martedì 2 giugno 2020

[Recensione] AGENTE 007 - THUNDERBALL, OPERAZIONE TUONO

locandina agente 007 thunderball
Anno: 1965
Regia: Terence Young
Soggetto: Ian Fleming
Cast: Sean Connery, Adolfo Celi, Claudine Auger, Luciana Paluzzi, Bernard Lee, Desmond Llewelyn
*Oscar migliori effetti speciali visivi (1965)


Continua la mia avventura rigorosamente cronologica tra i film della nostra amata superspia inglese, tra belle donne, gadget avveniristici e, a questo giro, profondità marine, bollicine, fiocinate e pescecani che vivono in due dita d’acqua.
Si spiega da dove abbiano tirato fuori le bestie bidimensionali di Sharknado.
Agente 007 – Missione Thunderbolt è il terzo film ad alto budget in 3 anni, e la Marvel muta. Costato 5 milioni e mezzo di dollari, ne incasserà 141 a livello globale. E’ l’ultimo film del “Bond classico”, e anche la storia che segna l’addio al franchise del mio amato Terence Young, l’uomo che ha forgiato 007 (anche Young ai tempi della WWII infatti militava nei servizi segreti inglesi e ha conferito al Bond cinematografico molto del suo carattere, al punto da aver praticamente diviso doccia e letto con Connery durante le riprese di Licenza di uccidere).
Grazie a lui abbiamo il Bond sofisticato che tutti amiamo, qui giunto a piena maturazione: smargiasso e sicuro di sé, sempre controllato di fronte al pericolo, per farsi piovere addosso figa manco deve chiedere.
Prende, e devi pure ringraziare per l’onore.
Ma almeno niente pacche sul culo a ‘sto giro, grazie agli dei.


TRAMA
Dopo aver assistito alla nostra iconicissima intro della barrelgun, la prima interpretata da Sean Connery in persona (e la prima in modalità Panavision, cioè a schermo lungo), la sequenza di apertura si apre in una chiesa dove si stanno tenendo i funerali di un misterioso JB, che scopriremo ben presto essere il colonnello Jacques Bouvar/Boitier (non collimano credits e quanto si sente su schermo, in quanto credo che nel 1965 dovendo macinare un film di Bond ogni mezz’ora non ci fosse il tempo di controllare i nomi delle comparse della intro, specie se francesi), agente SPECTRE che ha ucciso diversi membri dell’MI6 e che Bond era sul punto di assassinare per fare pari e patta.
Lo piange la vedova affranta, che dopo la cerimonia si allontana sulla sua auto, ma qualcosa fa pizzicare il senso di ragno di Bond, il fatto che si apra da sola la portiera. Nel 1965 questo può significare solo una cosa, che Mrs. Boitier è in realtà Jacques travestito!
James la segue a casa e dà vita a una delle scene più divertenti della saga.

007 Thunderbolt Bond Boitier
Pugno alla vedova...
007 Thunderbolt Bond Boitier
... La vedova non se le tiene anche se ti chiami 007
Da qui vedi l'attenzione al dettaglio della SPECTRE, Boitier si era truccato anche se avrebbe indossato uno scafandro nero al funerale.
... E meno male che Bond ci ha preso!
007 Thunderbolt Operazione tuono Bond Boitier
Quanto piace a Young mettere gente che per picchiarti vola con un salto pazzerello
Questa decontestualizzata è da PornHub.
La tenzone da salotto termina col trionfo del nostro eroe che dopo aver devastato mezza mobilia fatta di compensato lo strangola con un attizzatoio. Inseguito dagli uomini di Boitier sale sul tetto dove, non si sa bene quando né come, ha piazzato un Jet Pack: infilato il casco in nome della sicurezza (NB: il jet pack era vero, guidato da un ingegnere di nome Bill Suitor; che volesse indossare un casco in caso di problemi era il minimo e la scena ne guadagna due volte in comicità) si catapulta nel cielo fino alla ormai iconica Aston Martin che sputa addosso agli sgherri del piano terra quella che spero sia acqua.
E per me il film può anche finire qui.
Set. Punto. Partita.

A deliziarci con la canzone di apertura a questo giro è Tom Jones, che come la Bassey al giro precedente all’acuto finale ha rischiato la morte. La canzone, ovviamente, è Thunderball (termine che stava a indicare in gergo militare nel periodo dei test nucleari post-conflitto il fungo creato da un’esplosione atomica, e proprio di ordigni atomici si andrà a parlare in questo capitolo della saga. La finezza si perde nel titolo italiano, Operazione Tuono).
Il testo si riferisce ovviamente a Emilio Largo...

He always runs while others walk
He acts while other men just talk
He looks at this world, and wants it all
So he strikes, like thunderball

… e visto che si parla di un uomo avido che vuole il mondo nelle proprie mani (a costo di distruggerlo come un’esplosione atomica, il grande spauracchio di quegli anni), non a caso il film si apre con un meeting nel quartier generale della SPECTRE, che passa da studiolo Ikea ad antro internazionale del crimine. 
Blofeld è ancora senza volto, ancora interpretato da Anthony Dawson ma doppiato da Eric Pohlmann e ancora con l’immancabile micio bianco disgustato dalla vita tra le braccia (perché gli uomini devono morire ma non toccategli i pikkoli ancioli pelosi), tiene un summit globale di sgherri per fare il punto della situazione sui loro traffici illeciti mentre la telecamera si posa con insistenza su Numero 2, alias il nostro Emilio Largo (Adolfo Celi, tanto per cambiare doppiato per via del suo orribile accento siciliano).
Numero 9, si scopre, fa la cresta sui guadagni della droga.
Blofeld la prende sportivamente.

007 thunderbolt numero 9 sedia elettrica numero 2 Blofeld


A questo punto torniamo a Bond, che per riprendersi dalla scazzottata da salotto con la vedova Boitier si trova in una clinica privata a Shrublands: mentre aspetta che guariscano traumi cranici e costole incrinate, per passare il tempo un po’ gioca a fare lo scherziere con l’agente SPECTRE Lippe e un po’ molesta sessualmente una dottoressa.
Bond irrompe nella camera di Lippe per snasargli nella valigia.
Lippe lo lega a un lettino vibrante per strofinargli il pene a morte (altrimenti non si spiega come dopo un tentativo di omicidio sia così arrapato da ficcarsi con la suddetta dottoressa nel bagno turco).

007 Thunderball Bond sauna poltrona vibrante
Uno non è che vuol per forza pensare male, però...
Bond gli alza la temperatura della sauna per farci il bollito, e vince la gara di simpatiche burle per abbandono dal momento che Lippe di lì a poco, nel pieno di un attentato automobilistico, verrà ucciso dai suoi allegri compari. Nello specifico verrà letteralmente silurato dalla bellissima Fiona Volpe (Luciana Paluzzi, un’italiana che interpreta un’italiana! Miracolo!) a bordo di una moto dorata (ed è subito Pussy Galore Flying Circus).

Comincia a farsi chiaro a questo punto il piano della SPECTRE.
Chiaro per modo di dire, ho dovuto guardare questo pezzo tre volte per capire cosa stessa accadendo.
Lippe non si trovava lì in vacanza ma insieme ad Angelo Palazzi, un tizio che ha modificato chirurgicamente il proprio volto per prendere l’aspetto e l’identità del pilota dell'aeronautica francese François Derval, che di lì a breve dovrà partecipare a una missione d'addestramento a bordo di un bombardiere Avro Vulcan armato di due ordigni nucleari. Ucciso il vero Derval Angelo ne prende il posto, uccide gli altri piloti e fa in modo di far precipitare l’aereo in mare perché gli agenti SPECTRE guidati da Numero 2 possano attuare un recupero subacqueo (la prima delle lunghe e spettacolari sequenze sottomarine che vedremo in questo film). 
Il finto Derval viene lasciato morire da Numero 2 nell'abitacolo dell'aereo senza ossigeno in corso di missione, perché al momento di essere pagato ha provato a fare la cresta con Fiona sul compenso.
E Lippe appresso a lui per farti capire che alla SPECTRE non scherzano.

A questo punto la SPECTRE intima il governo inglese di consegnar loro 100 milioni di sterline entro una settimana o faranno detonare le due bombe in punti strategici di America e Inghilterra mettendo in ginocchio l'occidente.
Mentre si cerca di recuperare il denaro si indice in fretta e furia una riunione d'emergenza di agenti "00" (9 in tutto, ma tutti a parte Bond ci verranno mostrati rigorosamente di spalle), perché battano in lungo e in largo il pianeta in cerca del Vulcan scomparso da radar e satelliti, ma soprattutto dei due dispositivi.
Caso vuole che 007 tra le foto del suo dossier noti una bella figliola con due nei sulla coscia accanto a un uomo che ha già visto solo pochi giorni prima: la ragazza si chiama Dominique ed è la sorella di Durval, ovvero un uomo di cui ha visto il cadavere alla clinica di Shrublands mentre giocava con Lippe a farsi le burle.
Visto che in questi film tira più un pelo di figa che un cacciabombardiere e la bionda fisioterapista ha già dato più che abbastanza, Bond decide di parlare con M, che vorrebbe mandarlo a indagare in Canada: gli chiede di seguire invece la pista di Nassau.
La foto dei fratelli Durval è stata scattata proprio lì, è lì l'istinto gli dice che proprio lì troverà la ragazza, e che proprio la ragazza risulterà essere la pista giusta verso la risoluzione del mistero delle bombe scomparse.
Avendo Bond più culo che anima, quest'intuizione casuale si rivelerà esatta.
Faccio giusto notare che a questo punto sono passati 42 minuti di film prima di arrivare all’immancabile meta esotica.

Il resto prosegue nella classica formula bondiana, tra curve pericolose, partite non proprio al cardiopalma di Baccarà (che avevamo già visto alla prima entrata in scena di Bond nel film Licenza di Uccidere, e che da ora in poi tornerà prepotentemente, ad aggiungere fascino, carisma e una quantità fuori scala di bujodeculo al nostro agente 007), paesaggi esotici straordinari, piani cervellotici per la conquista del mondo, ironia smargiassa e l’immancabile trionfo finale di Bond.
Immagino che Blofeld, ancora una volta, non se la legherà per nulla al dito.

Maledeeeeeeetto Bond!!!

Operazione Thunderball è un film che ha una posizione abbastanza sfigata nelle classifiche bondiane: raramente mi è capitato di vederlo citato (se escludiamo le parodie perculanti della sedia elettrificata o del cattivo con la benda sull’occhio dell’ormai immancabile Austin Powers), non ha nel suo arsenale frasi memorabili come “No signor Bond, mi aspetto che lei muoia!” o epiche battaglie spaziali. Anzi, le battaglie subacquee sono abbastanza noiose e deficienti a detta di molti, viste nel 2020.
Ma ci sono comunque diversi elementi per cui il film rimarrà impresso a fuoco nel mio cuore.

1) La costruzione del background e della tensione

Operazione Thunderball dà sia alla SPECTRE che alla sezione 00 dell’MI6 un’aria davvero internazionale: finalmente si avverte l’entità globale di questo scontro, che non è una partita a dama tra l’immortale 007 e il cattivo stronzo di turno ma qualcosa di molto più esteso che si gioca tra un'élite di agenti segreti inglesi e una pletora di signori del crimine che agiscono in tutto il mondo.
Già in Goldfinger ci veniva paventata (anche se come bluff) la possibilità che in caso di morte Bond potesse essere sostituito da 008, ma ora finalmente lo vediamo in maniera davvero esplicita: 007 magari è il migliore, ma uno dei tanti. Lo stesso dicasi per i cattivi, che non sono una serie di stronzi scappati fuori dalle gabbie, ma parte di qualcosa di enorme e coeso.

A differenza di quanto accade nei film che l’hanno finora preceduto, Operazione Thunderball opta per una ricetta di tensione quasi hitchcockiana: In Licenza di Uccidere e Goldfinger seguiamo le indagini con Bond, manteniamo un alto livello di immedesimazione col protagonista perché è insieme a lui che scopriamo i piani del cattivo di turno.
In Dalla Russia con Amore c’è lo spiegone di Blofeld e Numero 5.
Qui invece il piano non ci viene spiegato ma mostrato in diretta: come accade in Dalla Russia con amore ne sappiamo molto più di Bond sui piani di Largo, assistiamo in diretta a tutta la scena del recupero degli ordigni esplosivi e sappiamo ogni cosa dell’inganno perpetrato ai danni del povero Durval (Bond lo scoprirà praticamente a fine pellicola).
Questo accresce il nostro senso di tensione perché noi sappiamo tutto dei pericoli attorno a Bond mentre lui ci gigioneggia davanti da vero incosciente che non si rende conto che tra 4 giorni due bombe atomiche potrebbero radere al suolo l’Occidente. 
Questo ci dà la stessa sensazione di angoscia e nel mio caso blanda irritazione che proviamo negli Horror di fronte alla ragazza che invece di scappare e chiamare la polizia va in cantina in mutande a sentire cosa diamine è quel rumore inquietante.

2) I rapporti tra i personaggi
Dico e ripeto quanto detto per Dalla Russia con Amore a costo di diventare noiosa: amo i film diretti da Terence Young per le finezze psicologiche che riesce a inserire in un film in cui un secondo prima ci si scazzotta con un tizio travestito da vedova per poi volare via in Jet pack e il secondo dopo ci si angoscia per la morte crudele subita da un assassino.

Bond, M e Q
Siamo ben lontani dai lobotomizzati che ho avuto la sfortuna di vedere in Missione Goldfinger, per fortuna.

M ha poche battute, brevissime interazioni che però dicono molto del rapporto di profondo rispetto e fiducia che lega lui e Bond a dispetto di eventuali divergenze e del loro rapporto di capo e subalterno. 
Quando Bond dice che vorrebbe andare a indagare a Nassau, M gli chiede il motivo buttando lì una battuta sulla sua passione per gli sport acquatici (segno di grande confidenza tra i due). Bond replica che vuole cercare indizi dalla sorella di Durval, uno dei piloti che secondo la documentazione si trovava a bordo dell’aereo scomparso ma di cui lui ha visto il cadavere alla clinica in cui era ricoverato.
“Non è possibile, è stato visto salire sul Vulcan che è decollato ieri sera.”
Replica M: “007 dice che ha visto Durval ieri sera a Shrublands, e che era morto. Questo mi basta per promuovere un’indagine.”
Intendiamoci, M non è l’ultimo dei fessi, conosce i suoi polli: il dubbio che James Bond voglia seguire, com’è sua abitudine, solo un paio di belle gambotte paciarotte, viene istintivamente anche a lui, come verrà in seguito a Moneypenny (che nel pratico darà del vecchio rincoglionito a M il quale invece non c'è arrivato, beccandosi in cambio un pacato rimbrotto dal vecchio rincoglionito che però le orecchie ce le ha buone), ma questo Bond grazie al cielo è un Bond che pur amando molto le belle donne, è prima di tutto una spia dall’incredibile intuito.
M conosce Bond e sa che se 007 dice che questa ragazza è una pista da seguire per trovare le bombe glielo dice il suo senso di spia, non il suo uccello magnetico.

Thunderbolt 007 Bond Moneypenny M cappello
Tu puoi restar, Moneypenny, ma io telo fingendo di cercare il mio cappello...

Q fa la sua entrata in scena direttamente a Nassau, con tanto di ciabatte, cappellino e camicia da panzone buontempone.
L’interazione tra i due è ironica e divertentissima.
Connery sembra un bambino in mezzo ai giocattoli del fratello maggiore geloso delle sue cose.

Te le spezzo 'ste manine, James...

Bond, Domino e Largo
Forse il più complesso triangolo eroe-fighella-cattivo mai visto in 007.

Dominique “Domino” Durval (Claudine Auger) è una Bond girl dal background interessante e dalla caratterizzazione solida, anche se ovviamente, è il caso di specificarlo, non stiamo parlando di profonde finezze caratteriali moderne o di un personaggio che oggi sarebbe considerato particolarmente femminista.
Non manca però di risultare adorabile.

007 Thunderball Domino Bond piscina

Esteticamente graziosissima, sempre vestita di bianco e nero per tener fede al suo nomignolo (Domino), ci viene presentata in costume da bagno, mentre cerca stelle marine sul fondale di Nassau e resta incastrata con la caviglia in una roccia dando modo a James "bujodeculo" Bond di salvarla e entrare in contatto con lei. 
Tra Dominique e Bond si instaurerà una sorta di istintiva simpatia, ma non tanto a causa del suo pene ipnotico (anche se in maniera praticamente obbligatoria i due si ritroveranno in maniera alquanto bizzarra a consumare un coito sottomarino con addosso costumi da immersione e bombole d’ossigeno sulle spalle) quanto piuttosto di reciproco interesse.
Domino è la “nipote” di Largo, o così te la spacciano.
“Suona meglio di amante o mantenuta”, dirà lei stessa con amarezza.
Non è una sottoposta o una complice, non condivide nemmeno lontanamente l'etica deviata del suo "tutore" come una Pussy Galore o una, nei limiti, Tanja Romanova. Dominique ha conosciuto Emilio anni fa a Capri (unico retaggio rimasto del personaggio originale, che avrebbe dovuto essere italiano e interpretato dalla Paluzzi), racconterà a Bond in vena di confidenze, e una volta addirittura lo amava. 
Ora è chiusa in una prigione dorata, libera di nuotare tutto il giorno sui fondali di Nassau ma controllata a vista dagli sgherri di Emilio, a cui è tenuta avvinta con la paura. Quasi certamente ha ancora rapporti sessuali con lui, rapporti che da parte sua tutto possono essere fuorché consenzienti.
E' sola, non vede suo fratello da anni.
Questo però non la rende debole o fragile, anzi, alla bisogna sa tirar fuori un coraggio da leoni.
Vede in Bond inizialmente un’innocente via di fuga da una vita che la rende infelice e poi, quando verrà a conoscenza che Largo è responsabile della morte di suo fratello François (il che spiega come facessero a sapere della sua missione sul Vulcan, probabilmente era stata una confidenza della stessa Dominique. Una vera crudeltà ai danni di questa ragazza, altra finezza degna del Bond di Young), uno strumento di vendetta.
Cederà al fascino di Bond ma non in maniera romantica.
L’unico momento di sincera tenerezza se lo concederà parlando del fratello.

Ma solo dopo averla buttata tutta in merda...
A questo proposito è bene notare un paio di cose.
Innanzitutto a questo giro James evita di stuprare la gente, se escludiamo il cringissimo episodio alla clinica (seriamente Bond, mi pare che la figa non ti manchi, hai davvero bisogno di costringere le donne a dartela minacciandole di far perdere loro il posto di lavoro?): il suo corteggiamento sarà aggressivo, figlio del suo tempo, ma bontà sua, nonostante abbia le ore contate e sia in gioco il destino del mondo si prende la briga di convincere Domino a passare dalla sua parte rivelandole (con una delicatezza rara) con tanto di prove alla mano che Emilio ha ucciso suo fratello. Non se la sbatte in un pagliaio per convertirla al pene e renderla compiacente né lei nonostante ceda alle sue avances è sottomessa al bene superiore.
Della salvezza del mondo le fotte sega.
Ha motivi personali per odiare Largo e non ha paura di subire le conseguenze del suo tradimento perché a questo punto non c'è più nulla che possa farle per farla soffrire più di così. E' talmente motivata che alla fine sarà proprio lei a uccidere Largo fiocinandolo alla schiena ed ergendosi sul suo cadavere come un angelo vendicatore.
Bond salvato dalla Bond girl.
Come cazzo si fa a non amare questo film?

Auger Domino uccide Emilio Largo Adolfo Celi
"Sono felice d'averlo ucciso..."

Largo è un cattivo da fumetto, un vecchio scorbutico con una piscina piena di squali, una gigantesca nave che sicuramente compensa un micropene e la benda da pirata sull’occhio.

Emilio Largo Adolfo Celi 007 Thunderbolt Bond

Ha una brama di possesso e controllo fuori scala: il rapporto tra lui e Domino è emblematico in questo senso. La tiene avvinta a sé, forse ha irretito una giovane ingenua o forse in passato c’è stato non dico amore ma almeno lussuria nei suoi confronti, ma l’idea che si ha ora del loro rapporto è dell'ennesimo gingillo di lusso che va ad arricchire la sua collezione di belle case, yatch e pescecani.
Non c’è gelosia né paura che Bond la porti via.
Non ha problemi che Bond la squadri da capo a piedi mentre esce dalla piscina o che la porti via dal tavolo da gioco per prendere un drink e danzare con lei, a patto che torni immediatamente da lui appena schiocca le dita.

Tra Largo e Bond scatta la classica gara a chi piscia più lontano, e Domino diventa niente di più che il premio da contendersi per dimostrare chi è il migliore alla fine dei giochi e chi a conti fatti esercita il miglior controllo su di lei, esattamente come può esserlo una vittoria al tavolo da gioco o un’amichevole sessione di tiro al piattello.

Adolfo Celi Emilio Largo James Bond 007 Sean Connery Thunderball tiro al piattello
Eccheccevo'?
Bond ha bisogno di Domino per avere informazioni di prima mano sul luogo in cui sono tenuti gli ordigni nucleari, Largo non vuole concederla perché è il suo giocattolo, e lo dimostrerà di fronte al tradimento di lei quando non esiterà a torturarla “con precisione scientifica”, quindi non in preda alla collera di un amante preso in giro.
Nota di merito sulla tortura, che è di un sensuale che mai.
Domino infatti viene sbattuta con violenza sul letto e costretta a subire bruciature di sigaro alternato a ghiaccio gelato di modo da farle provare più dolore possibile. Chiappette dipinte d’oro, potete accompagnare solo.

Bond e Fiona
Seconda memorabile Bond girl di questo film.
Fiona Volpe (Luciana Paluzzi) è la femme fatale perfetta, quella in grado di rubare persino la scena all’eroe, anche se ovviamente non sarà mai in grado di superarlo davvero in astuzia, e quando te sbagli?

Fiona Volpe Luciana Paluzzi James Bond Sean Connery bruto
Altri delicatissimi sottotesti sessuali. 'Sto film è una miniera d'oro.
Ci viene presentata come erotismo puro, nell’atto di sedurre Durval per carpirne i segreti più intimi prima di farlo uccidere.
Ma ben presto scopriamo che non si tratta solo di una bella bambolona con due occhioni a calamita ma di un sicario sadico e pieno di talento: si occupa in prima persona dell’omicidio di Lippe sparandogli un missile contro la macchina mentre guida una moto dorata a velocità folle, e non paga spaventerà a morte 007 con la sua guida sportiva.

"Signor Bond, le farò avere il conto della pulizia del mio sedile che lei ha maleducatamente inzaccherato d'urina"
E’ la diretta sottoposta di Largo ma non è sottomessa ciecamente al suo volere, anzi, la sua opinione è tenuta in seria considerazione da lui: è lei a convincere il suo più sanguigno e istintivo collega, ad esempio, a non uccidere Bond per non ritrovarsi tra i maroni tutti i servizi segreti occidentali. 007, gli farà notare, è qui solo per caso ma non ha prove in mano né tantomeno sa dove si trovano le bombe o l’aereo Vulcan (poi due scene dopo cattura e fa fuori l'esotica Paula, ma tant’è, Paula è donna e ne*ra, checcefrega?).
Menzione di merito per non aver ceduto al pene magnetico di Bond.
Finita nel suo letto come da copione, non si redimerà né lobotomizzerà (né sembrerà particolarmente sorpresa o umiliata dal fatto che Bond affermi di essersela smutandata per lavoro. Cala, James, cala), trovando quindi la morte dal momento che negli anni ’60 una donna sicura di sé e padrona della propria vagina può solo finire malissimo. 
Ciononostante resta un personaggio che è riuscito a colpirmi in positivo, in barba a tutto il sessismo di fondo che permea il suo personaggio (il vecchio adagio secondo cui sicura e sensuale = stronza maliarda). Sarebbe stato fico vederla sopravvivere per scalare i ranghi della SPECTRE alla morte di Numero 2.

Bond e Paula.
Paula Caplan (Martine Beswick) è la collega "esotica" di Bond, che già aveva interpretato la zingara Zora che in Dalla Russia con amore si smutanda per conquistare il cuore del figlio del capo gitano. A questo giro diventa la vittima innocente di questa gara a chi ce l’ha più lungo tra Bond, Emilio Largo e Fiona Volpe.

Paula Caplan Martine Beswick 007 Thunderball

Si potrebbe in un primo momento cadere nell’errore di paragonare il modo decisamente easy con cui Bond affronta la morte di Paula a quanto accaduto nel precedente capitolo con Jill e Tilly Masterson, ma anche in queste piccolezze sta la genialità del Bond di Young.
Bond ha a che fare con la morte tutto il tempo, esattamente come i suoi colleghi: tutti conoscono i rischi del mestiere, e si addestrano tutti i giorni proprio per evitare che questo accada.
Jill e Tilly a differenza di Paula non erano colleghe di Bond, non erano persone pronte a morire per la causa (da quel poco che vediamo arrivo a pensare che Tilly ponderasse di uccidere Goldfinger e poi vivere una vita piena e felice), cionondimeno nel caso di Paula Bond si prende anche il rischio di irrompere nella villa di Largo per provare a salvarla. 
Trovandola già morta a seguito della prolungata tortura, si concede un breve momento di silenzio per poi fuggire, ma di fatto ha rischiato molto per cercare di aiutarla. Perché il Bond di Young è un infame, un maschilista, pure una merda, ma poi ha questi momenti di umanità che riescono a renderlo simpatico anche nel 2020.

3) Ironia ed eccessi
Arrivo a ripetermi, ma io sono seriamente innamorata del Bond di Young.
Riesce ad essere tremendamente ironico e sbruffone senza essere un cafone, il realismo non sa dove sta di casa ma non c’è nulla di forzato o fuori luogo nel contesto caciaronissimo in cui ci troviamo: tra le altre cose c’è un volo su un jetpack, sparatorie con le fiocine, e soprattutto un cattivo con un mega yatch di nome Disco Volante che tiene gli squali nella piscina ma neanche per un secondo ci si prenderebbe la briga di trovarlo ridicolo.
Giusto Bond lo umilia e ironizza a sue spese, ma è Bond.

In mano a Young Connery brillla, e mi fa ridere di cuore.
Non deve fare tre ore di faccette dietro le sbarre di una prigione come accadeva in Goldfinger (ormai per me quel film è il metro di paragone per indicare tutto quello che di Bond non mi piace, statece) per essere buffo e non deve comportarsi da spia imbecille (rendendo di fatto più imbecilli tutti quelli che lo circondano facendoti tifare per il cattivo): gli basta un sopracciglio alzato, un sorriso appena accennato, una battuta arguta (“Vedo uno SPETTRO dietro di lei” rivolto a Emilio Largo al tavolo da gioco), o beccare il piattello con facilità per il solo gusto di umiliare il suo nemico.
Persino la sua fuga dagli squali fa scappare un sorriso.
Bond ha pochi giorni per salvare il suo paese da un olocausto nucleare e sembra in vacanza: c’è sempre una  donna da irretire (con le buone o con le cattive), sempre questo modo gigione di prendere sottogamba il pericolo di un olocausto atomico o di una fiocinata nel culo che rende il tutto davvero irresistibile, al punto che le due ore buone di film scorrono lisce che è un piacere.

Appesi per ore a un elicottero e non sentirlo...
4) La bellezza delle riprese subacquee
So che oggigiorno sono considerate da molti fan della saga riprese da documentario sulla natura che a molte persone non solo non dicono nulla ma annoiano, un inutile orpello fatto per dare un senso al budget milionario e portarsi a casa l’immancabile Oscar, come so che le scene di battaglia subacquea a suon di arpionate sono ridicole e sopra le righe, ma niente da fare, io le ho amate come tutto il resto.


Sono scene non solo di una nitidezza straordinaria (parliamo degli anni ’60, aoh) e dall’indubbia bellezza estetica, ma a livello di trama contribuiscono anche ad aumentare l’atmosfera angosciosa e claustrofobica nel vedere le acque tingersi di scarlatto mentre guardiamo tutto dalla prospettiva di un uomo che muore divorato dagli squali, o Bond intrappolato in una gabbia d’acqua col solo ausilio di un respiratore con 4 minuti di autonomia che si ritrova muso a muso con uno squalo.
Tensione e angoscia, cosa chiedere di più?
Connery ha rischiato davvero di rimetterci le penne, tra parentesi.

Thunderball sean connery James Bond 007 squalo

IN CONCLUSIONE
Che dire nelle note finali di questo mio entusiastico e fin troppo graforroico contributo a Thunderball?
Ovviamente che l’ho adorato, ma si era capito.
Escludendo le solite cose che al giorno d’oggi fanno storcere il naso (ambientare l’azione in mete esotiche e poi metterci dentro attori abbronzati o gente di colore che a malapena parla, la conquista delle donne come premio o dovere...) è un film che diverte con le scene d’azione sopra le righe ed emoziona per le sue finezze psicologiche, con delle figure femminili rimaste nel mio cuore.

Mi dispiace che non sia stato dato modo a Fiona Volpe e Domino di ritornare al fianco di Bond in qualche pellicola successiva, o che all’epoca non si sentisse il bisogno di analizzare un po’ più a fondo i loro personaggi, specie Domino, che è una ragazza che ne ha subite tante, che ha subito dei lutti e si è ritrovata invischiata in una relazione tossica. Una sopravvissuta a cui il ruolo di damina in difficoltà salvata dal magico pene di Bond sta stretto.

Dispiace anche essermi imposta un’ordine di visione rigorosamente cronologico per questo "Progetto Bond, James Bond", perché a questo punto sarebbe necessario un confronto col film “Mai dire Mai”, remake non ufficiale del 1983.


Giudizio finale:
Rasentiamo la perfezione con azione, umorismo e Bond Girl da ricordare.

Progetto Bond, James Bond: Licenza di recensire

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