia Mercoledì nel cast, al doppio schiocco di dita della serie classica): gli stessi autori della serie, Gough e Millar (che i diversamente giovani ricorderanno per quell'adorabile trashata di Smallville, la serie incentrata su Superman che tutti guardavano per Lex Luthor), ritengono che Mercoledì voglia fare più il verso al loro Clark Kent che ad altre Mercoledì del passato, essendo entrambi degli outsider che devono tenere celata una parte di sé al mondo. Non mi sento nemmeno di dargli torto dal momento che sia Clark Kent che Mercoledì alla fine dei giochi risultano dei santarellini insopportabili, ma almeno Clark Kent ha senso sia un buono da far schifo visto il suo profondo amore per l'umanità mentre Mercoledì passa tutto il tempo a dire allo spettatore quanto le fa schifo l'umanità e quanto lei sia alternativa, solitaria e pericolosa, il tutto mentre la vediamo vegliare un amico finito in coma, o incutere timore nella queen della scuola, o a cacciare a bastonate una caterva di figoni e amici mendicano le sue attenzioni come assetati nel deserto.
Si vede che prima dell'arrivo di Mercoledì alla Nevermore mancavano donne da rimorchiare e con cui fare amicizia.

DUE RIGHE DI TRAMA

Quando la sedicenne gotica e maledetta Mercoledì Addams (Jenna Ortega) viene espulsa dall'ennesima scuola di "normali" (e senza che ci siano ripercussioni legali nonostante di fatto abbia menomato un ragazzo buttando dei piranha in una piscina, ma il telefilm è pieno di queste scelte stronze e semplicistiche per mandare avanti la trama - e sono cose che si perdonano alla commedia, non alla roba che si prende maledettamente sul serio come questo show) i genitori Morticia (Catherine Zeta Jones) e Gomez (Luiz Guzmàn) decidono di mandarla in una scuola dove potrà finalmente sentirsi a casa in mezzo ad altre persone reiette come lei, la Nevermore Academy.
E cos'è questa Nevermore Academy?
Lo sa Dio cosa minchia è. Sostanzialmente una Monster High dove tutti gli studenti che non trovano posto tra i normali possono sentirsi a casa. E chi sono questi reietti? Vampiri, licantropi, sirene e sirenetti, gorgoni, stronzi generici dotati di poteri paranormali, e in teoria (se uno dà retta al dialogo tra Mercoledì e i suoi genitori nel primo episodio) semplici freak, persone senza poteri che non trovano il loro posto nel mondo anche se di poteri non ne hanno. 
Spoiler: saranno tutti super speciali ovviamente.

Tutti gli studenti della Nevermore sono accomunati da una caratteristica: essere boni da far schifo. A parte il sollievo comico rappresentato, e quando te sbagli, da quello basso e grassottello (e da qualche comparsa che non spiccica nemmeno mezza parola per cui si poteva anche raccattare anche lo scarto a livello di casting). Alla faccia del messaggio che mira a strizzare l'occhio al diverso, al reietto e al freak.

La permanenza della riottosa Mercoledì alla Nevermore verrà scossa da una serie di misteri che coinvolgeranno lei, la sua famiglia, la stessa scuola e che prevederà una serie di brutali omicidi ad opera di un mostro che infesta i boschi che circondano la scuola e il vicino villaggio che ha preso un po' troppo sul serio le sue radici puritane (in effetti, ottimo posto dove edificare una scuola di mostri), Jericho. Per fortuna Mercoledì ha come hobby quello delle indagini, quindi la polizia locale e tutti gli adulti (normali e reietti) che la circondano possono stare sereni.

IMPRESSIONI SPARSE

Mercoledì a livello di lore interna piscia fuori dal vaso in una maniera imbarazzante: il telefilm vorrebbe proporre la tematica dell'integrazione del diverso e del reietto (a cui questa scuola dovrebbe offrire rifugio mentre il mondo esterno borghese e normale è brutto, cattivo, pieno di pregiudizi, blablablah), ma nella resa l'incoerenza regna sovrana:

1) Se i reietti sono tutti boni da far spavento che minchia di reietti sono?
2) Se Mercoledì deve cacciare pretendenti e amici a bastonate e incute timore nella Queen della scuola dopo pochi giorni dal suo arrivo (per motivazioni che avrei preferito andassero oltre il "la stramba nuova arrivata mi ha rubato il ragazzo") che minchia di reietta tra i reietti è?
Ed è inutile che gli autori facciano dire per metà del tempo a Jenna Ortega (alla faccia dello show don't tell!) quanto questa ragazza sia reietta anche tra i reietti, alternativa al punto da non avere nemmeno un cellulare (ma vaffanculo!) e adori la solitudine quando nei fatti quello che vediamo è solo una stronza col broncio da fase ribellina che non ha minimamente cura dei sentimenti di chi le sta accanto (avesse chiesto scusa una volta o fatto ammenda nel corso della serie) e che nonostante ciò ottiene simpatia, sostegno, amore, amicizia da chiunque la circondi e viene invitata ai balli da due figonzi che non vengono abbattuti da nessuna delle battute sassy e dall'assoluta mancanza di rispetto verso quello che provano di cui dà mostra Mercoledì. 
Letteralmente non fa che sfruttare per i suoi scopi tutti quelli che le stanno attorno, ed evidentemente la cosa va benissimo a tutti.

Brava la Ortega e tutto,
ma questa scena non ha senso.
Lungi dall'essere un modello per i reietti o a parlare a quei reietti che la serie si promette di rappresentare, Mercoledì è la classica bitch magnetica e carismatica che titilla il perineo di quelle persone che vorrebbero essere delle stronze della vita vera, quelle che vorrebbero trattare tutti a merda e avere comunque la schiera di amichetti adoranti, però vestite di nero e con le velleità da scrittrici vecchio stile con la macchina da scrivere a nastro, perché loro sono gotiche, maledette, specialissime e un po' artiste inside.

E che abbia avuto il passato tristanzuolo (poi dè, l'asticella del tristanzuolo è un po' bassina dal momento che per quanto traumatico alla fine dei bambini stronzi le hanno messo sotto un animale con la bicicletta, è un trauma che si supera anche senza diventare delle stronze col mondo - e tra parentesi, nonostante il trauma le sia stato causato di fatto da un gruppo di normali a livello di trama eventuali strascichi emotivi non saranno affrontati nemmeno per sbaglio. Del resto capisco ci fossero cose più importanti da affrontare, tipo un episodio intero incentrato su un prom scolastico), o che viva all'ombra di una madre eccezionale non è e non deve essere una scusante per giustificarla.

Ma al di là della protagonista che se è una reietta io sono uno scaldabagno (a inizio storia le cuciono anche la divisa apposta nonostante il punto delle divise sia proprio non distinguersi, ma lei è talmente reietta tra i reietti che tutti le riservano trattamenti di favore), a triggerarmi per davvero è soprattutto il fatto che mentre si avanza si nota che in contraddizione con tutto il messaggio che Mercoledì vorrebbe portare avanti nelle intenzioni, le persone che sono veramente delle reiette, anche all'interno della Nevermore, vengono abbandonate a loro stesse esattamente come sarebbe successo all'interno di una scuola di normali. 

Il timido e strano Eugene Otinger (Moosa Mostafa) oscilla per tutto il tempo tra il fare tenerezza e il fare pena (casualmente, proprio lui ha due mamme tra parentesi): gestisce da solo un club in cui alleva api, Il club dei Ronzatori, e nessuno sembra avere la minima voglia di parlare con lui. Passa per il cliché dello stronzo che non dà retta alla protagonista che ha sempre ragionissima e finisce nei guai, come nella miglior tradizione delle soap opera avendo l'informazione chiave per risolvere il caso trascorre in coma la maggior parte della stagione. 
Non si capisce esattamente a che punto Mercoledì sviluppi questa forte fedeltà amicale nei suoi confronti dal momento che scambieranno a dir bene due parole sarcastiche e spocchiose, e sostanzialmente si è avvicinata a lui (come a chiunque in questa prima stagione) per mero interesse personale e non si sforza di nasconderlo. 
L'unico motivo che mi viene in mente è che gli autori non volessero far passare la loro protagonista come una persona veramente stronza e priva di sentimenti, ma mancando della capacità di imbastire una crescita sensata del personaggio, così di botto senza senso te la ritrovi a salvare la vita di questo personaggio o a vegliare amorevolmente su un altro.
Si può capire invece il perché di questa affezione istantanea da parte di Eugene, il classico personaggio che solo e reietto lo è per davvero pur avendo un cuore grande e tanta empatia (invece quando sei figo come Mercoledì puoi fare lo stronzo quanto vuoi e ti si perdona tutto) che si aggrappa a ogni brandello di amicizia che viene offerto, per quanto misero.

Enid Sinclare
 (Emma Myers)
, che è un licantropo dalla trasformazione tardiva, non interagisce mai con gli altri licantropi nonostante sia una persona molto estroversa e una bella persona solare piena di entusiasmo (ha un profondo amore per il gossip, ma questa caratteristica non verrà approfondita e non servirà assolutamente a nulla nel corso della trama - ma è un problema di caratterizzazione superficiale comune a tutti i personaggi della serie). Riesce ad andare d'accordo con i vampiri, a far breccia nel cuore dei normali e (nei limiti) di Mercoledì, ma è tenuta fuori dal suo branco (e pare che il branco per i licantropi di questa serie sia tipo il fondamento stesso della loro identità, dal momento che non si vedono mai fare squadra con altre specie) e nessuno a scuola sembra preoccuparsi della cosa.
Con buona pace della scuola dove i reietti dovrebbero sentirsi a casa contro il mondo dei normali brutto cattivo e pieno di pregiudizi (tutte cose incarnate in dirittura d'arrivo da uno scureggiosissimo padre pellegrino).

Rowan Laslow è un altro personaggio che reietto tra i reietti lo è per davvero, e che i poteri di telecinesi con cui è nato hanno trascinato lentamente e inesorabilmente verso la follia.
Rowan sarà carne morta nei primi episodi.
Non sapremo nulla di lui, se non che anche il suo unico amico, Xavier, si limita a mandargli qualche sms ma appurato che probabilmente è morto finita lì. Non una lacrima, nessuno che si premuri di ricordarlo. La scuola in cui i reietti si sentono a casa si premura solo di nascondere la sua morte per non incorrere in guai legali, ed è talmente benvoluto che manco al padre frega nulla di lui.

Per non parlare degli HYDE, che vengono nascosti e temuti anche all'interno degli stessi reietti (con buona pace del messaggio di accoglienza per tutti i reietti), che sono incontrollabili e pericolosi senza (parrebbe) possibilità di redenzione ma al tempo stesso ci si guarda bene dallo schedarli e metterli in condizioni di non nuocere.
Non aiuta che alla fine il telefilm sembri intendere che l'hyde sia geneticamente predisposto ad essere uno psicopatico (e che a un certo punto il problema di sua madre venga associato al disturbo bipolare mi triggera di più, dal momento che già la sensibilità in merito ai disturbi mentali non abbonda, e in un telefilm del 2022 che mira a farmi accogliere la diversità pretendo che certe cose vengano trattate come cristo comanda). Insomma, accogliamo tutti purché non siano grassi, soli, con gli occhiali, noiosi e non abbiano problemi mentali, perché quelli fanno schifo e non li vogliamo.

Il BACKGROUND della scuola non ha un senso a pagarlo.
La Nevermore viene spacciata come un rifugio per i reietti: già non si spiega perché allora venga coperto solo il ciclo secondario quando a casa mia un reietto che sviluppa poteri pericolosi può essere tormentato, isolato o rappresentare un pericolo per sé e per gli altri anche in cicli scolastici precedenti (però dopo come facevi a sbavare sui boni?), ma poi non si riesce nemmeno a capire che scopo abbia questa scuola.
Facciamo un parallelismo con Harry Potter:
A Hogwarts ci si va a partire dagli 11 anni. Ci si va a 11 anni perché quando si è molto piccoli si fatica a controllare la magia, e perché presumo si vada nelle scuole babbane o si faccia educazione casalinga per imparare a leggere, scrivere, e le basi per il buon vivere. Dopodiché vanno in una scuola che insegna loro a gestire tutte le branche del loro dono, per diventare maghi consapevoli oltre che incontrare persone simili a loro con cui interagire.

A Nevermore nessuno insegna a nessuno a gestire i propri poteri (a certe persone nemmeno si chiede quale sia il proprio potere e sembra andare benissimo così, la fanno passare come una sorta di questione di identità di genere quando non è esattamente così, l'identità di genere non ti trasforma in un assassino psicopatico e che a un certo punto facciano in maniera esplicita questo paragone non è moderno, è idiota e da boomer).
E pure la quota furry è servita...
Si fanno gare di scherma e di canoa, si balla, si fanno tante cose cool e g-g-giovani, a un certo punto si vede una lezione di botanica giusto per dare un senso alla presenza di Christina Ricci nel cast
 (che è l'unica insegnante normale della scuola e non si spiegherà mai il perché sia stata assunta, tocca farsi andar bene una ridicola scusa sui buoni rapporti tra normali e reietti). Si vedesse una lezione specifica per licantropi (bonazzi che battono i piedi e fanno bordello) o vampiri (bonazzi con i ray-ban), una per aiutare le sirene (bonazzi con gli occhi azzurri) a gestire il loro canto senza uso di un amuleto che chissà dove hanno preso, o una per gente che ha dei poteri paranormali (e la storia di Rowan insegna che ci sono delle conseguenze per un ragazzo che si ritrovi soggiogato dai propri poteri e che non riceve alcun supporto): Mercoledì ha delle visioni mistiche e Morticia le dice che niente, si attacca, ci deve pensare una sua antenata a educarla in merito (cosa che manco accadrà) perché ognuno vive le visioni a modo suo.
Però è tutto molto fico e gotico.

Il giallo è banale e stronzo: seguendo il filone di Enola Holmes (che ha ricevuto molto meno seguito pur essendo un prodotto incredibilmente più carino e sensato, forse perché non è gotico e alternativo) la storia dovrebbe seguire la storia di una giovane detective che indaga su misteri che si riveleranno essere più grossi di lei, ma che riuscirà a risolvere nonostante dei professionisti ci sbattano la testa da 20 e passa anni.
Tutto regolare dato il genere teen.
Il problema più grosso di Mercoledì, a parte l'assoluta scontatezza della trama che mi aveva portata a capire i colpevoli e l'intreccio più o meno al secondo episodio (e senza le visioni), è avere una presunta detective che ad ogni punto morto invece di scoprire roba nuova con cui proseguire nell'intrigo grazie alle sue doti intellettuali risolve la situa con un deus ex machina rappresentato da provvidenzialissime visioni o da cose che notano altri personaggi (che ovviamente sono troppo stupidi per cogliere il significato a differenza della nostra protagonista). Mercoledì alla fine della storia non risolve nessun mistero, letteralmente la soluzione le piove in mano.
Che è una scelta (del cazzo) come un'altra, ma perlomeno non cercare di ricordarmi ogni 3 minuti che geniale detective sia, se no mi sento solo presa per il culo.

*

Se il telefilm cerca di mettere sul fuoco certe tematiche interessanti, come il conflitto con i genitori (nello specifico con le madri, dal momento che i padri sono sempre bonaccioni e incoraggianti ma fondamentalmente figurine sulla sfondo, e sono le madri a rappresentare il vero nucleo del problema), la resa è sciatta e superficiale.
Le madri sono a dir bene benintenzionate ma ingombranti, a dir male castranti e tossiche. Lo vediamo nel rapporto tra Morticia e Mercoledì (che non vuole vivere nella sua ombra e seguire le sue orme di casalinga e donna innamorata, anche se è difficile crederle visto tutto lo spazio dedicato al teen romance e al fatto che il conflitto tra le due scema in 10 minuti), in quello tra Enid e una madre che vorrebbe convertirla a forza alla licantropia in campi appositi (ma lei dice di no e la cosa finisce lì, ovviamente) e tra Bianca e la madre che addirittura recluta gente per conto di una setta.
Ma anche lì, non ne sapremo più nulla.
Bianca dice che non vuole tornare nella setta e tutto appost.

La tematica della relazione conflittuale tra normali e diversi, che poteva dar vita a qualcosa di interessante dal momento che andando avanti scopriamo che anche all'interno dei reietti non è tutto rose e fiori come vorrebbe sembrare, si traduce nella lotta contro un supercattivo da fumetti che viene sconfitto dai reietti che fanno squadra insieme come dei besties e alla fine è tutto un volemose bene di gruppo (tranne l'hyde che è psicopatico senza redenzione perché sì) e risoluzioni casuali (Enid si licantropizza nel momento più utile, scopriamo a caso che Eugene ha il potere di controllare le api - e allora che minchia si metteva a fare la tuta di fronte agli alveari? - e l'antenata di Mercoledì dal nulla ha il potere di guarirla dalle ferite mortali).
Lo scherzo alla Carrie portato avanti dai bulletti del paese finisce in fuffa senza conseguenze (e ok che il capo dei bulletti era il figlio del sindaco e la preside della Nevermore vive per insabbiare roba, ma ai reietti un po' il culo doveva pure rodere visto che si erano visti rovinare un ballo a cui tenevano molto e smerdare di vernice abiti da sera presumo anche costosetti).
Eugene invece esce dal dimenticatoio solo perché gravita nella magica orbita della specialissima Mercoledì, bontà sua.

Se nelle intenzioni lo show vorrebbe mandare un messaggio femminista dobbiamo accontentarci degli slogan women power pronunciati da Mercoledì ogni volta che si prepara per il ballo o si fa venire l'ormonella per uno dei due bonazzi che le fanno battere il suo cuoricino nero, perché non si va oltre. 
Però quanto è alternativa Mercoledì che scrive a macchina invece di usare i computer e comunica coi genitori attraverso una palla di scristallo perché aborre le moderne diavolerie informatiche (con tutto che tempo due episodi e si fa prestare il laptop da Enid per fare i cazzi suoi, l'alternativa dei miei coglioni. Almeno in Harry Potter non usavano i cellulari perché, molto semplicemente, non funzionavano.

IN CONCLUSIONE. . .

Mercoledì è un prodotto che non solo non si applica ma nemmeno ci prova.
Creato a partire dallo studio dei logaritmi di Netflix (quelli che consigliano all'utenza cosa guardare e dall'altro lato fanno capire alla produzione cosa vende e cosa no), risulta proprio questo: un insieme di tematiche alla moda appicciccate a cavolo, senza impegno e senza amore.
Abbiamo la tizia alternativa che fa sentire specialissime le reiette poser, quelle che dicono di odiare l'umanità però lo fanno dall'alto di una famiglia amorevole, un compagno affezionato e una cumpa di amici fedelissimi e l'odio e la solitudine vera non l'hanno vista manco in cartolina, diversità etnica (ma il bassino grassottello con gli occhiali è tanto per cambiare lo sfigato pure nell'accademia dei reietti), diversità generale (ma il cattivo è quello coi problemi mentali), un tocco di lgbt che è la morte sua e un po' di conflitto generazionale all'acqua di rose, alla "fanculo mamma, ho già 12 anni".
In tutto questo siamo talmente occupati a seguire la vita sentimentale di Mercoledì che ci siamo dimenticati di Pugsley, che nel primo episodio era bullizzato male dai fighi della scuola e a differenza della sorella non verrà mandato nella scuola che serve a proteggere i reietti. Magari i sopravvissuti all'attacco dei piranha ora lo bullizzeranno ancora peggio di prima ma EHI, mercoledì è in una dark academia e fa cose! Qualche episodio dopo lo ritroviamo ed è ancora vivo, quindi tutto ok.

Mercoledì è un prodotto che nelle intenzioni vorrebbe parlare a chi si sente escluso mentre invece è di un medio-borghese ignobile. Quello che rendeva Mercoledì un personaggio veramente fuori dagli schemi e dark qui viene presentato come un problema (Mercoledì, con tutto che Jenna Ortega è entrata veramente bene nel personaggio e regge da sola praticamente tutto lo show, per dirla semplice è difettosa: si chiude al mondo non per sua indole natuale ma per i traumi del passato, perché è profondamente sola e infelice, perché è in fase ribellina con mamma).
Crescere per lei vuol dire smettere di essere Mercoledì e smettere di essere tutto quello che la rende unica (tranne il fatto di essere una stronza emotivamente stitica, quello non ce lo vogliamo far mancare).
Vuol dire abbracciare il cliché del teen drama becero, stronzo e borghese, e di una società che ci vuole per forza di cose aperti all'amore e agli amichetti (che saranno sempre pronti a insistere nonostante i tuoi NO - che in fondo vogliono dire sì), altrimenti si è sbagliati e infelici, manchevoli di qualcosa. E intanto i veri esclusi o quelli che non si trovano integrati nella propria cerchia, le Edin, i Rowan, gli Eugene, o muoiono nell'indifferenza generale o restano sullo sfondo mentre sul palcoscenico stanno i soliti figoni e al limite possono sperare di integrarsi nel branco per una botta di culo entro fine stagione, o di trovare la mano salvifica della protagonista a risollevarli dal baratro.

Giudizio finale:

2 commenti:

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