giovedì 28 gennaio 2021

[Recensione] THE BOYS (Stagione 2)

Recensione di The Boys (stagione 2)
Titolo originale
: The Boys 2
Paese: Stati Uniti
Anno: 2020
Distribuzione: Amazon Prime Video
Ideatori: Eric Kripke, Evan Goldberg, Seth Rogen
Soggetto: Garth Ennis, Darick Robertson
Stagione: 2
Episodi: 8
Cast: Karl Urban, Aya Cash, Laz Alonso, Jack Quaid, Karen Fukuhara, Tomer Kapon, Elisabeth Shue, Antony Starr, Erin Moriarty, Dominique McElligott, Jessie Usher, Chace Crawford

Premesse:
Rieccoci tornati sugli ameni lidi di The Boys, la serie prodotta da Amazon Prime che vuole fare totò sulle manine alle multinazionali cattive, che vuole strizzare l'occhio alle femministe ma si impegna a rendere più simpatici i molestatori delle molestate, nonché la serie che vuole far sembrare la cupezza greve del DCU un episodio dei Teletubbies ma ci marcia talmente tanto sopra da fare il giro e diventare comica (proprio come accade nella DCU, ironicamente).
QUI le mie impressioni sulla prima stagione.

*

DUE RIGHE DI TRAMA

Avevamo lasciato i nostri Boys nei liquami fino al collo: dichiarati i criminali più pericolosi d'America e costretti a nascondersi dalle maglie della legge ma soprattutto da un gruppo di supereroi incazzati (ma evidentemente non troppo visto che l'unico a cercarli con un po' di impegno è quella cosa inutile di Black Noir), Latte Materno, Hughie, Kimiko e Frenchie hanno trovato riparo tra la comune criminalità della city grazie alle conoscenze del nostro amico francese e alle conoscenze di primo soccorso di LM, che lo rendono un ottimo medico della mafia.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Billy Butcher
nel frattempo è desaparecido: lo ricordiamo alla fine della stagione precedente, con Patriota che invece di riservargli lo stesso trattamento usato per la sua bella lo recapita delicatamente davanti a un villino di un quartiere squisitamente borghese, dove incontra con una mossa davvero inaspettata per lo spettatore un minimo consapevole dell'ambiente che lo circonda (ripeto una cosa già detta nel corso della prima recensione che io i fumetti non li ho letti quindi indovino i colpi di scena unicamente sulle mie supposizioni) una persona che credeva morta nonché la donna che ha dato vita alla sua inesauribile sete di vendetta contro i super, ossia la moglie Becca (Shantel VanSanten).
E nessuno li scova.
Ripeto per chiarezza, nessuno li scova.
Nessuno li scova (e siamo a tre ma questa cosa deve essere assimilata) ma hanno contro non solo le forze della polizia di tutto il paese (un paese in cui effettivamente le forze dell'ordine non è che brillino per acume nonostante un mucchio di telefilm polizieschi cerchi di convincerci del contrario) ma soprattutto un gruppo di supereroi a cui avrebbero assassinato un compagno di squadra (pure non gliene fregasse niente, la paura di essere il prossimo dovrebbe farli stare sul chi va là). Parliamo di gente in grado di compiere meraviglie. Meraviglie che evidentemente non comprendono correre per la città a tempo record per scovare un gruppo di fessi che vanno in giro ogni giorno come se fossero in vacanza o usare vista una raggi X che buca i muri di cemento per guardare sotto i cappucci delle felpe tirati sulla faccina. La tenerezza massima si raggiunge nel momento in cui gli sceneggiatori cercano di metterci una pezza e fanno dire a A-Train che questo gruppo di disadattati non viene braccato dai Sette solo perché i Boys non sono ritenuti una minaccia seria, anche se
1) Stanno rompendo i coglioni da due stagioni, hanno ucciso uno dei Sette, hanno rotto le gambe a un altro seccandogli la carriera e devo credere che non li ritengano una minaccia seria
2) Pochi episodi dopo lo stesso A-Train dirà a Starlight e Hughie che gli ci son volute 3 ore a girare tutta la città e che quindi trovarli (per passare loro delle informazioni su Stormfront) è stato semplice. Quindi questi super non hanno letteralmente 3 ore di tempo per raggiungere un mucchio di semplici esseri umani e friggerli come patatine. Okay.
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Nel frattempo è trapelata al grande pubblico la notizia della morte di Translucent, ovviamente un grande eroe morto nell'adempimento del dovere (mossa che serve principalmente a spingere ancora di più l'opinione pubblica verso l'utilizzo dei Super nelle forze armate): vediamo una cerimonia molto sentita e spettacolarizzata il giusto con Patriota e Starlight, gli arianini d'America, a condurre lo show. Starlight, che pure ai funerali deve andare in giro come fosse in spiaggia, ci regala anche un'inevitabile esibizione da America's Got Talent.
Si necessita a questo punto che il suo posto sia preso da un nuovo Super.
Patriota, ormai libero dai legami che lo incatenavano a Madelyne Stillwell (a cui ha fatto liquefare gli occhi perché ormai è un bimbo grande), a questo punto vorrebbe avere facoltà di scelta sul nuovo membro di modo da avere una squadra a sua immagine e somiglianza e soprattutto compiacente, ma dall'alto arriva ordine di far entrare in squadra tal Stormfront. Una tipa dura, che ha i capelli rasati su metà della testa e veste di pelle nera.
Sei badass, sis! 💙
Ma i tuoi capelli li adoro.
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Stormfront oltre che essere tosta di carattere è anche tosta di poteri: è specializzata nella manipolazione del plasma, lancia fulmini viola dalle mani che alternativamente sono in grado di far saltare in aria un palazzo, provocare la telecinesi o, nel caso dei protagonisti, fare il solletico; vola; è superforte tanto da spaccare i muri di cemento a mani nude e spezzare un collo come fosse uno stuzzicadenti (ma di nuovo, si dimentica di farlo quando ha di fronte uno dei protagonisti senza poteri); ha poteri rigenerativi che la portano ad essere anche incredibilmente longeva; è super-resistente al punto da beccarsi in petto i raggi laser di Patriota (a scopo ricreativo-sessuale) rimediandone solo bruciature superficiali ma alla fine prende schiaffi da Kimiko, Starlight e Queen Maeve nel corso di un commovente momento women power brutto.
Soprattutto sa come entrare nel cuore degli americani e come manipolare il prossimo in particolare attraverso i social media, catalizzando la rabbia di pochi invece di inseguire l'amore di tutti: è una femminista tosta pawaaah che rifiuta di andare in giro a culo di fuori come Starlight; irretisce Patriota "ora-sono-un-uomo-libero-e-indipendente", per gli amici SuperSottone, naturalmente con del sesso ma questo giro è più acrobatico perché dobbiamo tenere altissima l'asticella del rating; quando la questione del composto V viene fuori grazie alla collaborazione di Hughie e Starlight cavalca l'onda della rabbia della gente facendosi paladina del desiderio di dare quel composto a tutti, perché tutti siano super-uomini.
E, sorpresa sorpresa, si rivelerà una nazista.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Cioè, letteralmente una nazista: la sua vera identità, si rivelerà nel corso degli ultimi episodi è Klara Risinger, la moglie di Frederick Vought, fondatore dell'azienda omonima (un simpatico tedesco accolto con tutti gli onori dai democratici States dopo la guerra nel pieno del progetto Paperclip), al tempo una delle prime cavie della versione stabile del composto V. Negli anni '70 agì come Liberty, supereroina invischiata in molti strani casi di morti violente riguardanti minoranze etniche. A quel punto, scoperto l'insgamabile* segreto, tutti la odiano, diventa improvvisamente così debole da poter essere menata a turno da tutti, umani e non, e nel gran finale viene incenerita da un super-minorenne.
*Ora, io non voglio fare a tutti i costi la tuttologa sveglia, ma questa tipa si faceva chiamare come il più grande forum internet dedicato ai fanatici della supremazia bianca (quelli convinti che sia in atto un piano da parte degli ebrei e dei neri che mira al genocidio della razza bianca, un discorso che farà la stessa Klara a SuperSottone, che è l'unico talmente scemo da non riderle in faccia) fondato dall'ex leader del KKK Don Black nei primi anni '90 e che ad oggi conta circa 350mila membri. Diciamo che Stormfront le sue simpatie ideologiche non le ha messe giù proprio con la sottigliezza di una ninja e nonostante questo a nessuno è venuto in mente almeno per scherzo il collegamento. Ha dovuto mostrarsi apertamente ostile nei confronti di A-Train perché è un neBro e incenerire un intero complesso condominiale abitato da famiglie appartenenti a minoranze perché a qualcuno venisse il sospettino.
Sconfitta Stormfront (purtroppo Becca a questo giro morirà per davvero, perché se togli a Billy Butcher i pugni nelle mani il telefilm è finito) e riabilitato il nome dei Boys, che a questo punto potranno girare indisturbati per la città esattamente come prima, tutto pare risolto ma invece no, e ci tengono in sospeso col finale shock.
Finale shock molto carino però.
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IMPRESSIONI SPARSE

Su questa seconda stagione di The boys mi tocca rinnovare le perplessità generali precedenti. Il telefilm si lascia guardare, è divertente il giusto, intrattiene e non si prende eccessivamente sul serio anche se il peso della linea comica è ancora una volta praticamente tutto sulle spalle di Abisso e anche basta a una certa, mi rifiuto di provare simpatia per uno che a inizio storia ha messo il cazzo in faccia a una minorenne, anche se a questo giro gliene capitano davvero di ogni.
A lui e a mezza fauna marina della zona.

I Boys continuano ad agire e comportarsi come se i loro oppositori non fossero un gruppo di stronzi superpotenziati, che dal canto loro continuano o a ignorarli tranne quando vogliono aiutarli (a quel punto li trovano in tre secondi), o ad abbassare opportunamente la loro potenza di modo che il combattimento tra i super e gente comune non termini in (letteralmente) tre secondi.
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Ora, è chiaro che se un Patriota o una Stormfront decidessero di usare i loro poteri alla massima potenza a livello narrativo sarebbe una stronzata anticlimatica senza precedenti. 
Il combattimento non solo sarebbe poco interessante ma finirebbe nell'arco di uno stacco pubblicitario.
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: qualcuno ha puntato una pistola alla tempia degli sceneggiatori per spingerli a creare dei supereroi così potenti e senza un punto debole che non sia l'intervento di un altro supereroe più forte?
Gliel'ha ordinato il medico?
Perché intendiamoci visto che sono stata io a tirare in ballo le scazzottate tra Batman e Superman nel corso della precedente recensione, è altrettanto ridicolo che Batman prenda a schiaffi il Boyscout d'America ma almeno lo sceneggiatore ha il buonsenso di fargli usare mezzucci poco leali e strumenti che contengono Kryptonite, nota debolezza di Superman. Qui invece lo dicono esplicitamente che SuperSottone non ha (per il momento) punti deboli: se ne aveva uno era al limite il suo rapporto morboso con la Stillwell, ma è stato lui stesso a spezzare quel legame. Per due volte, se consideriamo la scena in cui taglia i ponti anche con un mutaforma che costringeva a trasformarsi in lei per rimarcare al pubblico (che ci crede molto) la ritrovata autonomia sentimentale.
In questa seconda stagione scodinzola gioiosamente dietro a Stormfront, che a differenza della Stillwell è perfettamente in grado di difendersi da sola e non rappresenta un punto debole, anzi, è in teoria ancora più priva di punti deboli di lui.
Per sconfiggerla infatti servirà lo scoppio di collera random e incontrollato di un bambino, Ryan Butcher, il figlio di Patriota e Becca che nella precedente stagione si credeva morto nel corso del parto insieme alla madre, che alla fine risulterà essere Super bimbo fortissimo di IV livello con un'aura potentissima in quanto ibrido nato da una donna comune e un Super. Sono finita in un episodio di Dragon Ball e non me l'hanno detto.
La carne al fuoco a questo giro è diventata tanta, troppa, ma come già accaduto nella prima stagione nulla viene affrontato a un livello che non sia superficiale, con l'unico risultato che metà delle cose si perdono per strada.
A questo giro infatti vedremo:
 La crisi di fede di Starlight, che dovrebbe aprirci una finestra su una più generica crisi delle ideologie, su quanto sia fragile la fede e su tutta un'altra serie di tematiche a sfondo religioso su cui è inutile stare a ragionare, tanto viene affrontato tutto a culo. 
Starlight, cresciuta da brava ragazza cattolica ma soprattutto nella convinzione di essere nata con questi poteri per volere divino, con lo scopo di aiutare le persone, scopre di essere un prodotto di laboratorio e che Dio non ha nulla a che fare con quello che è. Il fatto che in quello che credeva essere il lavoro dei sogni passi più tempo a mostrare il culo che a fare del bene, e che la sua stessa madre sia complice attiva di questa bugia, non farà che acuire questo senso di abbandono. 
Ma alla fine dei giochi sembra che, in maniera del tutto nuova e originale, la risposta a tutto sia l'amore (nello specifico un amore tenerello e molto tira-e-molla verso Hughie), oltre che rifare pace con mammà e farsi regalare da lei un altro ciondolo a forma di croce per ripristinare il suo scudo-di-gesù.
 L'amore saffico tra Elena e Maggie, che dovrebbe portare a un ragionamento interessante e squisitamente cinico sul modo in cui persino l'omosessualità e i diritti queer al giorno d'oggi vengano fagocitati da queste grandi multinazionali etiche diventando null'altro che vuoto marketing che non ha nulla di autentico, e invece no. Due scene in croce poi chi se ne frega, tanto ormai ne abbiam parlato.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Finalmente la storia d'amore tra Queen Maeve e il suo grande amore Elena (che aveva dovuto lasciare una volta diventata la donna del geloso SuperSottone per timore di ripercussioni violente) viene alla luce, purtroppo per intervento del succitato Patriota, che a volte ha degli sprazzi di intuito a caso.
L'unico modo che Maeve ha di proteggere Elena da eventuali vendette da parte di Patriota a questo punto è restare sotto i riflettori più che può, e per questo subisce nel più completo disinteresse tutta una serie di richieste umilianti da parte del marketing della Vought (esattamente come Starlight ai tempi si è dovuta adattare ad andare in giro a culo e poppe in mostra), tra cui rendere Elena un pelo maschiaccia di modo che la coppia risulti un po' più accettabile per i fan un po' meno gay-friendly, o ignorare del tutto la propria bisessualità dal momento che "le lesbiche vendono meglio" (una stoccata niente male dal momento che all'interno della stessa comunità queer i bisessuali vengono dipinti spesso come indecisi e visti con diffidenza). Di nuovo, nulla di tutto questo viene approfondito come si dovrebbe nel corso della stagione, tanto basta mettere la spunta sulla tematica omo e il pubblico è contento. Toh, proprio come dicono in The Boys. L'ironia... 
 L'eroismo identificato esclusivamente a un livello superficiale e di vuota spettacolarizzazione. Si dà meno valore ad autentici gesti eroici che a interviste, film, e spettacoli di cordoglio fintissimi in cui la star di turno dice due stronzate e una fregnetta scosciata canta una canzoncina commovente con giusto livello di vibrato e l'occhietto lucido. 
Recensione di The Boys (stagione 2)
Ironicamente, a livello di messa in scena in questo The Boys 2 tutto si risolve in tre citazioncelle in croce al mondo dei cinecomic e a qualche sporadico "Non è questo che vuol dire essere un eroe!1!".  
Il che è un peccato dal momento che se fatto bene poteva essere una bella stoccata data a un certo tipo di pubblico (cosa che non si azzarderanno a fare mai in maniera esplicita, col rischio di farlo incazzare questo pubblico che poi The Boys se lo deve guardare, allo stesso modo in cui una stoccata seria al mondo delle multinazionali non lo daranno mai finché a finanziarli è Amazon): un modo per metterli di fronte all'ironia del loro farsi i seghini di commozione di fronte a Superman che al cinema salva un cane da un tornado salvo poi infastidirsi per i post su una donna che denuncia una molestia subita 10 anni fa su FaceBook.
 Il ruolo dei meme, dei social e della rabbia popolare nella propaganda di regime.
A questo giro Stormfront per ovvi motivi si rivela essere una vera esperta di comunicazione, arrivando al massimo del risultato (portare avanti le sue idee) col minimo sforzo; invece Patriota cala vertiginosamente nei sondaggi, cosa che lo porta a una vera crisi esistenziale. 
Recensione di The Boys (stagione 2)
Questo perché Patriota in quanto sottone con chiari problemi di autostima e il passato sociopatico mira a farsi amare da tutti (senza distinzione di sesso o etnia, nello spirito del melting pot americano da propaganda, anche se un po' il supereroe cieco di inizio serie ce l'ha sul culo quindi forse non vuole essere amato dai portatori di handicap, non ci è dato modo di sapere), mentre a Stormfront dell'amore della gente non frega un'emerita. Lei, intelligentemente, mira a catalizzare la rabbia dei pochi che sanno urlare più forte, e a portare dalla sua parte i creatori di meme. Di nuovo, una sferzata non da poco al mondo dei social e a quei mematori che attraverso l'ironia a volte finiscono col fare il gioco di quelli che criticano. E di nuovo tutto resta a un piano superficiale.
 La critica a Scientology, che non potrebbe essere più esplicita di così: dal modo in cui irretiscono grazie a tecniche collaudate di lovebombing persone fragili come Abisso nel momento in cui si sentono più sole e vulnerabili, a quello in cui le spennano di gran parte dei loro averi con la falsa promessa di sostegno sia morale che professionale, fino a plasmare completamente la loro vita e il loro modo di pensare rendendoli a loro volta perfette macchine di propaganda.
Finché non ti svegli e vieni considerato persona tossica.
Però davvero, anche basta accanirsi su Abisso, sta diventando imbarazzante.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Restituite la dignità a quest'uomo!
Certi elementi invece li hanno direttamente buttati in mezzo in modo talmente stronzo, destrorso e contraddittorio che non ci volevo crede ma memore di quella sagra della salsiccia coi pugni nelle mani che era la prima stagione di The Boys purtroppo ci crediamo.

 Stormfront è letteralmente una nazifem!
Per i meno sensibili all'argomento, nazifem, contrazione di nazi-femminista, è il modo in cui incel redpillati dall'ego molto fragile considerano qualsiasi donna che alza la voce per parlare delle ingiustizie perpetrate dal patriarcato e replica a tono ai piagnistei MRA.
A rendere nazi una femminista per questi soggetti è solo l'aggressività con cui la suddetta porta avanti i suoi argomenti, aggressività che in un individuo di sesso maschile verrebbe chiamata carisma, oppure forza, o altri aggettivi positivi. Cominciate a capire che c'è un problema?
Recensione di The Boys (stagione 2)
Bene.
Detto ciò in The Boys 2 abbiamo il personaggio di Stormfront (la quale nel fumetto dovrebbe essere un uomo, ma il cambio di sesso qui è davvero l'ultimo dei problemi anche perché visivamente questa donna è uno spettacolo e forse è il personaggio costruito meglio in mezzo a questo gruppo di imbecilli) che inizialmente ci viene presentata come femminista.
E non una femminista qualunque, occhio. 
Stormfront è una femminista vera, una che non si è piegata allo showbiz e ai compromessi come Maeve e Starlight e non si fa mettere i piedi in testa nemmeno da Patriota. Che se non vuole andare in giro col le tette e il culo di fuori non ci va, che se ne sbatte delle risposte alle domande nelle interviste che le hanno imposto dalla Vought e dice quello che le pare mostrando in generale grande forza e carisma.
Il problema è che Stormfront si rivelerà essere anche una nazista, cosa che potrebbe essere completamente separata dalla sua maschera di femminista tosta tosta se non fosse che lei stessa dirà di non aver mai detto nulla che non pensasse (nello specifico, nulla che non fosse legato alle sue convinzioni ideologiche), cose che la gente ha appoggiato con entusiasmo fino al momento di scoprire che era una nazista.
Perché a dare fastidio è solo la parola nazista.
Tutto bello (e anche vero, il tema compariva anche nel libro Lui è tornato, quello con l'Hitler redivivo che conquistava le simpatie delle folle con gli stessi identici slogan degli anni '30 solo finché era ritenuto dal popolo un comico satirico) se non fosse che a questo punto mi viene da pensare che nella testa degli autori una donna forte che pretende rispetto e ha fatto anche bagnare nelle mutandine Starlight con il suo rifiuto di piegarsi al marketing della Vought riguardo al suo costume abbia detto cose naziste (quando non devo spiegarlo io che le posizioni naziste riguardo al ruolo della donna erano tutt'altro che femministe e si avvicinavano più al concetto di utero con le gambe).
Tra parentesi, mi commuovo sempre di fronte al doppiopesismo di questi prodotti al gusto di testosterone.
Perché Stormfront è una nazista, massacra gente innocente solo perché nera o asiatica, è seriamente convinta che sia in atto un genocidio bianco, compie esperimenti crudeli sui Super usandoli come cavie da laboratorio al Sage Grove Center quindi (giustamente) è il diavolo e deve morire male. Billy Butcher invece resta un antieroe anche se tratta i suoi amici come pedine sacrificabili ed è talmente ossessionato dall'odio nei confronti dei Super solo perché UNO di loro (due considerando Fiaccola che ha causato la chiusura della squad anti Patriota, ma anche a lui, come a A-Train che ha frantumato la fidanzata di Hughie e ad Abisso che ha ficcato il pisello in faccia a Starlight, si possono perdonare i peccatucci del passato come aver bruciato vivi dei bambini) gli ha rovinato la vita da arrivare non solo a odiare senza motivo anche alleati di lungo corso come Kimiko (al punto da fregarsene dei suoi sentimenti e cercare di vendere il fratello ai federali in cambio di informazioni sulla location segreta in cui è tenuta Becca, e ci fosse un momento in cui si scusa con lei) e Starlight (che sta letteralmente rischiando la vita per aiutarli in quanto sinceramente desiderosa di essere un eroe), ma anche a pianificare la morte di un bambino nonostante sia il figlio dell'amata Becca, nonché un innocuo pezzo di pane.
Ovviamente arriva in suo soccorso l'inevitabile passato tristanzuolo: il padre violento che voleva temprare i figli a suon di schiaffi e che ora sta morendo male per la legge del karma, il fratello che si è suicidato e somiglia tanto a Hughie, il simpatico cagnolino che sta a casa della zia pusher... Anche Stormfront dalla sua ha avuto momenti similari di umanità: amava sinceramente il marito e per amore ha abbracciato le sue (orribili) idee al punto da diventare lei stessa cavia di quegli esperimenti e da provare davvero qualcosa di vero per SuperSottone in quanto punto più alto del suo lavoro; ha persino dovuto seppellire la figlia, tra l'altro dopo averla vista spegnersi lentamente per una di quelle malattie per cui i nazisti ti seccavano senza troppi scrupoli.
Ma, come dice la stessa Stormfront, che a questo punto potremmo chiamare NaziFem, a dar fastidio è solo la parola nazista. E forse il fatto che sia una donna, perché sono convinta che se avesse avuto il pisellino al posto della passerina gli si sarebbe perdonata qualcosa di più come accade già a molti supereroi fasci de facto nei fumetti regolari. E intendiamoci nel caso in cui qualcuno a questo punto sia stanco e abbia fatto poca attenzione: non sto difendendo Nazifem (la mia fascinazione verso il personaggio c'è solo da un punto di vista estetico e narrativo) ma al contrario, voglio biasimare pure Butcher che ha, di fondo, gli stessi pregiudizi, e i fan che trovano simpatico o almeno sopportabile lui mentre vorrebbero dar fuoco a lei.
 Il momento women powAH fa cagare.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Ho visto molti fan entusiasmarsi per quello che hanno interpretato come un momento incredibilmente femminista in cui le vere eroine (il pensiero corre inevitabilmente alle vere donne che non festeggiano l'8 marzo negli strip club) alzano finalmente la testa e da vittime fragiline del sistema capitalista Vought diventano quelle che prendono a schiaffi e pugni la nazista. 
A me pare più l'ennesimo contentino superficiale e stronzo, quel femminismo di facciata e poco aggressivo che non dà fastidio, quindi invece di entusiasmarmi mi ci incazzo anche abbastanza dal momento che:
La scena è ridicola: pare una scazzottata con Bud Spencer e Terence Hill.
 Il nemico non è questo granché: Stormfront è stata già opportunamente depotenziata in corso di sceneggiatura (è tre ore che butta scariche addosso ai Boys e fa esplodere tutto senza che nessuno sia morto), quindi la portata di questa epica lotta assume più le dimensioni di una lotta tra bitches del ghetto.
 Il punto più alto del momento woman power sarebbe mettersi in tre contro una...
... E manco l'ammazzano
 Ovviamente il boss finale di queste tre è la donna potente-ma-non-troppo visto che Patriota, l'Vomo (quello che vuole l'ammore e che nel finale di stagione si tira una sega su un grattacielo mentre contempla la città, questo idiota qui insomma), non è di certo un avversario che un gruppo di donne può permettersi di sfidare. Convenientemente (come poi fanno pure nei cinecomics con qualsiasi personaggio troppo potente che potrebbe far finire il film in due secondi, vedasi Cap Marvel in Endgame che ha altro da fare altrove mentre un Titano ha appena smezzato l'universo), non era nemmeno in zona altrimenti questo splendido momento women power durava molto meno.
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IN CONCLUSIONE. . .

The boys ancora una volta insinua ma non colpisce, diverte, cita con intelligenza (dove più, dove meno) e mette alla berlina un po' di quell'americanità pura e fiera che agli States piace esportare quasi quanto la democrazia (il video destinato ai bambini delle elementari sulle stragi scolastiche mi ha stesa, lo ammetto, è di una cattiveria unica) ma non si impegna. 
Vuole tirare un colpo al cerchio e uno alla botte (proprio come farebbe la Vought, the irony!) e mostrarci quanto possa essere fascista la deriva del superuomo, o quanto siamo immersi in un capitalismo fintamente etico che guida la nostra indignazione e arriva a nutrirsi persino dei nostri meme ironici, ma tutto resta immancabilmente sulla superficie.
Il problema di fondo è che c'è troppa roba e troppo ammassata insieme, problema riscontrato anche quando dalle tematiche profonde si passa ai drammi personali. 
Passiamo senza che ci venga dato il tempo di assimilare per bene lo shock da Kimiko e al suo passato di bambina-terrorista che a una certa deve anche sopportare la morte del suo adorato fratello (un mutante nemico dell'America come sarebbe stata lei senza incontrare i Boys che riesce letteralmente ad accartocciarti sulla testa dei piloni di acciaio e cemento armato e a cui Stormfront spezza il collo come un grissino mentre massacra famiglie multietniche in un condominio: poi devo credere a tre tipelle che la prendono a sberle a fine stagione, certo) a SuperSottone che riesce ad essere più pericoloso e inquietante da bravo papà e uomo innamorato che da villain stronzo, passando per il dramma tragicomico di Abisso che un po' cerca di scusarsi con Starlight (che da com'è montata la scena passa quasi per la stronza della situa quando avrebbe ogni motivo per essere incazzata), un po' vuole tornare ad essere famoso, un po' deve fare i conti con se stesso e scavare ancora un po' una volta raggiunto il fondo, e di Fiaccola (Shawn Ashmore, le mot juste) e Frenchie che condividono il senso di colpa per aver lasciato morire i nipoti di Mallory.
Più varie ed eventuali.
Nel mezzo scopriamo che quella cosa inutile di Black Noir, il Batman sfigato, è allergico alla frutta secca e dopo aver tirato sberle nel muso alla ancor più inutile Starlight per un'ora finisce a terra con una barretta Almond Joy ficcata in gola.
Naturalmente non dimentichiamo il vero punto focale del drama di questa stagione, ovvero le scene tenerelle tra Becca-madre-coraggio e il piccolo Ryan-tenerino-letale, che sono così carini e cariadenti che già ci fanno capire dal secondo uno che la tragedia è imminente, nella loro bucolica e borghesissima comunità protetta di periferia (talmente protetta che Butcher entrerà più volte senza problemi e basterebbe infilarsi nel camion dell'immondizia per scappare).
Ryan e Becca infatti vivono come una famiglia apparentemente normale perché a questo giro la Vought ha intenzione di dare a questo superbambino meticcio dall'aura potentissima un'infanzia normale e serena, di modo da non ripetere gli errori fatti con Patriota.
Infanzia normale e serena secondo la Vought a questo giro:
Crescere con un genitore solo
In questo in sé non c'è nulla di male, ma dal momento che un'azienda multimiliardaria ha intenzione di far crescere un bambino nel modo che ritiene più sano possibile sarebbe stato più sensato assumere uno stronzo che interpretasse il padre. Tanto, devono aver pensato, basta la mamma (e di nuovo vengo soffocata da questa ondata di femminismo).
Crescere in una comunità isolata.
Ryan non frequenta coetanei e non va a scuola, al massimo ha una vecchia che gli fa da istitutrice privata per le materie in cui Becca non può aiutarlo. Infatti è cresciuto talmente bene ed è così equilibrato a differenza di Patriota che alla sua prima uscita in un fast-food sbrocca male, ha un crisi di panico e piange.
Brava Vought, sei sveglia!

Di contro, ancora una volta nonostante tutto questa irritante sagra del fridging* selvaggio che è The Boys riesce a divertirmi quel tanto che basta a farmi continuare con la visione per una terza stagione.
* Fridging, o Women in Refrigerators: E' quell'escamotage sessista tipico di un certo tipo di fumetti testosteronici in cui per motivare i maschi e dare loro un arco narrativo tragico uno o più personaggi femminili a loro legati vengono rapiti, uccisi, violentati o depotenziati in modo da scatenare in loro l'istinto di protezione. Praticamente tutto The Boys è costruito su questo, prima con Robin e Becca, ora con Stormfront che in teoria dovrebbe motivare di brutto Patriota a cercare vendetta (e la voglio proprio vedere una banda di persone comuni contro un Patriota che si è davvero rotto i maroni). Sembra che da due stagioni non si riesca a trovare un altro modo di far muovere il culo a questi boys, speriamo che ora con la Neuman a tirare i fili l'andazzo cambi...
Nel frattempo io ancora mi chiedo perché Starlight quando Hughie si prende una sbarra di ferro nello sterno non abbia cauterizzato la sua ferita solo perché la batteria del furgoncino era saltata quando aveva di fianco, letteralmente di fianco, un manicomio dove la corrente elettrica abbondava mentre qualche episodio dopo riesce a far funzionare più che bene le sue scariche nel mezzo del nulla e con tutte le automobili fatte saltare per aria da NaziFem.
Misteri della sceneggiatura a cazzo di cane.
Rendiamo grazie.
Recensione di The Boys (stagione 2)
Ma il capo nero che insiste per avere in squadra
la nazista e la nazista che non lo ammazza per convenienza
è così cinico e realistico che lo adoro.
Giudizio finale:

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