sabato 29 agosto 2020

[Recensione] LO SPORT PREFERITO DALL'UOMO (1964)

Stanno corteggiandosi
giocosamente o lei
lo sta spidocchiando?

Paese:
USA
Anno: 1964
Regia: Howard Hawks
Sceneggiatura: John Fenton Murray, Steve McNeil, Leigh Brackett 
Cast: Rock Hudson, Paula Prentiss

Come cantava (a grandi linee) Claudio Villa:
🎵Il pericolo numero uno... la pescaaaa/
L'incantesimo numero uno... la pescaaaa/
chi viene vinto da quell'incanto
guarda la canna mentre aspetta tanto
Che ci vuoi far? Siamo nati per pescar🎵

Howard Haws è un nome che forse non dice tanto ai cinefili che non seguono pellicole d'annata ma ha un posto speciale nel mio cuoricino: è infatti il regista che ha dato i natali a cosucce come il primo Scarface (1932), Gli uomini preferiscono le bionde (1953) ma soprattutto a quel capolavoro senza tempo di Susanna! (Bringing up baby, 1938), commedia con Cary Grant e Katharine Hepburn di cui questo film sembra la copia sciapita, con risultati che purtroppo non mi hanno entusiasmata.
Eppure su carta le premesse c'erano tutte: abbiamo alle musiche Henry Mancini (La pantera rosa, Colazione da Tiffany, Victor Victoria) e alla sceneggiatura Leigh Brackett (Un dollaro d'onore, Il lungo addio, L'impero colpisce ancora). Non proprio i primi cretini che passavano di là.

DUE RIGHE DI TRAMA
Roger Willoughby (Rock Hudson) lavora come venditore di attrezzature da pesca per la ditta Abercrombie&Fitch e ha fama di essere un campione nel suddetto sport: ha persino scritto un manuale di pesca per principianti che sta vendendo discretamente bene.
A mettere in moto gli eventi e ua sequela di disavventure è una gara di pesca che si tiene nei pressi del lago Wakapoogee: la figlia del proprietario alberghiero Easy Mueller (Maria Perschy) e la sua addetta alle relazioni pubbliche Abigail Page (Paula Prentiss) convincono il capo di Roger che la presenza di un pescatore di fama attirerebbe l'attenzione non solo degli appassionati ma anche dei media, e questo sarebbe un vantaggio per tutti. Non c'è motivo che Roger non partecipi: non deve nemmeno sforzarsi più di tanto perché non serve che vinca la gara ma solo che faccia presenza e si posizioni bene.
Ciao, siamo le due fighine del film,
indovina di chi si innamorerà
il protagonista?
Sembra tutto perfetto ma c'è un piccolo problema: Roger è un cazzaro e in realtà non sa pescare
.
Convinto di potersi smarcare se confessa tutto ad Abigail ci sbatterà invece il muso come tutti i protagonisti delle commedie di Haws: Abigail infatti non ha alcuna intenzione di rinunciare a quest'occasione e lo minaccia di rivelare a tutti il suo segreto rovinandogli la carriera se non collaborerà con lei per la buona riuscita del torneo. In fondo basta imparare a pescare, che ci vuole?
A questo punto Roger avrà solo 6 giorni per recuperare l'attrezzatura, recarsi al lago Wakapoogee e diventare un pescatore all'altezza della sua fama, o perlomeno uno decente e tra equivoci, forzature, autoplagi e scene che rasentano il cringe, il protagonista troverà l'amore con la sua bella spina nel fianco e scoprirà anche di possedere un certo talento per la pesca, o perlomeno una discreta dose di bujodeculo...
Postilla seria: qui vediamo uno dei tanti aggiramenti del codice Hays (codice morale ufficialmente in vigore fino al 1967 ma che nel pratico comincia a sgretolarsi fin da inizio decade): i due non sono neanche sposati e dormono sotto la stessa coperta. 

IMPRESSIONI SPARSE
Howard Hawks non fa mistero di aver riproposto in maniera pigra e svogliata la stessa minestra riscaldata del 1938 spacciandola per omaggio alla classica commedia degli equivoci. Certe scene sono vistosamente plagiate da Susanna!, come il primo incontro tra e Abigail e Roger che avviene per una "simpatica" bagarre stradale.
In soldoni, lei gli frega il parcheggio e dato che la vicenda è ambientata in America e non nella nostra capitale la scena non finisce col cofano di lei sfondato da un cric ma con la vittoria della ragazza e con il protagonista che si becca pure una multa. Si noti che a lui sembra dare fastidio non il fatto che lei gli abbia rubato l'unico parcheggio disponibile (ce n'è uno libero proprio di fianco), ma che gli abbia rubato quello dove parcheggia sempre, come se avesse qualche sprazzo di sindrome ossessivo-compulsiva e dovesse assolutamente mettere la macchina al numero 19. In tutto il resto del film però non comparirà più alcun riferimento a simili manie, dando a tutta la scena il retrogusto amaro di un pretesto forzato.
Segue un'altra scena che deve molto al predecente film in cui Easy inceppa la cerniera del vestito nella cravatta di Roger, che le cammina alle spalle perché lei non si ritrovi a girare per strada mezza ignuda.
Addirittura le intenzioni iniziali di Hawks sarebbero state quelle di chiamare Cary Grant a interpretare il ruolo di Roger, ma fu l'attore a tirarsi indietro perché a 59 anni, bontà sua, si ritenne troppo vecchio per recitare la parte dell'interesse romantico della Prentiss, che all'epoca non arrivava ai 25.
Certo quelli di Hawks alla fine sono piccole citazioni, auto-plagi, ma lasciano comunque l'amaro in bocca visto che parliamo di un gigante della commedia americana e non di fratelli Vanzina qualunque che chiedono a Paolo Ruffini di assemblare le battute più brutte dei vecchi cinepanettoni e mandarlo al cinema come fosse un film nuovo.
Sono convinto che ci sia un girone dell'inferno in cui mandano le persone che mettono Howard Hawks e i Vanzina nella stessa frase...
 Il film è anche l'ennesima variazione su un tema cardine della filmografia del regista, l'uomo vittima impotente del "sesso debole": fin dai titoli di testa infatti lo schermo ci mostra in sequenza una pletora di sexy-atlete che c'entrano il giusto col tema del film ma sono un bel vedere: tenniste, cavallerizze, marzialiste, maratonete, nuotatrici... Donne sportive e sicure di sé in netto contrasto col protagonista che non solo è la parte debole dal punto di vista sentimentale, ma lo è addirittura in un campo considerato appannaggio maschile, lo sport. Se Roger sa a malapena tenere in mano la canna da pesca ed è incapace di montare una tenda, Abigail e Easy sono eccellenti pescatrici, campeggiatrici e nuotatrici (ma sembrano ignare del fatto che se vai in giro senza reggiseno e ti bagni la camicia ti si possono vedere le pooooppe).
Ed è subito Vacanze di Natale.
🎵 Ski-bi dibby dib yo da dub dub
Yo da dub dub
Ski-bi dibby dib yo da dub dub
Yo da dub dub🎵
 CAST: Personalmente adoro Rock Hudson nel ruolo di protagonista proprio per la sua interpretazione rigida e forzata: non sembra essere a suo agio nel ruolo di tonto che si fa mettere i piedi in testa dal primo bel paio di gambe che incontra (anche per via della sua omosessualità), ma questo è perfettamente in linea col carattere di Roger.
Roger infatti è un venditore, quindi il suo compito è APPARIRE: per ottenere la fiducia dei clienti e dar lustro all'azienda per cui lavora deve sembrare sicuro di sé e competente non solo nella vita lavorativa ma anche in quella personale. La sua vera indole però è quella di un uomo timido con le donne, che si fa rigirare come un calzino e distoglie lo sguardo a disagio di fronte a una schiena nuda o a un capezzolo che spunta dalla camicetta bagnata; che non riesce nemmeno a spiegare alla fidanzata Tex (Charlene Holt) perché si trova con la cravatta incastrata nella zip di una bella bionda seminuda (anche se dall'altro lato la bella bionda avrebbe potuto spiegare la situazione invece di fare risolini languidi e faccette per aumentare il suo imbarazzo: una di quelle tipiche situazioni da commedia degli equivoci che personalmente detesto). 
Hudson non sembra a suo agio nel ruolo esattamente come Roger non sembra a suo agio con la vita all'aria aperta, la pesca e altre attività "naturalmente maschie" come il corteggiamento, specie se le donne della sua vita si rivelano sempre più forti e sicure di lui
Quindi alla fine funziona.
Paula Prentiss fa un po' troppo il verso alla Hepburn per i miei gusti ma è comunque divertente, alla mano e non fa i soliti vezzosi giochetti di seduzione femminili per conquistare il maschio.
Abigail è una donna in carriera (è giovane ma già a capo delle pubbliche relazioni di un grande hotel, e visto il suo carattere deciso deve essere anche brava), ama la vita all'aria aperta, è una donna sicura di sé che non ha paura di perdere in fascino nei confronti del maschio (anche perché di fronte non ha la solita scimmia alfa) mostrandosi con la cuffia da nuoto e i pantaloni ascellari, o capricciosa e volitiva (capricci che poi non sono vezzi di fanciulla ma una necessità lavorativa: dalla presenza di Roger alla gara di pesca dipende il suo lavoro).
Non è accomodante né affascinante, non veste né si acconcia i capelli in modo sexy: si rivela a Roger in modo semplice e schietto come Roger si rivela a lei come il pasticcione che è, e proprio per questo si innamoreranno sinceramente l'uno dell'altra.
Quello che mi piace di te è
l'eleganza.

Menzione (relativa) di merito anche al suo rapporto con l'amica/datrice di lavoro Easy che tanto per cambiare non è all'insegna di malignità e invidie per conquistarsi il maschio più appetibile ma di complicità: mai una volta cercherà di rubare Roger alla sua impiegata, semmai sarà a più riprese una perfetta confidente per le sue pene d'amore adolescenziali. 
Si scambiano a più riprese sorrisi complici, si sostengono, si vogliono sinceramente bene e in generale trovo molta più chimica tra loro due che tra la Prentiss e Hudson. Non fosse stata una commedia americana uscita dai bigotti anni '60 ne sarebbe venuta fuori una bella storia saffica. Spiace solo che per vedere una bella amicizia femminile questa debba svilupparsi a spese di un povero scemotto.

 TRAMA: Equivoci forzati a non finire con ben tre donne a far subire i loro capricci umorali al protagonista (per quel che mi riguarda una è anche troppo), gag surreali o troppo lunghe (del resto come tieni botta per due ore con una trama in cui il protagonista deve imparare a pescare?) contrapposte a scene sentimentali poco memorabili e dialoghi sottotono non mi fanno proprio entrare questo film nel cuore.
Persino la dinamica dell'imprevedibilità dell'amore qui proposta non mi fa impazzire, anche se in linea generale non sono contraria al fatto che una persona possa andare oltre al solito fighino incipriato o al petto di pollo: a differenza di quanto accada a Cary Grant in Susanna, a questo giro la fidanzata ufficiale di Hudson non è un'arida donna d'affari che non può tenere il passo con la fascinosa, divertente e passionale Katharine Hepburn, ma una donna molto più sexy ed elegante di Abigail, che non passa il tempo a umiliarlo e metterlo in imbarazzo. 
Razionalmente Roger dovrebbe restare con Tex senza pensarci due volte e mandare a spasso Abigail, ma Hawks ci suggerisce in maniera nemmeno tanto velata che l'amore non è razionale (e fin qui...) e nemmeno un fiume che scorre placido ma, letteralmente, lo scontro tra due treni in corsa. Fino all'irrazionalità dell'amore ci arrivo, apprezzo che si debba arrivare a mostrare all'altro pregi e difetti perché nasca una storia sincera, ma è il fatto che il vero amore sia fatto di antagonismo tra i sessi, umiliazioni ai danni di un povero cristo e litigi continui che mi vede ostile. Poi intendiamoci, il tema è un pilastro del cinema di Hawks ma di solito lo mostra con più garbo.

Un tema che ho invece trovato molto più interessante è quello della MASCHERA come finzione e protezione dal mondo (visione molto pirandelliana, se posso azzardare il paragone) ma anche come preclusione dalla vera felicità. In un mondo piccolo borghese in cui l'apparenza è tutto, essere sé stessi è un lusso, ed è proprio nel momento in cui Roger trova una persona con cui essere sincero che sboccia l'amore.
Il film non a caso è incentrato totalmente sulla finzione.
- Roger finge di essere un pescatore provetto per vendere attrezzatura da pesca: sarebbe comunque bravo nel suo lavoro, è un venditore affabile e dà sempre buoni consigli ai clienti, ma quanti si fiderebbero di quello che dice se il suo nome non fosse garanzia di competenza?
- Abigail finge di non provare nulla per Roger comportandosi come quei bambini che tirano la sabbia addosso alle coetanee per cui hanno una cotta. 
- Nei titoli di testa troviamo una canzone d'apertura che recita: 🎵"Just let a girl appear: he'll pursue her and run his fingers through her curls. And that's the way it's been since the world began... The favorite sport of men is girls" 🎵
(Lasciate che una donna si avvicini, lui la abbrancherà e le farà scorrere le dita tra i riccioli. E' così che va il mondo fin dall'alba dei tempi: lo sport preferito degli uomini sono le ragazze)
Una descrizione che ha poco a che vedere con lo sviluppo della trama dal momento che sarà Abigail a fare per tutto il tempo il ruolo del leone in questo strano gioco di seduzione.
- C'è persino la quota etnica fasulla, rappresentata da capo John "Aquila Urlante" (Norman Alden), un'istituzione del lago Wakapoogee: si spaccia per l'ultimo discendente dei capi di antiche e fiere tribù del luogo e passa il tempo a fare il cliché vivente e a vendere falsi cimeli di guerra e souvenir d'epoca ai turisti poco svegli.
Interessante come Roger non caschi nella sua piccola innocente truffa non perché sia particolarmente sveglio ma perché vendendo per lavoro attrezzatura da pesca sa distinguere la paccottiglia moderna dai veri cimeli storici. 
Come Roger, Aquila urlante è un venditore che per guadagnarsi la pagnotta deve indossare una maschera, mostrare all'acquirente bianco l'indiano che parla da stronzo con le treccine posticce e parlare di aneddoti di guerra.
Lo ammetto, lui da solo fa guadagnare un punto buono al film, mi fa schiantare.

*

IN CONCLUSIONE...
Lo sport preferito dall'uomo è una commedia leggera e divertente (nonché una delle poche pellicole del genere che migliora andando avanti invece di partire da basi interessanti per poi scadere inesorabilmente nella resa) che risulta deludente solo perché stiamo parlando di un gigante del calibro di Howard Hawks e perché risulta impossibile, anche se non si dovrebbe, non fare un paragone con quella delizia che fu Susanna!.
Riesce addirittura ad essere una pellicola abbastanza moderna, contestualizzata al periodo, con un protagonista che non ricalca lo stereotipo del maschio virile che il pesce non solo lo pesca a mani nude ma se lo mangia direttamente crudo e una donna che invece riesce a surclassarlo in campi notoriamente riservati al sesso forte, come l'intraprendenza romantica e lo sport.
I personaggi secondari sono divertenti e fanno scappare più di una risata, con menzione di merito a capo Aquila Urlante che rischia di rubare a Lisippo de Il colosso di Rodi e alle sue mutande con le frange il posto numero 19 nel mio cuore.
Peccato che io non sia questa gran fan delle commedie degli equivoci e che in generale ci si potesse risparmiare qualche forzatura e un paio di momenti vanziniani: in più questa visione dell'amore come lotta tra un sesso dominante e un sesso che immancabilmente ne subisce i capricci o me la fai bene o mi fa più girare i coglioni che appassionare.
Per la mia gioia in chiusa aggiungo un'altra immagine del mio idolo


Giudizio finale:
Equivoci, natura selvaggia, gag slapstick e il buon lieto fine vecchio stile a misura di 'mmerecano.
Non è la più memorabile pellicola di Hawks ma nemmeno lo schifo più inverecondo.
Capo Aquila urlante per sempre nel cuore.

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