Anno: 1934
Regia: Frank Capra
Soggetto: Samuel Hopkins Adams
Sceneggiatura: Robert Riskin
Cast: Clark Gable, Claudette Colbert
Premessa:
Accadde una notte è uno degli ultimi rigurgiti di relativa libertà cinematografica che precedette l'introduzione ufficiale del codice Hays, il 1 luglio 1934.
Pur presentando il tocco delicato di Frank Capra, che suggerisce più che mostrare e punta ad emozionare più che a sconvolgere, in questa pellicola troviamo ancora cose che per le decadi successive verranno viste molto meno di buon occhio come corteggiamenti molesti insistenti e sfacciati, nudità, convivenza promiscua, riferimenti al sesso e alla povertà.
Siamo ben lontani dalle pellicole zuccherose che hanno come protagonista il feticcio d'America della seconda metà degli anni '30, quella Shirley Temple che con i suoi 56 riccioli biondissimi portò speranza e ottimismo in un'America stremata dalla Depressione (attitudine che ad Hollywood venne incoraggiata dallo stesso Franklin D. Roosevelt, promotore delle politiche di New Deal).
E a noi piace così.
Accadde una notte è un film che deve aver messo a dura prova la pazienza di Frank Capra e fa capire un po' di più perché artisti del calibro di Ernst Lubish a una certa abbiano sentito il bisogno di prendere per il culo i capricci delle star dell'epoca (Vogliamo vivere, 1942): Gable e Colbert furono infatti due vere dita nel culo.
Frank Capra accarezza l'arma mentre pondera sul da farsi con le sue riottose star |
Comunque un signore in confronto a Claudette Colbert.
La sceneggiatura originale non doveva essere un granché: tutta una serie di star del momento (Myrna Loy, Miriam Hopkins, Margaret Sullavan, Constance Bennet, Loretta Young) avevano rifiutato il ruolo trovando la storia poco interessante; Bette Davis e Carole Lombard si mostrarono disponibili, ma la prima era legata alla Warner Bros e la seconda era impegnata in un altro progetto, Bolero.
La Colbert aveva già lavorato precedentemente con Capra in un film muto del 1927, Per l'amore di Mike: un tale disastro di botteghino che la Colbert aveva giurato di non lavorare mai più col regista. Accettò il ruolo ma solo in cambio di un compenso di 50.000 dollari e della promessa di non sforare oltre le quattro settimane nei tempi di ripresa, per non dover rinunciare alle vacanze. Dovette essere minacciata da Capra di usare controfigure col fisico migliore del suo per convincerla a girare le scene più birbanti.
Successo "di seconda ondata" salito alla ribalta grazie al passaparola popolare, nonostante una certa riottosità da parte della critica "sofisticata" l'anno successivo si sarebbe portato a casa ben 5 premi oscar: miglior film, miglior regista, miglior attore e attrice protagonista, miglior sceneggiatura non originale.
Claudette Colbert continuò a odiare quel film a vita.
*
DUE RIGHE DI TRAMA
Ellen "Ellie" Andrews (Claudette Colbert), viziata rampolla di buona famiglia, ha intenzione di sposare il pilota d'aerei e noto cacciatore di dote King Westley (Jameson Thomas) con cui è già ufficiosamente fidanzata e nemmeno la ferma opposizione del padre, il miliardario Alexander Andrew (Walter Connolly), che conosce fin troppo bene sia le gesta che le mire di questo cicisbeo, sembra fermarla.
Fuggita a nuoto dalla sua nave prenderà un bus che la porterà a New York dal suo amato, convinta che viaggiare su un mezzo così popolare la terrà lontana dagli occhi dei riflettori e del suo volitivo padre.
Qui incontrerà/si scontrerà con il giornalista Peter Warne (Clark Gable), che di recente ha perso il lavoro a causa del suo atteggiamento infantile e poco professionale. Gli occhi però li ha ancora buoni e ha riconosciuto praticamente subito la giovane erede Andrews, alla quale propone un patto. Visto che lei sembra incapace di cavarsela nella vita vera, e prospettandole di denunciarla a suo padre se non accetterà, si offre di accompagnarla fino a New York per farla incontrare col suo amato in cambio di un'intervista esclusiva.
Ellie ha poca scelta: accetta.
L'antipatia tra i due è pressoché istantanea:
"Devo arrivare a New York in ogni modo, è importante per me! Vi pagherei subito ma non posso perché ho dovuto impegnare tutto per partire, gioielli, vestiti... Vi darò il mio indirizzo e avrete tutto quello che volete non appena sarò giunta a New York!"
"Non vi incomodate... Non voglio quattrini, vi ho capita subito: siete viziata da un padre imbecille. Non so cosa farmene del vostro denaro. Crede che conti solo il denaro... Dite un po' ragazza, sapete cosa vuol dire modestia? No, vero? Non sapete, eh? Avreste fatto meglio a dirmi: Scusate signore, sono nei guai... No, mi sbattete in faccia il vostro denaro per non umiliarvi a chiedermi un favore."
Il viaggio prosegue con una serie di intoppi.
E senza canotta, mica come un Bruce Willis qualunque! |
Indosserà il pigiama di lui lasciandoci intravvedere le sue spalle nude, ma nulla di sconveniente accade.
Le ricerche della bella ereditiera scomparsa intanto continuano.
Dopo un guasto al bus, i due restano a piedi e senza un soldo dal momento che hanno dato il poco denaro che gli restava a una povera donna che viaggiava insieme a loro, svenuta per la fame. Tocca fare l'autostop e a questo giro è Ellie a togliere entrambi d'impaccio col suo metodo brevettato, ovvero mostrando le gambe a bordo strada. Li raccatta un baffuto uomo canterino di nome Danker (Alan Hale): questi risulta essere in realtà un imbroglione che deruba gli autostoppisti dei loro averi ma Peter riesce a inseguirlo a piedi, acciuffarlo, caricarlo di mazzate e rubargli la macchia.
Per comprare la benzina a Peter tocca vendere tutto quello che ha, compreso il cappello, e i due arrivano in un motel nei pressi della città (in cui Ellie ha insistito per rimanere per non dover dire addio a Peter troppo presto) senza che si sappia come pagare.
Durante la notte Peter si allontana con la macchina mentre mentre Ellie dorme e si reca al giornale, dove chiede 1000 dollari di anticipo per la storia in esclusiva del matrimonio tra una ricca rampolla e un giornalista sfaccendato a cui servono i soldi per cominciare una nuova vita insieme. Nel frattempo la proprietaria della pigione, credendo che l'uomo sia voluto fuggire senza pagare, sveglia Ellie e pretende da lei il pagamento del conto.
Non avendo denaro e sentendosi abbandonata e tradita, Ellie chiamerà suo padre, che nel frattempo ha accettato di far sposare sua figlia anche a un avido sfaccendato pur di farla contenta, per farsi venire a prendere. Ellie è profondamente infelice e non ama più quel cicisbeo di King Westley ma non vuole più dare dispiaceri a suo padre con i suoi capricci e in più è convinta che Peter l'abbia abbandonata solo per riscuotere il premio di 10.000 dollari che l'uomo aveva promesso a chi gli avrebbe riportato la figlia.
E in effetti Peter pretende di vedere il signor Andrews per discutere di denaro.
E in effetti Peter pretende di vedere il signor Andrews per discutere di denaro.
Desidera però solo avere un rimborso dei 40 dollari di beni impegnati per pagare la benzina, la ricompensa non la vuole (e ha pure restituito i 1000 dollari al caporedattore avendo perso lo scoop). Quando Andrews insiste per sapere il motivo per cui stia rinunciando a una fortuna Peter confessa di amare Ellie ma non è che ci possa fare granché visto che sta per diventare la moglie di un altro.
Il signor Andrews capisce la situazione: confida tutto alla figlia al momento di portarla all'altare assicurandole che lui a questo matrimonio non tiene, che Westley comunque gli è sempre stato sui maroni quindi non sta facendo un favore a lui sposandolo e che l'importante è che lei scelga un brav'uomo uomo che la renda felice. Ellie non ha dubbi in proposito e al momento del grande sì Ellie scappa e raggiunto il suo amato Peter, e ottenuta una regolare licenza matrimoniale, le mura di Gerico possono finalmente crollare al suono di una trombetta giocattolo.IMPRESSIONI SPARSE
Ci sono pochi film iconici come Accadde una notte.
Pochi film che abbiano ispirato l'immaginario popolare come la scena dell'autostop in cui la Colbert mostra le gambe e la telecamera vi indugia con piglio da voyeur, lo strip tease di Gable o il vederlo parlare a bocca piena con una carota (scena che ha ispirato nientemeno che il personaggio di Bugs Bunny - true story); poche scene diventate così impresse a fuoco nell'immaginario occidentale da venir omaggiate a più riprese da pellicole di generi anche molto diversi tra loro come la fuga di Ellie (Spaceballs, Se scappi ti sposo).
Esistono anche poche commedie romantiche che non mi facciano venir voglia di cavarmi gli occhi a mani nude di fronte a un lieto fine inevitabile come la morte e le tasse: Accadde una notte è una vera delizia, un film romantico ma mai lezioso, privo di punti morti o dialoghi noiosi e forzati, con protagonisti che interagiscono tra loro in modo così spontaneo e naturale da farmi dimenticare la finzione cinematografica e il mio odio mal sopito per il cliché della povera ragazza riccaⓒ, e mai un personaggio secondario che sembri buttato via o messo lì tanto per far minutaggio, compreso il molesto corteggiatore Oscar Shapeley (Roscoe Karns) e il capo-redattore Joe Gordon (Charles C. Wilson), che partito come antagonista di Peter mostra in chiusa il suo lato umano: comprende ciò che è accaduto tra lui e Ellie forse più dello stesso Peter, e ne è sinceramente dispiaciuto.
Che poi è lo stesso percorso che compie il padre di Ellie.
Frank Capra si riconferma, come se ce ne fosse bisogno, regista di straordinaria sensibilità (oltre che di gran pazienza) e talento, in grado di coniugare i temi classici del road movie (il viaggio come occasione di crescita personale) alla commedia romantica sofisticata, e di mostrare l'ottimismo tipico del New Deal senza ignorare la miseria in cui vessava il paese reale.
"Ma voi come farete?" "Aah... Sono milionario!" |
E' Gable a prenderlo sulle ginocchia e a consolarlo mentre la Colbert si occupa della donna: il bambino gli racconterà che i due non hanno soldi per mangiare perché hanno speso tutto per i biglietti del bus ed erano diretti a New York dove la madre sperava di trovare un lavoro (una bella differenza rispetto alle prime scene del film in cui Ellie in preda alla collera rovescia in terra il vassoio col pranzo solo perché il padre non vuole assecondare i suoi capricci, prendendosi in cambio un meritato ceffone). Gable si rovista in tasca e tira fuori una banconota.
Sono gli ultimi soldi che gli sono rimasti, e il viaggio è ancora lungo.
Gable li contempla tra le dita, indeciso sul da farsi finché non è la Colbert a toglierlo d'impaccio strappandogli di mano la banconota con naturalezza e regalandola al bambino perché compri alla madre qualcosa da mangiare. Alla fine, ed è un classico del cinema di Capra, sono l'umanità e la compassione a farla da padrone: anche nei momenti più bui si può contare su una mano amica e un aiuto disinteressato.
La stessa Ellie in corso di pellicola imparerà a sue spese cosa voglia dire avere davvero fame, arrivando a mangiare uno dei cibi che più odia in assoluto, le carote. E quando si ritrova ad addentarne un pezzo Peter ha persino il buongusto di non commentare nonostante l'ironia proprio non gli manchi e il fatto che la ragazza fino a poco prima aveva fatto la schizzinosa per tutto il tempo. Capisce.
Sono due tra le mie scene preferite del film, dove il drama (sociale e personale) si lega a un umorismo davvero delicato che non ha bisogno di parole: tutto viene affidato agli sguardi, ai gesti. Perché, e forse è una cosa che Hollywood oggi dovrebbe ricordare più spesso, non serve farti due palle come un cocomero per mostrare i grandi drammi sociali.
Il messaggio arriva lo stesso, e forse arriva meglio.
Il regista sfrutta al meglio anche le recenti migliorie tecniche: in una scena davvero impressionante per l'epoca la telecamera segue la Colbert in una lunga carrellata mentre si reca alle docce comuni del motel, una sequenza i cui Capra ci offre uno stralcio di vita piccolo borghese dell'epoca: bambini che giocano in mezzo alla strada, persone pronte a rimettersi in viaggio, chiacchiere, risate e quel senso di comunità tanto caro a Capra (e che ritroveremo anche subito dopo, nella scena dell'autobus in cui tutti i passeggeri a dispetto delle differenze d'età, sesso e ceto si ritrovano a cantare lo stesso brano, The Daring Young Man on the Flying Trapeze). Non manca il solito tocco di ironia con Ellie che imparerà a proprie spese che nel mondo reale la gente fa la fila.
La pellicola riesce ad essere sensuale o comunque sessualmente esplicita in più occasioni (visto che ancora Hollywood lo permetteva) ma senza mai scadere nel volgare: sono anzi tra i momenti più divertenti della pellicola, o di contro i più significativi nella costruzione del rapporto tra Ellie e Peter nel corso del viaggio.
► E' a causa di un corteggiamento insistente e fastidioso da parte di un commesso viaggiatore che si trova sull'autobus che i protagonisti (spacciandosi per marito e moglie e condividendo addirittura la stessa camera, scandaloso per l'epoca) diventano ufficialmente "complici" in questa fuga per amore.
Si perde in italiano per ovvi motivi, ma uno dei complimenti che Sharpley rivolgerà a Ellie sarà: "It looks like you’ve got class, yessir, with a capital A!”
Cioè clAss... Delicatissimo.
In barba alle future disposizioni del codice Hays poi il nostro simpatico Casanova americano affermerà di avere moglie e figli ad aspettarlo a casa, eppure non si pone il problema di provarci spudoratamente con le giovani sconosciute. Solo qualche mese più tardi, Hollywood lo riterrà un comportamento inaccettabile da mostrare al pubblico.
► Il simpatico strip tease di Gable spinge Ellie a smettere quell'aria da signorina di buona famiglia (e a renderci molto più simpatica una ricca principessina viziata che manco mezz'ora prima ha buttato per terra del filetto) e a fidarsi per davvero di quello che è sostanzialmente un affascinante ma poco galante sconosciuto con cui ha battibeccato durante tutto il viaggio al punto da indossare il suo pigiama e dormire nel letto accanto al suo (pur con la flebile protezione offerta dalle "mura di Gerico"). Sempre nella stessa scena, la telecamera puntata sulla spalla nuda ne sottolinea la purezza e pudicizia, non vuole essere nulla di morboso.
► Una passionale scenata di gelosia tra coniugi li salva dalla polizia.
► Una delle scene in cui i due si avvicinano per davvero prevede una sculacciata e un'inquadratura della Colbert distesa su un mucchio di paglia con l'aria languida mentre Gable distoglie lo sguardo, la tensione e l'imbarazzo evidenti sul suo volto mentre stringe la sigaretta tra le mani.
► Lo stacco di coscia chilometrico della Colbert intenta a fare l'autostop è funzionale a trovare un passaggio ed è inserito all'interno di un contesto in cui Gable viene ridicolizzato e il suo personaggio smette la maschera dell'arrogante so tutto che vuole insegnare alla giovane ricca le vie del mondo. In fondo anche lui prima di conoscerla non è che fosse un faro di maturità e decenza e sono entrambi a dover crescere prima di far chiarezza nei loro sentimenti.
► E quando nel corso della loro ultima notte insieme in motel la Colbert si spoglia ci mostra a lungo, leziosamente, la schiena seminuda è nel suo momento più delicato e vulnerabile, mentre fissa impotente l'ombra di Gable che si staglia oltre il lenzuolo che continua a separarli e pensa al momento in cui lo perderà per sempre, una volta arrivata a New York e diventata la signora Westley.
► La vera tensione erotica del film, la sintonia crescente tra i due protagonisti è portata avanti da Capra mediante l'uso di un lenzuolo, quelle mura di Gerico che separano i due protagonisti senza separarli davvero: inizialmente ripresa di fronte come una barriera insormontabile tra i due, uno scudo per preservare la virtù di una ricca bambina viziata dalle mire di un bruto della strada, poi ripresa di profilo quando la loro complicità aumenta a rivelarci la sua natura di fragile pezzo di stoffa e infine torna ad essere un muro, mentre i due immaginano di amarsi a vicenda ma non osano dar voce al sentimento.
E non è con alte fanfare di strumenti divini come nel mito biblico ma con una trombetta giocattolo che il muro alla fine si sgretola, a rivelarne ancora una volta, con ironia, la natura fragile. Capra, molto signorilmente, inquadrerà solo la finestra della camera di motel il cui lumino alla fine si spegne, ma non potrebbe essere più esplicito di così.
*
IN CONCLUSIONE
Accadde una notte è un film che mi ha stregata e intenerita, la prima commedia degli equivoci che non mi ha messo di fronte a due pirla che non si parlano per egoismo o per allungare forzatamente il brodo. Peter e Ellie hanno motivazioni valide per non chiarirsi prima della sua fuga, motivazioni che non sono legate all'orgoglio o all'egoismo ma alla paura.
Peter non è all'altezza di Ellie, che a dispetto di tutta la simpatia che gli dimostra resta la rampolla di un ricco industriale: immagina che anche lui non le sia indifferente, ma questo non cambia il fatto che non possa garantirle il futuro che merita. Non osa neppure confessarle i propri sentimenti se prima non ha in tasca i 1000 dollari spillati al suo capo in cambio di uno scoop, e preferisce fuggire alla chetichella nel cuore della notte sperando di tornare prima che si svegli che dirle quali sono le sue intenzioni (in questo vediamo quanto sia maturato rispetto allo sciagurato di inizio pellicola). Dopo che Ellie chiama suo padre per farsi venire a prendere si sente abbandonato e tradito, e mentre lei è pronta a sposare l'uomo per cui è fuggita fino a New York non si può mettere certo a fare sperticate dichiarazioni d'amore.
Anche Ellie dall'altro lato è cresciuta molto nel corso del suo viaggio e ha paura di passare per una sciocca con le idee poco chiare con l'uomo che ama. In fondo ha combinato un casino di livelli epici per sposare quel pirla di King Westley, che in pochi giorni le piaccia un altro potrebbe non andare a suo favore e farla sembrare facile, poco seria. Dopo sono il dolore e il tradimento a prendere il sopravvento, la convinzione di essere stata presa in giro per denaro.
Ma a restare comunque più impresso nel cuore di chi guarda, a restare il punto focale della storia in questo pregevole lavoro di Frank Capra, non è il drama degli equivoci o l'immancabile lieto fine, e neppure le cosce della Colbert o il notevole torace di Gable, ma il viaggio.
Giudizio finale:
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